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Racconti Erotici Etero

Con la collega

By 15 Gennaio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

C’è poco da fare, una porzione significativa della nostra esistenza la trascorriamo sul posto di lavoro. Non ha alcuna importanza se il lavoro che facciamo ci piace o non ci piace, se ci sentiamo o meno realizzati, se ci divertiamo o ci annoiamo, se l’ambiente è gradevole o asfissiante, se i colleghi sono simpatici o insopportabili, al lavoro ci dobbiamo andare e sul posto di lavoro dobbiamo trascorrere tante ore. Quelle ore possono sembrare più o meno lunghe; se, ad esempio hai come collega una donna come Graziella il lavoro può più facilmente diventare piacevole. Graziella ha 42 anni, non molto alta, occhi castani, capelli ricci e neri, un culetto rotondo delizioso, due tettine che sfidano con successo la legge di gravità ed un sorrisino malizioso. è sposata da parecchi anni ed ha due figli il primo dei quali, il maschio, è da poco diventato maggiorenne. A Graziella piace molto giocare a fare la smorfiosetta, adora stuzzicare i colleghi, si diverte a farli arrapare. Ora, nonostante le chiacchiere, la stragrande maggioranza dei colleghi maschi le da retta ma poi, arrivati ad un certo punto si tira in dietro, e lei è proprio questo che adora. Capiamoci, Graziella non è una che la dà, semplicemente ama giocare. Beh, devo ammettere che anche a me piace molto giocare. Con Graziella ci siamo trovati subito in sintonia, abbiamo incominciato a flirtare, prima in modo velato e poi in modo sempre più evidente, scoperto tanto che tutti hanno incominciato a guardarci in modo strano; un po’ come a dire ‘ma questi scherzano o fanno sul serio’ oppure ‘Dan secondo me se la fa’ o ancora ‘Graziella secondo me gliel’ha data’. Devo dire che gli ammiccamenti scherzosi ad un certo punto si sono fatti un tantino più seri, per dire, abbiamo incominciato a chiamarci ‘tesoro’ a camminare abbracciati, insomma, ci divertivamo nel vedere gli sguardi attoniti che suscitavamo nei nostri colleghi, maschi e femmine. Poi un bel giorno Graziella ha pensato ben di accarezzarmi il culo mentre dietro di noi c’erano due colleghi, voleva che vedessero perché mentre mi palpava mi ha guardato e mi ha fatto uno dei suoi sorrisini birichini. Io sono stato al gioco e ho contraccambiato la sua ‘gentilezza’ palpandole quel bel culetto che tutti i colleghi maschi avevano da sempre considerato appetitoso. Devo dire che se alla vista era apparso delizioso ancora di più lo risultò al tatto. Ridendo e scherzando le cose si stavano facendo sempre più serie. Un giorno durante una pausa Graziella mi ha invitato ad annusarle il collo ‘Senti, ti piace il mio nuovo profumo’. Io mi sono chinato e l’ho annusata ‘Si, è molto buono, aspetta che lo risento bene’ e dopo aver annusato un’altra volta le diedi un bacio sul collo provocando un suo sorrisino. Poi qualche giorno dopo le nozze fra Elton John e il suo compagno, mentre discutevano dell’opportunità o meno delle nozze fra omosessuali lei mi disse: ‘Però il marito di Elton John non è male, è un bell’uomo, peccato sia gay!’ ‘Ahi capito, ti piace è!’ Sorrisino ‘senti Dan, ma secondo te Elton John glielo fa drizzare?’ ‘Eh, beh, penso di si” ‘A te te lo farebbe drizzare’ ‘No, direi proprio di no’ ‘E il marito?’ ‘Graziella, fino ad oggi non ho mai provato attrazione per un uomo, quindi” ‘E io, te lo farei drizzare?’ ‘E già successo!’ ‘Quando?’ ‘E dai, perché secondo te quando fai la smorfiosetta e ti strusci non me lo fai drizzare!’ Il giorno successivo durante una pausa mentre stavamo chiacchierano mi si è avvicinata e con la mano mi ha accarezzato i pettorali e gli addominali con fare sensuale fermandosi a non più di sette/otto centimetri dalla zona rossa. ‘Se faccio così ti si drizza?’ ‘Mi si è già drizzato’ ‘E allora se te lo tocco’ ‘Provaci no’ Lei mi fece uno dei suoi sorrisini e si allontanò.
