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Racconti Erotici Etero

Domenica al mare

By 12 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Sono una comune studentessa universitaria che per non pesare troppo sui genitori dà ripetizioni a ragazzini delle medie e dei liceo. Apparentemente posso sembrare una brava ragazza, ma il sesso mi piace troppo per esserlo davvero. Di solito la domenica d’estate &egrave una noia perché vado al mare con la famiglia (l’ho detto che SEMBRO una brava ragazza), ma per fortuna lo stabilimento &egrave grande e io posso cercare degli ‘svaghi’. Oggi, per esempio, ero a bordo piscina sdraiata a prendere il sole. Ero stesa a pancia sotto e non portavo il pezzo di sopra del bikini. Avevo notato che un bel ragazzo moro e dagli occhi chiari seduto sulle gradinate sopra di me mi lanciava occhiate curiose e maliziose. Per stuzzicarlo ogni tanto mi alzavo sui gomiti permettendogli di vedere bene il mio seno. Porto una quarta ed &egrave una delle parti del mio corpo cui vado maggiormente fiera e che, lo ammetto, mi piace esibire. Intanto il ragazzo che mi stava guardando con sempre maggiore interesse aveva iniziato a parlare con un amico e, dalle occhiate che mi lanciavano entrambi, capii di essere l’oggetto della loro conversazione. Finalmente il ragazzo, forse spronato dall’amico, si decise ad avvicinarsi a me. ‘Ciao, scusa, ma io e il mio amico Andrea non abbiamo potuto fare a meno di notarti. Ti và di unirti a noi per una nuotata?’ ‘Certo, perché no’ rispondo io e a lui si illumina lo sguardo ‘Scusami, che maleducato. Io sono Davide’ ‘Ginevra’ rispondo io alzandomi a sedere per stringergli la mano che mi stava tendendo. Lui mi fissava palesemente il seno che non facevo assolutamente nulla per nascondere e questo mi fece inturgidire i capezzoli per l’eccitazione. Non potendo fare il bagno in topless chiesi a Davide di aiutarmi ad allacciare il bikini. Le sue dita mi sfiorarono la schiena eccitandomi ancora di più. Non indugiai oltre e mi tuffai in piscina. Davide e Andrea mi raggiunsero subito. Anche Andrea sembrava molto interessato a me, ma lasciò il campo libero all’amico facendosi da parte. Davide subito cercò di fare i soliti scherzi sott’acqua anche per avere l’occasione di toccarmi il sedere o il seno; mentre eravamo attaccati al bordo decisi di aver atteso anche troppo a lungo e gli feci scorrere una mano lungo il suo bel petto abbronzato e muscoloso. La mia mano scese sempre più in basso fino a soffermarsi, con sua grande sorpresa, sul suo cazzo che prese vita all’istante sotto il mio tocco. Ripresosi dalla sorpresa Davide mi strinse fra le braccia iniziando a toccarmi insistentemente il seno. Allora gli sussurrai all’orecchio: ‘Mmm che bel cazzone che hai’lo voglio proprio provare tutto’portami nella tua cabina’. Lui non se lo fece ripetere due volte, uscimmo dall’acqua e mi portò quasi correndo alla sua cabina. Chiusi in quel piccolo e ombroso riparo lui iniziò a baciarmi con foga, la sua lingua penetrava fra le mie labbra colmandomi la bocca. Ci vollero solo pochi secondi per liberarci dei costumi bagnati e ritrovarci nudi e vogliosi. Subito lui chinò la testa verso il mio seno per succhiarmi avidamente i capezzoli che si erano fatti duri e spiccavano scuri ed eretti sulla pelle chiara del mio seno. La mia mano allora scese ad afferrare il suo cazzo che era ormai splendidamente eretto. La cappella brillava rossa fra le mie dita mentre lo accarezzavo. Lui gemeva mentre gli stuzzicavo il prepuzio con l’unghia del pollice. Nel frattempo la sua mano era scesa ad accarezzarmi fra le gambe. Ero già bagnatissima e il mio clitoride era gonfio di desiderio. Lui prese a carezzarmelo per poi iniziare ad infilare due dita nella mia calda e bagnata fessura. Quando