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Racconti Erotici Etero

Confessioni di un amico

By 16 Gennaio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

-“E’ stato come andare in paradiso e poi tornare…”-
Così cominciò il suo racconto. Paolo, di fronte a me a testa china, mi stava confidando di essere andato a letto con la moglie del suo migliore amico, Lorenzo.
Mi aveva già parlato di lui. Si erano conosciuti dieci anni prima in vacanza a Ischia, e il fatto che avessero entrambi una famiglia e dei bambini piccoli, li aveva fatti avvicinare.Mi aveva sempre descritto Lorenzo come il classico bravo ragazzo, tutto casa e chiesa, discreto, di vecchio stampo e non particolarmente bello.
La cosa che però gli dava più fastidio del suo comportamento era il suo essere giudice degli altri. Lorenzo non rischiava mai, non si metteva mai in gioco per non essere deriso, ma nei confrnti degli altri sapeva essere invece molto duro.
Era sposato con Cora da 13 anni e avevano due figli.
Paolo era stato sempre affascinato da quella donna. All’apparenza, mi raccontava, sembrava la vera femmina dominante, nel privato e nel sociale, la donna che regge la famiglia, molto chiusa e riservata. Conscendola meglio, però, si poteva scoprire il suo lato giocherellone e spensierato, totalmente opposto a quello del marito. Apprezzava molto il fisico alto e slanciato di questa donna di 38 anni, scoperto una volta al mare perch&egrave non amava vestirsi in modo appariscente.
Era successo che dopo quella vacanza a Riccione, i due si erano persi di vista, reincontrandosi a distanza di due anni nella stessa città. Da quel momento, Paolo e Lrenzo avevano scoperto di avere molte cose in comune,una fra tutte il lavoro. Tutti e due impiegati di banca, si trovavano spesso a parlare di movimenti, conti correnti e valute, rimanendo sorpresi di quanto potesse essere piacevole trascorrere il tempo insieme.Tutti i giorni si trovavano per prendere il caff&egrave insieme.
Quel pomeriggio, venne a casa mia sconvolto, ed io, preoccupata, gli chiesi cosa non andasse.
-“Ma ti rendi conto di ciò che ho fatto?Se Lorenzo lo scopre io sono finito…andrò all’inferno per questo”-
-“Ci andrai comunque solo che se lo scopre potrebbe accorciarti il viaggio. Adesso cerca di calmarti e raccontami che cosa &egrave successo.”-
Lo vidi prendere fiato.
-“E’ cominciato tutto mercoledì pomeriggio. Eravamo insieme al supermercato, io, Lorenzo e Cora…ti ho detto che lo scorso fine settimana erano andati in gita?”-
-“Si mi pare di ricordare qualcosa del genere.”-
-“Bene…eravamo lì in fila alla cassa e Cora mi fece vedere le foto della scampagnata che aveva fatto col cellulare. Io le guardai divertito ma, mentre scorrevo la lista, mi apparve improvvisamente la sua foto mentre era a pecora, col sedere di fuori e la faccia in mezzo alle gambe. Immagina il mio viso…ero di tre colori diversi, sembravo un semaforo.”-
-“Bhe…effettivamente potevi farti gli affari tuoi.”-
-“Infatti…Comunque le ho ridato subito il cellulare ma credo che lei abbia notato il mio imbarazzo.”-
-“Ti ha detto qualcosa?”-
-“No, ma mentre mi rimettevo in fila con Lorenzo, la vedevo con la coda dell’occhio ed era agitata, sembrava nel panico e credo stesse cercando di cancellare quella foto dal cellulare, come per nascondere una prova.”-
-“Probabilmente non &egrave stato il marito a scattarla.”-
-“Si, l’ho pensato anche io, ma poi ho preferito non indagare oltre, non era il caso.”-
-“Hai fatto bene…E poi, cos’&egrave successo?”-
-“La mattina seguente mi arriva un messaggio di Cora sul cellulare. A dir la verità, già da qualche giorno mi mandava sms, ma avevano un tono scherzoso e non gli avevo dato peso più di tanto. Quella mattina, però, il suo messaggio era enigmatico…mi aveva scritto solo “VIENI CON ME”. Non riuscivo a capire e la chiamai. Mi disse che cercava una via, non ricordo quale fosse,ma che non riusciva a trovarla e non aveva lo stradario.”-
-“E non poteva rivolgersi al marito?”-
-“Credo che la sua fosse una scusa. Comunque, icuriosito dal suo comportamento, le dissi di raggiungermi in ufficio all’ora di pranzo, quando la banca era vuota e tutti erano in pausa.”-
-“Immagino che sia venuta…”- dissi sapendo già come sarebbe finito il racconto.
