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Come sono diventata quella che sono

By 10 Agosto 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

In un primo tempo avevo deciso di non dar seguito al mio desiderio di condividere con la gente la storia degli ultimi cinque anni della mia vita, perché la ritenevo banale e , credo, simile a quella di tante altre donne.
Ma poi ho pensato che avrebbe potuto interessare a qualcuno od a qualcuna e che non ero io la persona giusta per giudicarmi ed allora eccomi qui a raccontarvi quello che &egrave successo a me ,ma che ha sconvolto la vita dell’intera famiglia.
Mi chiamo Eleonora ma tutti mi chiamano Nora.
Sono sposata da 20 anni con un uomo molto più grande di me, ed abbiamo due figlie Laura che oggi ha 23 anni ed Elisabetta, Betty per gli amici, che di anni ne ha 22 , compiuti ai primi di gennaio.
Quello che sto per raccontarvi ha avuto inizio 5 anni fa ed allora avevo 35 anni.
A quell’epoca dicevano che ero una bella donna ,alta, dai lineamenti delicati, cappelli lunghi , e dalle forme eccitanti e particolarmente sensuali .
La cosa che più mi caratterizzava e che più piaceva agli uomini, era il mio corpo, assolutamente non grasso , ma pieno, senza pancia o maniglie dell’amore ,ma anche senza ossa sporgenti ,dalle carni morbide e vellutate, con un seno di terza misura abbondante ed un sederino ben modellato ma un po’ piatto.
Carattere timido, un po’ sottomesso
Com’&egrave evidente, da quello che vi ho appena detto, mi sono sposata quando avevo 20 anni ed una bambina già in culla, frutto di una precedente relazione
Mio marito era un dirigente di una famosa azienda che produceva e commercializzava piccoli elettrodomestici.
I primi 10 anni di matrimonio sono stati come una lunghissima luna di miele, perché non &egrave mai successo nulla che potesse turbare la nostra serenità.
Tra noi c’era una bella intesa , un grande amore e tanto sesso, che lui pretendeva da me quotidianamente e che io ero sempre felice di concedergli, perché ,da qualsiasi genere di rapporto sessuale, ho sempre ricavato un immenso piacere
Dopo due anni di matrimonio &egrave arrivata la seconda bambina, la prima veramente nostra, e lui decise che ci saremmo fermati li .
A quel punto della nostra vita lui , per l’esperienza ventennale che aveva fatto in quella società e per la profonda conoscenza che aveva acquisito del mercato , decise di abbandonare l’impiego e, con la sua liquidazione , di rilevare una piccola fabbrica di aspirapolvere , con l’intento di fare il terziario, ossia, produrre per le migliori marche .
L’impegno economico si rivelò però, ben superiore alle sue disponibilità ,per cui dovette ricorrere pesantemente al credito, ed ,anche se all’inizio gli affari andarono abbastanza bene, ciò non gli consentì di eliminare completamente gli impegni che aveva contratto con le banche.
Purtroppo con l’inizio della crisi, che ancora pesa sulla nostra economia, i suoi affari peggiorarono sensibilmente e gli impegni finanziari diventarono sempre più gravosi e pressanti, per diventare insopportabili quando, circa cinque anni fa, le banche decisero di sospendergli il fido ed insistevano perché rientrasse, almeno in parte, dalla sua esposizione ritenuta eccessiva..
Io non mi ero mai accorta che lui fosse sull’orlo della bancarotta, sino al giorno in cui ebbe inizio la mia nuova vita
Quel giorno, lui non era rientrato alla solita ora per la cena e la cosa mi aveva messo in un grave stato di agitazione.
A mezzanotte le ragazze andarono a letto.
Io attesi ancora un po’, poi mi coricai ,ma senza riuscire a prendere sonno.
Rincasò che era notte fonda e , quando lo sentii entrare, percepii che non era solo
Pensai subito che avesse avuto un incidente e che qualcuno lo stesse accompagnando a casa e che avesse bisogno d’aiuto , perciò mi alzai di scatto e mi precipitai in soggiorno e vidi che aveva il viso sanguinante e tumefatto e che era accompagnato da due strani individui.
Nel panico del momento non realizzai che indossavo un semplice baby-doll , leggermente trasparente e senza intimo, come piaceva a lui e come ero solita accoglierlo a letto , per consumare la nostra giornaliera razione di sesso.
L’incoscienza durò solo un attimo , poi incrociai le braccia davanti al corpo e mi girai per precipitarmi in camera ed indossare una vestaglia, ma una mano mi prese per un braccio e mi trattenne con la forza ed uno dei due sconosciuti mi disse di lasciar perdere, che stavo bene così e mi spinse a sedere sul divano accanto al suo compagno .
Mio marito era stravolto.
Mi guardava inebetito e, con parole confuse, mi fece in qualche modo capire che era nei guai, perché si era indebitato con delle persone che ora esigevano il pagamento dell’intero debito, che lui non era in grado di pagare.
Mentre lui parlava ero talmente sconvolta che quasi non mi ero accorta che l’uomo che era seduto vicino a me mi stava accarezzando le gambe, risalendo lentamente sino alle cosce e ,quando cercai di allontanargli la mano che era arrivata all’inguine, l’uomo alzò il braccio per schiaffeggiarmi ,ma fu fermato dal compare che incominciò a parlare.
Venni così a sapere che mio marito s’era indebitato con degli usurai per più di 500.000 euro e che , alla scadenza, non era riuscito ad onorare il suo debito
Erano allora entrati in azione quelli che si occupavano del recupero crediti , tutti pregiudicati, che non si facevano scrupoli ad usare qualsiasi mezzo pur di recuperare il loro credito, costituito, quasi interamente, dagli enormi interessi che avevano ingrossato l’esiguo prestito iniziale.
Intanto la mano dell’uomo seduto accanto a me aveva continuato ad accarezzarmi le gambe ed aveva raggiunto la figa e la stava masturbando, penetrandola ogni tanto con un dito.
Ormai ero nel panico più totale e non osavo reagire.
Mio marito intervenne per dirmi che era già stato costretto a cedere la nostra casa, l’auto, e tutto l’arredamento dell’ufficio, rimanendo però ancora debitore per circa 200.000 euro.
Gli avevano dato tempo tre giorni per procurarsi il denaro, altrimenti, dissero, che c’avrebbero pensato loro a decidere come fare per non perdere il loro denaro.
