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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

DAL PUNTO DI VISTA DI UNA SCHIAVA

By 26 Settembre 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Il mio cellulare squilla. &egrave Valentina la mia migliore amica. La ignoro volutamente e continuo a vestirmi finché non smette di suonare. Pochi minuti ed ecco che ricomincia con insistenza. La conosco fin troppo bene, non mi darà tregua fintanto che non le avrò dato udienza. Svogliatamente rispondo.
“Ciao Vale, stamattina sono in ritardissimo, scusami tanto ma proprio non riesco a parlare.”
“Eh no! Non mi puoi liquidare così con una scusa sai! Ieri sera ti abbiamo aspettata un’ora davanti al ristorante e tu, oltre a non esserti presentata, non ti sei nemmeno degnata di rispondere ai miei messaggi! Va tutto bene? Sono preoccupatissima!”
“Sì Vale, &egrave tutto ok, stai tranquilla. Scusami, ero solo distrutta.”
“Sei una stronza!”
“Vale, ti supplico, non ti ci mettere pure tu stamattina! Il mio Padrone mi ha chiesto di raggiungerlo senza preavviso e di sicuro arriverò tardi al lavoro.”
“E dove sta il problema? Tu digli che non ci puoi andare. ”
“Ahah Vale, non posso negoziare con Lui, &egrave il mio Padrone. Mi dà ordini e si aspetta che io li esegua. Sai che sono strana ed essere costretta in questa condizione di inferiorità e sottomissione mi eccita da morire. Il dolore mi dà piacere. In fondo &egrave tutto un gioco. Non mi aspetto che tu capisca ciò di cui io ho bisogno per sentirmi viva, perlomeno accettami così. Non sono in pericolo con Lui, nemmeno un istante.”
“Esattamente perché non sei uscita con noi ieri sera? &egrave stato per colpa sua?”
“Non me lo ha vietato espressamente, ma il fatto che fossi distrutta al punto da non riuscire a muovere neppure un dito lo devo a Lui. Sto per uscire di casa Vale, sentiamoci a pranzo.”
“No cara! Voglio sapere tutto, parlerai mentre guidi.”
“Mi arrendo Vale, hai vinto tu…
Circa una settimana fa il Padrone mi ha imposto di non fare più sesso con il mio fidanzato. Mi ha concesso solo di fargli dei pompini, mentre io non devo essere nemmeno sfiorata da lui, né venire in alcuna circostanza. Se disubbidisco glielo dovrò comunicare immediatamente e mi sarò guadagnata quaranta frustate sulla passera.”
“Cooosa? Ma tu sei matta! E Robby come l’ha presa?”
“Beh ho proposto a Robby un giochetto erotico, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto per un periodo praticargli solo rapporti orali, e che potrebbe chiedermene tutte le volte che ne ha voglia. La cosa dapprima lo ha eccitato non poco e gli ha fatto crescere particolarmente l’esigenza, ma l’altra sera mentre glielo succhiavo mi ha bloccato le braccia e mi ha toccato il clitoride. Ho tentato di divincolarmi, ma non avevo abbastanza forza da ostacolarlo, così mi sono bagnata e ho iniziato e godere. Sono riuscita a trattenermi e non sono venuta, anche se non dovevo permettere che succedesse.
Ieri mattina mi sveglio e trovo un messaggio sul cellulare…”la prima cosa che farai stamattina sarà prenderlo nel culo”. Leggere queste poche parole ha avuto un effetto prepotente in me, mi hanno fortemente eccitata. Sono corsa all’albergo dove &egrave ospite, appena entrata nella sua stanza mi assale, mi piega a novanta sul divano, alza la mia gonna e me lo spinge nel culo con la forza di un animale e viene dopo avermi sfondata ripetutamente. Quindi mi saluta e mi chiede sorridendo come procede con la mia vita sessuale. Gli racconto quanto ti ho detto prima e più parlo più il suo volto si oscura. Al termine &egrave palesemente arrabbiato. Mi dice che ho commesso due gravi errori per i quali sarò punita e mi chiede se ho capito quali siano.”
“Uno &egrave che ti sei fatta toccare quando non avresti dovuto, e l’altro?”
“Non gli ho raccontato quella sera stessa quello che era successo, e non solo, una volta entrata nella sua stanza anziché parlargliene ho preferito farmi fottere e godere e aspettare che Lui chiedesse.”
“Come hai preferito? Se ti &egrave saltato addosso senza nemmeno darti il tempo di entrare! Ma quello &egrave malato! Quindi? Cosa ti ha fatto?”