-“Immagini bene…alle 13 e 30 esatte, eccola che ti appare sulla porta dell’ufficio con i pantaloni attillati,la giacca sbottonata e i seni strabordanti.Io la accolgo dubbioso, la tempesto di domande, le chiedo dove deve andare e perch&egrave vuole che vada con lei.Cora rimane sul vago, sembra imbarazzata, mi dice che non conosce bene il posto e che vorrebbe compagnia, ma c’&egrave qualcosa che non mi convince per niente e le chiedo perch&egrave ultimamente mi ha mandato tutti quei messaggi.”-
-“Che ti ha risposto?”-
-“Sembrava anche scocciata dalla mia domanda e seccamente mi ha detto che se non erano graditi non li avrebbe più mandati…ti rendi conto?”-
-“Posso capirla…avrai avuto il tuo solito tono da Santa Inquisizione.”- cercai di scherzare.
-“Ti assicuro che ero calmissimo ma la curiosità aumentava e…le ho chiesto della foto…”-
-“Tu…che cosa?”-
-“Mi era sembrato il momento giusto per chederle se era stata una cosa voluta o casuale. A me la foto era sembrata mlto eloquente, forse fin troppo…si vedeva che era in posa e sorrideva e non poteva averla scattata Lorenzo. Comunque anche lì mi &egrave rimasta sul vago, afermando che si trattava di uno scherzo che le aveva fatto il figlio con la complicità di un amico.Mi sembrava che si stesse chiudendo in se stessa, senza volersi sbilanciare troppo.”-
-“Forse aveva paura che tu lo potessi dire al marito.”-
-“Si forse, ma ti assicuro che lui in quel momento era l’ultimo dei miei pensieri. Davanti a tutto e a tutti c’era lei, seduta sulla mia scrivania e in piedi di fronte a lei. Presi coraggio e le chiesi se era possibile che stesse succedendo qualcosa fra noi, se, in qualche modo, potessimo essere attratti l’uno dall’altra. Anche qui fu molto vaga…chinando la testa cominciò a smentire le mie parole ma poi, poi mi guardò fisso e mi chiese:”Ma per te…per te sì”.
-“Ti ha messo con le spalle al muro…”-
-“Infatti, ma cercai di sdrammattizzar la cosa, buttandola sullo scherzo e sulla sua posizione provocante. Vidi una strana luce nei sui occhi…Era il mio momento, se mi tiravo indietro non avrei più avuto occasione e volevo togliermi lo sfizio…L’ho afferrata per i fianchi per vedere la sua reazione.”-
-“E…?”-
-“E si &egrave sciolta come il ghiaccio al sole facendo partire un gemito. non avrei mai creduto che potessimo arrivare fino a quel punto, ma ormai, ci eravamo dentro fino al collo. Le mie mani sembravano tentacoli di un polipo mentre si insinuavano sotto i suoi vestiti e poi, più audaci, dentro gli slip.Continuava a gemere e, quando mi accorsi che era bagnata, le tirai giù tutto, di colpo, fino alle caviglie, e la stessa cosa feci con i miei vestiti. Mi misi dietro di lei, le aprii le natiche con le mani e infilai il viso in quel mappamondo che si offriva davanti ai miei occhi. Le aprii le labbra e, come un formichiere, le infilai la lingua in quel tempio di piacere.Lei continuava a sciogliersi e ad emettere leggeri gridolini di piacere. Ero eccitatissimo, lo puntai verso la sua vagina e la penetrai, così, da dietro, sempre con lo stesso ritmo…mi sembrava di impazzire tanto era forte il coinvolgimento che stavo provando.Il rapporto, comunque, non &egrave durato più di dieci minuti…ero troppo eccitato e in più ero sul posto di lavoro e mai vrei voluto che qualcuno, rientrando, potesse vederci. Le ho schizzato sulla schiena, lo ricordo, e lei mi ha chiesto qualcosa per pulirsi. Quando ci siamo ricomposti sorridevamo entrambi, senza considerare il tradimento che avevamo consumato.Se ne andò dopo qualche minuto, lasciandomi completamente in estasi e per tutto il pomeriggio e la notte non ho fatto altro che pensare a lei.”-
-“Lo hai visto Lorenzo?”- chiesi esterrefatta da ciò che avevo sentito.
