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Racconti Erotici Etero

Cronaca a due mani di un incontro da sogno

By 16 Agosto 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Al crepuscolo

Perché tu mi sai eccitare come nessuno’
Perché basta una tua parola per farmi venire’
Perché basterebbe una tua carezza per farmi svenire’.
‘ Ti bacerei come non sei mai stata baciata in vita tua’
La voglia di dirti di sì è grande, la voglia di incontrarti anche’La curiosità un grande propulsore’.
Come sei? Che aspetto avrai? Sovente ti sei descritto in chat e mille volte la mia mente ti ha costruito e destrutturato’
‘Non so neppure che nome hai”
‘Te lo dirò quando ci incontreremo’
La tentazione è forte e la fantasia galoppa’

Accetto di venirti a prendere all’aeroporto, tu conosci targa e modello della mia auto.
Squilla il cellulare: ‘Atterrato. Dove sei?’
‘Sono qui”
Mi raggiungi al posto convenuto. L’incontro è strano, quasi surreale. Mai avrei immaginato di vederti così, con la portiera della mia auto aperta, tu che metti il trolley nel baule e ‘ mi chiedi di sederti dietro!
‘Facciamo finta che tu sia una tassista’ sorridi ironico.
‘Sì, tanto l’auto è bianca” rispondo divertita.
Mentre guido verso la città posso scorgere solo i tuoi occhi che incrociano i miei nello specchietto retrovisore .
‘.I tuoi occhi’.una delle poche cose che conosco di te’.
Poche parole, sono imbarazzata. Ti chiedo dove dobbiamo andare , mentre ci allontaniamo dall’aeroporto.

‘Che bei capelli hai, lunghi, morbidi, setosi”
Percepisco la tua carezza, leggera come un soffio e un piacere sottile si irraggia dalla cute, giù lungo il collo.
Me li prendi, me li alzi sopra il poggiatesta, ci giochi, mi sfiori con le dita la nuca’..brividi percorrono il mio corpo, mentre cerco di concentrarmi sulla guida.
Le tue mani dalle mie spalle scivolano lungo le braccia, il tuo respiro è dietro di me’.così pericolosamente vicino’.il tuo profumo invade le mie narici’.quanto mi stuzzichi’

Il sole è già sceso all’orizzonte, il crepuscolo sta spennellando di ombre la città.

Le tue mani sono sui mie seni: una carezza morbida, lunga, insistente’sento inturgidirsi i capezzoli, il sangue affluire al viso, le tempie pulsare’
Una brusca sterzata ed esco dalla tangenziale; fermo l’auto in un posto appartato tra gli alberi del parco.
‘Perché ti sei fermata?’ mi chiedi con tono severo.
‘Senti – rispondo- se vuoi giocare con me al gatto col topo, non mi va di mettere a repentaglio le nostre vite”
‘ Scendi ‘ordini ‘e vieni qui.’
Senza riflettere eseguo e mi trovo con te sul sedile posteriore.
Nella penombra dei lampioni i miei occhi incontrano i tuoi, che accennano verso il basso:
‘Avanti, puttana, fai il tuo lavoro!’

