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Racconti Erotici Etero

Doppia uso singola

By 10 Maggio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Doppia uso singola 
Bella la spiaggia di Agadir. Onde lunghe, qualche ragazzino con il surf e molti turisti che fanno jogging . Devo passare qui una settimana , tanto vale che inizi a trascorrere la mattinata camminando in riva all’ oceano. Ipod in posizione, al solito non corro, preferisco camminare con passo veloce. La zona riservata del villaggio e’ praticamente a meta’ spiaggia. Mi giro a destra e inizio a ritmare il passo. Penso a sta doppia uso singola che per la prima volta nella mia vita imparero’ a gestire e intanto mi guardo intorno. Donne col velo che fanno il bagno fianco a fianco con turiste in bikini, ragazzini col pallone e un sostenuto scambio di sorrisi tra i joggers che si incrociano. Non so perche’ l’ho notato da lontano. Forse il passo armonioso, o l’andatura leggermente ciondolante in avanti che accentua la cadenza delle orme sulla sabbia. Mi viene incontro sorridente. Ricambio il sorriso ed e’ davvero un uomo affascinate. Quanti anni avra’? Secondo me siamo sui 55. Sicuramente tratti medio orientali, un sorriso splendido. Ma che fa?? Oddio sta facendo un accenno di inchino mentre ci incrociamo, e mi viene da ridere, e infatti rido e pure lui. Simpatico sto incontro, dai! Galanti gli uomini da queste parti. Arrivata alla marina di Agadir inverto il senso di marcia e mi sorprendo a pensare che magari lo rivedro’ di nuovo. Infatti eccolo, lui corre mentre io cammino dunque me lo godo per un bel poco mentre si avvicina. Confermi la tua prima impressione Lampo?? Yesssss confermo! affascinante, non troppo alto e ben proporzionato. Non fa fine lo so, ma lo osservo respirare e il torace ampio si alza con un ritmo ipnotico. Ora mi impongo un sorriso serio, che mi ha sicuramente visto . Pancia dentro e petto fuori, avanti marsc! Ma come mi avvicino si mette le mani dietro la schiena e ravana nei pantaloncini! Poi proprio mentre ci stiamo sfiorando con lo sguardo tira fuori un rametto di gelsomino. Questa volta l’inchino e’ piu’ profondo perche’ si ferma davanti a me e guardandomi fisso mi porge i fiori dicendomi che sono per i miei occhi. Insomma quello che capisco non parlando francese e’ questo, ma capisco perfettamente che mi sto sciogliendo proprio come quella medusa schifosissima che ho appena evitato mentre giace morente sulla sabbia bagnata. Rispondo con un timido merci’ e non so che fare. Mi leva lui dall’imbarazzo, baciandomi la mano e salutandomi riprendendo la corsa. Lampo calma. Calma e gesso. Sai che non e’ possibile, che tutti gli uomini sono uguali, che anche questo qui diceva per i tuoi occhi ma ti guardava le tette. Lo sai vero? Si lo so, certo ma questo qui almeno non porta occhiali da sole e le tette mica le stava guardando! Guardava me! I miei occhi ! Se certo brava la mia doppia uso singola, illuditi dai che tanto male non fa. Intanto hai visto che scema sei? Non ha nemmeno l’orologio per cui che fai domani? Pernotti in spiaggia per essere certa di rivederlo di nuovo? Ah certo che a smontare me stessa sono bravissima ultimamente, ma in fondo ho proprio ragione a darmi torto. Annotero’ sul diario questo simpatico siparietto e morta li’ la storia.