Il giorno seguente, passando casualmente davanti alla scuola della più piccola delle nostre figlie, rimase sconvolto vedendo la figlia ridere e scherzare con i suoi aguzzini.
Allora oggi, prima dello scadere dei tre giorni, li aveva affrontati, aveva detto loro che i soldi non sarebbe mai stato in grado di trovarli e , gridando, disse loro che facessero pure quello che volevano, ma lasciassero in pace sua figlia, altrimenti li avrebbe denunciati
Questa minaccia aveva scatenato la loro ira e l’avevano picchiato a sangue, pretendendo che desse loro una garanzia per il pagamento del rimanete debito , garanzie che lui non aveva
Nella disperazione lui aveva proposto di rimborsarli lavorando per loro , spacciando o trasportando droga.
Gli risero in faccia, ma poi , quello che sembrava il capo, gli disse che l’idea non era, poi, così male e che l’accordo si sarebbe potuto trovare se , a lavorare per loro, non fosse lui, ma sua moglie e , non le figlie , almeno per ora, dato che erano ancora minorenni e loro non volevano aver noie.
Così, concluse mio marito, sono venuti per conoscerti
Li guardai impietrita e chiesi che tipo di lavoro avrei dovuto svolgere ed uno di loro, con tutta tranquillità ,mi disse ‘ la puttana ‘.
Mi alzai di scatto e dissi che erano pazzi, ma mio marito, senza alzare gli occhi da terra, mi disse che non aveva potuto comportarsi diversamente, perché altrimenti lo avrebbero ucciso.
Appena alzata l’uomo che mi sedeva accanto fece scivolare la mano sul mio culo .
Lo palpeggiava ,lo strizzava ed cercava di infilare un dito nel buchino essendosi accorto che non era completamente chiuso, per l’uso costante che ne faceva mio marito
L’uomo che aveva parlato prima intervenne dicendo che ero libera di non accettare , che loro non obbligavano nessuno e,nel caso di un mio rifiuto e prima di regolare i conti con mio marito, avrebbero cercato di convincere le figlie a sostituirsi a me per salvare il padre.
A quelle parole, ricordando quello che aveva appena detto mio marito, mi si piegarono le gambe e caddi seduta sul divano, con la testa che mi girava ,incapace di proferir parola e, subito, sentii la mano dell’uomo ritornare all’inguine e con il dito giocare con la mia fighetta..
Non reagii, perché avevo capito che non avevo vie di scampo.
Mi misi a piangere ,allora i due uomini si alzarono e mi dissero che loro erano venuti per vedermi e che per loro potevo andar bene e che , se ero con loro d’accordo, sarebbero ritornati l’indomani per discutere i dettagli dell’operazione che loro giudicavano, unicamente, come un contratto di lavoro.
Se ne andarono dicendo che se non avessero ricevuto una mia telefonata, sarebbero ritornati l’indomani sera.
Quando rimanemmo soli, mio marito, sconvolto, mi disse che le cose non stavano come le avevano raccontate loro, che era vero che lui doveva loro quei soldi, ma che per rifarsi del debito erano giorni che seguivano le nostre due bambine e che, sicuramente, erano intenzionati a prendersele senza chieder loro il permesso per avviarle alla prostituzione in qualche paese straniero , come capita spesso senza che nessuno se ne occupi.
Gli chiesi chi fossero quegli uomini e mi disse che erano stranieri
Allora mi convinsi che aveva ragione e capii perché aveva sacrificato me.
Mi assicurò che , se avessi deciso di accettare, avrebbe fatto di tutto per racimolare la cifra in pochi mesi per riscattare la mia libertà.
Ormai era mattino e ci coricammo perché eravamo entrambi distrutti dalla tensione, ma nessuno dei due chiuse occhio
Da quel momento incominciai a pensare a quella che sarebbe stata la mia vita d’ora in avanti

(continua) Il giorno dopo mio marito si recò all’ospedale per farsi curare le ferite al volto, raccontando che era caduto
Le bambine erano entrambe all’università
Alle quattro del pomeriggio arrivò uno dei due figuri della sera prima
Ero in calzoni maglietta e scarpe da ginnastica.
L’uomo , appena entato mi disse ‘ andiamo ‘
Gli chiesi dove, gli dissi che non ero pronta perch&egrave non sapevo di dover usire.
Allora quello schiaffo che aveva minacciato di darmi la sera prima me lo diede ora e forte da farmi sanguinare un labbro-
Mi disse che non avevo capito niente, che la mia volontà ora non contava più, che se non avessi obbedito a tutto quello che mi avrebbero detto di fare, la mia vita si sarebbe trasformata in un inferno, che avrei passato la mia vita a scopare con i cani per il piacere di chi ama quel genere.
Mi prese per mano.mi trascinò fuori della porta d’ingresso che chiuse dietro di se.
Mi spinse in macchina sul sedile posteriore dove c’era l’altro uomo,mise in moto e partì
Da quel momento non avrei più rivisto mio marito e le mie due figlie.
Le lacrime incominciarono a scendere silenziose sul mio volto ,tenevo gli occhi chiusi mentre sentivo l’uomo vicino a me baciarmi sul collo e scivolare con una mano sotto la maglietta ed il reggiseno e strizzarmi i capezzoli.
Raggiungemmo l’areoporto, salimmo su un aereo privato che ci portò in una città che non conoscevo , dove una macchina, che ci stava aspettando, ci portò in una casa colonica sperduta in mezzo alla campagna.
Fui portata in una camera da letto dove mi fu ordinato di spogliarmi, farmi una doccia e, nuda, raggiungerli nel salone.
Ormai avevo capito che era meglio per me non contraddirli e feci quello che mi era stato ordinato di fare.
Quando, nuda, raggiunsi il salone, mi trovai alla presenza dei due uomini che mi avevano portato lì e di altri due che, evidentemente ,erano i padroni e capi di tutto.
Mi invitarono ad entrare e, con gentilezza, mi dissero di non aver paura, che dovevo sentirmi protetta ed al sicuro, che loro si sarebbero presi cura di me , e nessuno avrebbe osato farmi del male.
Mi dissero di avvicinarmi a loro , incominciarono ad accarezzarmi a toccarmi, ma subito chiamarono un altro uomo a cui si rivolsero con il titolo di dottore.