Hai aperto i pantaloni e la tua splendida erezione aspetta solo me’
Il gioco, pensato mille volte, si è concretizzato in un attimo.
Subito la mia bocca è su di te : accarezzo con le labbra il glande, mi riempio del tuo turgore, poi accolgo l’asta’
‘No! ‘ mi prendi per i capelli ‘ prima incomincia dalla base’leccami le palle!’
La tua voce è una sferzata. Un moto istintivo di ribellione mi spinge ad alzare la testa, a sfidarti con lo sguardo:
‘ Tu vuoi dire a me quel che devo fare?’ penso, pronta a schiaffeggiarti’ma poi ripenso ai nostri dialoghi, al fatto che è tutto un gioco’e accetto di giocare’di giocare alla donna sottomessa che non sono , ma che mi diverte e mi appassiona’e obbedisco.
Le mie labbra sono una ventosa’ti assorbono tutto’ti baciano tutto, avide, mai sazie.
La lingua percorre tutto il tuo membro, dallo scroto alla cappella, lentamente, con voluttà, lo lecca, ne segue tutte le venature.
La bocca lo succhia, lo ingoia in un lento andirivieni, facendolo luccicare di saliva, facendolo penetrare ogni volta più in fondo, sentendolo ingrossare e pulsare’
Avverto tutta la tua eccitazione e sono eccitata da morire’
Lo vorrei sentire anche altrove, quel delizioso biberon, oltre che nella mia bocca’
‘ Vorrei che ne avessi due”
Il pensiero indecente mi attraversa la mente, mentre tra le gambe mi bagno all’inverosimile’
Mi accorgo che le tue dita sono penetrate tra le mie mutandine, mi stanno facendo impazzire il clitoride e torturano senza pietà la mia micia, procurandomi scariche di piacere a ripetizione’
Sento il tuo cazzo inturgidirsi ancora di più, lo sento quasi scoppiare sulla mia lingua, come scoppio io tra le tue dita’

Non riesci a trattenere un gemito e un colpo di reni quando il primo getto, violento, investe il mio palato.
Altri fiotti caldi seguono, accompagnati dai tuoi movimenti pelvici, ad inondare la mia bocca del tuo sperma, caldo, dolce, pastoso, proprio come me lo ero immaginato’Tutta la tua essenza che mi pervade, che mi scende nella gola, lasciandomi sulle papille il sapore di te’
Tu non parli, solo sospiri escono dalla tua bocca mentre ti svuoti nella mia, ma mi sembra di udire le tue parole:
‘Non lasciarne cadere neppure una goccia!’
‘ E chi la lascia cadere?’ penso, mentre bevo, ingorda, tutto di te’che alla fine sospiri il mio nome’
Silenzio.
In attesa che si plachi l’affanno dei nostri respiri’
Accarezzo con la guancia e bacio a fior di labbra le tue parti intime, che stanno tornando in condizioni di riposo. Niente può turbare l’intensità di questo momento’
Ti ho avuto nel modo che volevi’.mi hai avuta nel modo che sognavi’tutto era già stato scritto’

Mi alzi la testa, la tua bocca si impossessa della mia e sento ogni forza svanire mentre mi abbandono al bacio più struggente e appassionato che abbia mai ricevuto’.

Di sera

Ti accompagno in auto al tuo albergo e, al momento di scendere, mi chiedi con voce suadente:
‘Rimani con me stanotte’.non te ne pentirai’
Fingo riluttanza e alla fine mi lascio convincere a fare quello che in cuor mio avevo già deciso.

Quando siamo in camera squadri deluso i miei jeans:
‘Perché non hai messo l’abito nero, quello che ti lascia le spalle scoperte’l’avevi promesso’ti porto al ristorante”
‘ Ce l’ho qui’ sorrido, accennando alla sacca che ho con me.
‘Vai a cambiarti!’
Mi indirizzi verso il bagno e poi:
”.e ricordati di NON mettere la biancheria intima’ ammonisci.

Quando siamo nel locale mi guidi verso un tavolo appartato:
‘ L’ho prenotato apposta, così staremo tranquilli’.
Mi fai accomodare.
‘Qui gusterai la grigliata di pesce migliore della città’.
Io mi guardo attorno compiaciuta: le lunghe tovaglie fino a terra, le stoviglie impeccabili, le candele su ogni tavolo’tutto denota buongusto’.ma quando torno a posare gli occhi sulla tua sedia’.tu sei scomparso!

