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Racconti Erotici Etero

Cunnilingus ad una sconosciuta

By 7 Ottobre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Entrai in uno stanzone, adibito a bar. Sulla destra c’erano parecchie coppie, accomodate sui divani. Bevevano, parlavano, alcune limonavano. Una ragazza era intenta a fare un pompino ad un signore di mezz’età, stravaccato su un divano, con lo sguardo perso nel vuoto. Era intenta a fare un lavoro di fino su un cazzo bello consistente e mentre succhiava, mostrava il suo culo alla sala evidenziando un perizoma che copriva a mala pena il buco. Ovviamente lo spettacolino attirava l’attenzione dei presenti: molti uomini, con lo sguardo infoiato, si massaggiavano il pacco.

Anche la barista, una bella morettina sulla trentina, ammirava la performance della coppia. Sorrideva e fu proprio in quel momento che incrociò il mio sguardo. Mi fissò e il suo sorriso divertito divenne malizioso, complice e furbetto.

Le sorrisi. L’avevo sgamata che osservava quel cazzo con aria bramosa e probabilmente sotto era già un lago. Si girò verso il collega e disse – vado in bagno – uscendo dal bancone. Mi guardò sfilando davanti a me.

Notai il suo vestito, un abitino floreale molto stretto, che portava senza reggiseno. Non era tettona, anzi, le sue tettine spiccavano soprattutto per i capezzoli protratti che confermavano l’eccitazione e che ovviamente fissavo bramoso. Ovviamente se ne accorse e mi fece l’occhiolino.

La seguii. Il vestitino, molto corto, evidenziava il suo culo perfetto e la sua andatura era eccitante. Mi piaceva, me lo diceva anche il mio cazzo, che aveva già raggiunto un discreto volume.

S’infilo in bagno e l’unica idea che mi venne era quella di attenderla fuori.

Uscì e i nostri sguardi si incrociarono ancora. Mi sorrise ancora e si fermò sul bordo della la pista da ballo dove una signora, tette al vento si muoveva in modo sinuoso. Molti uomini erano in pista, eccitati dalla vista di quelle tettone. Si strusciavano con lei, palpavano quelle tette. La donna rideva e tastava i pacchi che le arrivavano a tiro. L’atteggiamento e i movimenti degli uomini erano quasi ridicoli, guidati dai loro cazzi.

Persone che in altri contesti dimostravano la massima serietà, in questo luogo sbavavano letteralmente, si muovevano cercando di intercettare una tetta o provando ad infilare le loro mani in mezzo alle cosce della milf. Era chiaro che questa donna, nel giro di qualche minuto, avrebbe iniziato a prendere numerosi cazzi in tutti i buchi possibili. Stava scegliendo le prede per l’imminente gang-bang.

Presi un respiro mi feci coraggio e appoggiai le mie mani sulle spalle della barista, iniziando un lieve massaggio dietro le scapole. Si girò, mi guardò con faccia stupita e mi disse
– Continua, ho la schiena a pezzi.

– Posso fare di meglio, se ti stendi di pancia su quel divanetto, ci penso io a rimetterti in sesto.

– Si bravo tu mi vuoi scopare, altro che massaggio.

– Solo se lo vuoi anche tu. Per me &egrave già sufficiente poterti fare un massaggio.

Mi prese la mano e ci spostammo in un’area un po’ più appartata. Si tolse le scarpe e si stese, di pancia, su un divano.

Le aprii la zip del vestito e iniziai un leggero massaggio. Lei socchiuse gli occhi e fece un bel respiro. Iniziai a fare pressione su alcuni muscoli, per rilassarla. Passai ai suoi piedi, poi ai polpacci, poi alle cosce. Le passai la mano sul culo una volta, due volte e seguii il filo del perizoma.

Iniziai a baciarle le scapole per poi scendere, fino a passarle la lingua nelll’interno coscia. Un brivido la scosse e si girò, fissandomi con quegli occhi vivaci, lo sguardo da troia.