Incominciarono a parlare in dialetto stretto, per cui non capivo cosa stessero dicendo.
Il dottore si avvicinò ed incominciò a toccarmi tutto il corpo, ma, con particolare attenzione, il seno, il culetto, il buchino e la fighetta, penetrandomi con due dita in entrambi i posti per rendersi conto della dilatazione e dell’elasticità dei tessuti
Dopo quell’attento esame ed un lungo scambio di parole con i due boss, quello che mi aveva parlato prima mi chiese se avessi figli e ,quando gli dissi due , bonariamente mi disse che le due gravidanze avevano , purtroppo, lasciato qualche segno, ma che non dovevo preoccuparmi, perch&egrave il dottore aveva detto che era tutto rimediabile e che dovevo stare tranquilla, perch&egrave lui era un mago e mi avrebbe ringiovanito almeno di 10 anni.
Mi diedero una vestaglietta da indossare e mi dissero di seguire il dottore
Montammo in macchina e, dopo un ora raggiungemmo un paese abbastanza grande e mi condussero in una clinica.
Sono rimasta in quel luogo 45 giorni, molti dei quali passati in sala operatoria.
Dal mio arrivo in quella tenuta e sino a quel momento, non mi ero più vista allo specchio, per cui , quando il dottore venne a prendermi e mi portò in una sala buia , mi tolse la vestaglia lasciandomi nuda e mi chiese se fossi pronta, capii che era giunto il momento in cui mi sarei rivista ed il cuore incominciò a salirmi in gola.
Alla mia risposta affermativa la stanza, che era rotonda, si illuminò di una luce forte, ma diffusa, con le pareti fatte di specchi in cui si rifletteva il mio corpo visibile da ogni lato
Fissai la mia immagine negli occhi e la cosa più sconvolgente fù che non mi riconobbi.
Quella che gli specchi riflettevano non ero io, ma un’altra donna
Incominciai a guardarla con attenzione e confrontarla con l’immagine che avevo nella mente di me stessa
I capelli erano stati tagliati corti e formavano un caschetto molto giovanile e civettuolo.
Dal viso erano scomparsi tutti i piccoli segni intorno agli occhi e la bocca.
Il viso era più affilato e la pelle liscia e tirara .
Gli occhi avevano un taglio un po’ orientaleggiante che mi conferiva un aspetto un po’ esotico ,ma molto piacevole, le labbra erano state elegantemente ingrossate ,conferendo al viso una sensualità straordinaria.
Lo sguardo scese sul corpo e la cosa che mi colpì immediatamente fu il seno che , dopo due gravidanze e conseguente allattamento,era diventato un po’ floscio
Era molto più grosso di prima,credo una quinta misura, lievemente a pera, ma sodo da non avere più necessità di essere sostenuto, con due capezzoli grossi e sporgenti
Il segno della mia nuova condizione era un tatuaggio , simile ad un merletto ed alto due centimetri che mi girava attorno al collo a testimonianza del mio stato di schiavitù
Dal corpo era sparito ogni segno o nodulo che prima c’era.
Anche nel corpo la pelle sembrava tirata ed il segno della vita era più marcato che in precedenza
Ma ciò che mi sorprese di più fu la zona del sesso.
Inguine, fighetta,solco anale, tutto era perfettamente depilato.
Vulva con le grandi labbra perfettamente aderenti ed il e buchino del culetto con la sua rosellina ringrinzita.
Il medico mi disse che avevano fatto un itervento di plastica per restringere tutto ,per cui non mi spaventassi se le prime penetrazioni mi avrebbero procurato dolore, perch&egrave dopo un po’ le pareti avrebbero leggermente ceduto e tutto serebbe ritornato alla normalità
Il medico mi allargò le grandi labbra per mostrarmi il clito, dicendomi che lo avevano ingrossato per portarlo più all’esterno, il ch&egrave avrebbe aumentato di molto la mia sensibilità ed il mio piacere durante il rapporto sessuale.
Poi mi disse di guardare bene quello che , per loro, era stato il risultato più gratificante e mi accarezzò il culetto che era diventato una cosa splendida,pieno, rotondo un po’ brasiliano, con le nattiche ben strette ed una pelle liscia e morbida.
Pensai all’uomo che mi aveva detto che mi avrebbe ringiovanito di 10 anni e dissi a me stessa che aveva sbagliato per difetto.
Ora ero pronta e gli avvenimenti in quella giornata si susseguirono a velocità impressionante.
Mi fecero indossare la vestaglietta , mi fecero salire in auto e mi riportarono alla masseria.
In camera da letto una donna mi disse cosa indossare e mi aiutò a vestire
Indossai un paio di calzoni lunghi aderentissimi che mi fasciavano letteralmente il corpo ed un giacchino in tinta ad un petto, abbotonato al solo bottone all’altezza dell’ombellico, senza nessun altro indumento.
Il seno prosperoso teneva la giacca distante dal corpo, per cui la scollatura scendeva dal collo all’ombellico
Calzai delle scarpe con tacco 12 che mi crearono non pochi problemi, visto che non ero abituata a farlo.
La donna mi portò davanti allo specchio e mi disse che ero perfetta e mi augurò buona fortuna.
Con un telefono interno comunicò che ero pronta e uno dei miei soliti custodi mi venne a prendere e mi riportò nel salone.
I due uomini della prima volta si complimentarono con il dottore e, rivolti a me, dissero che ora spettava a me mettere a frutto gli sforzi che tutti avevano fatto per rendermi così attraente e desiderabile.
Mi salutarono e, con mia sorpresa, accompagnata dal solito uomo, mi fece salire in macchina.
Andammo in aereoporto, prendemmo il nostro aereo e, dopo due ore sbarcammo a Milano
Un auto che ci stava aspettando ci portò in uno dei più lussuosi alberghi della città .
L’uomo disse qualcosa al ricevimento , consegnò una valigia che aveva portato con se dall’ aereo, poi siamo andati al ristorante dell’albergo.
Erano le ore 13
Dpo10 minuti siamo stati raggiunti da una bellissima ragazza.
A questo punto il mio accompagnatore si alzò e disse alla ragazza che sapeva cosa doveva fare ed andò via.
La ragazza era simpatica, gioviale,facemmo subito amicizia, mangiammo in fretta qualcosa, poi mi disse che era tardi, e salimmo in camera sua
Incominciò aspogliarsi e mi disse di fare altrettanto.
