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Racconti Erotici Etero

Di Sodoma

By 21 Ottobre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

Non posso dire di essere stata innamorata di lui. Tuttavia, forse ‘ chissà ‘ proprio per questo, l’attrazione sessuale che provavo nei suoi confronti era viscerale e incontrollata, a testimoniare, se ce ne fosse bisogno, che anche le donne possono scopare senza necessariamente ‘fare l’amore’. L’abbiamo fatto per la prima volta arrampicati su un sentiero di montagna in cerca di non so quale lago, io aggrappata alla ringhiera del parapetto che ci separava dal vuoto che si apriva sotto di noi, lui aggrappato ai miei fianchi. Mentre mi succhiava il collo e mi stuzzicava i capezzoli, ero scesa con la mano a saggiare la consistenza del suo membro e nel palpare il contorno di quello che percepii immediatamente come fuori dal normale, mi si fermò il fiato in gola e mi chiesi come avrei fatto ad accogliere in me quell’arnese. In effetti, Luca aveva un cazzo di dimensioni spropositate: normale in lunghezza ma impressionante per diametro. Difficile impugnarlo con una mano, impossibile prenderlo in bocca. Cavalcarlo, invece, si rivelò un’esperienza indimenticabile. Ciononostante, avevo provato in tutti i modi a respingerlo e adesso che me lo ritrovavo nuovamente fra i piedi, dopo l’ennesima sceneggiata al telefono, non avevo alcuna intenzione di cedere e fargli posto nel mio letto. Ero stata chiara ‘Non me la sento di avere una relazione con te e non mi piace menare il can per l’aia. Se proprio vuoi venire, lo fai a tuo rischio e pericolo. Sai come la penso. E non cambio idea.’, ma lui, cocciuto come un mulo, era venuto a trovarmi ugualmente. Nel tentativo di stare lontani da casa ‘ e dal letto ‘ il più a lungo possibile, l’avevo trascinato in giro per la città e avevamo cenato al ristorante. Rientrati a casa, mi ero precipitata a rannicchiarmi sul divano brandendo il telecomando, nella speranza che la (deprimente) programmazione televisiva lo avrebbe distratto dai suoi propositi sessual-belligeranti. La mia naturalmente era una pia illusione: se ne uscì dal bagno già nudo e si avventò su di me senza troppi complimenti. In pochi istanti mi ritrovai nuda, a gambe spalancate e ansimante mentre lui mi montava con la foga di chi non tocca una donna da mesi. Non sono un’ipocrita: scopare con lui mi ha regalato sensazioni che mi erano sconosciute e ancora oggi, a distanza di anni, quando con le dita indugio fra le grandi labbra a titillare il clitoride, ripenso a lui e a quel cazzo enorme.
Una settimana prima che Luca venisse a farmi visita, ero stata male e avevo dovuto curarmi con degli antibiotici. Così, quando, dopo avermi sbattuta fino a farmi tremare dal godimento, mi fece scivolare sul tappeto e mi sistemò col culo in bella mostra inginocchiata davanti al divano, credetti che volesse introdurre una ‘variante sul tema’ rispetto al solito orgasmo in vagina. Mentre mi chiavava gli avevo detto che temevo che l’antibiotico limitasse l’efficacia della pillola, dunque attendevo una sua mossa. La mia fantasia però non si era spinta oltre l’immaginare che volesse prendermi a pecorina fino all’orgasmo e qui pensavo avrebbe diretto gli schizzi di sperma sulla mia schiena nuda. Sbagliavo. Me ne accorsi quando sentii il suo uccello scivolare su e giù lungo il solco delle mie natiche, agevolato da un liquido vagamente viscido che capii essere saliva. Dopo averlo lubrificato, Luca puntò il cazzo contro il mio secondo buco, iniziò a spingere e al mio spontaneo tentativo di sottrarmi alla penetrazione muovendo il bacino in avanti, rispose afferrandomi per i fianchi e sussurrandomi, con voce rotta dall’eccitazione, ‘Rilassati!’. Non opposi alcun tipo di resistenza, feci quello che mi disse e trattenni il fiato mentre sentivo il suo uccello farsi strada nella mia carne. Il bruciore era insopportabile ma fortunatamente, superato l’anello di carne con l’intera cappella, Luca si ritrasse fino ad uscire. Sentii nuova saliva gocciolarmi addosso e di nuovo il suo cazzo penetrare il canale appena aperto e scivolare avanti con relativa speditezza. Una volta entrato fino in fondo fece una pausa, poi con le mani mi allargò bene le chiappe e iniziò a muoversi avanti e indietro. Lo sfregamento del suo cazzo contro le pareti intestinali mi provocò un tale godimento da non poter trattenere le urla mentre dalla fica gocciolavano umori lungo le cosce e sul tappeto. Non capivo più nulla: avevo le orecchie piene dei miei gemiti e il mio corpo assecondava il cazzo che mi stava sodomizzando. Mi venne da pensare a quel povero di spirito del mio fidanzato secolare che, nonostante i panetti di burro con i quali mi farciva buco e chiappe, non era mai stato capace di metterlo dentro per più di un paio di centimetri. Nel frattempo Luca iniziò ad aumentare l’intensità dei colpi fino a che, accasciandosi su di me, mi venne dentro.
Dopo un altro paio di incontri di lui non seppi più nulla, ma da quel giorno sono io a chiedere al mio compagno di giochi di sodomizzarmi’

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