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Racconti Erotici Etero

Dolci ripetizioni di fisica

By 22 Maggio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

– La resistenza elettrica tipica del conduttore &egrave pari alla differenza di potenziale elettrico ai capi di un conduttore elettrico fratto… la corrente elettrica che lo attraversa.

Giovanni mi osservava dietro i pesanti occhiali da vista. Le lenti di vetro, spesse e sporche, rimpicciolivano gli occhi verdi del ragazzo.’

– Hai capito, Rossana?

Si passò la mano nei capelli rossi e spettinati. Io annuii. Giovanni era un ragazzo alto e magro, il classico nerd con gli occhiali dalla montatura nera. Ed era terribilmente sexy. C’era qualcosa nel suo modo di fare, così timido e impacciato, che mi ispirava un sesso tremendo.’

– Allora passiamo alle formule inverse della legge di Ohm, tieni qui un foglio, esercitati a scriverle così durante la verifica non potrai sbagliare.

Fisica era il mio tallone d’Achille. Una materia complessa, astrusa, difficile. La odiavo. Certo, Giovanni l’aveva resa più interessante. Ogni venerdì pomeriggio passava tre ore con me, per spiegarmi meglio fisica e a volte anche matematica. Quando ebbi finito, gli consegnai il foglio con le formule inverse e lui lo osservò attentamente, corrucciando la fronte.

– Vanno benissimo, sei migliorata molto. Per oggi abbiamo finito… con un’ora di anticipo! Non devi pagarmi quest’ora buca, tranquilla.

– Giovanni… devo farti una domanda?

Il cuore batteva forte nel mio petto. Erano mesi che meditavo di porre a Giovanni quella domanda, e oggi il largo margine di anticipo aveva permesso tutto ciò.

– C’&egrave qualcosa che non hai capito?

Lo osservai con occhi maliziosi e lui arrossì violentemente.

– Se io ti dessi un bacio, ora, ti dispiacerebbe?

– N-no, cio&egrave, beh, si… forse, ma tu…

Mi sporsi verso di lui e stampai un bacio sulle sue labbra rosa chiaro. Sgranò gli occhi un solo attimo, ma presto sentii la sua lingua penetrare dolcemente la mia bocca. Prese il mio volto tra le mani e mi baciò con trasporto. Mi alzai dolcemente dalla sedia e mi sdraiai sul letto, spostando i cuscini bianchi e rosa. Il suo sguardo percorreva il mio corpo, scrutando le gambe coperte dalla gonna verde, i fianchi morbidi, il seno acerbo che spuntava dalla camicetta. Una discreta erezione premeva sui suoi pantaloni. Si sfilò gli occhiali e li appoggiò sulla scrivania. Era ancora più bello senza.’

Giovanni era ancora lo stesso ragazzo timido che sembrava aver paura della propria’ombra? Salì sopra di me a cavalcioni, continuando a baciarmi. Mentre le sue mani affusolate scivolavano come acqua sul mio corpo, le mie si affrettavano a sfilargli la felpa, la maglietta e i jeans. I miei vestiti finirono sparsi sul pavimento assieme ai suoi. Giovanni si gettò avidamente sul mio seno, coprendomi di baci. Sentivo la sua lingua accarezzare i miei capezzoli, suggendo e tirando appassionatamente. Dalla mia bocca uscì un gemito.’

Lentamente scese tra le mie gambe, sfilando le mutandine e iniziando a leccare dolcemente il clitoride. In un bacio suadente alternava delicati morsi alle labbra della mia femminilità e umide carezze. Il respiro si fece via via più affannosi finché esplosi nella sua bocca, inondandola di umori.

– Oh, Rossana… Io voglio entrare dentro di te…

Arrossii difronte a tanta onestà, ma non feci nulla per fermarlo. Giovanni si sfilò gli slip, mostrando una splendida erezione. Sentii la punta della sua virilità appoggiarsi delicatamente al mio giardino e poi farsi strada dentro di me con spinte dolci ma convinte. Avevo ormai capito che Giovanni non era così timido come sembrava. Il ragazzo iniziò a spingere con veemenza, alternando poderosi colpi del bacino a baci appassionati. Le spinte si susseguivano con forza. Sentivo la sua lancia aprire la mia femminilità come un frutto maturo, mentre io, grondante di umori, lo accoglievo dentro di me. Lo strinsi a me con le gambe ed esplosi in un forte orgasmo.’

Giovanni si fermò e mi sorrise. Io ebbi giusto il tempo di osservare il suo volto madido di sudore prima che lui assestasse un’altra spinta. Dalle mie labbra uscì un altro gemito.

– Cambiamo posizione ora, signorina.

Era tutto così surreale. Il ragazzo innocente e timido che mi aveva fatto ripetizioni così a lungo era ora sopra di me, dentro di me e mi stava baciando con passione. Mi prese per le spalle e mi fece girare, mettendomi in ginocchio. Percorse la mia schiena con centinaia di piccoli baci, mentre la sua virilità si faceva strada dentro di me con delicatezza. Ma presto la delicatezza lasciò il posto ad una nuova irruenza. Giovanni mi prese per i fianchi, mentre con il bacino assestava colpi su colpi. Inondai il letto di umori, e anche se non potevo vederlo, sentivo il suo sguardo soddisfatto e compiaciuto sopra di me.’

– Rossana, io sto per venire…

Si staccò da me, mi fece nuovamente girare in modo che potessi guardare la sua sagoma alta e magra sovrastarmi. Tra le mani stringeva la propria possente erezione. Mi penetrò nuovamente, assestando gli ultimi possenti colpi.’

– Oh, Rossana, vengo… vengo…

E venni anche io, stringendomi attorno a lui. La mia femminilità tremava. Ci osservammo, entrambi sdraiati sul letto di camera mia, sudati e felici. Giovanni passò una mano tra i miei capelli e mi diede un dolce bacio.’

Una cosa era certa, non avrei più dimenticato la legge di Ohm.’

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