Oggi ho scelto il mio due pezzi migliore per camminare, chissa’ mai che si ripeta l’incontro? mi sono anche truccata un poco ( waterproof mi ha garantito la commessa). Stesso percorso di ieri, ma stavolta con gli occhialoni da sole che devo poter guardare in giro in piena liberta’. Inutile, maledico la mia mancanza di orologio e ormai intravedo i primi frangiflutti del porto. Al solito la mia sfiga che mi fa sempre arrivare troppo presto o in ritardo sugli appuntamenti del destino. Scalcio la sabbia con vigore e sento un soffio tra i capelli mi volto di scatto ed eccolo qui! Adesso ride lui con gli occhi e con le labbra, non sto capendo più nulla che mi sta dicendo? No non mi sono spaventata, dai. Certo si certo che prenderei qualche cosa di fresco in tua compagnia! Spero di aver dato le risposte corrette, naturalmente muovendo solo la testa e mugugnando in italiano. Chiedo se parla inglese ma la risposta e’ poco poco dunque meglio illudersi in lingua straniera!! Dai che giochiamo alla caccia al tesoro!  Siamo alla marina di Agadir e sta togliendo dalla tasca dei calzoncini la chiave di un locale. Entriamo e sembra un piano bar di quelli da dopo cena. Arredamento sobrio beige e nero, tocco minimale e il pianoforte leggermente sollevato su una pedana tra i divanetti bassi. Mi fa cenno di sedermi sul trespolo davanti al bancone del bar e si mette a spremere arance fresche. Non una parola, non una. Mi porge il bicchiere mentre siede di fronte e non lasciandomi un secondo lo sguardo appoggia il bicchiere al mio. Sono imbarazzata per i suoi occhi. Forse avrei preferito uno sguardo nella scollatura, avrei saputo reagire almeno. Ma ad uno sguardo muto come si reagisce? Inizia davvero a incuriosirmi la mancanza di dialogo così fisso pure io. Fisso e basta. E davvero bello il suo viso, con rughe profonde a solcare la fronte. Uomo che ha vissuto penso e che vuole da me? Sorseggia il succo e il dito indice accarezza il vetro ghiacciato. Sono ipnotizzata mentre lo avvicina alle mie labbra. Le passa con l’acqua raccolta sul polpastrello e io sento caldo e ho molta sete. Di nuovo il dito scivola sulle mie labbra e inizia a percorrere il collo. Sono riarsa dal sole che sento dentro e sono molto eccitata al punto che sento il mio odore prepotente che esce dalle mutandine di nylon del costume ,me ne vergogno quasi, non possiedo la capacita’ di scusarmi nemmeno in italiano figurati in francese. Il dito continua a scendere e i suoi occhi danzano nei miei. La frescura ora lascia spazio al sudore che il dito raccoglie da me. Sta scendendo in agonia verso il solco libero del seno, quello messo generosamente in mostra dal bikini. Dove arrivera’? Non importa dove voglio arrivare io, adesso soggiogata mio malgrado, aspetto. Allungo un dito pure io verso di lui, vorrei ripetere lo stesso lento percorso. La barba incolta ma di pochi giorni circonda le labbra. Increspa un sorriso mentre scivolo su lui che non ha il seno penso, mentre scendo. Mi fermo all’ombelico . Null’altro ;ci fermiamo cosi’ come due pupazzi wodoo a fissarci, imprigionati dai nostri stessi spilloni. Posso baciarlo che ne dici? No Lampo no te ne stai buona e ti godi il momento. Nulla per caso, mai nulla ricordi? Arrivera’ il momento arrivera’. E infatti suona il telefono. Brusco risveglio mentre si alza a rispondere. Butto giu’ tutto d’un fiato il succo per riprendermi. Mentre non vede passo un dito tra le gambe e odoro. Ho le mutandine bagnate e certamente non e’ sudore, sono eccitata da impazzire, sara’ l’assoluta incoscienza che accompagna questo momento , penso. La telefonata termina ma ormai la tensione e’ calata. Mormora delle scuse e ridendo si avvicina alle labbra per pulirmi i baffi di succo arancione e mi prende per mano. Usciamo intrecciati percorrendo la spiaggia e lentamente mi riaccompagna verso gli ombrelloni del villaggio. Mi lascia con un bacio sfiorato sulle labbra dandomi appuntamento al giorno dopo. Scema sei scema Lampo, non hai chiesto nulla! Non hai domandato , non hai nulla non hai fatto nulla. Alla sera gran mal di polpacci visto che ho ripassato a memoria la spiaggia tutto il pomeriggio alla sua ricerca ma niente, nisba..sparito. E se avessi capito male? E se non mi avesse dato nessun appuntamento? Dubbi amletici mentre spalmo burro e marmellata a colazione. Mi catapulto in spiaggia, faccio pensieri frulli stamane e spero di incontrarlo presto molto prima di quanto mi aspetti. Non solo la sola ad aver riposato agitata visto che mi sta venendo incontro sorridendo. Spalanca le braccia e mi cinge come fossimo la coppia piu’ collaudata del mondo e mormora buongiorno! Più una serie di parole che mica capisco ma suonano così bene! Mano nella mano di nuovo al locale. Cerco di farmi capire chiedendo come mai ha le chiavi. E’ mio risponde, e apro al tardo pomeriggio sino a notte