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Racconti Erotici Etero

Dopo una giornata di lavoro…

By 13 Settembre 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La storia si svolge durante una sera di primavera, in una città del nord. Francesco aveva appena staccato da lavoro, erano ormai le sette di sera, quella giornata era stata piena di impegni lavorativi, contratti da firmare e mille preoccupazioni. Aveva voglia di svagarsi un po’ prima di tornare a casa, alla sua vita fin troppo tranquilla anche se aveva poco tempo per divertirsi con tutto il lavoro che aveva da svolgere. Eppure era un uomo piacente, sulla quarantina, alto 1.80m, non troppo muscoloso ma col fisico definito, capelli scuri che non accennavano a diventare bianchi e due occhi neri come la notte. Non gli mancavano le donne, ne poteva avere quante ne voleva ma non era per i legami stretti o almeno era quello che si ripeteva lui per darsi un contegno ed evitare di soffrire inutilmente con le storie veloci come il lampo. Quella sera era passato in auto vicino ad un locale aperto da poco, aveva voglia di vedere come era sistemato e così parcheggiò ed entrò. Era un pub con luci soffuse, non molto grande ma sembrava un posto piacevole con diversi tavolini. Non era ancora pieno, non era ancora l’ora di cena e visto che c’era decise di cenare lì anche perché non aveva molta fame e a casa non l’aspettava nessuno. Arrivò il cameriere con il menù, ordinò un panino non troppo elaborato ed un po’ di coca cola e dopo un po’ arrivò la sua cena. Nel locale si stavano alternando musiche soft di vari autori italiani ed esteri che cullavano i suoi pensieri. Intanto i clienti iniziavano ad arrivare e si era quasi del tutto riempito; ad un certo punto vede entrare una ragazza da sola, forse stava cercando qualcuno nel locale ma poi si mise al bancone e chiese qualcosa da bere. Era una bella ragazza che non avrà avuto trent’anni, con una gonna non molto lunga visto gli inizi della bella stagione. Sembrava anche lei triste e lui non faceva altro che cercare il suo sguardo. Più di una volta si sono incrociati, prima timidamente, poi sempre più insistenti così lui si fece coraggio ed andò al bancone dove c’era lei.

– Piacere, mi chiamo Francesco’ ‘ disse lui un po’ imbarazzato
– Ciao mi chiamo Vera ‘ ora sapeva finalmente il nome di quella creatura così bella
– Posso offrirti qualcosa oltre alla tua bibita?
– Forse ci sarebbe qualcosa ma non &egrave a menù ‘ La sua affermazione non lasciò molto spazio all’immaginazione

visto che mentre lei lo diceva, si stava mordicchiando le labbra e lo stava scrutando dalla testa ai piedi quasi volesse spogliarlo sul momento

– Allora andiamo, che ti do quanto cerchi ‘ così pagò il conto suo e di lei ed uscirono andando verso l’auto.