Facemmo assieme una doccia, ci inondammo, letteralmente , di profumo, poi lei indossò una specie di tunica romana trasparente che lasciava scoperto un seno e mi disse di indossare lo stesso indumento che avrei trovato nella valigia.
Quando la aprii, vidi che conteneva tutta una serie di combinazioni da camera e tutte trasparenti.
Poi ci sedemmo nel salottino della camera e mi disse che lei aveva il compito di addestrarmi.
Mi spiegò che dovevo essere in camera, pronta a ricevere, alle 14 e che avrei terminato quando il mio accompagnatore sarebbe salito a dirmi che potevo andare a dormire il che, abitualmente,avveniva verso le quattro del mattino.
Oggi io non avrei lavorato, ma avrei dovuto osservare attentamente tutto quello che faceva lei, per metterlo, poi, in pratica quando sarei rimasta sola.
Le chiesi quanto tempo saremmo state assieme e lei mi rispose che lei avrebbe lasciato la stanza l’indomani alle 12 e che io sarei rimasta lì ed avrei preso il suo posto .
Mi raccomandò di stare attenta, perch&egrave ogni lamentela del cliente veniva punita severamente.
Mi disse, infine, che in quella giornata , anche se non ero lì per lavorare, avrei dovuto essere gentile ed accondiscendente con gli uomini che sarebbero venuti a trovarla.
In quel momento squillò il telefono e lei disse solo ‘ va bene ‘.
Poi mi spiegò che il ricevimento l’avvisava ogni volta che qualcuno stava salendo da lei .
Ero terrorizzata e quando sentii bussare alla porta per poco non svenni. Osservai la mia amica andare ad aprire e , sorridente , accogliere l’uomo , porgergli la mano ,ma ,appena lui gliela strinse, lei gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia.
Accompagnò l’uomo nel salottino , lo fece sedere e gli spiegò il perché della mia presenza.
L’uomo stentava a crederci, e chiese più volte se veramente fossi alle prime esperienze e, quando la ragazza gli assicurò che era la prima in assoluto, lui reagì come se gli avessero detto che ero ancora vergine.
Lui si alzò, prese il telefono ,chiese di una persona in particolare e gli disse che si sarebbe fermato di più e con tutte due .
Ascoltò un attimo poi mise giù il telefono.
Dopo alcuni minuti il telefono squillò , lui rimase in ascolto, poi passò il telefono alla mia amica che , dopo un po’ rispose che andava bene.
Mise giù il telefono , mi tese la mano e mi invitò a seguirla .
Andammo verso il letto e mi disse di essere felice, perché stavo per incominciare il più bel mestiere del mondo.
Anche lui mi venne vicino ,ma la ragazza gli disse di lasciar fare a lei, perché era compito suo istruirmi
Mi disse di spogliarmi.
Avevo il cuore in gola e mi sorpresi a provare una forte emozione, ma nessuna paura o vergogna.
Obbedii ed anche l’uomo aveva incominciato a spogliarsi ed era in calzoni.
La ragazza mi disse che ora avrei dovuto continuare io e, per mostrarmi come dovevo fare, incominciò a slacciargli la cintura ed abbassagli i calzoni e le mutande, per poi sfilargliele e gettarle sulla poltrona.
L’uomo sorrideva e ,divertito e palesemente eccitato, lasciava fare alla mia compagna.
‘ Ora prendiglielo in mano ed incomincia ad accarezzarlo ‘
Feci come mi diceva , e continuai ad eseguire i suoi ordini, incominciando a segarlo , per poi prendergli in mano e soppesare i suoi genitali .
Con mia sorpresa mi resi conto che, quei semplici gesti, erano stati sufficienti ad eccitarmi e farmi sentire che i miei umori stavano bagnando la mia fighetta
Fortunatamente aveva un cazzo di misura normale , anzi, forse un po’ scarso.
L’uomo incominciò a chiudere gli occhi ed ansimare.
All’ordine della ragazza mi inginocchiai davanti a lui e glielo presi in bocca.
Non era una novità, perché lo avevo fatto per tanti anni a tutti gli uomini che erano entrati nella mia vita
Mentre lo succhiavo , lei si strinse a lui facendogli sentire il suo seno sul petto nudo ed, in un sussurro, chiese all’uomo di farmi vedere come si scopa una donna in bocca.
Allora lui mi mise le due mani sulla testa bloccandola ed incominciò a muoversi come se tesse scopandomi in figa.
Sentivo il suo cazzo entrarmi e scivolarmi in bocca e spingersi sino in fondo, e, mentre mi scopava , pensai cosa sarebbe successo se al suo posto ci fosse stato un altro uomo con un cazzo più lungo che mi arrivasse sino in gola
Con la lingua gli accarezzavo il glande e mi dava l’impressione che stesse per godere.
Fu la ragazza a fermarci e , per dare all’uomo un momento di riposo, mi ordinò di fargli vedere quanto mi piacesse leccarle la figa.
Capii che era un gioco per eccitarlo , ma lei non sapeva quanto, veramente, mi piacesse far godere una donna ed obbedii senza sacrificio
Poi mi sdraiò supina sul letto, mi spalmò del lubrificante sul buchino, poi fece avvicinare l’uomo e lo fece sdraiare sulla mia schiena ,poi gli prese il cazzo in mano e lo puntò sul mio culo.
Già la posizione non facilitava la penetrazione, ma l’intervento di plastica aveva talmente ristretto lo sfintere anale che provai un forte dolore.
L’uomo stesso rimase meravigliato e chiese se il culo fosse ancora vergine, ma nessuno gli rispose lasciandogli il dubbio o ,meglio, l’illusione di avermi sverginato il culo.
Fortunatamente dopo i primi movimenti il dolore cessò .
La donna lo fermò e gli disse che se volevano davvero iniziarmi al mestiere, lui doveva ancora scoparmi.
Mi fece girare, mi fece prendere un attimo il cazzo in bocca per lubrificarlo, poi lo puntò sulla fighetta
e disse all’uomo di farmi godere.
Con mia enorme sorpresa provai dolore anche quando me lo mise in figa, ma il dolore passò subito e ,con altrettanta sorpresa, sentii il Clito indurirsi e provai un piacere indescrivibile, che mi portò subito all’orgasmo
L’uomo capì subito, dagli spasmi della fighetta, che non stavo fingendo e non resistette oltre e sborrò, rantolando, dentro di me.
