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Racconti Erotici Etero

Collezione di lecca lecca

By 4 Gennaio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Siamo rimasti solo noi due in ufficio, un po’ per caso un po’ per nostra volontà; è tardi ed io non ho messo in ordine le penne come mi avevi (ri)chiesto nella mail.
E’ una sfida, sono incazzata con te e le tue teorie zen, wu-wei, kairologiche, lacaniane e di autocontrollo.

Ti sento arrivare, piombi nella mia stanza, mi prendi per un braccio e senza dire una parola mi trascini fuori nel corridoio.
Io mi divincolo, ma sento che là sotto mi sto irrimediabilmente bagnando.
Sono eccitata e divisa tra la voglia cieca di quello che so succederà a breve e la rabbia per il tuo comportamento, per i tuoi complimenti mancati, per il tuo sfuggire da me.

Ora siamo accanto al tuo tavolo, le penne, una decina in tutto, ancora rovesciate e sparse sulla superficie.
Ti siedi, lasciando me in piedi, davanti a te; prendi in mano il tuo scettro, un pezzo di legno grezzamente decorato ricordo di chissà quale tuo viaggio, me lo infili nella fessura tra le gambe, ancora chiuse e dritte, e piano piano risali, con un movimento lento e provocante, fino ad incontrare prima l’orlo della gonna, poi il pizzo del perizoma.

Quando mi penetri leggermente e sento la ruvidezza dell’oggetto stuzzicarmi il clitoride emetto un lungo sospiro e faccio per sedermi a cavalcioni su di te; uno schiaffo però, dolce ma deciso, mi blocca e ascolto le tue parole come un ulteriore schiaffo: ‘Una dopo l’altra, forza, voglio una bella collezione di lecca lecca’.

Rimango basita, non so cosa fare; io ho voglia di scopare, sentire il tuo cazzo che entra in me, leccarti e succhiarti tutto’e tu mi respingi.
Con questi pensieri in testa ti vedo armeggiare nei pantaloni, allenti la cintura, abbassi i boxer e te lo tiri fuori. Finalmente lo vedo, è già quasi duro e questo mi eccita ancor più.
Mi inginocchio per prendertelo in bocca, convinta sia tuo desiderio’il mio lo è di sicuro; tu però mi prendi il viso tra le mani, mi baci e fai cenno di rimettermi in piedi.

Ora capisco, la tua idea è ben altra, perversa e stronza.
Masturbarti guardando me che mi infilo nella vagina, bagno con i miei fluidi, rimetto nel portapenne ad una ad una le tue maledette penne.
Non so più cosa pensare, ma se vuoi giocare così..ok, ti accontento.
La prima e la seconda…dosando bene i tempi ed i movimenti, vedo il potere che ho su di te accrescersi. La terza, la quarta e mi fermo, senza pietà.
Tu mi guardi implorante ma muto, invocandomi di continuare; con la quinta in mano mi avvicino a te, ormai la mia figa è a diretto contatto con il tuo cazzo, bagno la penna con i miei umori e te la metto in bocca. Ormai sei totalmente sottomesso al mio volere, purchè ti faccia venire’ora mi permetti di sedermi su di te e guido il tuo membro dentro di me.
Il mio seno è a tua completa disposizione e ci bastano poche spinte per raggiungere l’orgasmo.

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