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Racconti Erotici Etero

Congresso in nord Italia…

By 17 Giugno 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Grazie a tutti per i commenti che mi avete mandato…
questo è il primo capitolo di un’altra delle mie avventure…
mi descrivo di nuovo, per coloro che non hanno letto il mio primo racconto…
Mi chiamo Andrea e ho quasi 33 anni… Sono alta 1,69 e peso 49 kg, castana chiara, occhi verdi; pancia piatta, seconda piena, qualche volta terza scarsa, un bel sedere, gambe senza un filo di cellulite; ho un bel viso, diciamo carino, che so valorizzare con il trucco.

Un paio di settimane fa sono andata ad un congrsso con un mio colloga; il congresso era nel nord Italia e ci eravamo preparati per tutta la settimana per presentare il nostro poster. Per motivi di lavoro ed economici siamo partiti la sera, per viaggiare di notte; non abbiamo preso i lettini ma i posti a sedere, come due bravi squattrinati. siamo stati fortunati che il treno era quasi vuoto, così abbiamo trovato uno scompartimento da soli.
Abbiamo cominciato a lavorare, il minimo indispensabile, per la presentazione e poi ho detto al mio collega che avevo bisogno di riposare e di dormire.
Infossavo un paio di pantaloni neri, larghi alla base, un paio di infradito ed una camicia arancione; come faccio spesso, non indossavo reggiseno. Dei quattro bottoni della camicia credo di averne avuto allacciati soltanto due,con la scollatura che arrivava quasi in mezzo ai seni.
Ho poggiato la testa sul bordo del sedile, ho tolto le scarpe, allungato le gambe sul sedile di fronte e mi sono preparata a finire tra le braccia di Morfeo…
Penso di essermi svegliata una mezzora dopo… ed ho trovato, con gli occhi ancora semichiusi, il mio collega con i pantaloni slacciati, la cernera abbassata ed il cazzo in mano… si stava sparando una sega. Un cazzo anche niente male.
poi mi sono guardata ed ho visto la mia camicia completamente sbottonata e le mie tette di fuori.
mi sono coperta subito, viola dalla rabbia.
“ma che cazzo stai facendo, stronzo!”
“Scusa scusa” diceva lo stronzetto ma io mi sentivo veramente incazzata. “Sono anni che sei il mio sogno erotico, non ho resistito”.
“Ma che cazzo. sei anche fidanzato. e ti fai le seghe pensando a me?”
“Andrea, lei non sa nulla. sa che esisti ma mica sa come sei fatta. e non sa che mi fai sesso a sangue”.
“Ma che centra, brutto pezzo di merda”.
“Senti, dormivi, ho visto che eri senza reggi. hai delle tette fantastiche” si faceva audace il collega.
“Oh, però non ti ho sfiorata con un dito. ho slacciato e guardato”.
“E ho capito, eri troppo impegnato a farti una sega”.
Ma la situazione mi stava intrigando. anche se era tornato dentro i pantaloni quel cazzo era davvero niente male. poi per il progetto avevamo lavorato tutta la settimana e quindi era una settimana che andavo in bianco e che non uscivo di casa.
E poi in treno non lo avevo mai fatto.
“Sai che ti dico? quasi quasi faccio un bel regalo alla tua ragazza”.
“Eddai Andrea, mica glielo vorrai dire”.
“mmm… ci sto pensando… però sai che ti dico? fammi rivedere quell’arnese che tieni in mezzo alle gambe. alla fine mi hai visto le tette, così facciamo 1-1”.