Avevo fatto la mia prima scopata da puttana e sono certa che il cliente se n’&egrave andato soddisfatto della mia prestazione.
Quella notte la mia amica ebbe altri 13 incontri, a tre dei quali partecipai anch’io.
Quando alle tre e mezza di notte il suo accompagnatore venne a dirle che potevamo andare a letto, facemmo una doccia assieme.
La ragazza mi chiese come mai avessi goduto nei rapporti che avevo avuto e le dissi che a me il sesso piaceva tanto, ma che la cosa aveva sorpreso anche me.
Mi disse che questo aveva di positivo il fatto che il lavoro sarebbe stato molto piacevole, ma, di negativo, che se godevo ad ogni incontro, alla fine della nottata sarei stata distrutta dalla fatica.
Ero talmente stanca che, nonostante la giornata fosse stata così piena di novità, tutte meritevoli di un attenta riflessione ,mi addormentai subito.
Fummo svegliate alle 10 dal cameriere che ci portò la colazione e dalle donne che dovevano rimettere a posto la stanza.
La mia compagna mi disse che da quel momento e fino alle 12 ,ero libera di fare quello che volevo, fino a
mezzogiorno , quando dovevo essere di nuovo in albergo
Avevo mezz’ora di tempo per farmi ‘ bella ‘ ma, soprattutto, desiderabile.
Alle 12,30 dovevo essere al ristorante e fermarmi sino alle 13,30, per poi rientrare in camera, vestirmi con gli abiti di lavoro ed iniziare la mia giornata lavorativa, che sarebbe terminata nel momento in cui il mio accompagnatore fosse venuto in camera a dirmi che il lavoro era finito e che potevo andare a letto.
Mi raccomandò di rispettare gli orari, perché ogni ritardo, ogni disobbedienza, ogni lamentela da parte dei clienti, sarebbe stata punita dai miei padroni.
Feci tutto come mi era stato detto di fare.
Provai un po’di panico quando il telefono squillò per la prima volta , ma mi feci coraggio e, mentre aspettavo che bussassero alla porta, pensai che ormai quella sarebbe stata la mia vita futura, e, visto che non avevo la possibilità di cambiarla, tanto valeva che mi lasciassi andare e cogliessi il solo lato positivo della situazione, che era l’eccitazione ed il piacere sessuale che avrei provato nel farmi scopare .
In quella giornata il telefono squillò 17 volte.
L’emozione che provavo allo squillare del telefono cessò alla quarta volta.
Alla diciassettesima ero ormai padrona della situazione, e non provavo più particolari emozioni, ma solo la curiosità di conoscere come sarebbe stato l’uomo che mi avrebbe posseduta , a cui avrei preso il cazzo in bocca , del quale sarei stata, per mezz’ora, l’oggetto sul quale avrebbe sfogato la sua libidine, l’uomo che mi avrebbe scopata ed inculata, al quale avrei fatto tutto ciò che avesse voluto, con la sola speranza che riuscisse a farmi godere .
Alle quattro del mattino venne l’uomo che, ormai, mi era stato assegnato come accompagnatore, che mi disse che potevo andare a letto.
Ero distrutta dalla stanchezza
Andai a fare la doccia , ma, quando rientrai in camera, lui era ancora lì.
Ero nuda!
Lui mi venne vicino mi accarezzò le tette, mi chiese se avessi goduto e, quando gli risposi di sì, mi disse che ora dovevo fare godere anche lui
Mi mise una mano sulle spalle, mi fece inginocchiare, tirò fuori il cazzo dai calzoni della tuta sportiva che indossava e me lo mise in bocca.
Aveva un cazzo grosso e lungo e, quando mi prese la testa tra le mani e capii che mi avrebbe scopato in bocca , fui presa dal terrore che me lo spingesse sino in gola.
Lo fece subito ed io mi ritrassi assalita dai conati di vomito.
Mi diede uno schiaffo e mi disse di non farlo mai più!
Lo feci altre due volte e lui continuò a schiaffeggiarmi, dicendomi che dovevo imparare a far scendere il cazzo in gola.
Non so come e perché, ma, dopo un’altra serie di schiaffi, sentii il cazzo scendermi in gola .
Mi scopò a lungo, sino a quando lo sentii spingere il cazzo il più a fondo possibile e rallentare i movimenti ,
mentre gli spruzzi di sperma mi riempirono la bocca o scendevano direttamente in gola.
Quando se ne andò pensai che sarebbe stato un episodio isolato, dovuto al primo giorno di lavoro, invece ogni notte, quando veniva a dirmi che potevo andare a letto, dovevo farlo godere o con la bocca, o mi scopava , o mi inculava.
Rimasi in quell’albergo per quindici giorni, poi mi portarono in un altra città ed in un altro albergo di lusso a fare le stesse cose .

Fu in un albergo di Torino che una mattina , assieme alla colazione, sul vassoio c’era un giornale.
Come un automa lo presi ,l’aprii e notai che era un giornale della mia città e di alcuni giorni prima
Incominciai a sfogliarlo e, quando arrivai alla cronaca cittadina, vidi che un articolo era stato cerchiato.
Lo lessi e l’articolo parlava di un uomo di 55 anni che, da qualche mese, dormiva alla stazione dei treni e che era stato trovato morto per un infarto.
Provai compassione per lui, anche se era per colpa sua se ero diventata una puttana .
Egoisticamente provai un senso di sconforto e di delusione, perché ora non c’era più nessuno che avrebbe potuto riscattarmi da questa situazione .

Passarono parecchi mesi , quando un giorno il mio accompagnatore mi disse che i capi avevano bisogno che partecipassi ad un incontro particolare
Mi spiegò che a Roma c’era un gruppo di uomini che si riunivano in un antico palazzo patrizio e che erano disposti a pagare cifre importanti per partecipare a degli incontri particolarmente morbosi.
Mi portarono in quel palazzo.
Indossavo un completo sexy, ma molto elegante .
Partecipai alla cena assieme ad altre due donne, entrambe accompagnate dai rispettivi mariti, che le avrebbero concesse a quel gruppo di 10 uomini
Non capivo il perché della mia presenza, che non aveva nulla di particolarmente morboso ,quando l’organizzatore di quell’incontro mi venne vicino e mi disse che, vista la mia professione, avrei dovuto insegnare a due ragazzine come far godere quei dieci uomini.
