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Racconti Erotici Etero

Come ottenni la casa

By 12 Giugno 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

prego si accomodi signora Monica Piacentini…il ragionier Colombo la riceverà subito.
ero nell’ufficio della coop e ,sus suggerimento del mio futuro amante, mi ero vestita in modo sexy, gonna non lunga, camicetta colore panna e reggiseno bianco ,che rendesse visibili i capezzoli e le areole larghe e rosa.
una voce mi richiamò alla realtà: signora Piacentini, prego…
entrai e la ragazza dietro di me chiuse la porta,mentre il ragionier Colombo si sbracciava per porgermi la mano, da dietro la sua scrivania.
prego si sieda signora…non sarà venuta per venderci qualcosa eh?
io: in verità vorrei sapere se c’&egrave ancora la possibilità di entrare nella coop e avere una casa!
lui: entrare si può sempre per la casa bisogna vedere… ecco le nostre case sono queste…
e mi mostrò le foto…
lui:vede una che forse potrebbe essere libera &egrave questa…
era graziosa,aveva un bel giardino,per le mie bimbe, una veranda coperta per mio marito e…
lui:piuttosto solo domani sapremo se &egrave o no libera,assegnabile…
io:le lascio il mio numero perch&egrave domani sono fuori a xxxx e tornerò di sera e …
lui: senta anch’io devo andare a xxxx potremo andare insieme? lei perch&egrave non passa quì alle 8 e andiamo poi con la mia auto?
io: va bene se non le crea problemi …
lui:così in diretta saprà se sì o no.
l’indomani alle 8 meno un quarto ero già da lui, vestita come il giorno prima,con gonna non lunga,calze chiare, reggiseno idem, giacchina corta e aperta. fu un buon viaggio,aria condizionata e musica soft,sosta in autogrill con tanto di occhiate galeotte: lui era alto e grosso,da sù godeva della vista del mio seno, e del mio sederone sporgente.
arriva a xxxx andai al comune e lui si dileguò dicendo di chiamarlo appena finito,che intanto sbrigava alcuni affari. dopo circa un’ora e mezza ebbi finito, lo chiamai e lui disse di raggiungere dopo 150 metri una piazza e che lo avrei trovato là.
seguii le indicazioni e ,sorpresa,mi raggiunse però a piedi.
lui:tutto fatto?
io: sì! e lei?
lui:pure io. senta c’&egrave quì vicino un ristornatino che conosco,&egrave buono e discreto,che ne dice di mangiare qualcosa?
io:ma pensavo saremmo tornati indietro ? vabb&egrave andiamo allora.
lui mi fece strada,durante il breve tragitto mi pose una delle sua manone nelle spalle. tenevo la giacchina sul braccio e con l’altra la valigetta,un brivido mi percrose tutta la schiena. la leggerezza della camicetta accentuava il contatto.
fece strada all’interno e il cameriere all’ingresso ci accompagnò al piano superiore,dove c’era una stanza riservata. l’ambiente sobrio era composto da una tavolo con piano in marmo, una panca a giro in muratura con cuscini per seduta e schienale,una lampada da pavimento e delle applique. chiesi di andaer al bagno e mi fu mostrato come raggiungerlo:lì misi in atto il mio piano, mi sfilai il reggiseno e ,osai lasciare liberi quei monumenti di tette, ora erano ben visibili i capezzoli e le larghe areole. tornai di sopra e lui disse che aveva già ordinato anche per me.
il pranzo filò via veloce,risotto alla milanese e fettina di cavallo,contorno di verdure fresche e frutta,albicocche e pesche. vino bianco e caff&egrave. quando finimmo il cameriere portò al Colombo una borsa,evidentemente lasciata lì al mattino.
lui: ora ci lasci pure non voglio essere disturbato, grazie.
il tizio se ne andò e chiuse la porta.