Era stupito ed un pò impaurito. sapevo che stava da tanto con la ragazza.
“Fammelo vedere, che se andiamo pari magari evito di sputtanarti in giro”.
Sottomesso, testa bassa, si è alzato e si è abbassato pantoloni e boxer. il cazzo non era più bello turgido, ma si intuivano le dimensioni.
“Beh, e hai fatto lo stronzo e non sei neanche eccitato?”
“Ma… veramente… prima… adesso…”
Senza neanche farlo finire di parlare ho allungato la mano e ho cominciato a segarlo con un sorriso provocatorio. lui mi guardava a bocca aperta, spostando gli occhi dal mio viso al mio seno, che intanto la camicia si era riaperta.
Allora mi sono avvicinata e rimanendo seduta l’ho preso in bocca, quando ancora non era duro, per sentirlo gonfiarsi tra le mie labbra. ci ha messo niente a tornare duro come il marmo.
E con la mano lo scappellavo, con l’altra accarezzavo le palle, con la lingua leccavo tutto e con la bocca succhiavo e risucchiavo. mi piace avere il cazzo in bocca.
e lui in tutta risposta dice un pallido oddio.
e allora ho cominciato a leccare tutta l’asta arrivando alle palle, prendendole in bocca, sputacchiando un peletto e ricominciando a salire per riprendermi la cappella tra le labbra e succhiare avidamente
poi all’improvviso mi sono staccata mi sono alzata e mi sono tolta i pantaloni ed il perizoma. praticamente addosso avevo soltanto una camicia slacciata.
Mi sono riseduta, poggiando le gambe larghe al sedile di fronte, lasciando lui in mezzo a guardarmi.
“Sei una fica pazzesca e sei pure depilata”.
in tutta risposta io mi sono toccata e ho messo un dito dentro, ero già bagnata come una fontana.
“che fai continua a guardare? o pensi anche di scoparmi?”
non se lo è fatto dire due volte. si è piegato, ha puntato il cazzo contro la mia fica ed è cominciato ad entrare.
finalmente sentivo qualcosa dentro di me. Non ero abituata a pause di una settimana. non era certo il massimo come scopatore, ma il cazzo era abbastanza largo da riempirmi e lungo da sbattere sulla mia cervice. stantuffava forte, quasi con impazienza… magari aveva paura che ci ripensassi.
allora mi sono data una mano da sola, giocando con il mio clitoride e chiudendo gli occhi per immaginarmi qualcosa di più eccitante.
mi sono messa a pensare a quando un mese fa ho rimorchiato due bei ragazzi in discoteca e con l’aiuto della fantasia sono venuta in fretta.
E mentre venivo lo sento che mi dice
“ammazza quanto stringi”.
e mentre io mugugno di piacere lo stronzetto è uscito, io ho aperto gli occhi e l’ho visto che si segava per venire, finalmente sompra di me… qualche schizzo mi ha raggiunto il seno.
lo vedevo con un viso proprio godereccio.
mi sono presa un fazzoletto dalla borsa per pulirmi, poi ho preso peri e pantaloni e mentre mi rivestivo l’ho visto che ritirava su i pantaloni.
mentre allacciavo la camicia, questa volta un bottone solo, il minimo della decenza, l’ho guardato.
“Adesso cerca di farmi dormire senza farmi altre sorprese”.
“andrea, ti posso dire una cosa?”
“che vuoi ancora?”
“non ti facevo così zoccola”
“e forse ti sbagliavi… buonanotte pietro”
e mi sono messa a dormire.
La mattina mi sono svegliata quasi a destinazione, pensando che quei due giorni forse sarebbero potuti essere più interessanti del previsto.