Mi spiegò, per sommi capi ,cosa si aspettava che io facessi e mi raccomandò di stare ben attenta a non deludere l’organizzazione, che contava molto su quella serata per entrare in quel tipo di mercato, perché, in caso di insuccesso, se la sarebbero presa, non con me, che ero considerata un’obbediente collaboratrice, ma con le due ragazzine che sarebbero state considerate , in ogni caso, responsabili del fallimento della loro prestazione e della cattiva reputazione che sarebbe ricaduta sull’organizzazione stessa.
Mi disse che la serata avrebbe avuto inizio verso mezzanotte, ossia tra due ore e che ,se volevo, potevo passare queste due ore con le ragazze per conoscerle un po’.
Dissi che andava bene, allora chiamò un collaboratore e mi fece accompagnare dalle due ragazze.
Quando fummo davanti alla porta dell’appartamento, l’uomo mi disse di attendere che le ragazze, avvisate dall’organizzatore, aprissero e se ne andò
Attesi solo pochi secondi ,poi la porta si aprì e mancò poco che non mi prendesse un colpo.
Ad aprirmi era venuta la più piccola delle mie bambine.
Anche lei rimase sconvolta nel vedermi .
Ora mi era chiaro il perché della mia presenza in quel gruppo di persone, infatti mi si chiedeva di offrire le mie due giovani figlie ai desideri morbosi di quei dieci uomini
Ci abbracciammo ,la strinsi a me tra le lacrime e continuammo a baciarci per alcuni minuti.
Solo quando ripresi il controllo delle mie emozioni realizzai che era completamente nuda.
Entrammo ed ancor prima di chiederle come stava ,chiesi dov’era la sorella e lei mi disse che stava lavorando.
Fui presa dallo sconforto e chiesi come stavano, dove vivevano, se stavano ancora studiando o se lavoravano e cosa facevano, e, solo per ultimo, le chiesi cosa facessero lì.
Prima di rispondermi, fu lei a pretendere da me una spiegazione, perché doveva sapere se potevano perdonarmi di essere sparita lasciandole sole, o se dovevano maledirmi e cancellarmi dalle loro vite.
Le raccontai tutto quello che mi era successo ed alla domanda finale ‘ ed ora cosa fai ? ‘ non potei far altro che confessare che ero proprietà dell’organizzazione e che facevo la puttana negli alberghi e sempre sotto controllo.
Lei mi raccontò la loro odissea. Subito dopo che ero sparita ,anche il padre se ne andò di casa e si trovarono improvvisamente sole, senza un soldo ,senza un lavoro, senza nessuno che si prendesse cura di loro
Tirarono avanti qualche giorno con quello che c’era in casa e guadagnando qualche soldo facendo dei lavoretti improvvisati.
Dopo qualche giorno, però , venne in casa un uomo che le informò che quell’ appartamento apparteneva ora ad una immobiliare, per cui, loro dovevano andarsene immediatamente, lasciando chiaramente intendere che sarebbe stato molto meglio per loro obbedire senza far storie.
Erano nella disperazione più assoluta ed impreparate ad affrontare una situazione come questa e stavano per rivolgersi a qualche associazione benefica, quando un giovane uomo, che avevano conosciuto da poco, si disse disposto ad aiutarle ed a prendersi cura di loro.
Erano talmente disperate, che non esitarono a mettersi nelle mani di quest’uomo
Mi ricordai di quella fatidica notte a casa, quando tutto ebbe inizio, e quando mio marito disse che aveva visto uno dei due uomini che stavano decidendo del mio futuro, parlare e scherzare, davanti alla scuola, con una delle nostre figlie.
Partirono con lui e dopo pochi giorni si ritrovarono nella stessa città dove fui portata io e furono accompagnate in una casa colonica dove furono presentate a due uomini gentili e comprensivi.
Capii subito che era lo stesso posto e gli stessi uomini che avevano in mano il mio destino
Fu loro mostrato un documento firmato dal padre che si dichiarava debitore, nei loro confronti , di 300.000 euro, che avrebbe pagato entro una certa data, ormai scaduta
L’uomo disse loro che stavano cercando l’uomo per costringerlo a pagare a qualunque costo, a meno ché qualcuno non si accollasse il debito e si sostituisse a lui.
L’uomo fece capire che loro due avevano grandi possibilità di guadagno e che in pochi mesi sarebbero state in grado di mettere insieme la somma e salvare così la vita del padre.
Chiesero di che tipo di lavoro si trattasse e l’uomo sorridendo disse loro di non fare le ingenue, che avevano capito benissimo .
Poi chiese a loro, ma senza aspettare risposta, dove abitavano, dove lavoravano, quanti soldi avevano, come sarebbero ritornate al nord e disse loro di stare attente, perché avevano buone probabilità di ritrovarsi a fare lo stesso lavoro che lui le stava proponendo , ma per un pezzo di pane e senza aiutare il padre, mentre con lui sarebbero state protette e diventate ricche.
Presentò loro due contratti che loro firmarono, non avendo altre soluzioni alla loro insostenibile situazione.
Mi disse che avevano passato alcuni mesi in una clinica e poi la sorella partì per Roma, mentre lei fu ceduta per una settimana ad un maturo possidente della zona perché era ancora vergine .
In quei sette giorni imparò tutto quello che c’era da imparare sul mestiere che, da quel momento, sarebbe stato il suo.
Ogni tanto nei suoi spostamenti aveva incontrato la sorella che fa il suo stesso lavoro.
Le chiesi se anche lei alloggiava negli alberghi e mi rispose di no, che lei viene ceduta per un determinato periodo, generalmente una settimana, ad una persona che dispone di lei come meglio crede .
Generalmente la persona &egrave il rappresentante di un gruppo di una quindicina di uomini che si dividono
la notevole spesa e, per una settimana, se la scopano a turno, in gruppo o singolarmente.
Intanto era quasi giunta l’ora di presentarsi all’organizzatore e ,mentre lei si preparava, la osservai attentamente e notai che il piccolo seno che ricordavo era diventato una quarta misura, che le labbra s’erano di molto ingrossate, che la fighetta era curata con un tappetino di peli sopra il Clito, il resto era genuino.