Paolo non era uno stinco di santo, lo sapevo. Aveva collezionato più di un’avventura in questi anni ma non avrebbe mai messo in pericolo la sua amicizia con Lorenzo: per lui era sacra.
Mi augurai di non dover sentire altro, ma la mia richiesta non fu ascoltata e Paolo continuò.
-“Giovedì mattina mi svegliai in uno stato di agitazione tremendo. Dovevo rivederla…era stato troppo tutto fugace, troppo svelto. La chiamai e le dissi di essere sotto casa sua. Ovviamente non era vero, ero in macchina non lontano dalla sua zona, ma non sotto le sue finestre. Ci mi si un attimo ad arrivare comunque e lei mi aprì il portone e poi anche la porta. Cercai di non farmi vedere da nessuno mentre salivo per evitare di insinuare qualsiasi tipo di dubbio nei condomini che, di tanto in tanto, incontravo. Quando aprii la porta lei era davanti a me in camicia da notte, una camicia di raso blu lunga fino alle ginocchia.”-
Ogni volta che Paolo mi descriveva Cora, i suoi occhi si illuminavano. Si vedeva lontano un miglio che gli piaceva, solo Lorenzo non se ne era accorto, probabilmente per troppa fiducia nei confronti della moglie e dell’amico.
-“La guardavo con gli occhi sgranati e ancora adesso, se ci ripenso, non mi sembra possibile che sia successa una cosa del genere. L’ho afferrata per i fianchi e le ho sfilata la camicia da notte. Era nuda davanti a me..maestosa…sentivo il suo corpo caldo. Si sedette sulla sponda del letto e io la spinsi giù mentre con l’altra mano mi toglievo la camicia.Sdraiandosi, allargò leggermente le gambe e il desiderio di averla fu talmente forte che ficcai la testa fra le sue cosce, divorandola.Mentre sentivo il suo sapore, il suo profumo, cominciavo ad eccitarmi e mi venne durissimo in pochi secondi, ma ero teso…avevo paura che Lorenzo potesse tornare da un momento all’altro. Continuai a spogliarmi e, mentre mi sfilavo scarpe, pantaloni e boxer, la vidi ad occhi chiusi che si toccava.Era splendida l’immagine che avevo davanti agli occhi. Salii in ginocchio sul letto, strusciandole il pene sul collo per farle sentire quanto devastante fosse l’effetto che aveva su di me. Di tutta risposta, lei si voltò e me lo prese in bocca. E’ brava con la bocca sai?…dava pompate lente ma carnose, con un risucchio forte che faceva aderire bene le sue labbra al mio pene.”-
Mentre descriveva tutta la scena, sottolineando i particolari, anche quelli piccanti, immaginavo di essere io al posto di Cora e, senza farglielo notare, infilai una mano in mezzo alle gambe accavallate, toccandomi con il mignolo.
-“Mi bastò poco per rompere gli indugi”- continuò lui-“Ormai aveva accantonato l’idea che il marito potesse tornare e mi ero lasciato andare completamente concentrandomi solo su di lei e sulla voglia latente che avevo sempre avuto di possederla. Le alzai la gamba, poggiandomela sulla spalla, e la penetrai, mentre con la bocca succhiavo e mordicchiavo i seni. Sentivo il supo corpo caldo, sentivo i fianchi stretti, sentivo lei che si muoveva…era come una danza. Continuammo così per una ventina di minuti, poi una colata calda mi invase e sentii che era venuta. Ero felice perch&egrave il giorno prima, in realtà, avevo pensato solo al mio piacere e anche stavolta credevo di venire prima di lei…invece si era lasciata andare e aveva rilassato i muscoli.”-
Il suo racconto mi aveva ridotto ad uno stato di febbrile eccitazione che era sempre più difficile controllare e quindi nascondere.