Sento sotto il tavolo le tue mani posarsi sulle mie ginocchia, aprirle con decisione’.il calore della tua testa tra le mie gambe’la tua lingua percorrere l’interno delle cosce’.disegnare il bordo delle autoreggenti’scivolare sulle grandi labbra, insistere sul clitoride’.varcare la soglia’del paradiso’.ritornare più volte sul percorso, mentre le tue labbra mi succhiano, i tuoi denti mi mordicchiano’..
Io non riesco a stare ferma, mentre vorrei fingere indifferenza’.forse mi stanno guardando’che vergogna..
Un rossore mi copre il viso, il collo, le spalle….cerco di trattenere il bacino, che sta muovendosi sulla sedia quasi per conto suo, mentre sento il piacere scivolare fuori, risucchiato dalla tua bocca avida che ancora..e ancora continua’.chiudo gli occhi’.mi mordo le labbra per non urlare’
‘Meno male che è un tavolo in disparte” riesco a pensare.

Senza che me ne accorga si avvicina il cameriere per le ordinazioni: ho un sobbalzo e tu riemergi sorridente e sudato… .
…’ I signori gradiscono un aperitivo?’ esordisce con tono professionale, fingendo di non essersi accorto di nulla.
‘ Grazie, già fatto!’ rispondi, accennando a me con faccia da schiaffi.
‘ Cara , succhiartela è stato come avere tra le labbra una deliziosa ostrica’.’ mi sussurri all’orecchio, ma temo che anche lui abbia sentito’
Sono paonazza, non so dove guardare, vorrei sprofondare’. il mio imbarazzo è pari a quello del cameriere che raccoglie velocemente le ordinazioni e si dilegua.
‘ Che figure mi fai fare?’- mormoro- ‘ avrei voluto scomparire!’
‘ E perché? Era eccitato anche lui!’ ridi divertito.
‘ Ah sì?’ – mi vendico stuzzicandoti- ‘ e se adesso andassi a calmarlo?’

‘Chiamalo ‘ rilanci ‘ digli che hai visto che si è ingrossato e vuoi succhiarlo!
Rabbia ed umiliazione mi accecano .
‘Vuoi la guerra? ‘ penso ‘ e guerra sia! Voglio proprio vedere fin dove arriva il tuo gioco”
Con aria di sfida alzo la mano per chiamarlo. Lui si avvicina:
‘ Desidera, signora?’
Ma è nel suo sguardo che leggo il desiderio’.una lotta dentro di me’ma devo dimostrarti che so reggere il confronto con te : sono o non sono una leonessa?…e, al tempo stesso,’la tua puttana?
Questo pensiero mi riempie di voglia e mi da’ il coraggio di rispondere:
‘ Desidero succhiartelo qui, adesso, sul tavolo. Tiralo fuori!’
E, sotto il suo sguardo impietrito, allargo le gambe ed inizio a toccarmi , guardandolo vogliosa.
Lui è imbarazzatissimo, rosso, ma, al tempo stesso, eccitatissimo’lo vedo dal gonfiore dei suoi pantaloni’
Ti guardo’ed il tuo sguardo rigido, fermo, deciso, precede le tue parole:
‘ Fallo venire!’
Continuo a toccarmi, sono ormai in preda ad una crisi di piacere, sdraiata all’indietro sulla sedia, le gambe completamente aperte’ mi accarezzo il seno sopra il vestito’.sento l’odore del mio sesso riempire l’aria’.stringo le labbra tra i denti’
Lo vedo muoversi meccanicamente avanti e indietro..si contorce’lo sto facendo impazzire’.le mie dita si muovono velocemente’.sono ad un attimo dal piacere’ed anche lui ansima’.
All’improvviso la tua voce tagliente:
‘Adesso basta! Lo spettacolo è finito! Portaci da mangiare, la MIA signora ha fame ‘e non di te!’
Un sussulto e mi blocco, lui ti guarda paonazzo, accenna un ‘ Si signore’ e corre verso il bagno.

Poco dopo tutto ritorna alla normalità: io ti guardo di sottecchi e tu fingi indifferenza, in fondo hai avuto il tuo trionfo nel dirigere i giochi….tu hai deciso quando cominciare….tu quando smettere…
Non me lo fai notare per pura cavalleria…..oppure perchè ami vincere, ma non stravincere….

