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Drrriiiinnnn

– Pronto?
– Cornutone, passami tua moglie.
– Buon giorno signor Ruggero. No, Federica non c’è. Aveva una visita medica questo pomeriggio, per rinnovare delle ricette per la sua allergia. Credo che non sarà a casa prima delle quattro.
– Ah, ok. Quando torna dille che stasera dopo il lavoro passerò a trovarla. Ho voglia di scopare ed è tutto il giorno che non riesco a pensare ad altro. Ho un cazzo duro come un idrante. Sarò a casa vostra verso le sei o poco dopo. Dille di farsi trovare pronta, non come lunedì che non era depilata di fresco e i peletti corti della ricrescita mi pungevano il cazzo. Questa volta la voglio liscia come la seta, chiaro?
– Glielo dirò, signor Ruggero. Non dubiti.
– A te però non ti voglio tra le palle. Esci, vattene. I cornuti me lo fanno ammosciare. Vai a fare la spesa e non farti vedere prima delle sette e mezza. Vai in pescheria e compra un bel pesce fresco, non so… un branzino, un’orata… vedi cosa trovi di fresco. Grande abbastanza per due. E quando torni lo cucini al forno con pomodorini, capperi e olive. E compra del vino buono, non come l’altra volta che mi hai fatto bere una schifezza da cinque euro. Spendi, questa volta, pidocchio che non sei altro! Almeno venti euro per una bottiglia, che so… un Pinot Grigio, un Lugana, un Traminer ma di qualità. Se non trovi niente compra dello champagne, che va sempre bene col pesce. Francese, però, non quelle volgari imitazioni italiane che vanno bene col panettone ma che col pesce non c’entrano nulla! Capito, cornutone?
– Capito, signor Ruggero, sarà fatto.
– In modo che per le otto, otto e mezza ci potrai servire la cena con il vino ormai freddo. Così che cenando io e tua moglie ci guardiamo anche la partita del Milan.
– Ok, signor Ruggero.
– Tu puoi mangiare il tuo solito panino con la spalla cotta in piedi in cucina, quando avrai sparecchiato e lavato i piatti. E cerca di non sporcare in giro come tuo solito. E niente vino per te.
– Non si preoccupi, signor Ruggero.
– Bene. Ora dimmi: sei stato all’anagrafe?
– No, signor Ruggero, non ho avuto tempo…
– Ma te l’ho ordinato molto chiaramente lunedì. Devi andare in Comune, in via Larga, in centro, all’anagrafe, e fare domanda per il cambio di nome. Non più Giorgio, ma Cornutone Mazzieri. Voglio che il tuo nuovo nome appaia sulla patente, sulla carta d’identità, sul passaporto… Tutti devono sapere quanto tu sia cornuto. E tu devi portare quel tuo nuovo nome con orgoglio, perché si sappia che hai avuto il coraggio di ammettere di non essere in grado di soddisfare tua moglie, ma che comunque le vuoi talmente bene da incoraggiarla ad avere rapporti con uomini più bravi di te a letto che le assicurino quegli orgasmi celestiali, che tu, col tuo cazzetto, non puoi procurarle.
– Lo farò al più presto, signor Ruggero.
– Domani, senza fallo! Altrimenti per te saranno guai. Domenica, anziché punirti come al solito con la racchetta da ping pong, userò la canna di bambù, che fa molto più male e fa gonfiare e spaccare la pelle del culo. Così non potrai sederti per una settimana. Chiaro?
– Domani andrò in Comune, signor Ruggero, glielo assicuro, ma la canna no… è troppo dolorosa…
– Meglio per te. Ah, già che sei al telefono, devo chiederti un favore.
– Mi dica, signor Ruggero, se posso essere utile, ben volentieri.