aspetto vostri commenti, uomini e donne, sempre alla mia mail andrea_doria1977@live.it
Di nuovo grazie a tutti per i commenti!
il congresso continua, e questo è il secondo episodio.
mi descrivo, per coloro che non mi conoscono.
Mi chiamo Andrea e ho quasi 33 anni… Sono alta 1,69 e peso 49 kg, castana chiara, occhi verdi; pancia piatta, seconda piena, qualche volta terza scarsa, un bel sedere, gambe senza un filo di cellulite; ho un bel viso, diciamo carino, che so valorizzare con il trucco.

Quando sono scesa dal treno non mi sono preoccupata di allacciare meglio la camicia, che era rimasta con un solo bottone, il limite della decenza. quindi borsa a tracolla e trolley al seguito mi sono diretta verso l’uscita della stazione per cercare un taxi. inutile dire che mi sentivo molti occhi addosso. alla fine la camicia si apriva sulla pancia, mostrando il mio ombelico, e la scollatura arrivava alla linea dei seni. non che si vedesse qualcosa, ma diciamo che davo una grossa mano all’immaginazione. se avessi indossato degli short sarebbe stato ancora più eccitante il vedermi, probabilmente.

fatto sta che arrivo ai taxi; ne prendo uno libero e do l’indirizzo dell’albergo. il mio collega è più impegnato a guardarmi che altro, e comunque sono stata sempre una ragazza indipendente. però almeno l’ho fatto pagare quando siamo arrivati, era il minimo visto la notte passata.
arrivati in albergo le stanze non sono ancora pronte ma io ho bisogno di darmi una rinfrescata e cambiarmi prima che comincino i lavori. quindi trolley al seguito entro nel bagno delle donne. un’altra ragazza entra con me. io entro nella mia cabina e con qualche sforzo nello spazio ristretto apro il trolley e tiro fuori le cose per cambiarmi. i pantaloni rimangono gli stessi ma prendo un reggi e una maglietta più acconcia della camicia quasi completamente sbottonata.
quando esco ritrovo la ragazza che era entrata con me che mi guarda e sorride: “ti stava meglio la camicia, eri più sexy”. “Eh, grazie. ma qualche volta devo far finta di essere seria”. “sei qui per il congresso?”. “Si”. “allora ci si vede dentro. ciao ciao”.
io finisco di lavarmi il viso, lavarmi i denti e sono pronta per affrontare la giornata.
durante la pausa pranzo, mentre salivo in stanza, ho reincontrato in ascensore la ragazza del bagno. stiamo sullo stesso piano. si chiama Francesca. è rimasta incuriosita del mio nome che ha sempre associato a uomini.
la giornata finisce ed alla fine mi do appuntamento con il mio collega, pietro, per uscire a mangiare una pizza. prima una bella doccia. e poi un paio di jeans, perizoma, reggi a balconcino e una maglietta attillata. alla fine ci sediamo al ristorante, ordino una margherita ed una birra. Pietro mi segue, anche se prende mi pare una quattroformaggi. alla fine chiacchieriamo e gli chiedo come va con la ragazza. la libertà della notte mi spinge a chiedere particolari dei rapporti sessuali; conosco la ragazza, l’ho vista un paio di volte, confesso che… vabbè…
pietro mi dice che hanno rapporti soltanto dentro casa, lei ha paura fuori, ma che in compenso fanno tutto. la cosa mi eccita. sentire parlare di sesso è sempre intrigante. meglio farlo, ma anche leggerlo e sentirlo mi piace e mi eccita.
così mi tolgo una delle infradito e gli passo il mio piede sulla patta dei pantaloni. lo vedo che si irrigidisce immediatamente e così tolgo il piede e mi metto a ridere.
“come sei rigido pietro”. sembra proprio imbranato, praticamente un ragazzino.
mi alzo e me ne vado in bagno, ho voglia di giocare. così mi tolgo reggi e perizoma. la maglietta è abbastanza aderente per far vedere che sono senza reggi. appena esco penso che pietro se ne accorga, i due ragazzi al tavolo accanto sicuramente. mi siedo al tavolo e allungo una mano:
“me li puoi tenere fino in albergo?” e gli passo reggi e perizoma. pietro mi guarda incredulo ed imbarazzatissimo. e io rido ancora.
finita la cena usciamo e propongo un qualche tipo di night, dove ballare un pò. pietro accetta ma prima chiama la sua ragazza. che tenero. ha fatto finta che stava rientrando in albergo per andare a dormire.
nel night abbiamo benuto una birra e poi mi sono messa a ballare con lui, provocandolo in tutti i modi. si vedeva che non sapeva proprio come fare, che si sentiva in imbarazzo.
mentre ballavamo finalmente mi sento una mano sul sedere, ma poi mi accorgo che non era pietro e mi giro veloce, ma non vedo nessuno che potrebbe essere stato. nel locale fa caldo e così mi lego la maglietta sotto il seno, in maniera tale da stare a pancia scoperta. passa poco che risento la mano, questa volta sulla schiena e sul fianco. mi giro di nuovo ma la mano è già sparita.
pietro mi guarda e non capisce. allora gli dico che qualcuno sta toccando. lui fa per spostarmi, per proteggermi, ma io lo scanso. “tanto tu non fai niente, almeno qualcuno che vuole soddisfarmi c’è”.
allora finalmente pietro mi prende e mi bacia. non che cercassi un bacio, ma era un buon inizio.
così sono uscita dalla pista tenendolo per mano e mi sono messa a pomiciare con lui su di un divanetto. finalmente qualche carezza. gli ho anche sbottonato un paio di bottoni dei pantaloni, ho infilato la mano e ho cominciato a segarlo. sono passati 5 minuti che il ragazzo l’ho sentito sussultare e venirsi nelle mutande.
lo guardo, tra l’arrabbiato e il divertito. lui si scusa, corre in bagno. io mi alzo e mentre è ancora in bagno esco dal locale per tornare in albergo.
mi sa che per questa sera il divertimento me lo scordo, il mio unico cavaliere è davvero un disastro…