fonda. Serviamo alcolici e il piano bar piace molto. Non mi chiede nulla mentre inizia a spremere arance fresche. Il ricordo di ieri mi sale alla gola e la calura si fa sentire anche in basso. Sono già eccitatissima mentre si avvicina con il succo ghiacciato. Vieni dice e mi prende per mano. Salgo sulla pedana del pianoforte e mi aiuta a sedermici sopra. Odiio penso chissa’ se da queste parti hanno visto Pretty woman? Beviamo lentamente e il mio corpo tra i suoi occhi e’ solo un prolungamento dello sguardo , un andare oltre che e’ presente perche’ batte e respira. Di nuovo il fascino del non dire, di nuovo lui, stavolta con le labbra su di me. Stavolta sono le labbra fredde a scendere umide sul mio corpo. Vorrei fare, ma mi fa cenno con la testa di star ferma, di godermi il suo sapore. Cosi’ cedo lentamente. Sei piena di sale mormora e con due passi e’ dietro al bancone. Ritorna con le mezze arance spremute e , ma quanto ridi!, e fa gocciolare il poco succo rimasto sulla pelle accaldata. Cedo , continuo a lasciarmi fare tra le sue mani, sgancio il reggiseno per il desiderio si sentirlo addosso ai miei capezzoli. Mi bacia succhiando mentre il succo arancia cola sul seno. Ora con la mezza arancia svuotata cerca di creare un contenitore per adagiarci il seno. Non resisto e rido ! la mezza arancia riesce a malapena a coprire l’aeoreola del mio enorme davanzale. lui non ride affatto pero’ anzi, lecca con cura ogni piccolo rimasuglio di polpa che si e’ depositata su di me. … i capezzoli come fossero arance sugose e ancora di piu’ mi lascio cadere. Allargo le gambe al suo tocco e rimango seduta sul pianoforte. Le mani mi afferrano da dietro spingendomi avanti con il bacino. Allarga le gambe scostando le mutandine e appoggia la punta della lingua al mio sesso. E ancora un poco freddo dal ghiaccio che ha succhiato nel succo e la punta della lingua e’ cosi’ estranea al resto che vorrei aver la capacita’ di gonfiarmi allistante per farla mia. Attendo . Attende. Poco alla volta sento che la lingua ora appoggiata di piatto diventa un tuttuno con il clito che si gonfia. Muovo i fianchi per andare incontro alla mia voglia e capisce che e’ il momento di insistere di piu’. Sfila le mutandine e ora non solo lingua, ora sento altro e non capisco ancora non capisco. Un movimento delicatissimo che passa sul clito ritmicamente avanti e indietro ma non e’ umido e cedevole. Mi sta masturbando usando il naso! Il bellissimo naso dai tratti orientali si muove a cavallo del mio sesso ritmando l’ingrossarsi delle labbra e sento che sto colando tra le sue . Mi sta dando tutto il tempo e mi prendo tutto il tempo necessario per godere profondamente di lui, che adesso percorre in verticale con il labbro inferiore il mio sesso per intero. Sento la barba appena incolta arrivare sopra al monte di venere, e vedo i suoi occhi che mi fissano mentre spunta da me. Non so che dire non so parlare francese e gemo in italiano. Si rituffa sotto li’ sotto nel mio umore caldo e la barba e’ un tormento dolcissimo in punta. Sto per godere lo sento, le dita dei piedi si agitano e lo stomaco stringe il sangue richiamandolo a se. Godo piano, non comando me stessa ma qualche meccanismo dentro di me ha deciso di farmi morire sul pianoforte di un uomo straniero. Godo ansimando dal profondo della gola e lui beve , beve li’ sotto. il volto e’ bagnato e pieno di me mentre si avvicina e mi bacia. Non ancora una parola, non una mentre mi accarezza la guancia e si spinge dentro me. Cosi’ adesso lo sento . Lo sento pienamente. Dopo aver goduto ogni fibra del mio corpo e’ pronta per riceverlo, cala la tensione ma non il velluto che circonda le mie pareti. Entra fino in fondo di colpo ed esce lentamente da me. Occhi nei miei occhi, labbra semi aperte a respirare i nostri odori. Un colpo profondo, e un lento ritiro , cosi’ a lungo a ancora. Tremo per la fatica di mantenere la posizione e le gambe cedono sotto la spossatezza del godimento. Se ne accorge e le solleva attorno alla sua vita. E ancora entra . Quante cose vorrei dire e fare e ancora! Invece resto li’ a sentire il suo cazzo che parla per lui e io lo capisco dentro di me , lo capisco perfettamente. Mi basta guardarlo per comprendere che sta cedendo al piacere. Voglio che sappia quando mi piace e quanto desidero sentirlo ingrossarsi dentro me. Ho la voce roca, ogni colpo si ripercuote sulle corde vocali che tremano con me. Voglio sentirti voglio sentirti godere di me. Non so davvero quanto siamo rimasti , quanto lui sia rimasto dentro dopo aver svuotato l’anima in me. Ci saremmo addormentati abbracciati sul pianoforte, quella mattina di settembre. Ora sto sorseggiando succo d’arancia, aspetto che il ghiaccio mi bagni le dita e conto quanti giorni di doppia uso singola mi rimangono al termine della vacanza.

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