lui:allora signora Piacentini ecco la possiiblità c’&egrave,questo &egrave il prezzo totale …e quì vede l’acconto da dare,anche cambializzato …e questa &egrave la quota per associarsi …se &egrave d’accordo firmi pure…
mi muovevo e il mio grosso seno ballava un poco .io: ma ecco non ho che duecentomilalire in contanti e…
nel frattempo lui poneva la mano sulle mie spalle,spostava la camicetta, e toccava la pelle e brividi mi percorrevano tutta la schiena.
lui: potrebbe esserci un altro modo di sistemare la faccenda,ma lei dovrebbe essere un po’ disponibile…adesso!
pensavo che fosse sufficiente una scollatura,ma ora ero in trappola e…mi arrampicai sugli specchi provando un escamotage: posso andare al bancomat e prelevare dei soldi…
lui: che cosa può prelevare 500.000 lire? deve dare molto di più!
io: ma non ho assegni e poi sarebbero dell’azienda ed &egrave vietato usarli…
lui mi fece girare un po su di me, la gonna si spostò lasciando intravedere le mie grosse cosce, la sua mano si infilò attraverso i bottoni cercando e trovando le parti morbide del mio corpo: di queste meraviglie la sua vista ne aveva già goduto durante il pranzo.
sbottonando un po’ di più la camicia liberò i miei seni, e prese tra le dita un capezzolo strigendolo forte…un ahhahi fu soffocato da un suo bacio.
fu un bacio lungo ,lui si divertiva a torcermi i capezzoli, ora uno ora l’altro, e dopo questo bacio,in cui i miei lamenti venivano soffocati, mi disse:
facciamo una cosa, tu sarai gentile con me,ora e io sistemerò le cose per la casa…mi sembra un accordo ragionevole…
io:ma c’&egrave gente sotto …e poi perch&egrave non aspetta domani?le darò ciò che devo!
lui: o adesso o niente! e lei non ha niente da darmi…tranne se stessa!allora si spogli signora Piacentini!
così mi spogliai, le calze velate chiare mostravano delle grosse cosce bianche,lo slip bianco rivelò una leggera peluria scura in cima al pube e un sesso rosato …un poco lucido di eccitazione, mentre le mie tettone ,martoriate nei capezzoli arrosati, già svettavano davanti al viso dell’uomo.
lui,spogliatosi dei vestiti restò con i boxer e poi si tolse anche quell’indumento, rivelando una notevole virilità per i suoi 56 anni, tutto sommato ben portati:il grosso glande avrebbe avuto difficoltà ad essere introdotto nella mia piccola boccuccia. ma imperioso e deciso arrivò il suo ordine: succhi per piacere signora Piacentini! avanti da brava…non sarà certo il primo che prende in bocca…
mi adoperai al meglio per ingoiare quella grossa cappella,lui in piedi e io inginocchiata e umiliata da quel grosso uomo:pensavo se ne valeva la pena,per la casa e per le bimbe,non certo per quel coglione di marito che mi ritrovavo…
ora l’uomo mimava un rapporto sessuale con la mia bocca/figa e mi teneva la testa ferma, mentre avevo difficoltà in larghezza e non in lunghezza…
i suoi ah ah sì sìììì preannunciavano un orgasmo che,però,non venne, anzi lui disse: si fermi e lo bagni bene e per tutta la lunghezza…lo voglio ben lucido e scivoloso…capirà poi il perch&egrave…
io leccai tutta l’asta,sia le palle,rilassate ma piene, poi tutta la verga,da ogni parte,il grosso siluro fu bagnato,insalivato e ormai lucido,sopratutto la grossa cappella…
quando anche lui vide che era lucido e oramai ero più di cinque minuti che sputavo saliva, mi disse di alzarmi e appoggiarmi al tavolino, nudo e freddo, di marmo…
lui: si appoggi e metta bene in fuori il suo culone signora Piacentini…
obbedii,del resto non potevo fare altro…
lui:bene in fuori…ecco così …da brava…
mi allargava i grossi globi ,bianchi e rosati, avevo vergogna di andare al mare a mostrare quel mappamondo, un po’ flaccido e grasso, ma lui allargò e insalivò il tutto,leccava il mio ano e tutto l’interno dei glutei…
capii troppo tardi che sarei stata sverginata da quell’asta che io stessa avevo preparato, infatti appoggiò la grossa cappella all’ingresso del pertugio,ancora grinzito ma lucido della sua saliva,e spinse un poco…sobbalzai e dissi:no che fa? ragioniere lì no &egrave più in basso…ahhaahha ahai
lui:ma non mi dirà che lì non lo ha mai preso?suo marito non glielo fa mai?
