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Racconti Erotici Etero

Con la ragazza del mio amico

By 29 Novembre 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ finalmente estate: si ricomincia ad uscire tutte le sere, possiamo cominciare a vestirci leggeri e, soprattutto, ci prende la solita euforia estiva.
Siamo un gruppo di amici e amiche ben affiatati, ci conosciamo da anni e la maggior parte del tempo libero lo passiamo insieme.
Una sera decidiamo di andare sulle colline fuori città, un altro amico ci ha inviato a casa sua, una villa immensa con piscina, ideale per festicciole o solo per stare tutto il giorno a cazzeggiare a bordo vasca.
Partiamo con due macchine, appena partiti, io in un monovolume con altri tre ragazzi e due ragazze, ci accendiamo una canna.
Fumiamo tutti e gli effetti, quasi immediati, sono di estrema euforia e rilassatezza.
Arriviamo che è quasi sera, scendiamo, salutiamo il padrone di casa che ci invita subito a fare un bagno.
Così prendiamo possesso delle stanze: io che faccio coppia con una ragazza avrò il privilegio di dividere la mansarda con l’altra coppia di nostri amici.
Si tratta di un immenso locale con i letti agli angoli opposti e un bagno in comune, arredato con cura ma molto sobrio.
Gli altri quattro ragazzi si divideranno due stanze al primo piano.
Siamo in camera a spogliarci, io – come al solito – senza pudore, in un secondo sono nudo e scherzo con la mia ragazza, ballo facendo ciondolare il pisello, lei ride mentre si infila il suo costumino, mi avvicino e le chiedo se ha voglia di fare subito sesso, mi da una spinta e mi butta sul letto, poi mi dice di vestirmi e di andare in piscina.
Mentre mi sto mettendo seduto sul letto noto che gli altri due la in fondo sono già pronti e lei, Carla la ragazza del mio amicone, mi sta osservando bene in punto preciso.
Faccio finta di niente, mi metto i miei boxer da bagno e ultimo della compagnia mi dirigo verso la piscina.
‘arrivooooooo’ urlo per le scale.
Gli altri sono già a bordo vasca, Rino il padrone di casa è in accappatoio su una sdraio, sorseggia una birra e parla con Lello, gli altri sono tutti intorno a un tavolo a prendere birre o farsi cocktail martini.
Anch’io prendo una birra, casualmente sono di fianco a Carla che cerca il ghiaccio, glielo passo, comincio ad osservarla con attenzione: trentenne, tette sode (una terza), culo rotondo, lunghe cosce, capelli castani lisci e lunghi, un costume rosso, reggiseno a triangolo e slip sgambato, ha i capezzoli duri; siamo in collina e l’estate è ancora agli inizi ed evidentemente ha un po’ freddo.
Mi metto proprio attaccato a lei, le nostre gambe sono attaccate: ‘allora niente bagno?’
‘si, ma lo faccio dopo, adesso bevo qualcosa e poi mi è venuta fame, quella canna mi ha aperto lo stomaco’
Il movimento distratto del suo corpo accanto al mio mi fa venire in mente cattivi pensieri.
‘già, una canna ‘ io me ne farei un’altra, che dici?’
‘quasi quasi” fa lei.
Vado verso gli altri, sono tutti in acqua, anche Ale, la mia ragazza, nuotano, si fanno scherzi, le solite minchiate. Fuori ci sono solo Rino e Lello che parlano e ridono.
‘ohi’ dov’è la scatola con le canne?’ – Lello mi fa ‘nel monovolume, non le avete prese!?’ – ‘no ‘ rispondo ‘ dai adesso stiamo qui, poi vado a prenderle io’.
Ci facciamo tutti il bagno, l’atmosfera è molto rilassata, sia per la canna in macchina che per l’alcol bevuto.
Vado diretto da Carla: ‘vieni con me a preparare un paio di canne?’ ‘ ‘dai andiamo’ mi fa subito.
Allora urlo: ‘andiamo a preparare qualche bomba! Torniamo presto’.addiooooo’
‘che cazzo urli’?’ mi fa Lello, con la faccia quasi inebetita’ degli altri nessuno mi caga, tantomeno la mia ragazza e il ragazzo di Carla, sono intenti chi a mangiare, bere, qualcuno è sdraiato su un lettino coperto da un asciugamano a guardare il cielo stellato.
Ci dirigiamo verso la macchina, è un monovolume molto spazioso: saliamo nella fila centrale, lei in mezzo io verso il finestrino, si è messa un pareo a coprire slip e coscie.
