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Dopo tutto questo tempo…

By 23 Aprile 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Da tanto aspettavamo quel momento, eravamo finalmente insieme.
Non appena scesi dall’aereo lo vidi attendermi con quel suo sorriso bellissimo.
Mi aspettava in piedi, poggiato pigramente contro un muro; quando lo raggiunsi ci abbracciammo a lungo, puntò gli occhi nei miei, prese la mia valigia e ci muovemmo verso la sua auto.
Silenzio, osservo il panorama scorrere veloce oltre i vetri, la sua mano si alternava fra il cambio e la mia coscia; non parlammo, godendo a modo nostro quel momento.
Arrivammo a casa sua, mi mostrò ogni stanza, sentivo i suoi occhi su di me e non riuscivo a togliergli i miei di dosso.
Avevo bisogno di una doccia, glielo dissi, ci spostammo in camera perché potessi aprire e prendere le mie cose della valigia, ma non appena mi sedetti a letto lui mi venne incontro, mi mise le mani sulle spalle e mi guidò giù, stesa sul materasso. Salì a cavalcioni su di me, restammo qualche attimo a guardarci ancora, i nostri occhi erano affamati, avari, tanto quanto i nostri corpi.
Un bacio, lungo e famelico, mentre le sue mani belle e curate mi scorrevano addosso, saggiando la consistenza del mio corpo sotto il tessuto. Lo tenevo contro di me, provavo a sfilargli la maglia, mentre con le gambe avevo catturato le sue.

Sentirlo addosso dopo averlo bramato così a lungo mi sconvolse, &egrave inspiegabile.

Le nostre lingue si muovevano in una danza serrata e le sue mani divennero sempre più impazienti; mi strappò gli abiti di dosso, mi trovai nuda senza neppure rendermene conto.
Litigai qualche attimo con la cintura, prima di riuscire ad aprirla per abbassargli jeans e boxer.
Lo sentii duro, eccitato contro di me; mi prese il volto fra le mani, voleva che lo guardassi ed io non desideravo altro.
In un colpo era dentro di me, socchiuse gli occhi compiaciuto, mentre un mio gemito riempiva tutta la stanza.
I nostri corpi erano completamente intrecciati, mentre le nostre anime si fondevano in un’unica oscena perversione.
Mi prese a lungo, prese tutto del mio corpo, andammo avanti fino ad essere esausti.
L’odore del sesso riempiva la stanza, i nostri umori avevano inumidito le coperte, ma eravamo ancora impregnati di desideri.
Ci abbracciammo, restammo fusi a lungo, poi mi alzai alla ricerca del ristoro di una doccia bollente e, recuperando i miei vestiti, vidi la sua schiena impreziosita da un reticolo di graffi, alcuni dei quali sanguinanti.
Ghignai soddisfatta.
Mi lavai in fretta, asciugai i capelli e quando tornai in camera lui aveva cambiato le coperte. Sorrisi, lui fece lo stesso, quello scambio fu chiaro.
Mi avvicinai, addosso avevo solo un grande asciugamano avvolto attorno al corpo, ci stendemmo a letto, stanchi.
Mi accarezzò a lungo ed altrettanto a lungo ci baciammo, mi piacevano le sue mani, mi piaceva il modo in cui me le faceva scorrere addosso, poi mi disse di riposare e mi lasciò sola giusto il tempo di fare una doccia.
Quando tornò in camera da letto dormivo già da un po’, si stese al mio fianco, mi strinse a sé e mi raggiunse fra le braccia di Morfeo.

Il giorno dopo avrebbe dovuto svegliarsi presto per andare a lavorare; quando aprì gli occhi aveva il viso fra i miei capelli, mi teneva a sé da dietro.
Iniziò a baciarmi e mordermi il collo e le spalle, aprii gli occhi, cercai la sua mano che mi stringeva il ventre e me la portai alla bocca, per lasciarvi un bacio delicato.
Prese a strusciarsi contro di me, la mano che avevo alle labbra scese sui miei seni che strinse forte. Amava il mio seno, amava il mio corpo e non stava facendo nulla per nascondermelo.
Portai indietro la gamba, la misi sopra di lui, spalancando le cosce.
Iniziò a toccarmi, le sue dita passavano sulle grandi labbra delicatamente, mi stuzzicavano il clitoride, prima delicatamente, poi sempre con maggiore insistenza, il mio respiro si faceva spezzato e lo sentivo eccitato contro di me.

Prese il telefono, tossicchiò appena per schiarirsi la voce.
Sentii un paio di squilli, poi una voce maschile rispondere.
‘Ho passato una brutta nottata, non mi sento granché bene, puoi sostituirmi?’
Qualche secondo di silenzio.
‘Grazie bello, ti devo un favore.’

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