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Avevo appena finito di lavorare e terminato le telefonate, stavo cazzeggiando su wa con il gruppo degli amici storici quando sentii bussare alla porta.

Dissi di entrare.

Era Vania, pronta per la notte, come avevo chiesto. Il pigiamone informe e le ciabatte vecchie e lise stridevano con il viso leggermente truccato e i capelli ordinati in una coda di cavallo bionda e lunga.

Avanti le ripetei, alzandomi per andare verso la valigia.

Presi il pigiama e l’occorrente per lavarmi i denti.

Domani, sistemami la valigia nell’armadio. Va bene Andrea, rispose.

In bagno mi cambiai, lavai i denti e pisciai e mi rilavai accuratamente il cazzo. Guardandomi allo specchio cercai di decidere se per quella la notte fosse stato opportuno lasciare la porta della camera aperta o chiusa. Decisi per tenerla chiusa, meglio non forzare le cose.

Tornando in camera la trovai che già aveva cominciato a sistemare le mie cose nell’armadio.

Mi vide e fermandosi si infilò sotto le coperte mentre chiudevo la porta.

Volevo disorientarla, farle capire che niente sarebbe stato scontato e programmabile, pertanto spensi le luci del comodino e le augurai la buonanotte baciandola sulle labbra.

Si addormentò quasi subito, sentivo il suo respiro profondo e costante.

Mi voltai, puntai la sveglia silenziosa del cellulare alle 2:30 e mi misi a dormire anch’io.

La sveglia mi ridestò silenziosamente, lei voltata di spalle dormiva ancora profondamente. Sentii il silenzio totale in cui era immersa la casa. Tutti dormivano.

Mi voltai e cominciai a palparle il culo, scendendo giù fino alla fica. Lei dormiva ancora. Infilai una mano nel suo pigiama e sentii che indossava un perizoma. Si svegliò in quell’istante e così continuai a violare la sua intimità. Rimaneva immobile, mi lasciava fare.

Avvicinai la mia testa alla sua, sentii il suo odore di femmina, la sua tensione.

Che culo che hai, ora ci divertiamo, le dissi.

La mano lasciò il culo e scese ancora giù fino alla fica, era calda ma non mostrava segni di eccitazione, forse perché suo marito dormiva nella stanza accanto, forse perché sapeva che stavo per scoparmela e non sarebbe riuscita a nasconderlo nel silenzio totale della notte.

Continuai a martoriarle la fica cominciando a infilare la falange del medio, la massaggiavo, cominciai a sentire i primi segni di cedimento, ma sapevo che erano solo fisiologici, non partivano dalla sua mente e questo mi eccitava tantissimo.

Feci salire la mano nella sua maglia fino a toccare la sua meravigliosa quarta dura e soda, il cazzo in piena erezione premeva sulla chiappa destra. Dovevo stare attento, quella situazione poteva sfuggirmi di mano, quella donna così lontanta dallo mio stereotipo di bellezza mi procurava una scarica erotica molto coinvolgente. Non dovevo dimenticarmi che tutto quello che stavo vivendo era solo frutto di un acquisto reso possibile dal vile ricatto economico-familiare a cui avevo lei e la sua famiglia.

Spogliati le dissi.

In silenzio, sotto le coperte, lo fece, rimanendo completamente nuda.

Nudo come lei, mi incuneai tra le sue gambe e cominciai a leccare ogni cosa di lei. Ventre, tette, cosce, continuavo a palparla dappertutto. Scesi sino alla fica e cominciai a leccarla, sapeva di fica, il profumo dell’evidente bidet che si era fatta prima di venire a letto era quasi sfumato. Le infilai il medio dentro mentre continuavo a leccare e toccare. Salii su verso il suo seno che succhiai oscenamente mentre il dito la masturbava. Arrivai alla bocca e cominciai a baciarla infilando la lingua per cercare la sua, la sentii muoversi in una leggera partecipazione, mentre il dito nella fica si bagnava sempre di più.

Mi scostai, sdraiandomi. La attirai dicendole di succhiarmelo. Esitò. Ripetei l’ordine, succhiamelo.

Salì sopra di me e cominciò a masturbarmi, le spinsi la testa e lei finalmente iniziò il pompino.

La lasciai fare godendomelo, senza darle istruzioni, chiusi gli occhi e la lascia libera di continuare come voleva.

Era brava, non eccessivamente ma ci sapeva fare. Riusciva a metterlo quasi tutto in bocca, mi faceva sentire la sua lingua scorrere su tutto il cazzo per poi appuntarsi la cappella sulle labbra per pomparmela.

Da come si impegnava capii che sperava in una sborrata veloce. Ma purtroppo per lei avevo altri programmi.

La presi per la testa e sedendomi la baciai per sentire il sapore del mio cazzo sulla sua bocca. La spinsi nuovamente giù per farla continuare nello splendido pompino.

Volutamente cominciai a gemere ad alta voce, in modo che in casa sentissero cosa stava accadendo in quella stanza.

Decisi che era giunto il momento di andare oltre.

Vania, domani compra dei preservativi e vai dal medico per la pillola per te e Corrinna.