io scossi la testa ,per un no.
lui: peccato!ma lei non può cavarsela per quella cifra con un pompino…si prepari perch&egrave spingo adesso…sìììì
e con un colpo secco entrò la grossa cappella…un trac leggero ma che per me fu come un tuono, confermò che non ero più vergine dietro…un piccolo rivolo di sangue veniva fuori di dietro e colava,piano,su una mia gamba…
lui toccò la gamba e disse: cavolo era vero…aveva ragione…
e si eccitò ancora di più…
lui: ora la sfondo per bene signora…
io:ah aah ah ah ahi no no nooooooooooo
ogni volta i colpi erano più forti…usciva tutto per rientrare con forza …dopo cinque minuti buoni si scaricò dentro…
poi dovetti pulire il suo arnese,sporco delle mie cose interne e del mio sangue…
lui: si rivesta e scenda e mi aspetti fuori ,la raggiungo fra poco , sistemo delle cose e arriverò subito.
dopo che mi fui rivestita ,scesi le scale,dolorante e zoppicante ,mi sentivo le gambe appiccicose ma salutai il cameriere e il cuoco;notai un leggero sorriso nei loro volti.
ero fuori ,la porta socchiusa,ma udii i due che dicevano al ragionier Colombo : certo che l’ha conciata per le feste la cicciona eh!
e lui : beh quando ci vuole ci vuole…avete visto che vacca!
in auto mi disse: senta ci vediamo domani da me,ma dopo le venti e trenta , così perfezioniamo il tutto.
io:va bene ragioniere…
arrivata a casa,salutai le bimbe e mio marito.
sai ho perfezionato per la casa e domani firmo il tutto.
beh certo che hai culo tu cara eh!in un giorno hai fatto tutto!
(va bene questa &egrave cercata apposta come finale…bruttina vero?)
comunque &egrave vero, ottenni certe facilitazioni,ma furono possibili solo perch&egrave uno dei soci aveva rinunciato ed era uscito,in realtà lui aveva già pagato e l’unica inculata (sul serio)fui io , mentre lui perse solo i soldi e loro non potevano averli due volte.ma questo lo seppi solo a culo sfondato.
iset/monica

avevo avuto ,tramite il capo della coop che avevo servito, la segnalazione di un possibile interessamento da parte di un ente parastatale per degli acquisti: cio&egrave in parole povere mi era stato detto che,se volevo , potevamo preparare la gara o ,comunque, fornire dei parametri per gli articoli e il capitolato, per renderlo più vicino a quanto io potevo vendere.
così mi dà il nome e vado nell’ufficio del tizio:mi dice che lì, da lui, veniva male vedere cataloghi o altro:perch&egrave non ci vediamo invece domani e ne parliamo a pranzo?
era un bell’uomo,però un po’ anziano,prossimo alla pensione. era capo del personale,quindi,dal mio punto di vista nemmeno l’intelocutore giusto:però aveva una certa classe nel vestirsi, sportivo ma senza essere un tennista, orologio bello ma non pacchiano, occhiali da vista , capelli brizzolati.ma era sopratutto alto e ben piazzato.prima di congedarmi mi diede un biglietto da visita non suo ma del ristorante ,e mi disse:domani alle 13 e 30.
