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Cuckold per gioco

By 25 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

LA MIA PRIMA VOLTA

Silvia non me l’ha mai confessato, ma sono sicuro che lei aveva previsto tutto.

Avevamo parlato delle nostre fantasie, la mia di vederla fare sesso con altri, la sua di mostrarsi mentre faceva sesso. Lei mi aveva raccontato che l’anno prima, in gita scolastica a Parigi, avevano incontrato una classe di tedeschi, con loro erano andati in una discoteca e lì aveva fatto sesso con tre di loro contemporaneamente nel bagno. Le avevo chiesto tutti i particolari e, a volte, prima di fare all’amore mi facevo ripetere quella storia. Mi eccitava da morire. Al momento ci eravamo limitati a uscire insieme, con lei vestita provocatoriamente e senza intimo, facendo intravvedere che proprio non aveva nulla sotto. Ci divertivamo e ci eccitavamo a vedere la reazione della gente. Lei, poi, mi raccontava cosa avrebbe voluto fare con qualcuno che l’aveva vista e l’aveva guardata insistentemente.

Quel pomeriggio di una domenica qualsiasi vennero a trovarci Carmen e Ugo, una coppia di amici. Carmen, poi, era la migliore amica di Silvia sin dalle scuole medie. Eravamo a casa della mia ragazza e i suoi genitori erano via. Giocammo un po’ con la playstation e poi, piano piano, il discorso virò versi altri lidi. Ridendo e scherzando decidemmo di giocare a carte, imitando uno strip poker. Era un gioco di coppia e la coppia vincente decideva chi dell’altra coppia doveva togliersi un indumento. Loro erano più bravi di noi, ma, chi più e chi meno, a un certo punto eravamo già quasi nudi tutti. Si scherzava ad ogni punto e chi doveva togliersi qualcosa, mimava uno striptease. Perdemmo e a Silvia chiesero di togliersi l’ultimo indumento, le mutandine. Lo fece con movimenti molto seducenti, che mi arraparono, e offrì le mutandine a Ugo, che in cambio le accarezzò la figa.

‘Adesso, dobbiamo trovare un nuovo modo per contare i punti.’ disse ridendo Carmen. ‘E già ‘ aggiunse Ugo ‘ adesso che Silvia non può più togliersi niente, come facciamo?’ Lestissima Carmen disse ‘Visto che stiamo vincendo noi, decideremo noi il pegno per Silvia.’ Ridendo, decidemmo che sarebbe stato così. E Carmen, che era rimasta con la gonna, si alzò, venne vicino a me, avvicinò il suo seno al mio viso e, ridendo, disse ‘Silvia, io ti costringa a guardare il tuo amore Piero che mi morde i capezzoli’, ma non me lo fece fare. Ridemmo tutti quanti e Ugo esclamò ‘A no, guarda che Silvia &egrave gelosa!’

Dopo due mani, perdemmo ancora. Decisero che dovevo togliermi i pantaloni e rimanere in mutande. Anche Carmen era rimasta con addosso solo un tanga microscopico. La mano successiva la perdemmo di nuovo e, parlandosi sottovoce all’orecchio, Carmen e Ugo concordarono cosa chiedere.

Lei si alzò dalla sedia e si sedette sul divano, allargando la gambe. ‘Adesso Silvia vieni qui, ti metti in ginocchio davanti a me e me la lecchi.’ Silvia si mise a ridere. ‘Questa poi? Te la devo proprio leccare?’ ‘Sì e devi farlo bene, come se fossi una vera lesbica.’ Carmen rideva. Silvia si alzò e obbedì. Si inginocchiò e con la lingua risalì le cosce di Carmen fino ad arrivare alla sua figa. Scostò il tanga e affondò la lingua. Io e Ugo la vedevamo da dietro e la scena era eccitante. Silvia, così inginocchiata, ci mostrava il suo bel culetto e la sua figa. Carmen si fece leccare un po’. Poi la fermò ‘Brava, sei proprio brava, se vinciamo ancora te la faccio leccare di nuovo.’ Lei e Silvia ridevano e anche io e Ugo ridemmo.