Non riuscii a decifrare il suo sguardo di risposta ma decisi che non me ne fotteva un cazzo.

Mi alzai dal letto e dal comodino presi dell’olio per massaggi che avevo comprato.

La feci stendere e cominciai a ungere il suo magnifico culone sodo, feci entrare l’olio nel suo splendio buco, unsi anche la sua fica, tutto.

Penso che avesse capito cosa volessi fare, mi avvicinai alla sua testa e lei cominciò a sbocchinarmi nuovamente il cazzo per riportarmelo duro com’era prima.

Le passai l’olio e cominciò a ungermelo, asta, cappella, palle. Contemporaneamente mi masturbava. Sentivo l’eccitazione nella testa che mi stava per esplodere.

Mi misi sopra di lei e cominciai a tentare di incularla facendola stare stesa. L’olio non era abbastanza, faceva troppa resistenza.

Tuo marito non ti fa il culo? Le chiesi.

No perché non mi piace e mi faccio male! Rispose.

Aggiunsi altro olio e continuai a insistere. Piano piano cominciò a cedere e ficcai la punta della cappella.

AHIA mi fai male, piano!

Aveva esclamato ad alta voce, la vidi mordersi le labbra, non voleva che suo marito e sua figlia la sentissero.

Spinsi con un colpo secco.

AHIA cazzo! Piano!

Aveva urlato di nuovo, era quello che volevo. Sentii il rumore del relè di una luce, segno che qualcuno era sveglio.

Cominciai a spingere piano dentro e fuori aggiungendo olio. Sentivo la rosa del suo culo adattarsi alla penetrazione.

Finalmente ero tutto dentro, la sensazione di avvolgimento che si prova quando si entra in un culo si impossessò della mia mente.

Rimasi fermo per sentire quando i muscoli dello sfintere si fossero adattati alla presenza del cazzo.

La sentii rilassarsi. Mi stesi su di lei e cominciai a muovermi piano solo col bacino, dentro e fuori, dentro e fuori. Le toccavo le braccia, intrecciai le mani con le sue e continuai a spingere a fondo il cazzo nel culo. Sempre più a fondo. L’olio faceva il suo dovere, era un piacere sentirlo scivolare senza attrito.

Cominciò a gemere piano piano.

Guarda che troia, non è vero che non le piace! Pensai!

MI sollevai e tenendole aperto il culo lo sfilai per vedere di quanto fosse dilatato il buco. Che goduria vederglielo aperto.

La feci alzare e mettere a 90 sul letto.

Lo rimisi dentro e cominciai a fotterla piano piano nel culo. Il letto cominciò a fare rumore. Era quello che volevo.

Aumentaii il ritmo, continuai a fottele il culo. Il cazzo era al massimo dell’erezione per l’eccitazione.

La feci sollevare e tenendola per le tette continuavo a martoriarle il culo con bordate secce e profonde.

Cominciai a parlare. Le frasi più scontate dell’antologia porno.

Ora te lo sfondo questo culo !!!

Cazzo Vania, hai un culo fantastico, ora te lo riempio !!!

Tra le mie frasi ad alta voce e il letto che ballava la rumba, non vi era più alcun dubbio che in casa fossero tutti svegli e stessero ascoltando quanto accadeva in quella camera.

Andai avanti per qualche minuto, sapevo che non potevo continuare ancora per molto, ma non volevo che finisse, quel culo mi stava facendo impazzire.

La avvisai, anzi li avvisai.

Vania, ci sono, eccomi eccomi, ti riempio il culo, ti riempiooooo!!!

Ohhhhhhh cazzo che sborraaaa !!!

Erano affondi precisi e secchi, svuotai tutto quello che avevo nelle palle e nella testa nel suo culo.

Era sudata come me, con il cazzo ancora piantato nel culo, accarezzavo i suoi fianchi, le tettone.

Le baciai il collo, le dissi: sei stata bravissima, hai un culo magnifico.

Uscii da lei con un grugnito di piacere, il cazzo era sporco di sborra e merda.

Presi la maglietta che avevo tolto e mi pulii mentre la vedevo correre in bagno con una mano che si teneva il culo per evitare che sporcasse.

Mentre sorridevo per la comicità della scena, vidi comparire il volto di sua figlia che mi fissava. Ressi il suo sguardo con sfida, data la situazione lo abbassò per prima, fermandosi a guardare il mio cazzo che era ancora in discrete condizioni seppur moscio.

Andò via incrociando sua madre che nuda tornava in camera.

Chissà se suo padre aveva ascoltato lo spettacolino.

Ci rivestimmo e andammo a letto.

Mi voltò le spalle.

Mi poggiai a lei per farle sentire che avevo il cazzo ancora quasi in tiro, la feci voltare e cominciai a baciarla.

Presi la sua mano e me la posai sul cazzo, volevo che capisse che non mi bastava una sborrata soltanto.

Visto che non avevo preservativi e che lei poteva rimanere incinta, decisi che per quella sera poteva bastare così.

Baciandola le augurai la buona notte.

Dormii profondamente quella notte. Gli altri occupanti della casa non so.

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