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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Di Claudio e Ilenia

By 26 Settembre 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Parcheggiare in centro era sempre un inferno e Claudio non ci avrebbe mai fatto l’abitudine. Venendo dalla campagna tutta quella gente, tutto quel caos, tutta quella maleducazione lo urtavano nel profondo. Se avesse potuto avrebbe fatto una strage…
Quando scese chiuse anche gli specchietti, non si sa mai che qualche infame gliene facesse saltare uno senza lasciare un biglietto. Aveva preso tutto? Controllò le tasche e la tracolla. Solo quando fu convinto attraversò la strada e suonò il campanello. Ilenia, anche se stavano insieme da poco, gli aveva dato una copia delle chiavi, ma lui era restio a usarle. Primo perché voleva darle il tempo di finire di prepararsi al suo arrivo. Secondo perché, non abitando insieme, gli sembrava opportuno annunciare il proprio imminente arrivo.
“Sali!”
Ilenia aveva risposto con entusiasmo senza nemmeno chiedere chi fosse. Ok, sapeva che doveva essere lui quasi certamente, ma quel quasi rovinava tutto. Gliel’avrebbe dovuto dire, anzi, gliel’avrebbe detto sicuramente. Salì le due rampe di scale in un attimo e, per quanto la porta d’ingresso fosse socchiusa, entrando, bussò ugualmente.
“Permesso…”
“Entra amore entra! Sono in bagno, finisco un momento di truccarmi.”
Claudio si chiuse la porta alle spalle e, con il suo solito fare, si guardò attorno. L’appartamento di Ilenia era davvero piccolo, con una sala con angolo cottura, un bagno e una camera da letto non certo delle più spaziose. E in questo spazio angusto, la sua ragazza era riuscita a stipare tutte le sue infinite cose, non si sa bene come, uscendo dal nido familiare a testa alta. In attesa di giorni migliori.
“Io davvero non so come tu riesca a vivere qui dentro.”
Ilenia spuntò fuori dal bagnetto legandosi i capelli e tenendo strette due forcine tra le labbra.
“Oa ai etto?”
Indossava una maglia a righe bianche e nere con un’abbondante scollatura e gonna plissettata nera che le arrivava a metà coscia. Le gambe erano fasciate dalle calze, nessun dubbio sul fatto che fossero autoreggenti. Al collo un ciondolo che si insinuava tra i seni generosi. Era bellissima.
Claudio sorrise nel vederla e subito provò il forte desiderio di farla sua. Non ci poteva fare nulla, era sempre così tra loro, faticavano a starsi lontani. Le andò incontro e fece per darle un bacio proprio nel momento in cui si tolse le forcine dalla bocca e si sistemò un paio di biondi ciuffi ribelli.
In un attimo le loro labbra si schiusero e le lingue si sfiorarono. Ilenia chiuse gli occhi per l’istante del bacio prima di allontanare il suo uomo con un gesto della mano.
“Tienilo da conto, perché ora mi metto il rossetto e non ne avrai altri.”
“Vorrà dire che sarò io a darteli!”
Coi capelli così corti da un lato, tutto il suo collo era esposto. E proprio lì Claudio cercò di colpire Ilenia, ma lei si spostò, frapponendo un dito tra loro due, a mo’ di terribile minaccia.
“Stai buono! Dobbiamo uscire e gli altri ci stanno già aspettando.”
Claudio fu costretto alla resa, sbuffando, mentre la ragazza si portava davanti al grande specchio.
“Lasciamo che aspettino…”
“Non dire sciocchezze. Come ti sembro?”
“Non amo questa maglia, ma sei sempre meravigliosa.”
Ilenia si aggiustò i capelli in modo diverso, poco convinta.
“E ora?”
Claudio si mise alle spalle della ragazza.
“Metà dei capelli sono rasati. L’altra metà son più corti di una spanna. Sul serio?”
Ilenia alzò gli occhi al cielo.