lo so che magari vi aspettavate qualcosa di più… ma ricordatevi che questo racconto è vero… e la fantasia la metto soltanto nella scelta delle parole, non in quello che accade… quindi perdonatemi se non vi piace, in attesa che succeda qualcosa di meglio! :)
mica tutti i giorni è domenica!!!!

aspetto vostri commenti, uomini e donne, sempre alla mia mail andrea_doria1977@live.it Grazie a tutti per i commenti!
il congresso continua… ci tengo a ricordare che tutto quello che scrivo è vero… :)
mi descrivo, per coloro che non mi conoscono.
Mi chiamo Andrea e ho quasi 33 anni… Sono alta 1,69 e peso 49 kg, castana chiara, occhi verdi; pancia piatta, seconda piena, qualche volta terza scarsa, un bel sedere, gambe senza un filo di cellulite; ho un bel viso, diciamo carino, che so valorizzare con il trucco.

Fuori dal locale ho preso un taxi e sono arrivata nella hall, dove ho trovato Francesca seduta a leggere. Allora mi sono avvicinata e le ho chiesto se prendeva qualcosa da bere prima di andare a dormire. Ve la descrivo: è poco più bassa di me, capelli neri, occhi neri, pelle chiara, seno una terza, magra. una bella ragazza, avrà anche lei una trentina di anni. questa sera indossa una camicia verde chiaro, sotto si intravede il reggiseno, una gonna lunga, infradito.
Accetta con piacere e ci avviamo al bar dell’albergo. io prendo un cuba libre, lei un margarita. la barista ci sorride e ci serve. faccio mettere tutto sul conto della camera di pietro, il minimo!
prendiamo i drink e torniamo a sederci. mentre chiacchieriamo del più e del meno, cosa facciamo, di dove siamo, che siamo entrambe single, che entrambe amiamo vivere a pieno la vita, ecco che rientra pietro tutto trafelato.
“Mi hai fatto preoccupare, sono uscito e non c’eri più”.
“sono qui, mi sto bevendo qualcosa, poi vado a dormire”
“si, beh, potevi avvisarmi”
“Beh, potevi essere un pò più presente. ti avviso che ci hai offerto da bere”
Beh, è diventato paonazzo. si è tolto dalla tasca peri e reggi e me li ha lanciati. e se ne è andato.
“Grazie” gli ho urlato dietro.
a quel punto francesca mi ha chiesto perché le avevo detto che ero single, vista la mezza scenata di gelosia e soprattutto visto che pietro mi aveva tirato la mia biancheria intima.
E allora, abbandonato il senso del pudore le ho raccontato che siamo colleghi e le ho detto della nottata passata in treno e della pessima serata al locale. francesca si è messa a ridere, ed io con lei. e così anche lei mi ha raccontato di qualche esperienza con colleghi, qualcuna piacevole, altre meno. nonv i sto a scrivere, sono cose sue.
a quel punto ho deciso di osare un pò di più e le ho chiesto se era andata soltanto con ragazzi. e lei mi ha detto che aveva avuto una volta una mezza esperienza lesbo con un’amica quando stava ancora studiando all’uni. a quel punto le ho detto che avevo qualche esperienza in più e che trovavo le donne molto stimolanti.
ho lanciato la pietra e le ho detto che sarei salita in camera.
lei ha detto, si, salgo anche io. e abbiamo preso l’ascensore.
nel corridoio, al momento di salutarci, invece di darle un bacio sulla guancia le ho staccato un bacio sulle labbra, per vedere la sua reazione. è rimasta un attimo interdetta, stupita, ma non sembrava arrabbiata.
“vuoi venire in camera da me?”
“…”
“Dai, è ancora presto per dormire dormire. possiamo chiacchierare ancora un pò”.
Mi sono avviata e lei mi ha seguita.
Entrate in stanza la prima cosa che ho fatto è stato togliermi la maglietta e i pantaloni, rimanendo completamente nuda. Nel girarmi ho visto che mi guardava e così ho preso l’iniziativa.