Riuscimmo a vincere e far togliere il tanga a Carmen, che fece uno spogliarello proprio arrapante. Poi perdemmo di nuovo e Ugo esclamò ‘Adesso scelgo io.’ Si alzò, si mise in piedi accanto a Silvia, che era seduta, ed estrasse il suo membro. ‘Adesso fai vedere a Piero come lo succhi ad un amico.’ Silvia mi guardò, mi fece l’occhiolino e si girò di fianco. Fu un attimo e stava già facendo un pompino a Ugo, che glielo fece succhiare per almeno un minuto. Poi la fermò e mi disse ‘Sei fortunato Piero, &egrave proprio brava Silvia!’ Intervenne Carmen ‘Facciamo un’altra mano e chi vince, vince tutto.’ ‘OK’ risposi immediatamente e senza pensarci. Perdemmo perché Silvia sbagliò uno scarto.

‘Andiamo in camera da letto’ esclamò Carmen e prese per mano la mia ragazza. Le seguimmo. ‘Adesso, Piero, tu ti siedi su quella sedia e guardi’ mi disse Carmen.

Loro si stesero sul letto. L’ultimo fu Ugo, che si spogliò del tutto. Silvia era al centro e loro due iniziarono ad accarezzarla. Non era più un gioco e la mia ragazza era proprio eccitata, lo vedevo. Sembravano essersi dimenticati di me, ma Carmen mi guardò e mi disse ‘Adesso vedrai Silvia che fa la puttana con Ugo e con me.’ Iniziarono a muoversi e dirigere Silvia, obbligandola a leccare la figa di Carmen e a succhiare il cazzo di Ugo. Poi la fecero mettere alla pecorina e, mentre Ugo la montava, la mia ragazza leccava Carmen. Io stavo lì a guardarli ed ero eccitatissimo.
Ugo si fermò, si scostò e chiese a Silvia di girarsi e a Carmen di metterle un cuscino sotto i fianchi. Si avvicinò, alzò le gambe della mia ragazza verso il soffitto e le disse ‘Sei splendida Silvia, meriti un premio.’ In ginocchio si avvicinò e vidi che il suo cazzo puntava tra le natiche della troietta. Carmen gliele allargò e Ugo spinse dentro il suo cazzo. Io non lo avevo mai fatto. La mia ragazza sospirò più volte ‘Ahi, ahi!’ Poi, quando Ugo fu completamente dentro e iniziò il suo su e giù, i sospiri diventarono un ‘Sì, sì!’ Carmen le stringeva i seni e le diceva che era una gran troia. La mia ragazza continuava a dire ‘Sì, sì!’ Non so per quanto tempo Ugo andò avanti, ma mi parve interminabile. Finalmente venne e si accasciò su Silvia.

Io ero ancora lì seduto e avevo il cazzo in mano.
Carmen mi chiamò, mi face sedere sul bordo del letto. Me lo prese in mano e nel giro di pochi secondi mi fece venire. ‘Piero, ti &egrave piaciuto vero?’ mi chiese e io annuii. ‘Venerdì c’&egrave la festa di compleanno di Angelo. Organizzo io la cosa e vedrai Silvia che gli fa un pompino davanti a tutti come regalo per il compleanno. Ti va?’ Non dissi nulla, ma Carmen capì che mi andava.

Ci sarebbbe stata almeno una seconda volta.

LA SECONDA VOLTA

E siamo andati al compleanno di Angelo.

Eravamo una trentina di invitati e Silvia, la mia ragazza, spiccava fra le altre per il vestito provocante che si era messa. La gonna, cortissima, lasciava spesso intravvedere il suo perizoma rosso. E lei faceva in modo che la gonna si alzasse o si aprisse.

I regali li avevamo tutti appoggiati in un angolo ed &egrave arrivato il momento di farli aprire al festeggiato. Potete immaginare le solite scene da compleanno, con molte risate. Scartato l’ultimo dei regali, Carmen ha annunciato ‘E adesso, Angelo, il regalo più inatteso.’ Tutte le ragazze si sono poste davanti a lui. ‘Adesso estraiamo chi ti farà un bel pompino. Un gran bel regalo, vero?’ Tutte ridevano e tutte sapevano che l’estrazione era truccata, avrebbe vinto Silvia. E quando vinse si sprecarono le battute e risolini. Chi le diceva che era sfortunata e chi che certamente aveva vinto la migliore.

Qualcuno dei ragazzi mi prese in giro.