-“Era carne molla nelle mie mani. Io ero ancora eccitato, la voltai e la presi da dietro, tenendomi al suo bust e facendo pugno sul materasso.La scopai così finch&egrave le braccia non tenevano più. L’ho alzata per i fianchi mettendola a pecora, e ho continuato a dare colpi sempre più forti notando che il mio pene entrava come una lama nel burro.Cora continuava a gemere, a mugolare e, solo quando vidi il suo corpo che spingeva indietro verso il mio pube, raggiunsi l’orgasmo, tirandolo fuori e schizzandole sulla schiena…impossibile resistere con la panoramica di lei tuta nuda col sedere ritto puntato verso me.”-
Avevo nella mente, l’iimagine dei due amanti, mentre dissacravano il letto di Lorenzo consumando la loro passione.Vedevo Paolo che, come un ladro, entrava in camera da letto e la spogliava, mettendola a cosce aperte. Percepivo le emozioni provate dal mio amico mentre possedeva la donna che per 10 anni aveva desiderato, la donna a cui per 10 anni aveva puntato il culo pensando che sarebbe stata una gran bella chiavata.
Tutto questo, le parole unite alla mia fantasia perversa, mi scioglievano i sensi…sentivo il sangue scorrere bollente nelle vene. Vedevo Paolo, di fronte a me a testa china, con il membro eretto che sembrava volesse esplodere dai pantaloni. Si accorse che lo guardavo…
-“Scusa. Non so cosa mi stia succedendo…In quei due giorni avevo il cervello che andava a 7000 giri e ce l’ho ancora.”-
-“Non scusarti…credo sia normale.”- risposi, cercando di velare la voce languida che avevo mentre continuavo a toccarmi con le dita.
-“Comunque, una volta finito tutto, mentre ero in bagno, cominciai ad essere assalito dai sensi di colpa ma fu un pensiero breve perch&egrave sentii il rumore del motore di un auto che si fermava sotto il palazzo e lo collegai subito a Lorenzo. Mi vestii in fretta e uscii dall’appartamento, prendendo le scale, mentre l’uomo che era entrato nel portone prendeva l’ascensore. In 2 minuti fui fuori e corsi verso l’auto,allontanandomi. Poco dopo, tramite messaggi, lei mi tranquillizzò, dicendo che il marito non si era accorto di nulla e ce era tutto a posto.”-
Fece una pausa.Continuava ad avere lo sguardo perso nel vuoto. Capivo che il suo animo era colmo di sensi di colpa e, anche se la sua storia stava avendo un effetto inaspettato, non approvavo il suo comportamento e glielo dissi.
-“Sei un egoista, lo sai?”-
-“Lo so…me ne rendo conto e me ne resi conto quel pomeriggio stesso quando la chiamai per porre fine a tutta questa faccenda.”-
-“Non potevi accorgertene il giorno precedente?”-
-“Era successo tutto troppo in fretta. Ero confuso e nemmeno mi rendevo conto che fosse la moglie del mio migliore amico…avrei preferito fosse la moglie di un altro ma, ormai, era troppo tardi per pensarci.”-
-“Che le hai detto al telefono?”-
-“le ho dato appuntamento…volevo chiudere la storia ma volevo farlo di persona… era giusto così. Ci vedemmo e salii in macchina con lei. Mentre guidava allontanandosi dalla zona popolata e trafficata, sembrava molto tranquilla, mentre io, come al solito, ero tesissimo. Appena ci siamo fermati le ho detto che avevamo commesso un errore, probabilmente il più grosso della nostra vita, che non era giusto n&egrave nei nostri confronti, n&egrave in quelli di Lorenzo e di mia moglie.Lei mi diede ragione, senza discutere. Le dissi che l’avevo sempre desiderata, dal giorno in cui l’avevo conosciuta. E’ scoppiata in lacrime dopo la mia rivelazione.”-
-“Perch&egrave?”-
-“Giustificò il pianto dicendo che con Lorenzo le cose non erano più quelle di una volta, che stava passando un brutto periodo, che i loro rapporti erano cambiati e si sentiva sola.”-
-“Tutta tattica”- risposi fredda.