La cena viene servita regolarmente da un altro cameriere.
Assaggio qualche cosa mentre tu gusti tutto con un’allegria che mette di buonumore.
‘ Dopo ho un regalo per te!’- annunci ammiccante – ‘ prima di andarcene!’.
Arrivati al caffè mi dici:
‘Scusa, cara, un attimo’ e ti rituffi sotto il tavolo.

Non è proprio un attimo quello che trascorri là sotto’Le mie gambe appoggiate sulle tue spalle, mi trascini giù’.sono seduta sull’orlo della sedia.
Sento di nuovo la tua lingua affondare, la sento leccare , succhiare, frugare, ruotare velocemente’.mi sto di nuovo sciogliendo nella tua bocca’
Poi sento le tue dita che scendono lungo il solco, le sento introdurvisi’introdurre qualcosa’.che cosa? Una dopo l’altra le sento…. Sento le vibrazioni mentre mi lecchi il clitoride e mi si contraggono i muscoli della vagina’.mi bagno..indecorosamente…..
Riemergi di nuovo:
‘Piaciuto il mio regalo?’ Palline da geisha’te le avevo promesse, ricordi? Ti terranno calda’fino all’arrivo in hotel’così sarai pronta per….l’ultimo round’.’ concludi soddisfatto.

Le sento muoversi al mio ritmo, mentre cammino.
La strada del ritorno è tutta un’emozione, tanto più che invece del taxi, come all’andata, hai voluto che prendessimo la metro.
Ogni sussulto della carrozza è un brivido’la cordicella che mi scende tra le gambe è intrisa dei miei umori’tu sei divertito del mio imbarazzo, della mia paura che la gente si accorga di ciò che mi sta succedendo’anche perché non ho gli slip!
La salita in ascensore è carica di attesa’per fortuna l’ascensore è vuoto e posso lasciarmi andare alle oscillazioni delle palline’

Di notte

Entriamo nella tua camera.
‘ Non toccare l’interruttore- sussurri- la luce dei lampioni e delle insegne luminose che filtra dalla finestra sarà più che sufficiente.’

La voglia di te mi assale.
Il bisogno di toglierci i vestiti è spasmodico.
Tu, una mano sulla mia lampo’ed il gioco è fatto! L’abito cade a terra; lo allontano con un piede, senza chinarmi.
Io sono più impacciata con te’troppi bottoni’
Ti voglio.
Ti spoglio febbrilmente: via giacca e camicia, via pantaloni e boxer’..mentre mi lasci fare non mi stacchi gli occhi di dosso. Pur nella penombra, un lampo nel tuo sguardo mi dice che non devo essere niente male….. indosso solo scarpe a tacchi alti e calze autoreggenti, i lunghi capelli mi sfiorano il seno’
Me li scosti per baciarlo, mordicchiarlo, succhiarlo’
I capezzoli si induriscono’la voglia di te aumenta a dismisura’
Le mie mani cercano il tuo sesso, ma tu non lo permetti’
La tua bocca scende prepotente sul mio ventre, sul pube’
Ti voglio’
Le tue mani, ora brutali ora dolcissime, afferrano, stringono, accarezzano ogni parte del mio corpo’.brividi su ogni centimetro di pelle’
Ho voglia di te! Ho voglia di te!
Sei giunto alle mie cosce, in ginocchio davanti a me’sembra che tu mi voglia divorare’io in piedi ansimo, accarezzandoti la testa ‘.le tue mani afferrano la cordicella’uno strappo’.una dopo l’altra le palline sgusciano fuori, calde, da me’

Dalla mia bocca esce un grido soffocato’
‘Non temere ‘ dici con voce roca ‘ ora le rimpiazzeremo con qualcos’altro”
Ti alzi in piedi:
‘ Ecco a cosa serve avere una donna piccola e leggera come te’.a questo!’
Mi sollevi appoggiandomi alla parete, mi tieni per i glutei che allarghi leggermente con le mani e mi penetri così, in piedi, all’improvviso, facendoti strada dentro di me, mozzandomi il respiro con spinte violente che mi fanno tremare, mi scuotono fino alla radice dei capelli’.sono sorpresa e sento montare l’orgasmo che mi travolge’

Mi osservi mentre sono in preda al piacere’lo sguardo è tenero, ma la voce è sferzante:
‘Tu..con le tue arie da gran signora! Dovresti vederti come sei ridotta adesso! Hai la figa tutta grondante..stai godendo come una cagna in calore per quei quattro colpi che ti ho dato….’
Poi un ordine secco::
‘Mettiti sul pavimento! Giù! A quattro zampe! Voglio mostrarti come si monta una cagna come te!’