La misura però era colma. Il lunedì successivo la vidi andare in bagno, ora bisogna dire che nella nostra azienda ci sono i bagni per le signore e quelli per gli uomini, la seguii e mi intrufolai subito dopo di lei nel bagno delle donne. ‘Ma che fai, sei pazzo! Se ti vede qualcuno?!’ La presi per le braccia ‘Graziella ti voglio scopare’ Lei si mostrò ritrosa, timida come non l’avevo mai vista ‘Io sono una donna sposata’ ‘Lo so, ma io ti voglio scopare e tu vuoi farti scopare, lo so’ Non rispose ma dallo sguardo che assunse capii che avevo detto la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità. Mi chinai e la baciai sulle labbra, lei accolse la mia lingua e mi cinse il corpo in un abbraccio, le accarezzai le guance e i capelli, poi con impeto la girai e feci in modo che si chinasse leggermente, le feci appoggiare le mani sul lavabo, le sbottonai i pantaloni, glieli tirai giù insieme alle mutandine con un solo gesto. Guardandola negli occhi attraverso lo specchio mi tirai giù i pantaloni a mia volta, le diedi uno schiaffetto sulla chiappa, le passai una mono sulla schiena e glielo infilai dentro la fica inzuppata. Poggiandole le mani sui fianchi incominciai a dare dei colpi molto violenti tanto che lei dovette fare forza sulle braccia per evitare di essere schiacciata contro il lavabo. Con i piedi ben poggiati a terra e con le braccia contro il lavabo, inchinata a 45′ riusciva a resistere ai miei colpi poderosi. Volevo scoparla con autorità. Lei si divertiva a stuzzicare tutti, si era tanto divertita anche a stuzzicare me, adesso volevo farle vedere chi era a comandare. Le davo colpi forti e piuttosto distanziati l’uno dall’altro, lei mi guardava fisso negli occhi e stringeva con forza le labbra per reprimere i gemiti con i quali mi avrebbe dimostrato la sua totale sottomissione. Era una sfida a chi era il più forte, a chi comandava. Era da troppo tempo che mi faceva arrapare per poter sperare di avere la meglio, sentivo un’energia invincibile provenire da tutto il corpo andare a concentrarsi nel mio cazzo duro e vibrante. Incominciai ad accelerare i colpi, lei incominciò a gemere e nonostante la posizione che aveva assunto non ce la faceva più a reggere la mia irruenza, per evitare di schiacciarla contro il lavabo le misi una mano sul ventre, era completamente mia, la Graziella insolente e monellescamente prepotente aveva lasciato il posto ad una fanciulla in balia di un lupo cattivo. Con l’altra mano le afferrai i capelli che utilizzai a mo’ di briglia, Graziella era la mia puledrina ed io ero lo stallone che la stava montando. Lei gemeva dolcemente, io ansimavo come un cavallo, stavo per scoppiare di goduria. Pochi istanti prima di venire volli che la mia vittoria fosse totale, tirai fuori il cazzo dalla sua fica, la presi per la nuca, la girai verso di me e la costrinsi a chinarsi, lei da brava bambina aprì la bocca ed accolse il mio cazzo giusto in tempo per farsela riempire di sborra.
La feci rialzare, la rivoltai verso lo specchio, la guardai negli occhi e le baciai dolcemente il collo. Lei mi sorrise attraverso lo specchio e dalla boccuccia le uscì una strisciolina di sborra, vedendosi in quello stato rise più forte e disse ‘Sei proprio un porco! Mi hai riempito la bocca di sborra con quel tuo cazzone’ ‘Scusami tesoro, la prossima volta ti sborro in culo’ Mi fece un sorriso che voleva dire che si, forse, perché no, magari un giorno mi avrebbe dato anche il culo’

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