il giorno dopo lo raggiunsi al ristorante stabilito:era un bel locale sul mare. ma con mia sorpresa mi disse che lì avremo preso solo l’aperitivo e che poi ci saremo spostati per stare più tranquilli. così prendemmo un aperol soda e uscimmo.
prendiamo la sua auto mi disse:quando fummo dentro gli dissi che direzione dobbiamo prendere? e lui mi disse di prendere la litoranea.
dopo quasi un’ora arrivammo all’ingresso di quella che risulterà una splendida villa.non poteva essere sua,a meno che non avesse ereditato.scoprii che era di un suo amico notaio che ,per un mesetto era fuori, e che lui ogni tanto,previo accordo, utilizzava.non avevamo mangiato ma a lui sembrava non importasse.
bene Monica allora di che cosa si tratta? Giandomenico mi ha detto che vende mobili e che ,siccome noi dovremo acquistarne potrei,se del caso, darle una mano.che cosa ci potrei guadagnare a favorirla?
avevo paura:se avessi detto soldi,ero passibile di corruzione, turbativa d’asta o chissà cosa. ma non potevo dirgli niente e stare zitta. così giocai la carta del contrattacco e gli dissi: lei cosa penserebbe di guadagnarci? o cosa vorrebbe guadagnare?
e lui senza scomporsi si alzò in tutta la sua imponenza, e venne verso di me: intanto oggi vorrei stare bene in sua compagnia.
mettiamo che la gari non si faccia più o che lei ,per una ragione qualsiasi non partecipi,io che faccio? avrei favorito un’altra persona o no?
il ragionamento,un po forzato, però poteva starci,e così alzandomi gli dissi: allora che cosa dobbiamo fare?
i miei pantaloni tenevano a stento il mio deretano quasi scoppiante, idem il seno,contenuto in una maglia con una provocante scollatura:avevo messo quella maglia prevedendo un incontro in ristorante,una di fronte all’altro, così da mostrare le mie grazie.
lui mi prese per mano e mi tirò a s&egrave,si abbassò e infilò la lingua tra i seni,così grossi che parevano un didietro in miniatura. mi provocò una bella sensazione di piacere e di sorpresa. ma le sorprese sarebbero state per me.
quando infatti si abbassò la lampo venne fuori il cazzo più grosso che avevo (e ancora ho) mai visto. non ci stava nella mano, non riuscivo a chiuderlo.la legge dell’elle quì non valeva.
lui mi spinse verso il basso e mi fece capire di succhiarglielo.
io con due mani lo segavo e con la bocca,che non riusciva a contenerlo , cercavo di fare del mio meglio:usavo la lingua, e con le mani ero riuscito a scappellarlo:mi fermò e mi fece capire di seguirlo. era una camera per gli ospiti e li mi disse di denudarmi.
mi tolsi i pantaloni e il resto:la mia ciccia gli piaceva, e a me il suo cazzo e l’insieme, spaventava:mi fece sdraiare e iniziò a leccare la figa:gli piaceva perch&egrave era depilato.
mia moglie non se la rade mai…&egrave una foresta.
sedendosi al mio fianco disse: continua a toccarmi .
lui mi toccava con la mano la figa che ,ormai,si bagnava.
poi mi perse e,nonostante la mia mole,mi disse di impalarmi: mi misi sopra,e mi sforzai ad aprire le labbra per accogliere quel cazzone di cui poteva,secondo me,entrare solo la cappella.
ma quando era un poco entrata la testa, lui mi spinse per le spalle e mi fece impalare fino alla fine.
mi fece molto male ,così tanto che urlavo e mi contorcevo.