Accendo la mia luce e comincio a fare una canna: ‘adesso questa ce la fumiamo noi, così gli altri imparano a non cagarci!’
Faccio io scherzando, lei annuisce si mette a ridere e poi fuma con me.
Finiamo di passarci la canna, ora sembriamo molto più complici e decisamente sballati, lei si vede che è molto disinibita, ogni tanto si struscia e questo fa si che il mio uccello reagisca subito.
Mentre parliamo e ridiamo molto, i movimenti si fanno più lenti, sento la sua tetta contro il mio braccio, non so se lo fa apposta o se è l’effetto della canna, sta di fatto che ora ce l’ho duro.
‘adesso lavoriamo per i nostri compagneros, che aspettano sta roba qua, però mi devi prendere le sigarette la davanti’, appena le dico così lei si solleva e si mette a novanta, piegandosi in avanti per raggiungere il pacchetto nel bracciolo anteriore.
Io le guardo il culo, il pareo si è sollevato e in parte è attaccato al costume ancora umido, lo spacco della gnocca coperto da un minuscolo tratto di stoffa mi ha ipnotizzato: allungo una mano e la tocco.
”che stai facendo?’ mi fai lei, sembra quasi essere ritornata in se.
”scusa’ ma è che in questa posizione’ vedere queste cose, mi ha fatto andare il sangue alla testa’
Lei non risponde e non si è neanche mossa è ancora a novanta, ha solo girato la testa verso di me, poi sorride e spinge la figa verso la mia mano, che nel frattempo non avevo tolto da lì.
Allora comincio a toccarla sopra il costume, chiude gli occhi, il respiro si fa più pesante.
La afferro per i fianchi e la faccio sedere, spengo la luce, ora siamo quasi al buio, la macchina è nel giardino davanti alla casa, gli altri sono dietro e spero non venga nessuno, realizzo che da qui nessuno ci può vedere ma noi possiamo vedere l’unico vialetto da cui potrebbero arrivare gli altri.
Lei è seduta di fianco a me, la bacio e con una mano le tocco le tette.
”.che fai?!’.che cazzo facciamo?’.’ mi fa con voce bassa; ‘non lo so ‘non fermiamoci”
Continuo a baciarla, lei ha una lingua morbida che si muove bene dentro la mia bocca.
Il suo capezzolo è durissimo, tocco anche l’altra tetta, sono sode e rotonde, ormai il reggiseno è abbassato e sono completamente scoperte, prendo la sua mano e provo a metterla sul mio cazzo durissimo.
Lei mi viene dietro, comincia a segarlo da sopra, ma io lo tiro fuori, lei lo afferra e lo muove piano.
‘che bell’effetto che ti fa fumare’ mi dice; ‘mi stai facendo venire voglia dai scoparti’ faccio io.
Entrambi ansimiamo pesantemente.
Comincio a leccarle un capezzolo, poi con foga le lecco tutto il seno, la spingo giù sul sedile, lei molla il mio cazzo, si sdraia, le sposto pareo e slip, ha una bellissima figa, con un pelo ben curato, comincio a toccarle il clitoride, poi tutto intorno, fino a quando non mi avvicino con la bocca e comincio a leccarla dappertutto.
Prima le stimolo il clito, poi ritmicamente entro con la lingua dentro e fuori, con un dito intanto la tocco e di tanto in tanto le stimolo anche l’altro buchino.
‘dovremmo fermarci’. ci sono gli altri’mmmhhh’, le parole le escono quasi a forza dalla bocca, sta gemendo, non deve fregargliene un bel niente degli altri.
”se non ti piace smetto” rispondo mentre con l’indice la sto masturbando velocemente.
‘nooooo, continua dai, fammi godere, mi hai fatto venire troppa voglia’.’
Continuo a leccarla, metto indice e medio dentro la sua figa completamente bagnata, lei solleva il bacino, mi tiene le mani sulla testa, ansima e suda.
Le lecco anche il buchino posteriore, sento che il suo respiro è sempre più affannoso, sta venendo, aumento il ritmo, le lecco il clito, la tocco velocemente.
‘aaaaahhhhhh, siiiii, dai dai dai ‘.’ è quello che riesce a dire mentre mi viene in faccia.
A qual punto non ce la faccio più, mi tiro su, guardo in un secondo fuori, non c’è nessuno, mi abbasso completamente i boxer, la sollevo e la faccio mettere sopra di me, ho le sue tette davanti alla faccia, ora mi è sopra, le allargo la figa e la penetro.
Chiude gli occhi, non parla.