Sono sbalordita dal tuo tono, ma obbedisco come in trance’.
Ho un gran batticuore’non capisco bene cosa vuoi fare, ma non oso ribellarmi’
Tu sei dietro di me’attimi che durano un’eternità’

Un sospiro di sollievo quando mi accorgo che mi appoggi la cappella all’ingresso della vulva’
Il primo colpo arriva subito fino all’utero, riempiendomi della tua virilità e mandandomi in apnea’ma non grido’
Una mano mi attanaglia un seno, l’altra mi tormenta il clitoride’.
Mi pompi con forza, senza risparmiarti’senza risparmiarmi’.
‘Non guaisci, cagna, non uggioli?’ chiedi, mentre mi assesti i tuoi fendenti, profondi e violenti, che mi squassano tutta.
‘Fammi godere’.’ rispondo col la voce rotta dal grande ansimare’
‘Perché dovrei farti godere?’
‘Perché sono la tua …..puttana ‘ fottimi…..sfondami!’
Per tutta risposta aumenti il ritmo :
‘ Ti sfondo anche il culo se continui a provocarmi così, piccola troia impertinente!’
Non riesco più a trattenere un altro orgasmo, che mi pervade, che mi strema, costringendomi senza forze a crollare e ad appiattirmi sulla moquette.
Tu continui a sbattermi senza tregua, tenendomi i fianchi sollevati’sei un martello pneumatico’ed io continuo a venire’senza controllarmi più’

Fino a che hai un sussulto, un gemito’..un attimo, come in attesa ‘ed esplodi, ti svuoti finalmente dentro di me, liberando la tua voglia trattenuta durante tutta la serata’
Sono grossi schizzi violenti e caldi che mi investono, che mi inondano’sei un uragano’.uno tsunami’
Alla fine ti accasci, esausto, su di me’

Sento il tuo respiro che lentamente si calma’la tua bocca vicino al mio orecchio ne accarezza gentilmente il lobo’.le tue mani con dolcezza sui miei fianchi’..una leggera pacca sui glutei’.ti alzi e mi prendi in braccio, mi baci con tenerezza mentre mi adagi sul letto’

Stiamo coricati sullo stesso fianco, io con la schiena appoggiata al tuo petto’.mi addormento così, rilassata,appagata e felice in quello che per me è il posto più sicuro del mondo: tra le tue braccia…
All’alba

Le prime luci dell’alba filtrano tra le finestre riflettendo disegni astratti sulle pareti.
Il ricordo della notte ancora caldo sui nostri corpi seminudi distesi nel letto…
Ti avvicini a me ancora avvolto in un sonno profondo e abbracciandomi inizi a baciare il collo… Brividi mi risvegliano mentre continuo a fingere di dormire sentendo il tuo seno sodo spingere nudo sulla mia schiena…adoro il calore della tua bocca sulla mia pelle e mi godo i tuoi dolci baci e le carezze maliziose di mani che scendono lungo il corpo.
Attimi in silenzio
Un movimento rapido … E sono dentro di te che, splendida amazzone, mi monti stringendo le tue gambe e abbassi la tua bocca sul tuo destriero per incitare la cavalcata…
Mani sul tuo seno
Sui tuoi fianchi
Guidano i tuoi movimenti lenti
Inarchi la schiena
Ti aggrappi alle mie caviglie
E’ l’attimo più intenso
Sollevo il bacino, le gambe
Spinte
Calore
Gemiti
Respiri
Corpi abbracciati avvolti dai primi raggi di sole che fanno brillare la rugiada sui petali di rosa…

Buon risveglio !

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