– Sai che tua moglie è restia a farselo mettere nel culo, no? Dice che ha paura di provare dolore. Io però non riesco a smettere di pensarci. Al suo culo, intendo. E ho deciso che potresti aiutarmi. Dovrai andare al sex shop e comprare un cazzo finto, di quelli di silicone o di plastica… insomma quello che ti piace di più. Lo dovrai comprare della stessa misura del mio. Lo conosci bene il mio cazzo, no? L’hai visto mille volte entrare nella figa di tua moglie. Qualche volta l’hai pure preso in mano e l’hai infilato tu stesso nella sua passera e una volta l’hai anche preso in bocca, per farmelo tirare dopo la terza scopata. Lo conosci bene e non dovresti avere difficoltà a comprarne uno finto della stessa misura.
– Va bene, signor Ruggero.
– Poi dovresti andare davanti a lei e infilartelo nel culo, sorridendo, dimostrandole così che non si prova dolore. Dovrai sorridere anche se sentirai dolore. Dovrai recitare la parte molto bene, senza che si insospettisca, capito? Se dopo questa sceneggiata riuscirò a metterglielo nel culo, vedrai che ti saprò ricompensare.
– Farò il possibile, signor Ruggero.
– Potrei anche liberarti dalla gabbietta di castità intorno al tuo cazzetto… per un giorno intero!
– Sarebbe bellissimo, signor Ruggero…
– Pensa. Provare di nuovo il piacere di avere una erezione… Potresti persino masturbarti! Dietro supervisione, naturalmente. Da quanto tempo non hai un orgasmo?
– Dal mio compleanno di due anni fa. L’hanno scorso non me lo ha permesso perché non le era piaciuta la crema catalana che avevo preparato.
– Ah già. Faceva schifo. Non farmici pensare altrimenti non te lo permetterò mai più.
– Cosa significa “dietro supervisione”?
– Che dovrai farlo davanti a noi. In modo che possiamo controllare che non faccia niente di sconveniente, come guardare immagini porno o toccarti altre parti del corpo, come i capezzoli o l’ano. E poi naturalmente dovrai usare un preservativo, non vorrai sporcare dappertutto, no? Ma non ti lasceremo sprecare un preservativo nuovo: userai uno dei miei, usato e pieno del mio sperma. Il tuo cazzetto ovviamente sarà almeno di tre misure più piccolo del mio preservativo extra large e dovrai fissarlo alla base con un elastico. Così ti renderai conto della tua inadeguatezza in campo sessuale e quanto inferiore tu sia come uomo. E che quindi il tuo posto in questo ménage a trois sia giustamente sul gradino più basso e quanto sia perfettamente naturale che tu rinunci definitivamente al sesso e viva una vita di sottomissione, punizioni corporali e umiliazioni. Contento?
– Sì, signor Ruggero, come vuole lei.
– Se tua moglie acconsentirà a farselo mettere nel culo potrei sentirmi generoso e lasciare che tu assista alla sua deflorazione anale. Ti farò sdraiare sul letto, supino, e metterò tua moglie sopra di te a quattro zampe, al contrario, come in un sessantanove, così che la tua testa sia proprio sotto il suo bacino, in modo che tu possa vedere il mio cazzo entrare e uscire dal suo culo. A comando potresti anche occasionalmente leccarmi le palle, quando le vedrai passare sulla tua faccia. Che ne dici?
– Sarebbe bellissimo, signore.
– Non che mi freghi un cazzo della tua opinione, cornuto. Tu dovrai fare comunque tutto ciò che ti diremo, che ti piaccia o no.
– Certamente, signor Ruggero.
– Bene, ora ti lascio. Mi raccomando, non dimenticarti niente. E non prenderci troppo gusto a infilarti il cazzo di plastica nel culo, altrimenti dovrò punirti molto severamente.
– Non si preoccupi, signor Ruggero. La depilazione, la spesa, l’anagrafe e la sceneggiata col dildo. Mi ricordo tutto.
– Meglio per te. Non farmi incazzare e continueremo ad andare d’accordo.
– Buona sera, signor Ruggero. A stasera.

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