‘che figa che sei, avevo proprio voglia di scoparti, tante volte avrei voluto toccarti questa figa e fotterti’,
‘allora scopami, non fermarti ‘. fammi venire ancora, sfondami come fai con Ale, so come la scopi, me lo dice sempre, adesso anch’io voglio essere trattata come lei”
Quello che mi ha detto mi ha fatto arrapare ancora di più, le due porcone allora si raccontano tutto: quella maiala della mia donna deve aver descritto tutte le nostre scopate! per tutta risposta le do dei colpi ancora più forti, le lecco le tette, le mordo i capezzoli, stringo forte ogni parte del suo corpo. Lei va su e giù come se fosse in trance.
‘TI piace farti fottere eh? Hai sempre quell’aria da brava ragazza e invece guarda che zoccola che ti ritrovi ad essere’ adesso devi solo farti scopare da me”
‘mmmmhhhhh’. si sono zoccola, sono una troia, sono quello che ti pare, continua’muoviti”
Continuo a spingere, lei viene in continuazione, anch’io ormai non resisto per molto.
Quando se ne accorge si sposta, me lo prende in mano e comincia a segarlo velocemente davanti alla sua faccia: vengo con lunghi getti, lei si solleva un po’ e si fa sborrare sulle tette.
Lo tiene in mano, poi me lo bacia e lo accarezza, mi fionda la lingua in bocca.
Siamo sudatissimi, in macchina c’è odore di sesso e della canna fumata (‘che forse ha contribuito a questa scopata’), apro la porta, mi sistemo i boxer e aiuto Carla a pulirsi.
Quando ci riprendiamo, finiamo il lavoro iniziato e torniamo dagli altri che, presi nelle loro conversazioni si interessano solo alla canna che gli abbiamo portato, si vede che sono mezzi ubriachi…
La serata continua nella normalità, Carla per il resto del tempo mi lancerà occhiate molto complici ma resterà lontana da me.
Penso, mentre sono da solo in acqua a fare il morto, che mi sono scopato la ragazza del mio migliore amico, la migliore amica della mia ragazza’dovrei provare un senso di frustrazione o dovrei sentirmi uno stronzo nei loro confronti, invece ripenso al suo corpo, al suo modo di ansimare, alla sua figa bagnata e sento che mi sto eccitando di nuovo’.
Passa l’estate e ci ritroviamo già alle feste di Natale, con Carla ci siamo rivisti mille altre volte, con tutta la compagnia oppure solo noi coppie io con Ale e lei con Giancarlo; dal suo atteggiamento nei miei confronti sembra che nulla sia successo; è sempre disponibile, allegra e aperta come sempre, nulla può lasciare pensare che abbiamo scopato insieme, solo io, una volta ho cercato di provocarla ma lai non mi ha dato spazio.
Così tutto è finito nell’archivio dei ricordi. Almeno fino a quando non si è presentata questa occasione.
Il 30 dicembre una nota scuola di ballo della città propone il suo spettacolo di fine anno, tra le ballerine c’è anche un’amica di Carla e quindi lei ha subito prenotato due biglietti per andarla a vedere con il suo ragazzo.
Invece nel primo pomeriggio mi chiama: ”ciao Lele, sono Carla, volevo farti una proposta, stasera c’è il saggio di Annalisa a teatro, Giancarlo non può venire perché domattina deve partire prestissimo, ho già chiamato Ale e mi ha detto che lei stasera è a cena con le sue colleghe, vuoi venire con me a teatro?’
”vabene, se sei sola ti accompagno volentieri” ‘ ‘allora ci vediamo alle nove meno un quarto alle davanti al teatro?’ – ‘bhè vediamoci un po’ prima così prendiamo l’aperitivo prima di entrare’ ‘ ‘ci sto, facciamo alle otto e mezza direttamente al bar del teatro’.
Mi ributto sul letto e penso alla coincidenza, Ale la mia ragazza ha una cena con le sue colleghe come tutti gli anni, il suo ragazzo deve partire, fa il responsabile vendite di un’azienda alimentare.
Faccio una doccia calda, poi mi metto in ghingheri per la serata, per tutto il tempo penso se provarci o no.
Arrivo davanti all’ingresso del teatro, c’è un po’ di folla, cerco Carla, ma non c’è, entro e vado al bar, controllo le persone intorno poi la vedo entrare, è avvolta in un lunghissimo cappotto nero, quando mi si mette davanti lo sbottona e sotto ha un bellissimo vestito nero lungo fino alle ginocchia, le fascia tutto il corpo, ha una scollatura che fa risaltare il suo seno, ha i capelli sciolti che le arrivano a metà della schiena, sono nerissimi, la osservo e già ho preso la mia decisione, ci provo.
