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Racconti Erotici Etero

Drazie di esistere

By 26 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Un gioco di sguardi, un segnale d’intesa e inizia l’erotismo.
Guardo dal mio ufficio direzionale, posto davanti al tuo ufficio protetto solo da vetri trasparenti, le tue cosce divaricarsi sinuosamente: so che non hai intimo sotto, te l’ho chiesto ieri sera in quella telefonata oscena, dove, abbiamo sfogato i nostri desideri intimi cresciuti dalla mancanza di contatto.
Siamo così vicini e nello stesso tempo così distanti.
Le nostre vite normali, contrastano con le nostre voglie nascoste d’amanti;
– Domani non mettere niente sotto, voglio morire pensando a te che sei lì davanti e, a me che non ti posso toccare’
Questo era il gioco, questo, &egrave il momento che sto vivendo.
Conosco tutto delle tue cosce, del tuo corpo, eppure, ogni volta che ti vedo, ogni volta che mi guardi in quel modo, mi perdo.
Seguo le calze velate colore grigio fumo che hai messo, ne vedo la fine a metà coscia, mi sembra di accarezzarle talmente sono con te mentalmente, guardo la gonna che si alza piano, seguo affascinato le dita che giocano con i bordi della stessa, per fare si che posso apprezzare quello che mi aspetta.
Mi perdo nei ricordi dell’ultima volta che ci siamo presi, dove, sudati, dopo il nostro sesso passionale, cercavamo giochi nuovi che riempissero le nostre fantasie.
Ti voglio e ti desidero come la prima volta, perché ogni volta, con te, &egrave una prima volta.
La tua fantasia erotica rasenta la follia dei sensi e le tue provocazioni continue, sono linfa vitale per il mio modo d’essere.
Scruto tra le tue cosce aperte indecentemente, poi, superata la soglia della sopportazione erotica, alzo il citofono;
– Barbara, ho bisogno di lei, venga nel mio ufficio.
– Certo direttore, arrivo subito’
Non doveva andare così, avrei dovuto resistere, come avevo promesso la sera prima, ma questa ragazza mi &egrave entrata dentro oltre ogni logica e ho bisogno di sentire la sua pelle, il suo odore’
La guardo far scendere la gonna e chiudere le porte del paradiso, la guardo alzarsi, mentre vado a chiudere le tendine oscuranti.
Lo so, dentro di me lo so, come lo sanno gli altri, &egrave la solita storia direttore- segretaria che ho sempre cercato di evitare, ma questo, rimane l’ultimo pensiero intelligente, mentre eccitato la guardo chiudere la porta e alzarsi la gonna;
-Avevi bisogno di questo?
Appoggiato alla scrivania di mogano, con le gambe divaricate, la guardo lascivo sollevare piano il tessuto, il bacino si muove in un ballo erotico silenzioso che solo noi possiamo capire, il suo odore di donna, mischiato al suo profumo, riempie velocemente la stanza, inesorabilmente vengo drogato dai suoi movimenti, il mio sesso spinge feroce contro i calzoni aspettando di lenire il proprio piacere contro quella pelle giovane; torno a guardare la gonna che ha superato le autoreggenti, mettendo in mostra la pelle chiara di Barbara, il pensiero torna ancora ai nostri incontri precedenti, al piacere del contatto.
la mia mano scivola sulla cerniera e libera il mio desiderio.
Non parliamo più, ma &egrave come se urlassimo il nostro desiderio, la gonna tutta rialzata sul bacino, mi mostra il suo pube quasi glabro, solo una piccola striscia curata: la guardo ammaliato, stregato da quel piccolo disegno tra le cosce, sembra un cesello, un piccolo capolavoro nascosto, dove pochi intimi possono attingere il loro piacere.
Libero il mio sesso e prendendolo in mano, lo tengo nervosamente.
‘Ti voglio!’ Vorrei urlarle, ma quella situazione illogica, non mi permette di esprimere il mio sentimento.
Barbara si avvicina, ha seguito il cenno della mia mano e, come sempre, sa cosa voglio, sa come lenire il mio dolore fisico.
Li davanti a me, a cinque centimetri dal mio piacere,, la sua mano accarezza i mie capelli e piano, scende a prendere il posto della mia sul membro, poi, la vedo piegarsi in ginocchio e ballare la sua danza, vedo la gonna non più trattenuta, scendere inerte a coprire le sue nudità, poi, stringo i suoi capelli dorati seguendo i suoi movimenti, chiudo gli occhi mordendomi le labbra per non esternare la mia felicità a chi non deve sentire e ringrazio il giorno in cui Barbara &egrave entrata nella mia vita’

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