Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Compagni di sesso

By 15 Settembre 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Accidenti’.. se non mi decido a cambiar vita e mettere la testa a posto mi toccherà trovare il modo di vedere al buio come i gatti.
Non ne posso più di lividi sulle gambe: ogni volta che incontro un uomo carino e decido di andare a casa sua scappo prima che si svegli, al buio, sbattendo contro tutti i mobili.
La botta sul ginocchio che ho preso sabato notte non ha ancora smesso di farsi sentire. E’ stato bello, però. Un uomo dall’aspetto molto ordinario, ma con due occhi profondi, espressivi, seri anche quando ride. Ti dà l’idea di una belva, o almeno &egrave l’immagine che ha suggerito a me e il motivo per cui ho deciso che da quella festa saremmo usciti insieme. Sono riuscita come sempre a fare in modo che si andasse da lui, non mi piace avere estranei in casa. Mi ha accolto in un bell’appartamento, in cui si notava la mano femminile qua e là. Avevamo cominciato a baciarci già nell’ascensore e sul pianerottolo mi aveva sfilato gli slip da sotto la gonna, e a certi segnali io non resisto. Guardavo i suoi occhi e mi sentivo semplicemente in suo potere. Mi ha messo a sedere, fatto aprire le gambe e sollevato la gonna. Quando ho sentito la sua lingua risalire lungo le mie cosce mi sono sentita tremare, ancora prima che iniziasse a leccare ciò che le mie impazienti dita cominciavano a sfiorare. Mi bevevo, mi mangiava, mi assaporava. La mia mano sulla sua testa, e la mia schiena inarcata dal fremito. Il mio urlo, il bacino che si contraeva sulla sua lingua, i suoi occhi neri che mi guardavano mentre affondava per farmi godere.
Era ancora vestito, ma quando mi fece alzare in piedi lasciò che lo spogliassi completamente, piano, passando la lingua su ogni punto del corpo che scoprivo. Lo sentivo ansimare, dirmi frasi splendide alternate a incitazioni volgari, con una voce sempre più roca a mano a mano che la mia lingua lavorava sul suo petto, scendendo. Mi sentivo eccitata, in una fase animale, istintiva. E fu per quello che iniziai a succhiarlo senza i miei giochino preferiti. Partii subito leccando piano la cappella, facendola velocemente entrare e uscire dalle mie labbra socchiuse. E iniziai a succhiare, finalmente prendendolo fino in fondo. Di solito mi piace leccarlo lungo l’asta per molto tempo, assaporare l’eccitazione, ma ora non pensavo, e volevo solo sentirmelo in gola. Lui mi guardava dall’alto, ansimando, e capivo che stava fissando un po’ la mia faccia e un po’ la curva della mia schiena, il mio sedere che ondeggiava piano mosso dalla mia voglia, non da me. Sentivo le sue frasi e le parole che si interrompevano quando affondavo il suo cazzo dentro la mia bocca fino in gola, o quando lo facevo sbattere contro l’interno della mia guancia. Mi staccai per alzarmi, lui indietreggiò fino al letto e rimase lì, con una erezione formidabile e gli occhi fissi sul imo corpo che si spogliava per lui. Gesti lenti, mi accarezzavo. Eccitata come ero iniziai a toccarmi un po’ di più, inginocchiandomi e allargando le gambe un po’. Avevo resistito fin troppo: lui si masturbava piano e il suo cazzo era sempre più grosso. Mi alzai per sedermici sopra, voltandogli le spalle, lasciando che vedesse il mio sedere alzarsi e abbassarsi su di lui. Venni di nuovo, forte, tremando, mentre lui mi teneva abbassata a fondo sul suo cazzo tenendomi dai fianchi, e muoveva forte il bacino. Lo ruotava, lo sentivo gonfiarsi dentro di me mentre io contraevo i miei muscoli su di lui. Lo sentii gridare’..darmi della puttana’..gridare ancora’.riempirmi, così”
Ci sdraiammo sfiniti, e mi addormentai come un sasso, sentendo anche lui diventare sempre più regolare nel respiro’..