Durante il tragitto dal locale alla casa di lui, il tempo per le parole era ridotto a poche frasi, erano troppo eccitati l’uno dall’altro. In auto lei non faceva altro che toccarlo, massaggiare il suo pacco sempre più duro che traspariva dai pantaloni e lui di rimando toccava le sue cosce lisce arrivando senza difficoltà a toccare la sua fighetta. Eh si lei non portava le mutandine e si stava aprendo oscenamente le cosce per farsi penetrare da quelle dita sconosciute ma vogliose di lei. Lui dovette fare non poca attenzione perché più delle volte il suo sguardo era rivolto verso di lei che verso la strada ma per fortuna arrivarono sani e salvi al suo appartamento. Parcheggiarono e scesero dall’auto. Abitava al quinto piano ma per fortuna c’era l’ascensore così decisero di risparmiarsi la fatica di fare così tante scale a piedi. In quel posto così stretto non smisero di toccarsi e di far salire l’eccitazione ormai oltre misura, accompagnata da un bacio ardente di passione. Non smisero di baciarsi e di limonare una volta arrivati al pianerottolo del suo appartamento, entrarono di corsa in casa e si spogliarono velocemente, ricoprendo il pavimento dei loro vestiti. Erano nudi ora, lui poteva finalmente vedere le sue grazie. Un seno bellissimo, una terza abbondante ma sodo con capezzoli da succhiare, la fighetta depilata ed un bellissimo culo da urlo. A tale vista lui non poteva non provare una profonda eccitazione che fece rizzare il suo cazzo che assunse le sue dimensioni solite di 20 cm. A tale visione lei si inginocchio ed iniziò a fargli un pompino con dedizione e passione, roteando la sua lingua attorno a quel pezzo di carne così pulsante ed invogliante che era lì per lei. Era brava, di sicuro non era il primo che succhiava, le sue mani percorrevano il petto di lui, il suo pube, le sue palle e le sue cosce, ancorandosi sul culo di lui quasi a non voler mollare la presa. Certo lui non l’avrebbe mai lasciata andare ora che lei stava facendo un pompino così delizioso, credeva di essere in Paradiso! Lei si dette così da fare che lo fece sborrare a fontana, recuperando il suo prezioso liquido e bevendolo fino all’ultima goccia. Lui era venuto moltissimo, aveva davvero voglia di un pompino fatto in modo così esperto, le sue gambe cominciarono a tremare per il piacere ricevuto e si sedette sul divano di pelle che aveva in salotto. Lei si avvicinò a lui e si baciarono in bocca così lui poteva sentire chiaramente il suo sapore nella bocca di lei e la cosa lo eccitava terribilmente; recuperò velocemente e la fece mettere seduta a cosce larghe così da potersi prendere ora lui cura della sua fighetta. Si avventò sull’apertura di lei in modo famelico, aveva voglia di farla godere così la leccò e la trapanò con le dita nel culo e nella figa, succhiandole il clitoride che era uscito facilmente dal suo cappuccio per l’eccitazione. Non smetteva di baciarla e leccarla, roteava le sue dita dentro di lei e di tanto in tanto le toglieva e le faceva leccare a lei per farle vedere quanto era fradicia. Le sue dita erano sporche degli umori della giovane e più lei spalancava le cosce, più lui inseriva dentro di lei le dita raccogliendone il miele del piacere. Lui continuava a torturare il suo clitoride succhiandolo come un lattante col biberon, non mollava la presa fino a quando lei non venne nella sua bocca con un urlo liberatorio in preda alle contrazioni della sua figa e spruzzando sul viso di lui i suoi caldi umori profumati di cagna. Erano entrambi appagati ma si sa, l’appetito viene mangiando così lei si messa a 4 zampe sul divano, aperta in modo osceno, voleva sentirlo dentro di se, voleva la sua salsiccia dura.

– Entra dentro e scopami, sono la tua cagna, porco! ‘ Quelle parole furono come un fuoco per lui, l’avvamparono ed una scossa lo percosse tutto dalla punta dei piedi fino al cervello, passando dal suo cazzo che divenne nuovamente duro.
– Eccomi a te troia, arrivo e ti allargo tutta ‘ Furono queste le sue parole prima che lui puntasse il suo cazzo verso la figa di lei che continuava a pulsare per il recente orgasmo.

Lui diresse il suo cazzo verso la figa calda di lei e vi entro con un solo colpo fino in fondo, schiantando le sue palle contro il corpo di lei. A sentire tanto impeto lei, gridò ma fu un grido di piacere, di soddisfazione per l’intruso che stava dentro di lei, voleva trarne il massimo piacere dalla scopata con quello sconosciuto e poteva lasciarsi andare ed esternare tutta la sua porcaggine.

– Che toro da monta che sei, fottimi bene, sono tutta un fuoco! Scopami come una cagna, fa uscire la troia che &egrave in me! ‘ In effetti lui stava dando un ritmo indiavolato alla scopata, più porcate lei diceva, più lui dava sfogo e tramutava in azioni i desideri di lei.

