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Racconti Erotici Etero

Dal virtuale alla realtà

By 14 Novembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Non avrei mai immaginato che questo incontro tanto atteso sarebbe giunto. Il treno prosegue la sua corsa ed io conto i minuti che mi separano da te. Sono mesi che trascorriamo ogni momento libero a parlare, raccontarci e darci piacere, un piacere così intenso e folle da rendermi inerme e sazia di quell’appetito da troppo assopito.
Scendo dal treno con trepidazione, gli scalini sembrano troppo alti per contenere i miei passi incerti. Lascio il treno alle mie spalle, inizio a guardarmi timidamente intorno e sento le tue braccia attorno a me. Mi hai colta di sorpresa, mi stringi stretta a te come se avessi il timore che io possa svanire ed adagi le tue labbra sulle mie. Non servono parole in quel momento, basta l’unione delle nostre bocche, l’incontro delle nostre lingue che si accarezzano e si intrecciano scambiando calore, voglia, saliva ed eccitazione.’
Ci stacchiamo con fatica, i nostri corpi sono attratti dal desiderio di sentirsi. Mi guardi con i tuoi occhi scuri, mi n prendi per mano e mi guidi mentre io sono in balia delle emozioni.’
Saliamo su un taxi fuori la stazione, mi fai accoccolare sulle tue gambe e finalmente sento la tua voce roca sulla pelle “Benvenuta piccola”. Il viaggio mi sembra infinito, le tue labbra scivolano sul mio collo nudo mentre la tua mano gioca quasi distrattamente con l’orlo del vestito che ho scelto di indossare per te. I tuoi occhi osservano l’autista mentre le tue dita indugiano sulle mie cosce fino a raggiungere la fine delle autoreggenti, sento un ghigno e la tua voce che mi sussurra “Sei così troia, così mia”. Mi fai allargare le cosce e col tuo tocco lieve sali sempre più su, sento il calore della tua mano sulla pelle, nascondo i gemiti nascondendo la bocca nell’incavo del tuo collo e bloccando il mio ansimare con piccoli baci e leccate. La tua mano non mi dà tregua, sale sempre più su fino a sfiorare il pizzo del mio perizoma ormai grondante di umori. Serro le gambe istintivamente bloccando la tua mano, mi rivolgi un sorriso beffardo, mi fermi le gambe con le tue ginocchia e con un colpo deciso del tuo dito mi penetri la fica tremante più volte. Mi guardi negli occhi, sfili la mano ed appoggi il dito sulle mie labbra; ti guardo con sfida, lo faccio scivolare nella bocca ed inizio a leccarlo immaginando che fosse il tuo membro.
Il taxi ferma la sua corsa, stordita ed eccitata scendo come un automa ma ci sei tu a guidarmi.
Entriamo nel portone di un palazzo mentre la tua mano non lascia la mia, inizi ad armeggiare con un mazzo di chiavi e mi fai accomodare in un appartamento in penombra. Ti chiudi la porta alle spalle, ti appoggi allo stipite e mi osservi, il tuo sguardo mi fa sentire nuda.’
Ti avvicini a me, poggi le mani sulle mie spalle e mi sussurri “Spogliati piccola”. Non so se recepire la tua frase come un ordine o una semplice richiesta, per un attimo un barlume di lucidità mi ricorda che sto commettendo una pazzia, che sono in presenza di uno sconosciuto ma i tuoi occhi e la tua voce paralizzano le mie paure.’
Tolgo il cappotto e lo appoggio su una poltrona poco distante, faccio scendere la zip del vestitino che cade ai miei piedi. Rimango di fronte a te con indosso un completino nero in pizzo. Il reggiseno a balconcino non trattiene i miei capezzoli turgidi ed eccitati, il perizoma &egrave ormai bagnato dai miei umori che scivolano tra le mie cosce. Sfilo le scarpe dai tacchi vertiginosi ed inizio a far scendere la calza destra senza che i miei occhi lascino i tuoi. Non faccio in tempo a sfilare la seconda calza che sei su di me, il tuo corpo mi imprigiona e la tua erezione struscia contro la mia carne nuda.’
