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Racconti Erotici Etero

Ciò che avvenne quella notte…..

By 6 Febbraio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Ciò che è avvenuto stanotte, ritengo sia il gesto più pulito che abbia fatto da due anni a questa parte. La serata non era iniziata col piede giusto, a partire dal ritardo e dal fatto che ho dovuto raggiungere il luogo dell’incontro che era molto lontano da casa mia. Amedeo, il capo poco simpatico di Giotto (il coglione lo chiamo io) mi aspettava allo Spritz  assieme al mio amante in un piccolo bar. Finito lo Spritz, ci avviamo verso una pizzeria in periferia, che aveva una peculiarità: avevamo chiesto un menù, “la carta delle pizze” l’aveva definita il buon Giotto, ma in cambio avevamo ottenuto una simpatica cameriera che iniziò ad elencare 4 pizze tutte a base di gorgonzola. Margherita ai funghi porcini per me, Porcini e crudo per il mio migliore amico (la pizza di Amedeo è irrilevante). Finita la nostra mediocre cenetta tra “tubi innocenti” e perle di saggezza di Amedeo, ci siamo avviati a casa di quest’ultimo: una villa poco distante dal ristorante. L’abitazione era completamente fatta di legno e pietra, disposta su due piani, con giardino (un po’ morto) e silenzio assoluto regnante. Il primo piano, dove ha dormito Amedeo, era a dir poco fantastico. Jacuzzi, schermo gigante non so di quanti pollici e alcolici pregiati, da cornice facevano invece le foto delle sue creature.Il vecchio era stanco,ci liquidò quasi subito augurandoci buonanotte. Siamo scesi al piano terra, casa grande molto rustica, piena di cianfrusaglie d’epoca. Nel bagno sbucava una bella doccia con tanto di radio integrata e mobili antichi, mentre nella stanza da letto c’erano molti quadri e due specchi, uno di fronte al letto e uno dietro (gran porcone Amedeo). Dopo aver bevuto un buon vino del 2005 ( circa 4 bicchieri e mezzo), non ero ubriaca, giusto un po’ brilletta ma davvero pochissimo. Fatto sta che mi sentivo eccitata e sciolta, sembrava fossi catapultata in uno dei racconti erotici che leggo spesso su questo sito, mi piaceva l’atmosfera che parlava di sesso. Sul divano era partito il primo abbraccio “casto”, una mia risata aveva causato il distacco, “metto il pigiama, avevo canticchiato”. Pigiama è una parola grossa, un toppino bianco corto e scollato e un paio di pantaloncini neri (faceva freddo li dentro). Fumata l’ultima sigaretta, ci siamo messi a letto.Avevo un po’ di timore di sentire il suo corpo per la prima volta cosi vicino al mio, Lui però era molto cauto, stava attento a sfiorarmi. Si avvicinò abbracciandomi da dietro e sentì il suo membro ereggersi. cominciò ad abbracciarmi nuovamente, toccandomi la pelle, i fianchi, sentendo il mio profumo di donna . Mi fece voltare e mi baciò. In quel momento pensavo a come fosse delicata la sua bocca, sapeva di menta (si era lavato i denti).L e mani di lui avevano iniziato a fremere, scavando il mio top scollato e da cui si eriggevano i miei capezzoli induriti. Prima li assaggiò cosa che mi ha fatto bagnare copiosamente, poi mi ha baciato la pancia, i fianchi. Mi sentivo bene, partirono altri baci, la sua mano si addentra nella mia vagina, cosi delicatamente che sembrava un gesto benedetto da Dio nella Bibbia. Cominciai a guidarlo dentro di me, spingendo il suo dito ancora piu velocemente nella mia vagina, allargandola con l’altra mano per fargli scoprire il clitoride eretto. Abbandonai il mio pube e presi in mano il suo pene (in erezione 20 cm, ad occhio); sfioravo la carne che era già cresciuta, su e giù per sentirlo gemere. Non gli bastava, voleva che lo cavalcassi, cosi mi misi di sopra selvaggiamente, senza pensare alla vergogna della nudità o al freddo eccessivo della stanza. Dio, se potessi rifarlo adesso! Avevo il potere, comandavo io, lo dominavo. Strisciavo sul suo corpo come un serpente, conducevo le sue mani sul mio seno, sui miei fianchi, per renderlo sazio sempre di piu. Finita la cavalcata mi abbassai e presi in bocca la sua arma, giocando con la lingua sul glande e solleticando i testicoli con le mani. L’odore di uomo, quello mi  era mancato davvero, ma stavolta non mi faceva  ribrezzo, io penso di aver amato quel suo odore pulito e virile. La mano saliva e scendeva  mentre la bocca e la lingua giocherellavano con la cappella umida e palpitante. Toccava a lui, mi ha leccata in un modo fuori dal comune, con una dolcezza che farebbe innamorare ogni donna. Io intanto allargavo le gambe e lo sfioravo, volevo sentirlo, intanto mi aveva infilato di nuovo un dito, entrava e usciva immergendosi nel mio lago. Mentre mi sfiorava mi aprivo la vagina il piu possibile per fargli toccare il clitoride; mi penetrò violentemente, poteva far di me ciò che voleva,mise un dito anche nell’altro buco dopo averlo dolcemente leccato. “Voglio anche il tuo bel sedere”, disse con voce eccitata,“Ho voglia di te”. pausa-riprendi, riprendi-pausa, pausa-riprendi, cavalcami-leccami, leccami-baciami, penetrami, spaccami, fammi sentire quanto sei uomo ed io ti inghiottirò dentro di me…. Venne copiosamente ed io mi lasci sditalinare ancora un po’ per poi scoppiare in un orgasmo magnifico.  Avevo avuto una voglia di lui repressa che non mi aspettavo, forse l’avevo sempre tenuta nascosta, credo. L’ho stretto, graffiato, leccato ovunque, non riuscivo a staccarmi dalla sua bocca, dal suo corpo. Le mie mani facevano da Cicerone alle sue, le portavo ad esplorare ancora il mio corpo, ero bagnata ancora. “Ti amo, il tuo voto è 8”, “Sei la mia puttana stasera”, avevo risposto. Sapeva che lo amavo, sapeva il mio modo ironico di dirgli quanto ci tenessi. Siamo stati attaccati tutto il tempo. Stamattina ero ancora piu eccitata, Lo avrei rifatto, ma Amedeo era venuto a chiamarci alle 8 e mezza. Ultimo abbraccio e via, perché per salutarmi mi baci sulla bocca? Lo sai che a me quella non basta e non ci vedremo presto. Due baci casti e vogliosi sulla guancia (o quasi) e un timido “Ciao”. Ah dimenticavo il succhiotto immenso lasciatomi sul collo, è viola, ma era da una vita che non ne compariva uno sulla mia pelle.  Me ne andai mordendomi le labbra e piegandomi in due dalla voglia che avevo ancora di assaggiare quel corpo….

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