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Racconti Erotici Etero

Da un lato e dall’altro

By 18 Ottobre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

‘Prendimi da dietro.’ disse Lela allargandosi le chiappe con le mani e esibendo il suo bel buchino. ‘Adoro quando mi sfondi il culo mentre sei vestito da donna. Dev’essere il mio lato lesbo.’
Mi avvicinai a quell’altare e lasciai cadere un filo di saliva proprio sulla riga delle natiche. Con un dito iniziai a massaggiarlo e a lubrificarlo. Lo sentivo contrarsi e rilassarsi ad ogni passaggio. Lela gemeva e accompagnava il movimento con il bacino. Con una mano si accarezzava la patata fradicia.
Spinsi il pollice e il buchetto si aprì leggermente. Me lo portai alle labbra e lo bagnai di saliva, poi tornai dal culo di Lela. Spinsi di più e il mio pollice sparì nella sua carne eccitata. ‘Sììììììììììì”.’ Iniziai a muovermi pian piano, prima in circolo e poi dentro e fuori. Sapevo cosa le piaceva e sapevo quello che piaceva a me.
Tolsi il pollice e vi infilai l’indice, per giungere più in profondità. Mi piaceva masturbare i culi. Anche le fiche e i cazzi, a dire il vero. Mi piaceva il sesso e mi piaceva far godere.
‘Fottimi!!!!….’ quasi mi implorò la voce rotta di Lela ‘Fammi sentire il tuo cazzo dentro di me!!!… Voglio godere!!!!….’
Con la mano libera lubrificai il mio uccello duro e quindi mi avvicinai calda caverna del nostro piacere. Appoggiai la cappella e la sfregai, tenendola premuta con il pollice. Feci scivolare l’asta fino alle palle.
Mi allontanai di nuovo e tornai ad appoggiare la punta nella fessura della lussuria, quindi spinsi, e spinsi, e spinsi, finch&egrave non affondai del tutto in quell’antro caldo e accogliente.
Lela gemette e io ansimai. Restai piantato in quel delizioso buco per sentire il dolce tepore che si sprigionava. Sentivo le pareti contrarsi e serrare il mio cazzo. Una sesazione divina.
Afferrai Lela per le anche e la tirai a me, poi iniziai a scoparla con calma. Avanti, indietro, avanti, indietro. Sentivo che il buco creava ancora un po’ d’attrito e resistenza. Lasciai cadere dell’altra saliva. Il contatto con la pelle calda provocò in Lela un brivido che le fece accapponare la pelle.
‘Fottimi fino in fondo.’ mi disse ancora e allora iniziai a scoparla con più ritmo e con più profondità. Più la scopavo più Lela si sgrillettava e più gridava di piacere.
Io sentivo il suo culo accogliere e stringere il mio uccello come un desiderio e mi davo da fare a più non posso.
‘Spaccami, mio stallone.’
‘Con piacere, mia vacca da monta.’ E iniziai a stantuffarla tenendola per i fianchi.
Ansimavo e spingevo. ‘Lo senti, mia maiala?’ le dicevo. ‘Lo senti come &egrave duro? Tutto merito tuo. Tuo e del tuo bellissimo culo.’ e intanto la pompavo come un forsennato. ‘Ti piace prenderlo in culo, troiona?’
‘Oh siiiiii,’ mi rispondeva lei, ‘mi fai crepare dal godere.’ e gemeva a bocca aperta. ‘Sento il tuo cazzo nella pancia. Fottimi.’
Le sue parole, il suo calore, il suo godere e gemere come una cagna in calore mi spinsero sino al limite massimo. Sentii l’orgasmo salire dai miei coglioni. La avvisai del prossimo schizzo e la strinsi di più a me.
‘Sborrami sul culo.’ mi chiese. ‘La voglio calda sul mio buchetto assetato.’ Non me lo feci ripetere due volte e la scopai fino al momento esatto del primo fiotto di caldo sperma. Con una mano le tenni aperte le chiappe e con l’altra diressi gli schizzi sul buco che pulsava davanti a me.
Adoravo vedere la mia sborra colare da un culo appena scopato, &egrave un’immagine che mi manda in estasi. Terminato l’impeto della fontana mi abbassai per leccare quelle gocce salate dall’altare su cui avevo sacrificato la mia virilità. Lela apprezzò il gesto e, sgrillettandosi furiosamente, si abbandonò ad un copioso orgasmo che avvampò a pochi centimetri dalla mia bocca.
