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Racconti Erotici Etero

Con uno sconosciuto

By 17 Febbraio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Chiara si svegliò con un’incredibile voglia di scopare. Ultimamente le stava accadendo troppo spesso di destarsi già bagnata, forse a causa di qualche sogno particolarmente eccitante che le capitava di fare e che, tuttavia, il mattino seguente non riusciva a ricordare.
Avvolta nelle coperte, cercò con la mano il cazzo del marito, che ancora dormiva. Il tocco delicato di Chiara e il suo respiro accelerato avrebbero resuscitato anche un cadavere, ma quella mattina il marito era troppo stanco per accorgersi della sua voglia improvvisa. Chiara riprovò un paio di volte ancora, avvicinandosi a lui e premendogli addosso il suo corpo fremente, ma anche questi tentativi furono vani.
Così, si mise a fantasticare di avere al suo fianco un uomo corpulento, di cui non immaginava il volto ma che aveva braccia forti e un torace ampio e villoso. L’uomo la stava esplorando in mezzo alle cosce, infilandole le dita robuste dentro la fessa. Con quel pensiero in testa, Chiara aveva introdotto la sua manina destra sotto il pigiama e aveva iniziato a toccarsi, cercando di non fare alcun rumore per non svegliare il marito. Nella sua fantasia, ora l’uomo stava sopra di lei e la stava penetrando con il suo grosso arnese. Chiara lo vedeva ergersi sopra di lei appoggiato sulle sue braccia muscolose, mentre la pompava con veemenza. Nella realtà, Chiara stava sditalinandosi sempre più velocemente, fin quando sentì l’orgasmo invaderle tutti i muscoli, tanto che dovette mordersi il labbro inferiore per non urlare.
Con il piacere che ancora faceva tremare il suo corpo, si riaddormentò, stavolta tra le braccia di un dio, Morfeo.

Dopo un paio d’ore si svegliò nuovamente, accorgendosi di essere sola nel letto.
Quella mattina fortunatamente non doveva andare a lavorare. Inoltre era anche sola a casa, visto che il marito avrebbe accompagnato la bambina dai nonni prima di recarsi in ufficio.
Con una certa fatica si alzò, si sistemò i capelli e andò in cucina a farsi un caffè. Mentre aspettava che l’acqua nella caffettiera bollisse, si appoggiò al muro e ripensò alla fantasia che la sua mente aveva creato poco prima.
Aveva sempre desiderato di fare sesso con uno sconosciuto. Infatti, solo così si sarebbe potuta lasciar andare, strappandosi di dosso la maschera di brava moglie e madre che non le permetteva di soddisfare la parte più perversa del suo animo. Per una volta avrebbe voluto essere trattata come un oggetto sessuale, senza alcuna dolcezza, senza amore!
Mentre il caffè usciva dal beccuccio della macchinetta con il suo caratteristico borbottio, Chiara decise che quella mattina avrebbe dimenticato la sua vita ‘normale’ e avrebbe scatenato il suo istinto.
Dopo aver fatto una bella doccia calda, si mise addosso un vestito molto corto, calze nere con autoreggenti e un paio di stivali con tacco alto. Inoltre, decise di non indossare intimo. Dopo essersi truccata, si infilò una giacca e uscì di casa, con l’unico intento di trovare qualcuno disposto a scoparla.

Camminando per strada, si era accorta che non stava passando inosservata. Molti uomini si giravano dopo averla incrociata, altri invece la guardavano con un mezzo sorriso abbozzato sul viso. Un gruppo di muratori in pausa aveva anche fatto apprezzamenti espliciti e non certo galanti su di lei e sul suo abbigliamento così provocante.
Chiara aveva accolto quelle attenzioni con una certa soddisfazione. Avrebbe voluto ringraziare a modo suo soprattutto i muratori, tutti ragazzi giovani e con il fisico scolpito dal duro lavoro. Se solo non si fossero limitati a dei commenti’
In ogni caso, voleva allontanarsi dal suo quartiere, dove molti la conoscevano. Così prese il pullman, che anche a quell’ora era abbastanza affollato.
Tutti i posti a sedere erano occupati, così fu costretta a rimanere in piedi e ad appoggiarsi a una sbarra verticale. Quella mattina il sole splendeva in cielo, così la temperatura era salita, soprattutto all’interno del bus. Per il caldo, Chiara si sbottonò la giacca.
Alla fermata successiva salì un numeroso gruppo di persone. Qualcuno si mise dietro di lei, aggrappandosi alla sbarra orizzontale sopra la testa di Chiara, che poteva vederne il braccio ma non il resto del corpo. Sentì il contatto di quello sconosciuto sulla sua schiena, ma non fece niente per sottrarsi ad esso. Provò a immaginare come fosse l’uomo dietro di lei. A giudicare dal giubbotto che indossava, doveva essere abbastanza giovane e sicuramente più alto di lei di almeno una decina di centimetri. Per provocarlo, inarcò leggermente il fondoschiena all’indietro, aumentando la pressione tra il suo corpo e quello dello sconosciuto. Quest’ultimo si accorse di quei movimenti e, a giudicare dall’erezione che stava avendo, sembrava apprezzarli. Chiara si passò una mano tra i capelli e scosse velocemente il collo, cosicché il suo profumo iniziò a spargersi nell’aria circostante. Lo sconosciuto si era avvicinato ancora di più a lei, premendole il membro duro sulla parte bassa della schiena. Chiara stava già iniziando a bagnarsi. La sua voglia era così forte che si leccò le labbra carnose dall’eccitazione. Poi sentì la mano dell’uomo sul suo culetto. Si guardò intorno temendo che qualcuno potesse accorgersi di quello che stava accadendo, ma c’era talmente tanta gente che quei movimenti erano nascosti dalla presenza delle altre persone intorno. Quella mano frattanto si era fatta sempre più audace e le stava sollevando il vestitino. Chiara non si mosse, assaporando quel contatto. Come desiderava essere presa là, in mezzo a tutta quella gente’anche la sua fighetta chiedeva di essere sfondata!
Poi il pullman si fermò. Erano ormai in periferia, vicino a un parco pubblico. Chiara decise di scendere e di farsi seguire dall’uomo dentro quello spazio verde.