Mi trattieni le mani sulla testa ed inizi a scorrere col tuo volto sul mio corpo. Mi baci lentamente il collo sensibile lasciando piccoli segni sulla mia pelle candida. Con la lingua arrivi al reggiseno, scosti una coppa con i denti e ti avventi sul mio capezzolo sinistro; lo prendi tra le labbra ed inizi una dolce tortura fatta di leccate e morsi. I miei gemiti si fanno sempre più intensi, soffi sul capezzolo sensibile e prosegui nella scoperta della mia pelle. Mi baci con trasporto il pancino, indugi sull’ombelico e, seguendo una linea immaginaria, arrivi al monte di Venere. Mi osservi silenziosamente per qualche secondo prima di fiondare il volto tra le mie cosce e respirare l’odore del mio piacere. La tua lingua passa quasi svogliatamente sulle pieghe del pizzo, scosti il tessuto e la inserisci nella mia fessura tremante. La tua bocca sembra divorare la mia fica, la lingua stuzzica il clitoride leccandolo e tirandolo dolcemente e mi penetra senza pietà.’
Le mie gambe si fanno deboli ma tu mi ordini di non muovermi. Aggiungi due dita nella mia carne vogliosa e le muovi con maestria, ruotandole fino ad accarezzare le mie parti più intime mentre la tua lingua lecca e raccoglie il frutto del mio immenso piacere.’
All’improvviso ti allontani, mi prendi in braccio, io piccola e nuda, tu alto e scolpito, e mi adagi sul tuo letto. Mi stiracchio sulle lenzuola e ti osservo mentre ti sbottoni la camicia lasciandomi intravedere un petto ampio, slacci la cintura che cade sul pavimento, sbottoni ed abbassi la zip del pantalone liberando un’erezione a stento contenuta dallo slip. Non riesco a resistere, gattono fino a raggiungerti e mi avvento sul tuo membro. La mia mano lo tira fuori dal tessuto, lo passo sul viso quasi a voler imprimere nei miei ricordi il tuo odore, ‘passo la lingua per la sua lunghezza e mi dedico a succhiare dolcemente la punta. Raccolgo con un dito una goccia del tuo seme, lo spalmo sulle mie labbra e ti accolgo nella mia bocca. Lo sento ardente e pulsante , inizio a farlo scivolare su e giù mentre la mia lingua scorre intorno, alterno leccate a lunghe succhiate e lo sento diventare di marmo dentro me.’
Le tue mani vagano indisturbate sul mio corpo, con un colpo mi stacchi il reggiseno’
‘E, mentre con la mano destra sostituisci la coppa mancante e torturi il mio capezzolo turgido, con la mano sinistra accarezzi e strattoni i miei capelli e dai il ritmo al pompino. Vorrei assaporarti fino alla fine, ‘bere tutto il tuo seme, ma hai un progetto diverso per noi.’
Mi giri a pancia in giù, il tuo respiro scorre sulla mia schiena, ‘lecchi la mia spina dorsale, mordi la mia natica e mi strappi con un colpo il perizoma. Mi sento nuda e vulnerabile, cerco irrazionalmente di coprirmi ma tu ti avvinghi alla mia schiena e mi sussurri all’orecchio “Sono mesi che aspetto di scoparti”. Mi fai alzare il pancino, mi apri la fica e con un colpo deciso mi penetri. Il tuo membro mi riempie tutta, ti accolgo e lo avvolgo dentro di me. Non mi dai il tempo per abituarmi a questa splendida pienezza che cominci a martellarmi con spinte lunghe e vigorose, il’
tuo cazzo si imprime nella mia carne fino a’
‘Toccare i punti più sensibili. Gemo senza pensare al luogo ed al tempo, ogni spinta diventa sempre più profonda ed &egrave accompagnata dalla tua voce roca che mi entra nelle vene “Sei mia” “Sei la mia femmina”. Le palle sbattono sul mio culetto, la tua mano si avventa sul mio clitoride ed io avverto una scossa che percorre ogni cm della mia pelle. L’orgasmo &egrave devastante, urlo il tuo nome mentre la fica si stringe e si contrae intorno al tuo membro. Tu continui a spingere senza sosta, il tuo respiro &egrave pesante e le pulsazioni del mio orgasmo ti fanno sprofondare in un piacere intenso, ‘urli quasi con rabbia il mio nome e mi riempi con il tuo seme bollente.’
Esci lentamente da me, mi stringi forte, poggi la tua bocca sulla mia fronte e mi sussurri: “Piacere, ‘Marco”.

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