-“Tattita? Spiegati meglio…”-
-“Ovviamente a lei di aver appena tradito il marito non importava molto e te lo dimostra il fatto che mentre eravate a casa e tu ti facevi mille problemi pensando che Lorenzo potesse tornare, lei era tranquilla e rilassata, o sbaglio? Hai notato preoccupazione nei suoi occhi?”-
-“No…ma…”-
-“Nessun ma! Con la patetica scusa del periodo difficile e delle difficoltà di coppia ti stava facendo passare per quello che si &egrave approfittato di una donna fragile.”-
-“Forse hai ragione…certo però che puttana.”-
-“Tu sei l’ultimo che può permettersi di giudicarla. Ti ricordo che il tuo comportamento non &egrave stato migliore del suo, ma almeno tu sei pentito.”-
-“Anche stavolta non posso darti torto…”-
Ero stata molto dura con lui ma dovevo essere chiara. Non potevo dargli una pacca sulla spalla e dirgli”Vabb&egrave, stavolta &egrave andata così ma non lo fare più”. Dovevo fargli capire il suo errore anche se ero ben coscente che lui dentro si stava corrodendo l’anima. E comunque io non avrei mai tolto la mano dalle mie gambe accavallate…continuavo a toccarmi e ad immaginare l’amplesso.
-“Continua…non voglio giudicarti, so che stai gia abbastanza male di tuo.”-
-“C’&egrave poco altro da dire. Ho cercato di consolarla e tranquillizzarla, abbracciandola e dicendole che potevamo mettere una pietra sopra all’accaduto. Lei ha ricambiato il mio abbraccio e mi ha detto che le sarei mancato e…”-
-“E…?”-
-“Abbiamo rifatto sesso. Lì, in macchina, ma ti giuro, per l’ultima volta davvero.”-
-“Parole al vento…”-
-“Ho visto Lorenzo quel pomeriggio. Avevo una paura fottuta di guardarlo negli occhi ma sapev che lui era all’oscuro di tutto. Ho carcato di comportarmi nel modo più normale possibile e lui, ad essere sincero, mi ha facilitato le cose parlando di tutto mentre io ascoltavo i suoi discorsi come al solito. Lei non l’ho più vista e mi sono ripromesso di evitarla se so che potrei incontrarla di nuovo. Mi ha cercato ma non ho risposto ne alle chiamate , ne ai suoi messaggi.”-
-“Finalmente hai capito…”-
-“Già…certo, il senso di colpa non me lo toglie nessuno, però &egrave stato meglio così”-
Mi guardò. Avevo gli occhi sbarrati, ero rosso fuoco. Ovviamente, non era una condizione adatta alla situazione.
-“Cos’hai?”- mi chiese.
-“Nulla, perch&egrave?”- risposi, sperando di non dover dare ulteriori informazioni.
-“Sei rossa come un peperone…ch ti prende?”-
Vidi i suoi occhi che scivolavano sulla mia figura, soffermandosi sulle gambe accavallate. Vide la mia mano fra esse e capì.
-“Non ci posso credere…ti sei eccitata?”- mi chiese sorridendo.
-“Bhe…credo sia normale…mi hai descritto tutto nei minimi dettagli e anche io sono fatta di carne…che pretendi scusa?”-
Credo che la mia risposta e il mio senso di imbarazzo abbiano fatto scattare qualcosa in lui, perch&egrave mi si avvicinò con gli occhi famelici.
-“Anche io mi sono eccitato mentre raccontavo, e mi sto eccitando anche adesso ma non pensando a Cora. Vederti imbarazzata scatena i mie istinti animali…”-
Si chinò sul mio viso e mi baciò, prendendomi tra le braccia e portandomi in camera.
Ci gettammo sul letto e lui si avventò sul mio corpo.
-“Ora Cora non esiste più…ci siamo solo io e te…”-

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