Silvia si avvicinò ad Angelo. Gli accarezzò la patta e gli disse ‘Mi piacciono grossi. Devono riempirmi la bocca.’ Poi si mise davanti a lui e capimmo che gli stava slacciando la cintura. Noi eravamo tutti dietro a vedere la scena. Capimmo dal movimento del braccio che l’aveva preso in mano e lo stava masturbando. Poi la mia ragazza si chinò e iniziò il pompino. Era proprio brava e si vedeva che ad Angelo piaceva quell’alternarsi di pompate e leccate, il cambio di ritmo, la profondità dell’ingoio. Ogni tanto lei alzava gli occhi e gli chiedeva ‘Ti piace così?’

All’inizio si sentivano battute e incitamenti, ma poi, piano piano, era sceso il silenzio. La situazione si era fatta arrapante per tutti. Qualche coppia già si toccava.

E Angelo mise le mani sulla testa di Silvia. ‘Così, così, ingoialo tutto.’ Chiuse gli occhi per il piacere e schizzò. La mia ragazza si fece schizzare tutto sulla faccia, masturbandolo alla fine. Il liquido bianco le copriva l’intero volto e cominciò a gocciolare.

Scoppiò l’applauso. E scoppiarono le battute e i commenti.

Carmen si avvicinò a Silvia, la prese per mano e le disse ‘Adesso vieni a lavarti la faccia, porcella!’ Si avviarono verso il bagno e vidi due ragazzi che le seguivano. Anch’io li seguii. Entrarono in bagno e la mia ragazza si lavò la faccia. Carmen era accanto a lei. ‘Ti &egrave piaciuto proprio fargli un bel pompino, eh?’ La nostra amica rise. ‘Fammi sentire!’ Infilò la mano sotto la gonna della mia ragazza. ‘Sei tutta bagnata!’ Il suo dito si muoveva lentamente in senso rotatorio.

‘Hai proprio bisogno di cazzo. Si capisce ‘. Girati, che qualcuno te lo da.’ Vidi uno dei due ragazzi avvicinarsi. La mia ragazza si girò, si chinò in avanti e appoggiò le mani sul lavandino. Il ragazzo si mise dietro di lei, le tirò giù il perizoma, ma solo di poco. Fu un attimo e la infilò. Sentii Silvia gemere. Il ragazzo la scopava con veemenza. Fu una sveltina. E Silvia si accasciò sul lavandino esausta. Il ragazzo si fece da parte e dietro a Silvia arrivò il suo amico. Era già sbottonato e puntò la punta del suo cazzo fra le natiche della mia ragazza. ‘Adesso lo prendi anche nel culo.’ Silvia non disse nulla, si mosse solo per aiutarlo a farlo entrare bene. La sentii all’inizio sussurragli ‘Piano, mi fai male .. sì, così ‘ più dentro.’ Poi esplose ‘Così, così, sfondami!’ Il ragazzo non si fece pregare. ‘Che troia che sei! Te lo sfondo tutto, sì! ‘ Si incitavano a vicenda. Con una mano la mia ragazza si masturbava. Lui con le mani le stringeva le natiche e ogni tanto gliele schiaffeggiava. Durò un tempo interminabile. Sentii Silvia venire più volte sino a quando fu lui a riempirle il culo di sperma.

I due ragazzi tornarono nella sala. La mia ragaza si lavò e si ricompose. Si avvicinò a me e mi baciò. ‘Hai visto che troia che sono! ‘ Ti piace vedermi scopare?’ Io ero tutto eccitato e lei lo capiva.

Ero proprio diventato un cukcold fortunato.

….