‘Sei un grandissimo porco.’ mi disse accasciandosi sul letto. ‘Con te riesco a godere come una puledra. Mi sento sempre eccitata.’
Si rotolò sul letto e iniziò a leccare pulendomi l’uccello che andava ammosciandosi.
‘Come mi piace il tuo sapore dopo che mi hai scopato.’ disse sbattendosi il mio cazzo sulla lingua.
‘Non la smetterei mai di scopare con te.’ le risposi stringendole una tetta.
‘Ma adesso lascia che ti restituisca il piacere che mi hai dato.’ disse ancora. Si sdraiò sul letto ed estrasse un lungo double dong trasparente con le cappelle rosse.
‘Mmmmmmmm’ dissi, ‘Buongustaia’..’
‘Un regalino per noi’..’
Mi fece sdraiare a pancia in su e iniziò a lubrificarmi il buchetto del culo, prima con la lingua – una pratica che adoro a dismisura – e poi con il gel e le dita. Lela ci sapeva fare, sentivo le sue dita lavorare intorno al mio ano e poi dentro. Si muoveva con decisione e delicatezza. La libido avvampava partendo da quel piccolo buco.
Poi lubrificò anche il dildo, lo fece un po’ col gel e un po’ con gli umori della sua fica sempre fradicia.
‘Abbiamo un bel wurstelone tutto per te” disse ironica.
Io mi rilassai e lasciai che Lela si aprisse la strada nelle mie carni. Il primo strappo può essere doloroso e bisogna abituarsi, ma poi il piacere si fa strada e colpisce direttamente il cervello. Sebbene eccitata Lela non aveva fretta e mi penetrò con sapiente maestria. Sentii quel grosso coso adagiarsi dentro di me e scaldare la mia pancia.
Sentivo tra le dita il cazzo dare segni di risveglio.
Quando la mia parte di dildo fu al suo posto nel mio culo, anche Lela si prese la sua. Si lasciò scivolare dolcemente la cappella del giocattolo tra le labbra della fica. Fu un ingresso molto più agevole rispetto a quello del mio culo.
Iniziammo a muoverci ritmicamente, i bacini che si avvicinavano e si allontanavano. Lela teneva il dong con una mano e lo spingeva dentro di me. Io mi segavo e cercavo il massimo del piacere da entrambi i lati. Lela gemeva e mi dava del porco, maiale, libertino, depravato. Io godevo di ciascuno di questi termini. Mi piaceva scopare, mi piaceva la figa, il culo, il cazzo, le tette, i trans, leccare, essere succhiato, sborrare in qualunque posto. Il paicere era il mio unico dio. E con Lela ne ottenevo alla grande.
Lela si sollevò e si sfilò il dildo dalla vagina, lasciandolo però ben piantato nel mio culo, si girò sopra di me e mi offrì la sua figa arroventata. Mi ci tuffai come un affamato su un pezzo di pane. Iniziai a leccarla con passione, affondando la lingua in ogni sua piega, cercando il clitoride e succhiandolo.
Lela fece lo stesso con il mio uccello, che era tornato baldanzoso, succhiandolo e leccandolo, ma sempre tenendo una mano ben fissa sul dildo. Succhiava da un lato e spingeva dall’altro. Io ricevevo il suo servizio e lo restituivo profondamente. Stuzzicavo le grandi labbra e bevevo ogni goccia che stillava da quella fonte magica. Con le mani le cercavo il buco del culo e con le dita ci giocavo intorno.
Lela gemeva, io ansimavo. eravamo fusi nella stessa libidine.
‘Voglio bere il tuo sperma.’ gridò Lela. ‘Lo voglio su tutta la faccia. Schizzami come sai fare tu!’
‘Oh siiiiiiii” le risposi. ‘Tu succhia e spingi che fra non molto avrai ciò che chiedi.’
Lela incrementò l’impegno di bocca e mano. Io feci lo stesso e sentii la sborra erompere impetuosa. Avvisai la mia compagna che un po’ ingoiò e un po’ si fece sborrare in faccia, per poi regalarmi il suo caldo nettare salato accompagnato da un urlo liberatorio.
Sfinita mi rotolò al fianco e mi offrì le sue labbra imbancate dal mio seme.
Senza bisogno di parole allungai la lingua e la baciai. Eravamo davvero due maiali di prima categoria.

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