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Racconti Erotici Etero

Donna al comando: pericolo costante (per le voglie del dipendente)

By 24 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

E’ da quando ero un ragazzo che provo invidia per come le femmine sfruttino il loro sex appeal per ottenere vantaggi che un ragazzo “normale” non può ottenere. Per le interrogazioni, esami, colloqui, c’era sempre almeno o una ragazza con le tettone di fuori, o una ragazza con le cosce di fuori, soprattutto quando l’esaminatore &egrave un maschio facilmente distraibile da cotante bellezze. Un ragazzo o un uomo queste cose non le può fare, primo perché non può mostrare “il pezzo da novanta”, secondo perché lo arresterebbero.
Mi ero ripromesso però, che se fosse capitata a me un’occasione del genere, l’avrei sfruttata.
Ho dovuto attendere un bel po’ di anni, e solo recentemente col lavoro ho trovato una Titolare, che… beh… &egrave una gran Donna. Io sui 35, lei quasi dieci anni più di me, ma l’incedere del tempo si nota solo lievemente sul viso, poiché ha un corpo e uno spirito da far invidia ad una ventenne.
All’inizio non potevo certo provarci, soprattutto in modo esplicito, ma si capiva che con il suo carattere allegro non disdegnava battute coi dipendenti, così che ho iniziato a piccoli passi a corteggiarla. Apprezzamenti, sorrisi, confidenze e battute… sempre più spinte, poiché si notava in Lei la voglia di stare al gioco. Iniziò anche a vestirsi in modo sempre più sexy, con maglie scollate, gonne sempre più corte… voleva che le facessi battute su queste, e io non mi tiravo indietro.
Il gioco era sempre più intrigante, e anche se siamo entrambi sposati, nessuno voleva tirarsi indietro. Io perché in fondo non solo era una rivincita verso il popolo femminile, ma anche e soprattutto perché la trovavo molto sexy. E Lei immagino perché ottenere gratificazioni da un uomo più giovane potesse essere molto piacevole.
Mi ricordo come se fosse ieri il giorno in cui venne a lavoro l’estate scorsa con un vestitino leggero e ovviamente corto. Da farlo rizzare ad un morto. Era agosto, e a lavoro eravamo soli, un’occasione molto ghiotta. Devo dire che stavo pensando ad un modo per andare da Lei, ma non trovavo una scusa adeguata, ma soprattutto ero comunque in imbarazzo per approcciarla in modo inequivocabile.
Fu Lei però a metà mattinata a fare la prima mossa: “io vado a prendermi un caff&egrave, vuoi venire?”.
Nonostante tutto mi aveva colto alla sprovvista, e mi bloccai come se fossi un liceale. Non saprei dirlo ora, ma forse avevo paura di ciò che stava per accadere, e le risposi che forse l’avrei raggiunta dopo. Avrei tradito mia moglie, e lei suo marito?
Ma l’invito era chiaro, Lei sapeva benissimo che a me non piace il caff&egrave, e quindi era un invito esplicito a stare con Lei. Almeno per passare del tempo, non necessariamente per fare qualcosa di sconveniente…
Decisi allora di raggiungerla, e quando la vidi di schiena che si stava preparando il caff&egrave, non riuscii a trattenermi. L’occasione era troppo propizia per lasciarla cadere nel nulla, e la voglia c’era, probabilmente anche da parte sua. La raggiunsi senza far rumore, cingendole da dietro i fianchi.
“Cosa fai?” mi chiese Lei.
Mi avvicinai spostandole i capelli dal collo e le dissi semplicemente che la volevo aiutare a preparare il caff&egrave. Ma questo ormai era pronto, e il mio respiro sul suo collo, e le mie mani che inizieranno a muoversi sui fianchi verso il seno, fecero il resto. Lei non mi fermò, non voleva che lo facessi. Sentivo che non faceva resistenza, ed allora mi avvicinai a Lei, ero già abbastanza eccitato, e la mia erezione già si sentiva. E anche lei lo sentiva, glielo appoggiai delicatamente tra le natiche. Il seno ormai era nelle mie mani, così come il resto del suo corpo. La baciai sul collo, e Lei gemette tutta la sua voglia e la sua impazienza. Così impaziente che allungò le mani e mi sbottonò i jeans. Allora le alzai il vestito, e le abbassai le mutande, mentre anche Lei toglieva le mie. L’appoggiai al tavolino della cucina, e sempre da dietro mi inginocchiai tra le sue gambe leccandole il suo dolce sesso, che stillava miele. Continuai a stimolarla finché non ebbe un orgasmo, dovuto alle stimolazioni sul clitoride. In genere continuo regalando alla mia partner un secondo, ma essendo a lavoro, optai per passare subito al pezzo forte. Mi alzai e sempre da dietro la penetrai col mio sesso. Finalmente quello che avevo sognato si era finalmente avverato. Le sensazioni che provavo erano mischiate all’idea di essere riuscito a compiere ciò che avevo sempre sognato. Sapevo che non sarei durato a lungo, ma per fortuna lei godé delle mie spinte prima di me, ed ebbe un orgasmo vaginale le cui contrazioni mi stavano mangiando il sesso. Mi fermai, o le sarei venuto dentro. Anche Lei dopo alcuni secondi si calmò, e io ricominciai a spingere, purtroppo già sapendo che sarei venuto a breve. Ero indeciso se goderle denro, ma d’altra parte se l’avessi tolto sul più bello le avrei schizzato il suo bel vestitino, e le macchie potevano rimanere visibili. Fu un attimo, sul limite lo estrassi e senza pensarci afferrai il bicchierino del caff&egrave e venni lì dentro. Alcuni schizzi uscirono, raggiungendo la macchinetta del caff&egrave, altri centrarono il bicchiere facendone debordare un po’ e creando una schiuma particolare.
Lei finì di rivestirsi, mi prese in mano il bicchiere e bevve tutto il contenuto in un sorso: “ci voleva proprio questo latte”.

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