“Uomini…”
E mentre lei teneva le mani impegnate a sistemarsi una ciocchetta di capelli, Claudio le posò le mani sui fianchi e le baciò il collo.
“Amore smettila…”
“Ho voglia di te.”
Ilenia piegò il capo, incapace di resistere al suo uomo. Sospirò.
“I tuoi amici…”
“Lascia che aspettino.”
Quelle labbra sul suo collo le trasmettevano mille brividi. Avrebbe voluto spostarsi e finire di prepararsi, ma come poteva dire di no a Claudio? Come poteva ignorare il proprio desiderio, il proprio corpo, che già si stava bagnando?
“Tesoro…”
Non ci furono preliminari. Non ci furono gentilezze.
Claudio infilò la mano sotto la gonna, puntando dritto al sesso della sua ragazza, trovandolo bagnato.
“Dimmi che non mi vuoi.”
Ilenia, incapace di opporsi, allargò leggermente le gambe, facilitando il compito dell’uomo. E, scostato il misero tessuto degli slip, sentì due dita insinuarsi dentro di lei senza esitazioni. Un gesto che le mozzò il fiato e la mandò in apnea. Nell’aria si diffuse l’odore del sesso.
“Apri gli occhi.”
“Dai ti prego…”
Claudio infilò una mano sotto la maglia, salendo fino a prenderle una tetta e a la strinse, come se a chiarire il fatto che era sua. Ilenia non riuscì a trattenersi e le scappò un gemito. I seni erano per lei una zona erotica molto forte, ancor più i capezzoli, forse quasi più del clitoride. Che le venissero presi, afferrati e stretti era una cosa che la mandava in brodo di giuggiole. Questo a Claudio non lo aveva ancora detto (stavano insieme da poco) e non era sicura che volesse lo capisse da solo.
Sotto la gonna, con il pollice, il suo uomo le fece segno di aprire le gambe ancora un po’. Quelle dita si stavano muovendo senza fretta ma nemmeno senza darle tregua, incapace di opporsi. A ogni affondo lei gemeva.
“Apri gli occhi amore.”
No, non voleva, voleva rimanere al buio in quel limbo di piacere. Claudio rallentò il ritmo delle dita nela sua figa, strappandole un gemito di protesta.
“Apri gli occhi.”
“No… scopami…”
In tutta risposta Claudio, anche se a fatica, riuscì a infilare una mano sotto il reggiseno e le afferrò la tetta. Ci volle un momento in cui assestò per bene la mano. Poi strinse. Ilenia sentì le dita stringerle la carne, le unghie sulla pelle. Se il suo ragazzo pensava di farle un dispetto, di punirla, si sbagliava di grosso. Una scarica le attraversò il corpo, salendo al cervello e al tempo stesso scendendo dritto alla figa, che reagì ancor di più. Le gambe le cedettero e si appoggiò con il corpo al suo ragazzo. Stava godendo, tanto. Poteva sentire il rumore delle dita del suo ragazzo che si muovevano nel suo sesso.
“Apri gli occhi o stringo.”
“Sì, stronzo, stringi.”
Avrebbe voluto dire, ma qualcosa la fermò. Aprì gli occhi. Lui le baciò una guancia con sentimento, con trasporto, senza smettere di masturbarla.
“Guardati amore mio, sei bellissima.”
La gonna era in disordine. La maglia era in disordine. Lei stessa era disordine. Era oscena. Dovette riconoscere di trovarsi eccitante. Sorrise, innamorata. Cosa c’era di più gratificante di piacere al proprio uomo? Quel pensiero trasformò il piacere carnale in qualcosa di più profondo, che la arrivò al cuore.