Non doveva essere passato molto tempo, perché era ancora buio quando aprii gli occhi con una sensazione strana. Dormivo a pancia in giù, le braccia sotto il cuscino, ma sentivo le mie gambe leggermente divaricate e un braccio sotto le mie anche, a sollevarle un po’. Quando iniziò a passare la lingua mi svegliai completamente, e senza dire nulla sollevai di più il sedere, piegando leggermente le gambe e aiutandomi con le ginocchia. Mi sentivo crescere un calore dentro, e sentivo le sue mani giocare con la mia carne, pizzicarmi il sedere mentre mi penetrava con la lingua. Non smetteva, e io non volevo che lo facesse. Quando sentì il mio respiro più veloce e vide che mi muovevo a ritmo con la sua lingua aumentò la velocità e lo sentii risucchiare e gustarsi il mio piacere, che esplose da lì a poco, facendomi gridare con la bocca contro il cuscino. Volevo voltarmi e scoparlo, ma mi appoggiò le mani sui fianchi sollevandomi a quattro zampe e continuò a leccarmi questa volta il culetto.
Non ho sempre voglia di sentirmi penetrare lì, ma in quel momento capii di non desiderare altro nel momento stesso in cui iniziò a strofinarci contro il suo cazzo, facendolo scivolare su e giù. Allargai piano le mie natiche con le mani, e girai la testa quanto riuscii, per invitarlo con lo sguardo. Sentirsi allargare dalla punta &egrave sempre un po’ doloroso, e mi rilassai perché comunque l’ultima cosa che volevo era che si fermasse. Quando sentii che la punta era passata i brividi di eccitazione ricominciarono a corrermi lungo la spina dorsale, e lui iniziò ad affondare dentro di me. Andammo avanti furiosamente in quel modo, ogni tanto lo sfilava del tutto per poi rimetterlo al suo posto, finch&egrave lo sentii rantolare: ‘Non dentro, voglio venirti addosso’ e lo tirò fuori di colpo, svuotandolo completamente sopra di me. Sentivo colare tutto lungo il mio sedere, e scendere. Crollò di colpo, e sorrise in quella maniera strana, con gli occhi seri. Li chiuse dopo avermi dato un lungo e profondo bacio. Io scivolai fuori, andai in bagno a lavarmi, le ginocchia ancora deboli dall’eccitazione che stava passando. Quando tornai lo trovai profondamente addormentato e mi vestii per uscire, pagando il mio solito contributo agli spigoli dei mobili.
La giornata seguente, ieri, &egrave stata tranquilla, passata a prendermi cura di me e a godermi la mia domenica. Ogni tanto pensavo a quello sconosciuto di cui so solo il nome e l’indirizzo. Se non fossi così fissata a terminare sempre tutto dopo una notte di sesso e a scappare via probabilmente cercherei di passare un’altra notte o due con lui.
Oggi, a parte il ginocchio livido, mi sento in forma. La calza velata adombra un po’ il segno della botta, e poi non posso fare tardi, il primo paziente sarà al mio studio tra mezz’ora e considerato che le sedute che facciamo sono per le sue crisi d’ansia non vorrei proprio peggiorare la situazione non facendomi trovare lì ad aspettarlo’.
Sulla porta dell’ufficio trovo la mia assistente, con una busta non affrancata che dice di aver trovato nella cassetta della posta per me. Dentro c’&egrave un biglietto, che cerco di leggere con la coda dell’occhio mentre il mio paziente si toglie il cappotto e si mette comodo. Per poco non mi ustiono tirandomi addosso il caff&egrave che mi hanno appena fatto. Il biglietto dice:
‘Gentile Dottoressa,
gradirei che volesse prendermi in considerazione come paziente. Mi vergogno un po’ del mio problema, anche se so che con una psicologa non dovrei avere questi timori, ma ho preferito scriverle e lasciarle un recapito telefonico in modo da non essere per caso riconosciuto se non accettasse di prendermi in cura. Sono un uomo di 38 anni, sposato, ma non resisto al fascino femminile. Ogni volta che mia moglie &egrave via per lavoro cerco una preda affascinante da portarmi a casa per fare sesso con lei tutta la notte. Il problema &egrave che non vorrei mai trovarle lì al mattino, dato che non mi interessano più dopo il sesso. Credo di essere una specie di drogato, ma le mie droghe sono la pelle femminile e le curve. Le lascio un numero telefonico a cui contattarmi se volesse curarmi.
Per la cronaca, io sono medico: se ieri all’alba si &egrave fatta molto male al ginocchio scappando da casa mia la prego di passare da me, dovrei avere delle pomate. Se fa anche sedute a domicilio sarò lieto di seguire quel suo metodo di cura, dato che penso che su certe cose abbiamo le stesse idee’.’

Leave a Reply