“Mi ha spinta sul letto, mi ha fatta sdraiare e aperto le gambe, mi ha sollevato la gonna e sfilato le mutandine. Si &egrave tolto la cinghia e mi ha detto che mi meritavo quaranta cinghiate: venti per essermi fatta toccare e venti per l’omissione. Mi ha ordinato di contare e ha cominciato a colpirmi con forza senza darmi tregua. Quella cinghia brucia dannatamente sulla pelle morbida e delicata, gonfia le carni, senti il bruciore, poi il calore che si genera in profondità e si diffonde e infine un dolore crescente. Dopo poco tempo sentivo la passera in fiamme e ho cominciato a piangere come un agnellino. Supplicarlo di smettere non sarebbe servito a nulla, così mi sono concentrata a non sbagliare il conto delle cinghiate mentre oramai piangevo senza ritegno. Arrivato a quaranta mi ha sfiorata ed ero bagnata. Ha appurato quanto fossi vogliosa nonostante il dolore, così mi ha ribaltata a pecora e me lo ha rificcato nel culo. Stavolta complici il dolore, l’aumentata sensibilità e l’avermi già aperta, ogni suo affondo mi si ripercuoteva dentro la passera, portandomi a livelli sempre più alti di piacere. Ho risposto alle sue spinte avvantaggiando la sua penetrazione, mi sono ritrovata ad urlare ed ho avuto un orgasmo potente Vale, uno dei più forti della mia vita.”
“Io credo che sarei scappata alla seconda cinghiata mandandolo affanculo!”
“Ahahah…Vale ti devo proprio sembrare un’aliena, vero?”
“Beh certo non condivido i tuoi gusti sessuali, ma non ti condanno per questo. Poi come &egrave finita?”
“Mi ha detto che avrei fatto molta fatica a sedermi e che avrei avuto la passera gonfia e dolorante per qualche giorno. Poi mentre stavo per andarmene mi ha richiamata indietro e sorridendo mi ha detto che aveva pensato ad un nuovo giochetto per me.”
“Quale gioco?”
“Non me lo ha voluto rivelare, sostiene che un pò di attesa e suspense mi faranno molto bene.”
“Sadico!”
“Ahah, sì e non sai quanto! Vale sono da Lui, devo chiudere”
“Richiamami appena esci da quella stanza perché voglio sapere tutto.”
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“Ciao Vale”
“Cosa &egrave successo?”
“Mi ha detto che ogni mattina prima del lavoro dovrò passare da Lui per la mia inculata quotidiana, che verrà preceduta da quindici cinghiate sulla passera. Sono rimasta immobile e senza parole, appena ho potuto gli ho chiesto cosa avessi fatto di sbagliato da ieri a stamattina per meritarmi un’altra punizione. Mi ha candidamente risposto con il sorriso sulle labbra che non avevo commesso nessun errore e che fottermi il culo gli dà parecchie soddisfazioni e lo vorrà fare tutti i giorni. Inoltre lasciare segni sulle mie carni con la sua cinghia lo ha molto eccitato e senza una motivazione punitiva io posso sopportarne un numero così piccolo tutte le mattine.”
“Un numero così piccolo? Sei corsa via, vero?”
“Mi sono calata i vestiti senza che mi invitasse a farlo o che aggiungesse altro e mi sono messa in posizione a gambe aperte. Ho atteso che mi colpisse le quindici volte sulla carne già bollente mentre lacrime silenziose mi rigavano le guance per il rinnovo del dolore ad ogni nuovo colpo che mi donava. Non aspettavo altro che mi sfondasse il culo, saperlo eccitato mentre mi sovrasta mi fa pagare anche prezzi alti, Vale. Non posso scappare da Lui perché scapperei dai miei desideri più profondi e dall’appagamento del mio piacere. Tutto quello che conta per me &egrave sapere che Lui trova soddisfazione nel vedermi soffrire, nel sottomettermi e nel correggere i miei comportamenti, nell’educarmi.”
“Sono shockata! Non mi aspettavo che ci fosse tanta sostanza dietro a quattro frustate.”
“Beh, per amor del vero non sarebbero proprio quattro…”
“Come stai adesso? ”
“Dipende da cosa intendi. Mentalmente sto divinamente, ho soddisfatto il mio Signore, mi sono comportata come Lui voleva e l’ho fatto venire. Fisicamente sento il sesso pulsare e battere come se il cuore si fosse trasferito lì, il solo contatto con il tessuto dell’intimo mi procura fastidio e se sto seduta non riesco a pensare ad altro che a quei pochi centimetri di corpo. Non so come farò a concentrarmi stamattina!”
“Sì per non parlare delle mattine che verranno, dal momento che questo &egrave solo l’inizio. “

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