Mentre calpestavano il marciapiede, i tacchi alti dei suoi stivali scandivano un ritmo periodico regolare.
Chiara non si era ancora voltata, forse era ancora un po’ intimorita. Sapeva che lui la seguiva, ne sentiva la presenza e a tratti ne scorgeva anche l’ombra.
Varcò i cancelli del parco, dirigendosi verso una zona poco frequentata. Non voleva allontanarsi troppo, ma voleva fermarsi in un punto da cui le sue grida si sarebbero sentite nel caso avesse avuto bisogno di aiuto.
Rallentò i passi e notò che l’uomo l’aveva raggiunta, fermandosi di fianco a lei. A quel punto Chiara si girò.
Lo sconosciuto era un uomo di poco più di trent’anni, alto, con un bel fisico e un viso dai tratti regolari. Ma soprattutto aveva un bello sguardo. Chiara si accorse che anche lui era un po’ indeciso sul da farsi, così lei si tranquillizzò e gli sorrise.
‘Vieni con me’, gli disse. Quindi lo prese per mano e lo condusse dietro un gruppo di cespugli.

Nascosti dal resto del mondo, lo sconosciuto la afferrò per i fianchi e la baciò con passione, infilandole la lingua in bocca. Chiara rispose a quel bacio con altrettanta passione.
Poi lei iniziò ad accarezzargli il pacco, sentendo quel cilindro di carne pulsare dentro i jeans. Si abbassò e gli sfilò i pantaloni e i boxer. Notò con piacere che il suo membro era duro e venoso, proprio come piaceva a lei. Lo masturbò velocemente, poi però non ce la fece più a trattenersi e glielo prese in bocca, succhiandolo con abilità. Lui intanto l’aveva presa per i capelli e accompagnava i suoi movimenti. ‘Brava, succhia così’mmh, come sei brava”, diceva mugolando. Chiara gli passò la lingua su tutta l’asta, scendendo fino alle palle, che strinse una ad una con le labbra. Mentre gliele leccava, gli stringeva la mazza e gliela accarezzava, facendolo così impazzire.
‘Ora smettila, altrimenti ti vengo in faccia!’, le ordinò l’uomo, che continuò: ‘Stenditi sull’erba, ora te la voglio leccare io!’
Chiara si adagiò per terra e si sollevò il vestitino, aprendo le gambe e mostrandogli la passerina gocciolante.
‘Sei proprio una troietta! Così te ne vai in giro senza niente sotto per essere scopata dal primo che capita? Fammi vedere quanto sei eccitata!’
Lo sconosciuto la prese per le cosce e le infilò la lingua nella passerina fradicia. Chiara stava godendo come non mai, quel tipo ci sapeva davvero fare. ‘Oh si’si’bravo’leccami tutta’fammi venire”, implorava. Lui alternava leccate con penetrazioni col dito, sia in figa sia nel buchetto del culo.
Con la testa dello sconosciuto ancora in mezzo alle gambe, Chiara si accorse che era appena passato qualcuno in bicicletta. Quella situazione così insolita per lei la fece esplodere improvvisamente. ‘Godo! Oh, si, SIII!!!’
L’uomo si alzò e la guardò sorridendo malizioso. Chiara ricambiò il sorriso con uno sguardo ipnotico.
‘Non ti è bastato, eh?’, chiese lui in modo retorico. ‘Ora preparati perché ti sfondo con il mio bastone!’
Lo sconosciuto si prese il cazzo in mano e lo avvicinò alla fessa di Chiara, poi spinse. Lei ebbe un sussulto, ma lui non si fermò: stringendole le mani in alto contro il tappeto erboso, la scopò con violenza. Chiara non era mai stata trattata con tanta brutalità, ma non gli chiese di smettere.
‘Ti piace il cazzo puttana? E’ questo che volevi?’, la provocava lui.
‘Si! Ne avevo troppa voglia!’, rispose lei.
‘Che troia che sei! Sei una porca come raramente se ne incontrano! Ora ti riempio di sborra calda!’
‘No, non venire dentro!’, lo supplicò lei.
Sembrava troppo tardi. Ma lo sconosciuto fece in tempo a toglierle il cazzo dalla figa e ad avvicinarglielo alla bocca. Si masturbò per una decina di secondi, poi la inondò di sperma.
Chiara si stava toccando per avere un secondo orgasmo. Quando vide schizzi bianchi riempirle il viso e le labbra, accelerò il ritmo e subito dopo venne, con le labbra che gustavano il sapore di quel liquido denso.

Il tipo la aiutò ad alzarsi e le offrì un fazzoletto, con il quale Chiara finì di pulirsi. Poi prese una penna dal giubbotto e le scrisse un numero sul palmo della mano.
‘Chiamami, ok?’, le chiese.
La baciò di nuovo sulle labbra e si allontanò.
‘Come ti chiami?’, chiese Chiara prima che sparisse.
Ma lo sconosciuto non si voltò.

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