Con delicatezza e naturalezza le sfilai il perizoma, scoprendo una fighetta curata con un ciuffetto di pelo sul pube, due labbra interne carnose, un clitoride esposto e pulsante. Il mio cazzo era decisamente duro, mi faceva quasi male.

Iniziai a passarle la lingua sul l’interno coscia e arrivai a pochi centrimetri dalla sua figa, lambendo le labbra esterne. Proseguii sul basso ventre e mi spostai sull’altra gamba, fino al ginocchio. La sua figa luccicava, allargai le labbra e mi tuffai con la lingua a martello mirando direttamente al buco e infilando la lingua più che potevo nella sua intimità. Iniziai a mulinare la lingua e ad assaporare il suo sapore dolcissimo.

Le sue mani mi presero la testa – Sei un vero porco – disse allargando le gambe per agevolare il cunnilingus.

Lappavo infoiato, dentro con la lingua più che potevo, la mia faccia era piena dei suoi umori. Poi passai al clitoride, facendo la massima pressione.

Sentii una contrazione del suo utero. Lei bloccò la mia testa e m’imploro di continuare
– Mi fai impazzire, cazzo, leccami forte, sul clitoride!
Divenne il il mio bersaglio. Lo leccavo e lo succhiavo e le sue contrazioni erano sempre più percepibili.

Ad un tratto lei mugolò, s’inarcò, si contrasse e un fiotto di umori si scaricò sulla mia faccia, lavandomi completamente il viso.

Mi scostai sorpreso passandomi una mano sulla bocca per asciugare un po’ di quell’abbondante venuta. Mi guardò, mi prese la testa con le mani e mi porto nuovamente alla fonte
– Continua figlio di puttana, fammi godere.

La mia lingua si rituffò sul clitoride martoriandolo, il suo utero era in continua vibrazione e dopo poche leccate s’inarcò ancora e mi spruzzò un’altra scarica di liquido che questa volta succhiai e bevvi avido. La mia testa era bloccata dalle sue mani che mi obbligavano ad un lavoro di lingua, praticamente in apnea.

Infilai nuovamente la lingua nella figa e le infilai un pollice nel culo. Iniziò ad urlare
– Si, si, continua cazzo, vengo ancora.
Partì un’altra copiosa spruzzata mentre il suo corpo si animava dalle convulsioni. Oltre al pollice in culo, con l’altra mano, le infilai due dita in figa, poi tre e poi addirittura quattro. La sua figa si dilatava fino a fare entrare la mia mano che raccolsi a pugno, iniziando a ruotarla dentro.

La mia lingua si lanciò sul clitoride quasi con violenza, la voglia era quello di strapparglielo.

Il suo utero era una continua contrazione e la sua figa colava come se stesse pisciando. Aveva il fiato rotto dagli orgasmi.
– Bastardo fammi venire ancora. Lecchi troppo bene. Mi farai morire.

Il mio cazzo esplodeva e mi facevano male i coglioni. Lei stava godendo come non avevo mai visto. La mia mano era completamente dentro la sua figa e stimolava le pareti interne. L’utero si contorceva.

Ad un tratto s’inarcò come fosse indiavolata, mi spinse via con violenza, allargò le gambe e con un urlo strozzato fece partire un getto lunghissimo.

Rimasi sorpreso a guardarlo e mi rituffai con la lingua in figa. Mi bloccò la testa, iniziò a leccarmi la faccia per gustare il sapore della sua figa.
– Ora tocca a me!

Mi sbottono la patta ed imboccò direttamente il cazzo. Bastarono due succhiate per farmi venire e schizzarle in gola tutto il mio sperma. Ingoiò tutto, spremendo il cazzo per non perdere nemmeno una goccia.

Il mio cazzo era ancora duro ma lei lo ignorò. Si allaccio il vestito, mi baciò con la lingua, con ardore. Potevo sentire il gusto della mia sborra.

Inebetito le chiesi – Come ti chiami? Lei non rispose, mi sorrise, si girò e sparì.

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