Quando fu pronta la guadai e notai il contrasto tra l’insieme, che sembrava parecchio più giovane dei suoi diciott’anni ed alcuni particolari, come le labbra , gli occhi , il seno, che erano propri di una prostituta.
In quel momento bussarono alla porta ed entrò Laura
Anche lei sembrava molto più giovane dei suoi vent’anni. La sorella le disse che avrebbero parlato dopo, che era tutto O.K., che ora dovevano andare, altrimenti sarebbero arrivate tardi e sarebbero stati dolori per tutti.
Mentre scendevano con l’ascensore, Betty disse alla madre di non aver problemi a di far loro quello che le avevano chiesto di fare, perché loro volevano fare bella figura e non c’era cosa che a loro desse fastidio.
Raggiunsero il punto di raccolta appena in tempo e le fecero accomodare, assieme alle due coppie, in un posto appartato della grande sala

L’organizzatore invitò la prima coppia a presentarsi al centro della sala su una pista da ballo attorniata dai dieci tavoli dei soci e dei loro ospiti .
Sopra la pista c’era un cubo con le quattro facce trasformate in schermi sul quale venivano proiettati dei filmati.
In questo caso era la scena di un matrimonio.
I due sposi altri non erano se non la coppia che stava sulla pista, ed ,alla fine del filmato, era ripresa la data su un giornale.
La data era quella del giorno stesso in cui si stava svolgendo questa scena e ciò significava che quella coppia si era sposata alla mattina di quello stesso giorno e lui stava per concedere a quei dieci uomini la propria moglie nella prima notte della loro luna di miele.
Si aprì una specie di asta, il cui ricavato sarebbe stato consegnato al marito.
I tre migliori offerenti scesero in pista ed incominciarono a spogliare la donna e si impossessarono del suo corpo sempre in presenza del marito
Agivano sempre tutti e tre contemporaneamente, alternandosi nel scoparla in bocca , in figa e nel culo.
Le sborrarono tutti e tre in figa con la morbosa speranza di ingravidarla
La seconda coppia era composta da due fidanzati che si sarebbero sposati il giorno dopo.
Le offerte furono molto più alte ed il vincitore uno solo, che aveva comperato la verginità della sposa
Per ultimo toccò a noi.
I sei tavoli rimanenti erano gli unici dove, oltre al socio del club, sedeva un ospite
Il mio primo compito era quello di contrattare il prezzo per concedere le mie due figlie , sei uomini per ognuna, dando un prezzo per la bocca, per il culetto e per la figa ed ognuno avrebbe potuto usare solo quello per cui aveva pagato.
In più avrei dovuto aiutare ogni uomo a violare le mie due bambine ed, assieme a loro, tenere eccitati quelli che erano in attesa del loro turno .
Quello che successe su quella pista non &egrave facilmente descrivibile
Ma la lussuria che traspariva nel vedere, non una donna che introduce un cazzo nella figa di un’altra donna, ma di una madre che lo introduce nella figa della sua bambina, o l’uomo che spinge la bocca della madre contro la bocca della figlia piena di sborra perché vi introduca la lingua e la baci , o la figlia che in un momento di libertà viene spinta contro la figa della madre che, oscenamente gode nel sentire la lingua della figlia scorrerle sul clito ,sono il massimo della perversione.
Dopo un paio d’ore di spettacolo ci accompagnarono ognuna in una doccia diversa, dove ritrovammo i nostri abiti.
Quando uscii cercai le mie figlie, ma non c’erano più e fui accompagnata dal mio custode nell’albergo che avevo lasciato al mattino, dove mi fù raccomandato di essere presente alla solita ora al ristorante, anche se erano già le sei del mattino.
Quello che era successo con le mie due bambine, mi sconvolse e giurai a me stessa che avrei fatto di tutto per liberarle dalla loro schiavitù.
Passarono due anni quando, in un albergo di Roma, incontrai un uomo maturo .
Non lo so perché, ma quell’uomo, che altro non era se non un comune cliente, mi ispirò subito tanta fiducia, al punto che , quando finimmo di scopare, ci sedemmo nel salottino per chiacchierare un po’ prima che se ne andasse .
Fu lui che iniziò ad informarsi su di me , sulla mia famiglia, ed, all’improvviso, sentii il bisogno di confidarmi ed incominciai a raccontargli della mia vita , di mio marito, sino a spingermi a parlargli del perché facevo quella vita e del destino delle mie due figlie.
Solo allora seppi che era un importante magistrato, vedovo da qualche anno, che, per la prima volta, si era lasciato trascinare in un rapporto a pagamento con una prostituta.
Dimostrò subito interesse per la mia situazione e mi chiese se volessi smetterla con quella vita, perché lui avrebbe potuto aiutarmi.
Con le lacrime agli occhi gli dissi che gli sarei stata eternamente grata, non tanto per me, ma per le mie due figlie.
Passarono tre mesi, quando un giorno il mio custode mi ricondusse all’aeroporto, e poi in quella città che non conoscevo ed in quella casa di campagna dove tutto ebbe inizio.
Fui introdotta subito alla presenza di quei due personaggi, i quali, senza troppi giri di parole, mi dissero che, con la parte dei guadagni che avevano accantonato per me e per le mie due figlie , avevamo estinto il debito contratto da mio marito e quanto avevano investito per gli interventi chirurgici e per il mantenimento negli alberghi che, per tre anni, avevamo frequentato.
Mi dissero che io e le mie due figlie eravamo libere di decidere se andarsene, o continuare la professione.
Risposi che ero grata per l’interessamento che avevano avuto per me e per le mie due bambine, ma che ero decisa a riprendermi la mia vita.
Mi fece riaccompagnare all’aeroporto, dove, ad attendermi, trovai Betty e Laura.
Ci abbracciammo ,salimmo sull’aereo e, dopo un paio d’ore, ci ritrovammo nella citta dove tutto era iniziato.
Ci guardammo in viso felici, ma consapevoli che , forse, proprio in quel momento incominciavano i nostri problemi.
Ci avevano dato 10.000 euro a testa.
Trovammo un albergo di periferia, tre stelle, frequentato, per lo più, da viaggiatori di commercio.
Prendemmo due camere con l’intento di dividersi io in una e le ragazze nell’altra, ma, sin dal primo giorno, fummo avvicinate, separatamente ed in momenti diversi, da chi ci chiedeva di portaci a letto.