‘Amore, sai il negozio di vestiti che sta all’angolo della strada? ‘ Il proprietario mi sbava proprio dietro quando mi vede passare.’ Silvia mi si avvicina, mi lecca un orecchio. ‘Me lo fai scopare?’ Mi accarezza la patta e sente che mi sto eccitando. ‘Ci andiamo all’orario di chiusura e lo faccio impazzire.’ Sorride e sorride, continuando ad accarezzarmi.
Guardo Silvia che si veste, infila una mutandina di pizzo nera, non mette il reggiseno, toglie dall’armadio un vestitino nero corto corto, sceglie delle scarpe con un tacco alto. Mancano cinque minuti alla chiusura quando entriamo nel negozio. C’&egrave solo il proprietario, un uomo sui sessanta. Silvia chiede di vedere delle gonne. ‘Cercavo una gonna corta, vede, più o meno della lunghezza di questo vestito. Attilata, nera o, comunque, scura.’ Lui le fa vedere alcuni capi. Lei fa l’indecisa, poi chiede di provarne tre. Il camerino &egrave nel retro del negozio e lui l’accompagna. Io rimango davanti e mi appoggio al bancone, c’&egrave uno specchio che mi permette di vedere cosa succede. L’hanno messo sicuramente per controllare che qualche cliente non rubi uno dei capi che prova. Faccio finta di giocare con il cellulare.
Silvia chiude la tenda del camerino, ma solo per tre quarti. Si sfila il vestito e rimane con le sole mutandine. Lui la sta guardando. Lei infila la prima delle gonne e si guarda allo specchio, poi, coprendosi la parte superiore del corpo si sporge dalla tenda. ‘Posso guardarmi in quello specchio lì, che questo nel camerino &egrave troppo vicino e non capisco bene come mi sta?’ ‘Certo signorina.’ E la mia ragazza scosta la tenda. Lui se la mangia con gli occhi. Silvia fa due passi, si guarda nell’altro specchio, si gira per vedere come la gonna scende sul didietro. Con le mani accarezza la gonna per vedere quanto aderisce. ‘Sì, questa mi piace, ma voglio provare anche le altre.’ Rientra nel camerino, non tira la tenda e si toglie la gonna. Lui, secondo me, sta impazzendo. La mia ragazza si infila l’altro capo e ripete la scena di prima. Questa volta si avvicina a lui. Ancora una volta si accarezza per vedere quanto aderisce la gonna. ‘Mi sembra che questa stia un po’ troppo larga, vero?’ Lui ‘No, signorina, guardi.’ Questa volta &egrave lui ad accarezzarle la gonna e le sue mani indugiano sulle natiche della mia ragazza. ‘Vede che anche questa la fascia bene.’ Silvia si gira davanti a lui. Il suo seno nudo &egrave a pochi centimetri da lui. ‘Non so, vede…’ gira la testa verso lo specchio del camerino dove si riflette il suo lato B, si accarezza il culo ‘Vede, che fa come una piega, qui.’ Lui si sporge, quasi si appoggia a lei, le accarezza il culo ‘No signorina, guardi.’ Silvia gli sussurra qualcosa all’orecchio e lui continua ad accarezzarle il culo. Vedo che lui fa un gesto con gli occhi e la testa. Sta chiaramente facendo cenno a me. Lei fa un gesto come dire, non preoccuparti. ‘Allora provo anche le altre.’ Rientra nel camerino, si sfila la gonna, si toglie le mutandine, gli fa un gesto di avvicinarsi. Lui si fionda, l’abbraccia, le sue mani le stringono il culo. Lei gli lecca il collo accanto all’orecchio. Sussurra qualcosa. Lui la lascia e lei si china. Pochi secondi dopo ce l’ha già in bocca. Lui le accarezza i capelli. Il pompino prosegue per un po’, poi Silvia si stacca e si gira. Lui la prende da dietro. La sbatte con foga. Lui le stringe forte forte i seni e e la stringe a sé. Lo fanno in silenzio, come se avessero paura che io me ne accorga. Lui viene. Stanno un po’ fermi, poi lei si stacca, si gira, lo bacia e gli dice qualcosa. Lui tira fuori un fazzoletto e si pulisce. Lei, mentre si mette a posto e si riveste, dice ‘OK, prendo le prime due.’ Poi alza la voce ‘Scusa amore, ho finito, ma lo sai che sono sempre indecisa quando si tratta di scegliere le gonne.’ Io non rispondo. Tornano nel davanti del negozio. Lei entra per prima, lui la segue con le gonne in mano.
‘Mi fa uno sconto, vero, visto che ne prendo due?’ ‘Certo, signorina, vedrà che la tratto bene.’ ‘Forse avrò bisogno anche di una maglietta da metterci sopra, magari torno un altro giorno a vederne qualcuna.’ ‘Ma certo, signorina, vedrà che ho qualcosa per lei.’ Silvia paga le due gonne una sciocchezza ed usciamo dal negozio.
Ci allontaniamo un po’ e mi dice ‘Hai visto tutto?’ ‘Sì, tutto.’ ‘Ce l’ha bello grosso, sai? Mi sa che ci torno da lui.’ Sorrido. ‘Ma adesso andiamo a casa, che ho voglia di te.’

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