“Grazie…”
“Mi vuoi?”, le chiese Claudio. Non c’era nulla della forza e dell’arroganza di poco prima. Ora il tono era dolce, pieno d’amore. Se all’inizio era uscita con lui poco convinta, si era poi scoperta affascinata da questa sua capacità di passare da un lato all’altro, fino ad innamorarsene. Sapeva prenderla con forza e decisione, ma anche con amore e passione. Ed era stato il primo uomo con chi era andata a letto che si preoccupava dei suoi orgasmi. Ilenia sorrise e piegò il capo indietro affettuosamente.
“Prendimi.”
Mosse il bacino indietro, strisciando il culo contro l’erezione di lui.
“Dillo ancora.”
Si vergognava a dirlo, ma come poteva dirgli di no?
“Prendimi amore mio. Prendimi.”
Le dita abbandonarono la sua figa lasciandola con un senso triste di vuoto, ma sapeva che sarebbe stato solo temporaneo e che presto sarebbe arrivato qualcosa di molto meglio. E mentre Claudio si slacciava i pantaloni con un paio di rapide mosse, le calò le mutande a mezza coscia e spinse il culo indietro. Sentiva il sesso colare. Bruciava dalla voglia di essere presa. Claudio le alzò la gonna e le spinse il membro tra le cosce. Ilenia ansimò sentendolo vivo e pulsante contro di lei. Sarebbe potuta venire anche così. Appoggiò le mani ai bordi dello specchio e curvò la schiena. Claudio appoggiò il glande al buchino, meravigliato, ma senza dir nulla, di trovarlo tanto bagnato.
“Sei mia?”
“Solo tua.”
Claudio spinse ed entrò completamente dentro di lei. Fu un attimo di estasi per entrambi. Le baciò il collo.
“Mia?”
“Sì amore.”
Claudio allungò le mani e le posò su quelle di Ilenia. E, senza uscire, spinse. Ilenia sgranò gli occhi.
“Amore… così mi uccidi…”
Sentì il suo uomo baciarle il collo. Lo sentì mordere. Sentì i denti contro la carne. E intanto lui si faceva indietro di pochissimo e poi spingeva ancora. E lei lo sentiva dentro di sé come poche volte le era successo. Le sembrava che le arrivasse dritto al cuore.
“Oddio…”
Disse mugolando. Chiuse gli occhi.
“Tutto bene?”
Un’altra spinta. Si sentì tutta scossa.
“Mi uccidi…”
“Non ti piace?”
Ilenia sorrise. Sapeva che era una domanda ironica.
“Mi uccidi di piacere…”
Un morso più forte degli altri le fece spalancare la bocca. Era troppo. L’orgasmo era vicino.
Poi Claudio uscì e, senza darle il temo di capire che stesse succedendo, la penetrò di nuovo, con decisione, fino in fondo. Ilenia gridò di piacere.
“Ancora ti prego…”
Claudio spinse con le reni, Ilenia gemette senza vergogna.
“Ancora…”
Alla spinta Ilenia avrebbe voluto aprirsi di più e prenderlo ancor più dentro di sé. Come poteva sconvolgerla così tanto? Le gambe le cedettero e si trovò a sostenersi solo grazie al membro di lui. Quel movimento portò la penetrazione a un nuovo livello e la mandò ai matti.
“Muoio amore…”
Claudio la baciò.
“Apri gli occhi tesoro.”
In quel momento avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui.
Erano avvinghiati. Erano il ritratto della passione. Erano l’incarnazione della lussuria. I loro occhi brillavano di desiderio, di sentimento, di passione.
“Ti amo.”
Ilenia sentì l’anima vibrare.
“Ti amo.”
Rispose lei.
Uscì da lei e affondò dentro il suo corpo come prima, ma questa volta accadde guardandosi negli occhi. Fu come se il suo membro fosse arrivato diretta all’anima. Ilenia era sconvolta dal piacere.
“Dillo.”
“Co…sa…?”
Un altro affondo. Ilenia era al limite.
“Che sei mia.”