Io non avevo idea di quanto fossero disposti a pagare, e, dopo qualche esitazione ad uno che insisteva ,chiesi 100 euro, che era il costo delle due camere.
Lo portai in una delle due camere e feci la prima scopata da indipendente , da puttana per scelta e non per costrizione.
Quella sera scopai con altri 4, mentre Betty e Laura avevano rifiutato ogni proposta.
Pensai che quella poteva essere la soluzione dei nostri problemi.
Io avrei continuato, almeno all’inizio, a prostituirmi per poter vivere, mentre le ragazze avrebbero ripreso la loro vita di studentesse
Cercammo un’ abitazione e trovammo, in un paese vicino, una villetta arredata, con tre camere da letto.
Era un po’ fuori dal centro del paese.
Era proprio quello che faceva per noi.
Ci trasferimmo subito e misi alcuni annunci sul web.
La prima telefonata la ricevetti dopo tre giorni.
Nel giro di alcuni mesi mi ero fatta una cerchia di amici che mi permetteva di far fronte alle necessità familiari.
Le bambine avevano ripreso gli studi, ma non sembravano soddisfatte della loro situazione.
Il passa parola aveva contribuito ad aumentare i miei contatti ed io ne approfittai per selezionare i miei amici
che si dividevano, quasi equamente, tra ragazzi molto giovani e persone mature
Un giorno mi trovavo con un uomo di sessant’anni che veniva a trovarmi quasi ogni settimana.
Sbadatamente avevo lasciato aperta la porta della camera ed ero inginocchiata al bordo del letto, mentre l’uomo , in piedi dietro di me , mi stava chiavando.
All’improvviso Susy, in pantaloncini corti e maglietta, passò davanti alla porta aperta per recarsi in cucina a bere, non immaginando che avessi lasciato aperta la porta.
L’uomo si bloccò e mi chiese chi fosse la ragazza che era passata nel corridoio.
Stupidamente gli risposi nessuno, ma lui mi disse di non fare la cretina ed ripeté la domanda.
Gli dissi che era mia figlia.
Mi chiese cosa pensasse mia figlia del fatto che io facessi la puttana e gli risposi che non lo sapeva.
Mi disse di non dire fesserie, perché quando era passata davanti alla porta aveva guardato dentro e non aveva espresso alcuna meraviglia.
Mi chiese se lo facesse anche lei
Gli dissi di no .
Ma lui , insistendo, mi chiese di fargliela scopare.
Gli dissi che non se ne parlava neanche , che era una ragazza pulita ,che frequentava l’università.
Sembrava non sentire ragione ed insisteva nel dire che voleva scoparsela, e che era meglio se non faceva la puttana
Mi disse di chiamarla e, mentre gli ribadivo che non lo avrei fatto, Susy passò per rientrare in camera sua.
L’uomo sembrava ancor più eccitato e mi disse che se gliela facevo scopare mi avrebbe dato 500 euro.
Gli dissi di no e lui mi disse che me ne avrebbe date 1.000
Il pensiero che avrei dovuto scopare con dieci uomini diversi per racimolare quella cifra, mi fece tentennare e lui se ne accorse, perché il no venne con qualche ritardo
Si alzò dal letto , raggiunse i suoi abiti , prese il portafogli e tirò fuori quattro biglietti da 500 euro e mi disse di chiamarla e di lasciarli soli per un ora.
Era troppo!
Mi alzai, lo presi per mano e lo portai davanti alla camera di Susy e gli dissi che avrei lasciato aperta la porta per controllare che non le facesse del male
Poi aprii la porta e dissi a mia figlia di essere gentile con quel mio amico che voleva conoscerla e, mentre uscivo, sentivo lei che lo salutava non con un cameratesco ‘ciao’, ma con un deferente ‘ buona sera ‘
Facendo attenzione a non farmi vedere, stetti a lungo ad osservare quell’uomo scaricare la sua libidine sul corpo ancora infantile di mia figlia, ma quello che mi sorprese era che Susy si trovasse a suo agio nella parte della sottomessa e ciò , assieme ai suoi frequenti orgasmi, mi fece capire che non era molto diversa di me.
Quando restammo sole le chiesi di perdonarmi se avevo ceduto a quell’uomo che mi aveva chiesto di poterla scopare , ma le confessai che non ero riuscita a resistere di fronte ai 2.000 euro che era disposto a pagare per una semplice scopata.
Mi disse che avevo fatto bene perché lei preferiva ‘lavorare’ piuttosto che studiare
Decidemmo allora, che il giochino della porta aperta lo avremmo potuto ripetere tutte le altre volte e ponemmo il limite minimo di 1.000 euro per chi avesse voluto scoparla .
Era entusiasta e mi confessò che all’università, sia lei che Laura ,c’erano andate poche volte.
Spesso frequentavano un bar dove cercavano di rimorchiare e , per 50 euro, facevano godere seghe o pompini .
Quando Lura rincasò le raccontammo quello che era successo e cosa avevamo deciso.
Anche lei mi disse che avrebbe preferito stare con noi.
L’uomo che aveva scopato con Susy ritornò ogni settimana e si rivelò una miniera d’oro, perché aveva raccontato agli amici la sua avventura con una ragazzina e gli amici avevano raccontato il fatto ai loro amici e, nel giro di sei mesi, le mie due bambine avevano più amici di quelli che avevo io e tutti da 1000 euro

Abbiamo comperato un’altra casa su tre piani.
Al piano terra abbiamo costruito tre mini locali, con ingresso autonomo, dove lavoriamo, mentre ai piani superiori passiamo il poco tempo libero dagli impegni di lavoro
Io sono quella che lavoro meno e quasi esclusivamente con giovani dalle limitate disponibilità finanziarie.
Ho un nuovo compagno , molto più grande di me, perché ha 65 anni contro i miei 39 , che, in realtà, non &egrave il mio compagno, ma il mio padrone .
Non vive in casa con noi ,ma pretende obbedienza assoluta e so che se trasgredisco sono proprio le mie due bambine ad informarlo, perché sanno che godo in modo incredibile ed inspiegabile durante le punizioni.
E siamo arrivati ai giorni nostri
Fa un gran caldo ed &egrave una sensazione particolarmente eccitante vedere tre splendidi corpi nudi girare per casa in attesa di adempiere ai propri doveri .

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