”ciao Carla, sei elegantissima, complimenti’, le do un bacio sulla guancia, ha un buon profumo, lei appoggia le labbra sulla mia guancia e sento quanto sono morbide.
Ci prendiamo due cocktail, il barista chissà a che pensava perché sono molto alcolici, ci dirigiamo verso il nostro posto ”cavolo, mi sento mezza ubriaca, ma che c’era dentro quel cocktail’, ”non lo so, ma era bello forte!’, in effetti anch’io ho un momento di sbandamento.
La seguo, entriamo e, seconda sorpresa ‘ per me ‘ dopo il vestito mozzafiato, aveva prenotato un palco.
Saliamo, l’hostess ci fa accomodare, ci togliamo i cappotti, si siede di fianco a me, io guardo chi c’è di fianco: sia a destra che a sinistra due coppie, una più anziana dell’altra.
La osservo mentre è seduta e mi sorride, la sua coscia destra è scoperta fino a metà, le guardo spudoratamente le tette, ”allora Lele, c’è qualcosa che non va?’, ‘no anzi, ammiravo il tuo vestito, ti sta proprio bene!’ ‘ ”sicuro che guardavi solo il vestito?’. Non le rispondo, le sorrido, lei ricambia maliziosa.
Si abbassano le luci, è buio pesto, involontariamente tutti e due mentre sistemiamo le sedie le mettiamo una di fianco all’altra, le nostre cosce si toccano, nessuno si sposta, comincia lo spettacolo, lei si appoggia con i gomiti al bordo del palco, io rimango dritto a guardare il suo profilo nella penombra, dello spettacolo mi interessa poco.
Metto una mano sulla sua schiena e le accarezzo i capelli, non si muove, passo a carezzarle la nuca, le sfioro appena la pelle, si gira ”che fai?’, ”no, niente, scusa’, ritiro la mano, ma lei ”no, continua pure, non mi da fastidio”, riprendo a carezzarle la nuca e tutta la parte di schiena scoperta , poi azzardo e cingendola completamente con il braccio le sfioro un seno, vedo che chiude gli occhi ma non dice niente, insisto, le accarezzo la tetta delicatamente, sento il suo capezzolo diventare duro, ora lo tocco con più insistenza, ”Lele, forse dovresti fermarti, basta”, mi fa all’orecchio, io ritiro la mano, sposto i suoi capelli dall’orecchio e avvicino la mia bocca ”scusa, ma vestita così mi hai fatto venire una voglia, non volevo darti fastidio” finisco di dire così e le comincio a succhiare l’orecchio, ci infilo dentro la lingua, poi mi fermo e guardo lo spettacolo, ho il cazzo durissimo.
Lei rimane immobile per qualche secondo mi si avvicina e mi mette la lingua in bocca.
Appena mi bacia comincio a toccarle le tette, sono sode e rotonde e i capezzoli sono duri contro le mie mani, ”guarda che ci vedono, cosa possiamo fare, è meglio se stiamo calmi” mi ansima all’orecchio, la sua voce bassa mi fa arrapare ancora di più.
Tiro la sua sedia più indietro, ora siamo completamente fuori dalla visuale dei palchi di fianco, le allargo le gambe e vado diretto alla sua figa, la porcona ha le autoreggenti e il perizoma, lo sposto e le carezzo la figa, lei si stringe le labbra e poi mi bacia ancora, è bagnata, infilo due dita dentro e comincio a masturbarla.
Le luci che arrivano quassù sono fioche, sapere che siamo in mezzo ad altre persona mi fa eccitare molto, Carla ha la figa bagnatissima e non sembra più interessarle dove ci troviamo, si muove ritmicamente avanti e indietro sulla sedia mentre le mie dita la masturbano sempre più velocemente, sento che si spinge forte contro di me, ha gli occhi chiusi, mi succhia la lingua ed emette un respiro lungo e profondo, si bagna tanto, ha un orgasmo.
Tiro via le dita da quel lago caldo, ”voglio leccartela”, mi inginocchio davanti a lei che piano tira su il vestito, si siede sul bordo della sedia, mi inginocchio e le lecco la sua figa calda, Infilo la lingua dentro, sento il suo sapore, mette le mani sulla mia testa a spingermi contro i suo sesso in fiamme.
Metto le dita dentro le bagno bene e poi gliele ficco nel culo, ha un sussulto, mi fermo, appena mi accorgo che si è rilassata le spingo dentro piano, la lecco e la masturbo, vado avanti per qualche minuto poi mi blocca ”ti prego scopiamo, mettimi il cazzo dentro, mi sta bruciando, ho voglia”.