non ne potei più di quella tortura gli sussurrai all’orecchio: ‘Mettimelo dentro’. Allora lui si sedette sulla panca e mi fece sedere sopra di lui dandogli le spalle. Le sue mani mi tenevano la fica aperta per aiutare il suo grosso cazzo a entrare con più facilità impalandomi sopra di lui. Lo sentii riempirmi tutta e un piacere enorme iniziò a crescere in me. Iniziai allora a muovermi su e giù su di lui mentre Davide mi strizzava i capezzoli e mi mordeva il collo. Ormai stavo per venire così iniziai a menarmi furiosamente il clitoride per poter accrescere il piacere. Soffocai i miei gemiti di soddisfazione a stento giusto perché c’erano dei bambini che giocavano nella veranda della cabina. Mi accasciai su di lui sentendolo però ancora duro dentro di me. Sapevo cosa voleva. Lo vogliono tutti gli uomini prima o poi. Mi alzai in piedi mentre lui rimase seduto. Mi inginocchiai ai suoi piedi e iniziai a menarglielo per poi prenderlo in bocca. Era grosso, riuscivo a farcene entrare a mala pena metà, ma intanto gli accarezzavo le palle e la base del cazzo. Quando gli succhiavo la cappella lo sentivo trattenere il respiro. Ad un certo punto mi afferrò la testa e iniziò a pomparmi in bocca, a scoparmi la bocca. Un’ultima stoccata e venne, venne in abbondanza, dalla bocca il suo seme mi colò sul seno e sul ventre. Quello che riuscii lo ingoiai il resto le lo ripulii con il suo asciugamano. ‘Ciao Davide, salutami Andrea’ dissi uscendo dalla porta della cabina dopo essermi infilata nuovamente il costume. Lui rimase lì ancora stordito dall’orgasmo senza dire nulla. Sorrisi incamminandomi verso la mia cabina. Chissà, pensai, magari domenica prossima ‘proverò’ il suo amico. Il sole impietoso scalda la superficie diseguale degli scogli, ma io ne sono felice, amo l’estate. Questa domenica ho optato per un topless fra gli scogli, il bordo piscina mi ha annoiato e soprattutto non avevo voglia di bissare con Davide. Paganini non replica. Mentre me ne stavo coricata languidamente sul mio scoglio all’improvviso un’ombra mi oscura il sole. Socchiudo gli occhi e incontro lo sguardo penetrante di Andrea. ‘Non ti sei comportata bene con il mio amico’ mi accusa subito. ‘Se Davide crede di avere il bis sono problemi suoi. E’ il primo che si lamenta di una scopata saltuaria’ gli rispondo volutamente acida sperando che se ne vada, ma lui invece si siede sul mio asciugamano con fare prepotente. ‘Chi ti ha dato il permesso di sederti qui?’ gli dico indignata. Lui mi guarda intensamente ma non dice nulla. Prima fissa il mio volto poi passa lo sguardo sul mio seno dai capezzoli eretti. Sono eccitata, lo ammetto, il comportamento distaccato di Andrea mi attizza molto. Cerco però di non farglielo capire, non sono pronta a cedere così facilmente se non sono io a decidere il gioco. Lui continua a non dire nulla e a fissarmi, vedo la rabbia e il desiderio nei suoi occhi scuri e ardenti. All’improvviso la sua mano stringe la mia coscia destra con fare possessivo e mi allarga le gambe. Non so quali siano le sue intenzioni, ma la situazione mi eccita sempre di più. Quello che riesce a vedere grazie alle dimensioni molto ridotte del mio costume pare interessargli parecchio perché con voce dura mi intima: ‘Alzati!’ Ormai sono in ballo e voglio ballare così mi alzo. Lui mi afferra per un braccio e mi trascina fra gli scogli più in basso, quelli che vengono lambiti dalle onde. Ci immergiamo in acqua e lui mi porta in una piccola grotticella di cui ignoravo l’esistenza. Siamo soli, ma lui mi lascia andare e continua a fissarmi. Non ne posso più di quel silenzio. ‘Cosa ti aspetti da me?’ domando allora. ‘Sto ancora pensando a come sia meglio fotterti’ risponde in malo modo lui, ma io non mi offendo, anzi sono curiosa di sapere cosa vuole fare. Nel suo sguardo si accende una scintilla, ha deciso e mi afferra con entrambe le braccia spingendomi verso una sporgenza del muro. Non mi bacia, mi strizza il seno fra le mani e continua a fissarmi in volto. Senza alcuna gentilezza abbassa una mano e me la infila nel costume. Sono bagnatissima e non fa alcuna fatica a penetrarmi. Prima mette un dito, poi due, tre e io inizio a sentire il godimento crescere in me. Il suo cazzo duro tende la stoffa del suo costume, sta chiedendo di essere tirato fuori e godere anche lui del mio corpo. Faccio per estrarlo, ma lui mi ferma. ‘Non mi toccare, non sono qui per questo. Devo darti una lezione, non farti fare i tuoi giochetti’ Io non dico niente, peggio per lui. Ma dal mio sguardo deve aver intuito che le sue minacce non mi hanno affatto spaventata allora mi tira per i capelli e mi fa girare. Ora gli do la schiena. Non ci vuole una scienza per capire quale sarà la ‘punizione’. So benissimo quello che intende fare e la cosa mi piace sempre più. Amo gli uomini duri che sanno quel che vogliono e che sanno anche prenderselo. Mi fa piegare a novanta e mi sfila il costume. Ora sono aperta davanti a lui. La mia fica madida &egrave dilatata dal giocare che hanno fatto le sue dita. Sento un fruscio, anche lui si &egrave tolto il costume. Il suo cazzo duro e caldo mi striscia fra le natiche. Un colpo improvviso ed &egrave immerso fino alla base nell’umido calore del mio corpo di donna. Inizia a pompare furiosamente, ma so che non &egrave questo il suo obiettivo, so che &egrave solo il preludio. Infatti, veloce come ha iniziato si ferma. Mi allarga le natiche, so che sta guardando il mio buchetto. Rinfila le dita nella mia fica e le inumidisce con i miei umori e così si fa strada nel mio culo. Non mi aspettavo tanta premura, ma meglio così decisamente. Prima infila solo un dito, ma nota che non c’&egrave troppa resistenza così tasta il terreno con due e poi tre. Gli piace lavorare di mano. Quando finalmente pare soddisfatto lubrifica di nuovo e sento la cappella premere sulla piccola apertura anale. Preme dolcemente finché la cappella non entra. Il più &egrave fatto e rilascio il respiro che non mi ero nemmeno accorta di aver trattenuto. Non &egrave la mia prima volta, ma non ci sono comunque abituata. Non ancora per lo meno. Piano piano lui affonda sempre più finché non sento le palle che sbattono contro la mia fica. Ora &egrave completamente dentro e abbandona ogni pretesa di gentilezza. Inizia a pompare a più non posso, lo estrae quasi del tutto e lo rimette dentro tutto. E’ un’agonia e un piacere al tempo stesso. Sento come se mi entrasse fino nello stomaco, lo sento in gola, mi strazia la carne e fa palpitare il sangue nelle vene. Mi dimeno, mi fa male, ma allo stesso tempo il dolore &egrave mischiato al piacere. Inizio a toccarmi il clitoride, sempre più forte ormai il piacere &egrave prossimo. Vicino, lo sto toccando, sì. Il mio grido si perde nel vuoto della grotta. Un’ultima spinta e anche lui viene con un grugnito. Si accascia sulla mia schiena. Ha il fiato grosso e il suo respiro mi solletica la nuca. Pochi minuti e lui si rialza e si ricompone. Io sento lo sperma colarmi fra le gambe. Mi guardo. C’&egrave anche del sangue. Amen, il piacere mi ha ripagata di qualsiasi sofferenza e non sarà certo peggio di quando Marco mi ha preso il culo per la prima volta. Non dico nulla e guardo Andrea. Ha perso la sua aria spavalda, si vede che il gusto della vendetta non &egrave per lui piacevole come pensava. ‘Non dovevi godere. Ma sei troppo arrapante per negarti qualcosa’ fu l’unica sua dichiarazione a mezza voce prima di rituffarsi in mare e scomparire dalla mia vista. Sorrisi. Un’altra ‘partita’ vinta da me.

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