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Racconti Erotici Etero

CLIO ” non sono piccola PER VENIRE

By 5 Ottobre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

IL mio nome e’ Clio ho appena compiuto 18 anni vivo e studio in provincia di como.Il professore di educazione fisica oggi come solo poche volte nell’arco dell’anno ha deciso di non farci esercitare in palestra al contrario ci trattiene in classe spiegandoci come e il perche di un buon riscaldamento prima di intraprendere una qualsiasi prestazione sportiva,la sua voce per me e’ solo un fastidioso rumore in sottofondo ,infatti non seguo ho nascosto in un libro piu grande una rivista di smalti ogni tanto alzo la testa verso il professor Giberti , ma in realta’ non e’ per la sua noiosissima performance teorica ma perche’ proprio dietro di lui attaccato alla parete ce’ l’orologio della classe quindi egli crede che la mia spola di sguardi tra libro e orologio sia un filo diretto con lui al contrario rendo l’utile al dilettevole ,ancora 10 minuti e poi saro’ fuori di qui. Al suono della campanella il solito trambusto mentre il prof. cerca di concludere il suo discorso come volesse con la sola voce rincorrere il tempo ormai gia passato incluso i mie compagni gia con un piede fuori la porta per filare via ,ripongo le mie cose nello zaino in tutta fretta quando dalla cattedra il professor giberti spezza la mia concentrazione per spiccare il volo e con voce autoritaria ” Sig.na Cliio”..mi avvicino zaino in spalla con il mio finto sorrisino ” si professore ” ..”Sig.na Clio le rammento che tra meno di un mese ce’ il saggio annuale e lei come ben sa e’ la nostra porta bandiere nel salto in lungo..quindi cerchi di allenarsi con piu impegno queste ultime settimane..non vorrei fare la figura dell’anno scorso con i colleghi degli altri istituti perdendo di nuovo per un misero centimetro la coppa regionale..” Stia tranquillo professore corro tutte le mattine per restare in forma..”Sig.na Clio vede ecco..io vorrei che piu’ che correre lei saltasse un po piu in la dell’anno passato e poi ( con lo sguardo si sofferma sulla apertura della mia camicetta dove qualcosa appena affiorava )..” che lei sia in gran forma lo si nota benissimo “..”faccio un bis di sorrisino finto e recandomi a passi indietro verso l’uscita..” stia tranquillo professor Giberti mi allenero’ con piu’ dedizione arrivederci ” e mentre mi avvio penso tra me e me ” e dire che la moglie e una amica di mamma..sto stronzo “. Scendo le scalette della scuola fino ad arrivare al paletto che sorregge la mia bici incanestro il mio zaino nel cestello del manubrio e mi avvio verso casa,il tragitto che va dalla scuola a casa mia non e’ molto lungo dopo 300 metri di statale ce un sentiero che porta alle casette cosi si chiama la piccola frazione in provincia di como vicino al lago inboccato il sentiero che e’ circondato da alberi proseguo per casa a meta’ del percorso intravedo una macchina parcheggiata ma con il motore acceso lo capisco perche’ siamo in pieno inverno e il tubo di scappamento di quell’auto faceva un gran fumo anche da ferma pedalando arrivo fino quasi ad affiancarmi e noto senza dare l’impressione di stare a guardare una ragazza che appogiata al finestrino abbassato chiacchierava con l’uomo al posto di guida non e’ la prima volta che mi capita di incontrare quella ragazza a volte e’ li sul ciglio della stradina disinterrata del sentiero che sembra sempre stia aspettando qualcuno ma io ho sempre proseguito per la mia via e ora vedendola in conversazioni cosi ambigue mi sorge un dubbio,li sorpasso senza dare nell’occhio pedalo una trentina di metri dopo di che quando la curvetta si fa piu a gomito devio per il boschetto da qui e’ difficile pedalare ci sono radici e sassi ovunque appoggio la bicicletta addosso a un albero e proseguo verso di loro senza farmi notare ero troppo curiosa di capire o almeno volevo la conferma di cio’ che da subito avevo intuito ma a dire il vero allo stesso tempo avevo un gran paura di essere vista. Arrivata nei pressi tenendomi a debita distanza noto l’auto mi nascondo dietro un albero e da li cerco di osservare meglio il fatto e’ che di loro non cera piu’ nessuna traccia l’auto una mercedes nera e’ parcheggiata piu all’interno ed il motore e’ spento comincio a pensare che siano li negli intorni e il fatto di averli persi di vista non solo mi innervosisce ma incomincio ad avere la sensazione di non essere piu tanto invisibile e presa leggermente dal panico opto per la ritirata immediata faccio retro front per ritornare al punto di partenza quando ad un tratto sento delle voci mi volto da piu parti per capire da dove provenissero e lo faccio a passo spedito verso la mia bici per che allo stesso tempo mi stavo cacando sotto dalla paura faccio altri 5 passi e noto il movimento di una specie di fratta insomma un cespuglio e di nuovo le vocine erano ben nascosti e non potevano vedermi e questo allo stesso tempo valeva anche per me, la mia bici e’ li a un tiro di schioppo da loro e’ piu forte la voglia di rimontare in sella e darmela a gambe ed quello che faccio ma in quel momento mi sentivo piu’ sicura li sentivo bisbigliare e prima di ripartire verso casa temporeggio per capire cosa stessero bisbigliando ” senti come’ duro adesso dai voltati ora..” lei non diceva nulla solo da li a poco dopo la sentivo ansimare prima in modo normale poi sempre piu forte anche il tipo incomincio’ a fare lo stesso dicendo sta volta senza bisbigliare ma a voce piu alta ” hai da vero un gran culo piccola mia ” e lei ” e tu un gran cazzo..” non era piu il caso di restare impalata li e lentamente ripresi il sentiero verso casa
il mio ormai non era piu un dubbio per me la presenza di quella ragazza sulla stradina ma una zoccola non l’avevo mai vista,,come non avevo mai sentito prima quello che avevo sentito.

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