lui ridendo disse:anche mia moglie fa come te sai … mi trovavo in compagnia di diverse persone a una conferenza che precedeva l’inaugurazione di una mostra nel mio comune di residenza, perch&egrave lì dovevo incontrare una persona:costui &egrave un imprenditore,ma anche un affarista,e fui mandata da lui pech&egrave avessi delle informazioni per il mio lavoro:lui faceva parte della commissione edilizia del comune , era in politica come si dice,addentro alle segrete cose. non lo conoscevo, e mi presentai il giorno dopo in comune alla fine di una riunione che era aperta al pubblico e che era il resoconto della serata precedente:chiesi di lui,che non consocevo fisicamente ,lo avevo solo intravisto il giorno prima,e gli usceri lo chiamarono.mi presentai così:sono Monica P. il presidente della coop XYZ mi detto che forse lei mi potrebbe aiutare nel mio lavoro.
lui mi guardò dall’alto in basso, essendo più alto e più grosso di me, vedeva la scollatura della mia camicetta,il seno grosso e abbondante che si alzava e abbassava come respiravo:c’era aria viziata,si fumava ancora anche se era già quasi proibito…dal buon senso.
mi diede appuntamento vicino a un belvedere,in collina, il giorno seguente alle 22 circa.
con una scusa riuscii a uscire senza destare sospetti o interesse particolare in casa, c’era una partite in tv di coppa e mio figlio e mio marito erano presi da quella.
arrivai in cima quasi alla collina e scesi dall’auto:lui era fuori appoggiato che fumava.quando scesi dall’auto lui si volto ed esordì così:
allora Monica così Giandomenico ti ha mandato da me e vorresti delle dritte per il tuo lavoro:vendi mobili… sì sì li ho visti da lui nel suo ufficio e sono belli.
io intervenni e gli dissi: vede se lei sente qualcuno che ha bisogno di arredi,appalti pubblici o altro, lei potrebbe fare il mio nome…ecco io le dò dei bigliettini da visita e poi se facciamo l’operazione per lei c’&egrave la provvigione .&egrave chiaro dipende anche dallo sconto e da quanto si vende.
la zona era scarsamente illuminata, c’era la luce della luna (metà luna in verità) che era attraversata da nuvole veloci e così,mentre cercavo i bigliettini da visita nella borsetta,lui lanciò via la sigaretta e mi tenne un polso,avvicinò il suo viso al mio cercando di baciarmi.
mi ritirai,e lui si indispettì, e mi disse:se fai così non potrò aiutarti.
e risposi:che cosa dovrei fare ?
e lui continuò ,mentre ondeggiava un poco sulle gambe,dicendo: sii gentile con me e avrai tutto da guadagnarci.
e si rifece avanti, mi allargò le braccia per abbracciarmi attirandomi a s&egrave:mi baciava e lo ricambiavo. aveva in bocca un sapore schifoso di sigaretta e di fumo ma …accettai e non potevo fare altro.mi sollevò la gonna e cercò di manovrare il collant per toccare. risalì in alto e trovò,finalmente l’elastico.
con tutte e due le mani abbassò insieme collant e mutandine (con la pancerina per contenere il mio ventre):fatto questo mi toccò la figa facendomi sobbalzare. mi fece spostare e stavo quasi cadendo quando mi appoggiai alla sua macchina,una mercedes sw .
lui aprì il cofano e prese una coperta che era nel bagagliaio e la mise a protezione dell’interno. mi fece voltare e coricare sulla pancia, mi allargò i glutei e leccò la figa procurandomi piacere.
poi sostituì la lingua con il suo cazzo e mi procurò un dolore forte perch&egrave la penetrazione fu violenta e totale. ahaha gridai e continuai perch&egrave mi sbatteva con foga inaudita.
dopo circa 5minuti di questo trattamento mi venne dentro:mi porse un fazzolettino di carta e mentre seduta mi asciugavo mi diede il cazzo,che vidi ancora semieretto, da pulire.
puliscimi per favore.
eseguii la sua richiesta e mi disse:dammi il numero di telefonino e domani ti chiamo per dirti dove ci vediamo.
glielo diedi e poi dissi:e i bigliettini?
tienili tu semmai me li darai domani.
questo fu il primo incontro con questo imprenditore.

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