Claudio uscì e si fermò con il glande dentro di lei. Ilenia esitò non per vergogna o cattiveria, ma perché ormai on sapeva nemmeno più se fosse al mondo.
“Dillo.”
“Sono tua.”
Claudio la prese ancora. Ilenia ansimò e gemette. Quando lo sentì uscire si sentì morire.
“Sono tutta tua.”
Affondo.
“Solo tua.”
Affondo.
Non ne poteva più.
“Io sono tutta tua.”
E questa volta, quando Claudio affondò dentro di lei, l’orgasmo la travolse. La stessa cosa successe al suo uomo e, quando si rese conto che lui stava venendo dentro di lei, provò qualcosa di così intenso che le mancarono le gambe. Non cadde solo perché Claudio la strinse a sé.
“Sono tuo.”
Sussurrò lui. Restarono persi in quell’abbraccio per una vita. Poi, lentamente, tornarono alla realtà.
“Sono un disastro.”
“Sei meravigliosa.”
Claudio la fece girare e, finalmente, si concessero un bacio senza ritegno.
“Lasciami andare a sistemarmi.”
“Vieni così.”
“Cosa? Sei pazzo? Sto colando ogni cosa…”
A Claudio brillavano gli occhi.
“Mi piace l’idea che tu vada in giro con il mio sperma che ti cola lungo le cosce.”
Ilenia non era convinta.
“Sul serio?”
“Sì.”
“Ti eccita?”
“Sì.”
No, Ilenia non era convinta, ma come poteva dirgli di no dopo quello che le aveva appena fatto provare?
“Posso mettere le mutande?”
Lei lo disse per scherzo, ma la luce negli occhi del suo uomo non le piacque.
“Per questa volta sì.”
Pensò di rispondere… ma poi, in silenzio si piegò in avanti e tirò su le mutande. Un attimo prima però, raccolse una goccia di sperma con un dita e la portò alle labbra, gustandosela. Sorrise maliziosa.
“Buono!”
Lui si avvicinò.
“Ne vuoi ancora?”
Ilenia si piegò sulle ginocchia. Era all’altezza esatta del membro, ormai a riposo. Senza dire nulla lo accolse tutto in bocca e, tenendo strette le labbra, si fece indietro facendolo uscire. Riconobbe il sapore dello sperma. E quello dei suoi umori. Si attardò un attimo sul glande. Lo leccò. Lo succhiò. E infine si rialzò, fiera di vedere che il membro non era rimasto indifferente al bacio.
“Magari più tardi.”
Tirò su le mutande con quel fare che dichiarava la fine dei giochi. Claudio si spostò, lasciando che si mettesse in ordine. Erano terribilmente in ritardo, ma non si sentiva in colpa. Forse solo un poco.
Finalmente Ilenia lo prese per mano.
“Sono pronta, andiamo.”
Era bellissima. Claudio ne era innamorato perso.
“Ti amo.”
Lei allungò il collo e posò le labbra alla sue.
“Ti amo anche io.”
“Amore…”
Claudio guardò Ilenia, persa tra il divertito e l’imbarazzato, quando furono ognuno davanti al proprio sportello…
“Dimmi.”
“Quanta ne avevi?”
“Come scusa?”
“Sento una gocciolina che mi scivola lungo la coscia…”
Claudio rise.
“Raccoglila.”
“Appena saliamo in auto.”
“Scherzi? Vuoi macchiarmi i sedili? Fallo ora.”
Lei sgranò gli occhi.
“Ora? Tu sei pazzo.”
“Ora tesoro.”
Ilenia si guardò attorno. Aspettò che non ci fosse nessuno, poi infilò una mano sotto la gonna, raccolse la gocciolina e, ancora una volta, la portò alle labbra. Claudio la stava guardando affascinato.
“Ti adoro.”
Ilenia sorrise, senza ammettere che quel semplice gioco le aveva già scaldato nuovamente l’anima.
“Io… non lo so.”
Salirono in auto.

 

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