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Racconti Erotici Etero

Debora (quinta parteI

By 1 Agosto 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho rivisto Debora, vi dicevo. A dire il vero viene da chiedersi quando io l’abbia vista davvero. Perché se a distanza di alcuni mesi mi rendevo conto di ricordare a fatica i lineamenti esatti del suo viso, forse non l’avevo vista davvero…ma se avevo ancora voglia di vederla e avevo paura e insieme voglia di parlare con lei, forse avevo visto abbastanza chiaramente, se non nei suoi occhi almeno dentro di me. Già, dentro di me: cosa c’era davvero, voglia di vederla per passare una mezzora divertente, per dirle ti amo, per darle il regalo? Tutto questo e molto di più c’era, ma non potete pretendere che io sappia dirvi cosa. Se fossi in grado di dirlo non mi chiederei ancora adesso ‘cosa devo fare con lei’, non avrei programmato le ferie in un certo modo…ma andiamo con ordine. Una sera sono uscito per buttare i rifiuti, pensavo ‘scendo un attimo, poi vedo se fare una passeggiata o risalire’, invece dopo aver buttato l’immondizia sono salito sulla bicicletta e, quasi senza pensare, sono arrivato al locale di lap dance Era fine giugno, una sera mite di brezza e densa di pensieri, di paure, di voglie, e davanti al locale ho pensato che ancora non erano passati davvero due mesi, cio&egrave magari erano passati ma lei forse non c’era nemmeno, e solo per questo ho avuto la forza di entrare. Dopo neanche mezzo minuto, tra i volti all’angolo opposto del bancone, vedo un volto fissarmi, lo guardo un paio di volte, la mano si agita a salutare e la faccia si apre in un sorriso, Debora mi si avvicina. ‘Ciao, come stai? Sono felice di vederti’, non posso non chiederle se adesso il telefono funziona, ‘certo, il numero &egrave sempre quello’, ‘posso chiamarti?’, ‘sì tesoro’ ma non so se lo dica perché in quel momento stiamo andando a sederci e non vuole rischiare che me ne vada. Ci sediamo, parliamo un po’, &egrave stata via per la patente ma anche perché in Romania si &egrave operata di appendicite, &egrave tornata da un paio di settimane. Io le dico che &egrave dolce, o qualcosa del genere e lei mi dice ‘Ma anche tu sei molto dolce’, riesco a farla ridere: ‘&egrave la prima volta che una donna mi dice che sono dolce dopo un sms del genere…’, le chiedo se vuole essere mia amica su Facebook, mi dice di sì che poi mi dirà come si chiama lì. Mi propone di fare un prive, esito, ‘sì le coccoline’ mi dice sorridendo ma senza leziosità, con tranquilla tenerezza, accetto ma solo venti minuti ‘perché domani mi alzo alle 7′(&egrave vero, &egrave mercoledì e domani lavoro). Quando mi siedo e si avvicina a me la abbraccio, lei si spoglia pian piano, si siede su di me, sono gli stessi gesti compiuti altre volte, da lei e da tante altre donne, gli stessi gesti di Irina, ma fatti da Debora adesso, dopo mesi che penso a lei, che (l’ho negato anche troppo a lungo) brucio per lei, &egrave un’altra cosa, io spero di conoscere questa donna, di parlarci e per questo abbracciarla ha un altro significato, per questo stare con lei &egrave già viverla. Mentre si spoglia ha un sorriso quasi ironico ma forse &egrave solo sensuale, anni fa mi era sembrato che una donna in questo locale sorridesse ironica, compiaciuta di vedermi così preso da lei e ho avuto paura di soffrire, e me ne sono sempre pentito da allora in poi, perché ho capito che lei era una persona seria ma l’ho capito tardi, adesso invece non me ne frega niente se Debora sia ironica o dolce, o calda o insensibile o sensuale, ho solo voglia di stare con lei.

Quando esco dal locale le mando un sms, quasi troppo stupido per essere vero: ‘Ciao Debora, mi ha fatto piacere vederti, se mi dici come ti chiami su Facebook ti chiedo l’amicizia, spero di vederti presto magari in pizzeria’…ma cosa vado a scrivere, mi dico mentre salgo sulla bicicletta, al suo posto non mi risponderei neanch’io…E infatti non mi ha risposto, ma il giorno dopo, anzi la sera dopo, mi sono trovato ad un concerto, trascinato da un amico, e le parole di una canzone mi hanno rapito, portandomi non nel melodramma ma nel sogno d’amore, nella musica dolce che a tratti si sente nei film, lo so di essere più scemo di quei protagonisti ma stasera sento che va bene così:

Ho capito che forse l’errore non sei stato tu,
e con tutta la forza che ho dentro ti voglio di più

Canta una donna, ma se usassi il femminile nel primo verso potrei dedicare queste parole a Debora, e mi dico mentre la voce di Silvia Mezzanotte risuona nel parco, che devo chiamarla, domani devo chiamarla assolutamente…e domani, assolutamente, vi scriverò come continua questa storia, non come finisce perché, anche se il mio racconto, questo racconto, finirà domani, non finirà la storia che sto vivendo: ve l’ho detto che &egrave una storia vera, cio&egrave forse ve l’ho detto adesso non ricordo con precisione, dovrei rileggere i capitoli precedenti, in ogni caso se l’ho detto non scherzavo. Non scherzavo perché Debora &egrave dentro di me, e se sto scrivendo &egrave sempre e solo per lei, perché spero che qualche lettore o lettrice mi scriva una mail per dei suggerimenti…e se scrivo &egrave anche solo per voi, perché spero possiate apprezzare questo modo di raccontare, di parlarvi di me.

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