Ci alziamo la spingo con la faccia verso la porta, che blocco con il gancio, le tiro su il vestito, sposto il filo del perizoma, tolgo il cazzo dai pantaloni e glielo metto dentro, è caldissima. Comincio a spingere veloce dentro quella figa stupenda, accoglie il mio cazzo facendomi godere molto.
Lei si spinge verso di me ad ogni colpo, allungo le braccia e le stringo le tette.
Sentiamo gli applausi del pubblico in sottofondo, mi piego verso di lei ”sei una gran porca”, ”spingi fammi venire”
Le do dei colpi sempre più forti fino a quando non la sento venire, ”non ce la faccio più sto per sborrare’ le dico piano, si gira e me lo prende in bocca, lo sega velocemente con la cappella dentro la sua bocca, appena sente che sto per sborarre lo tira fuori e mi fa venire facendo attenzione a non sporcarsi.
Poi se lo mette in bocca e lo infila tutto dentro, lo succhia con voracità, si alza e mi bacia, la stringo forte.
Ci sediamo, quando si accendono le luci, mi sorride, prende un fazzoletto e pulisce gli schizzi di sperma da terra, ”vado in bagno”.
Sono seduto beatamente, mi affaccio e guardo le persone, mi giro e faccio un sorriso alla signora di fianco che ricambia con uno sguardo un po’ ebete.
Carla rientra, ‘tieni questi te li regalo’ mi mette in mano il suo perizoma, è bagnato, ”tu mi fai scoppiare il cazzo!’ le faccio mentre me lo metto in tasca.
Si fa una risata e mi abbraccia.
Alla fine dello spettacolo mi chiede di accompagnarla a casa, è venuta in autobus e non ha voglia di tornare a piedi, raggiungiamo il parcheggio, saliamo in macchina ”vuoi andare da qualche parte o vai a letto?’ ‘ ‘preferisco andare a casa”, partiamo, c’è poco traffico, quando ci fermiamo ad un semaforo le metto una mano su un ginocchio, risalgo verso la figa, lei si gira e allarga le gambe ”saperti senza mutande me lo ha fatto tornare duro”, ”sei un porco’stiamo esagerando” ‘ ‘può darsi, però da quando ti ho scopata quest’estate tante volte ho pensato di farlo ancora”.
Per tutta risposta allarga di più le gambe e mette una mano sul cazzo, la troia lo tira fuori e lo sega piano mentre guido.
Arriviamo davanti a casa sua, lei con il mio cazzo in mano, io che le stuzzico la figa ancora più fradicia di prima.
”gira qua dietro’, accosto di fianco al muro di casa sua, è una strada chiusa usata dagli inquilini per parcheggiare, vado fino in fondo, mi fermo.
Ci abbracciamo e ci baciamo, mi butto sopra di lei, il sedile è già completamente ribaltato. Lo infilo dentro la sua figa e spingo fortissimo, ho voglia di farle sentire il cazzo fino in testa.
”spingi’.dai scopami forte’fammi godere” la sbatto forte ”.vengooooo’, mi grida in faccia, poi si ferma.
Le metto le mani sotto al culo, la sollevo più su ”voglio incularti”, ”fammi godere, fai quello che ti pare”, il mio cazzo è bagnato, appoggio piano la punta sul suo buchino, spingo e dopo un paio di tentativi entro, è stretta ma rilassata, sto spingendo pianissimo, quando è tutto dentro lei comincia ad ansimare forte, poi mi urla ”mi fa un pò male, ‘mi piace’.dai comincia a scoparmi’muovi quel cazzo”, comincio a pomparla dentro il suo culo stretto, il cazzo entra bene però, è bagnata anche dietro, prendo la sua mano e gliela metto sulla figa: ”toccati mentre ti inculo, fammi vedere quanto sei troia’
Si tocca il clitoride e la figa bagnata, io la scopo senza sosta ”mi stai spaccando il culo’sono una troia’sono una troia in calore’, scopiamo così per diversi minuti ”adesso ti riempio di sborra” le vengo dentro e urliamo insieme per la goduria.
Lo tiro fuori e mi siedo con qualche difficoltà, lei rimane sdraiata, figa per aria e culo sfondato, si accarezza le tette ”sono una puttana e tu un bastardo’ e in più mi brucia il culo”
Ci mettiamo a ridere, si sistema come può, ci diamo un lungo bacio e poi ci salutiamo.

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