Lei muoveva in modo insolente il suo bacino, voleva sentire bene il membro del suo uomo sfondarla bene, era fradicissima e quasi prossima ad un nuovo orgasmo. Lui sentiva il desiderio di lei crescere sempre più intensamente, si fermò ed estrasse il cazzo. Lei si voltò, per capire cosa stesse succedendo e lo vide puntare la cappella contro il suo culetto.

– Ora te lo sbatto in culo troia, &egrave tutta la sera che lo desidero, chissà quanto sei larga visto che la figa &egrave una caverna ‘ In effetti non gli fu difficile entrare, colpa l’eccitazione che c’era tra i due ma anche perché Vera aveva preso non pochi cazzi che avevano messo a dura prova la sua intimità di donna. Lui entro bene dentro sentendo lo sfintere di lei baciarli il cazzo come una calda bocca vogliosa. Era favoloso, bollente ed affamato di cazzo, del suo.
– Ahhhh siiiiiii cosììììì fammi godereeeee ‘ Disse lei mentre lui stantuffava sempre più violentemente il culo della giovane.

Lui vista la troiaggine di lei, non si fece molti scrupoli e sputò su di lei dandole della troia succhia cazzi, rotta in culo. Lei si eccitò non poco perché lui aveva capito la sua natura di cagna che vuole ricevere e dare piacere ed iniziò a masturbarsi ficcandosi due dita in figa sentendo il membro del suo uomo tapparla bene bene.

Se prima era fradicia, ora era un lago di umori, non ci volle molto prima che un nuovo orgasmo la raggiunse fulminandola.

– Ahhhh sto venendoooo, porco mi stai facendo godereeeeeeee, sono la tua cagna, la tua schiava! Scopami, fottimi, inondami di sborraaaaaaa ‘ Mai aveva visto tanta troiaggine in una donna e pensare che lui di donne ne aveva scopate molte ma mai nessuna così, lei era unica e speciale, una bomba erotica.

Lui continuava la sua cavalcata furiosa, insultando pesantemente la donna e più la insultava, più godeva, le sputava addosso e la schiaffeggiava facendole diventare il culo rosso come un peperone. Lei era un tripudio di godimento, aveva trovato qualcuno che la scopava come voleva lei. Lui era prossimo a scaricare nella donna tutto il suo sperma, la strinse a se avvinando ancora di più i corpi ed attaccandosi alle tette sode di lei, strizzandole i capezzoli duri come chiodi facendole male. L’eccitazione ormai era alle stelle, lei ormai aveva perso il conto dei suoi continui orgasmi più o meno intensi per colpa di quel trattamento, fatto sta che lui sentiva che era giunto il momento di sborrare e lei se ne accorse.

– Vienimi nel culo, voglio sentirti dentro! ‘ Disse lei con la voce languida e carica di desiderio.

Non se lo fece dire due volte lui, la pompava violentemente dentro il culo rosso di lei e con un urlo quasi bestiale eiaculò dentro di lei: potenti getti di sperma colpirono violentemente l’intestino di lei, erano quasi una doccia bollente che provocarono in lei un nuovo orgasmo potentissimo che le fece quasi perdere i sensi mentre il cazzo del suo uomo stava perdendo la sua durezza. Lui estrasse la sua salsiccia e si fermò a guardare il culo di lei: aveva un buco dove poco prima stava lui, poteva vedere l’intestino di lei e tutta la sborra che le aveva scaricato dentro. Lui pose la sua mano sotto di lei per raccogliere tutto il miele che stava colando, aiutandosi con le dita per farlo uscire tutto. Era un misto di umori di lei e lui e quando tutto fu raccolto lo fece bere a quella creatura così porca che giaceva sfinita sul divano. Ormai lei era sottomessa e ripulì ogni traccia di quel gustoso nettare, non lasciando alcuna traccia sulle mani di lui, lo ringraziò di quella scopata così fantastica e lui fu felice di averla accontentata. Andarono in bagno a darsi una lavata ma quello che successe dopo &egrave un’altra storia!

Per commenti scrivete a: rondine76@email.it

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