“Spero che così io sia ancora più sexy di questa mattina in bagno”.
Mi sono avvicinata e l’ho abbracciata e l’ho baciata. questa volta ha risposto al bacio. forse la serata non era del tutto rovinata.
Ho cominciato a sbottonarle la camicia, non volevo perdere il momento… la camicia è finita ai suoi piedi, seguita dalla gonna. non ho tolto altro, aveva un fisico da sballo, e l’ho portata verso il letto. l’ho fatta sdraiare ed ho cominciato a baciarla ovunque, partendo dal viso, il collo, le spalle, le braccia, le ascelle, i fianchi, la pancia, le cosce, le gambe, i piedi, le mani. tutto. volevo mangiarmi quel corpo. francesca fremeva, incapace di fare qualsiasi cosa, ma non rigida… risalendo sono tornata alle labbra, questa volta il bacio fu appassionato, caldo, e finalmente mi sentii le mani di francesca sulla schiena, e poi sul sedere. mi stava dando il permesso di fare qualsiasi cosa. e io sono riscesa fino al seno, l’ho tolto senza slacciarlo, sfilandolo come una maglietta. un seno bellissimo, una terza pienza, soda. l’ho preso tra le mani, poi ho avvicinato la bocca ed ho cominciato a leccare un capezzolo, e poi a baciarlo, a succhiarlo, quando ho dato un morso con i denti l’ho sentita sussultare dal dolore, ma non mi sono fermata, e lei non ha fermato me. poi sono scesa ancora, fino alle mutandine, che sono sparite in batter d’ali. e ho cominciato a baciarle l’inguine, le labbra, il clitoride, la sentivo fremere, gocciolava per quanto era bagnata. aveva davvero un bel sapore.
“Andrea, vieni qui, baciami”.
sono tornata a baciarla, mettendomi al suo fianco, avvicinando la mia mano al suo sesso bagnato ed entrando con due dita.
“AHHH” è stato tutto quello che è riuscita a dire, soffocata dal mio bacio.
devo dire la verita, ero eccitatissima, ma in quel momento non sentivo la priorità di venire, quanto quella di far venire francesca, volevo svuotarla di tutto, farla sentire felice. e sono andata avanti con le mani, con la lingua, cercando di arrivare in ogni parte del suo corpo.
ad un certo punto l’ho fatta mettere in ginocchio per terra, con il busto poggiato sul letto. mi sono messa dietro di lei ed ho cominciato con la lingua a fare lunghe passate, giocando con il clitoride, poi sono passata con la lingua sul buchetto del sedere, entrando prima con due e poi con tre dita nella sua fichetta. ormai soffocava le urla in un cuscino.
a quel punto le ho messo un indice nel sedere, due dita davanti e con la lingua leccato tutto il perineo. è venuta così, qualche istante dopo, esplodendo, stringendomi le dita in maniera incredibile, gocciolando letteralmente umori sul pavimento…
a quel punto l’ho lasciata libera, stava a braccia aperte, il volto sorridente e rilassato.
“andrea, è stato fantastico, ne devi aver fatta parecchia di esperienza”
“abbastanza ma ogni volta è sempre la prima, e poi vederti venire così è stato fantastico”.
e mi sono seduta accanto a lei dopo averle dato un bacio ed ho cominciato ad accarezzarle la schiena.
quasi quasi avevo la fantasia di andare a chiamare pietro, ma mi sembrava troppo per francesca e poi magari lui non sarebbe stato neanche all’altezza.
avevamo ancora una sera da passare lì, e già sapevo che l’avrei passata con francesca. :)

e anche questa serata è andata, la prossima volta vi racconto la fine del congresso… intanto aspetto vostri commenti, uomini e donne, sempre alla mia mail andrea_doria1977@live.it

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