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Racconti Erotici Etero

Elezioni 2004

By 24 Giugno 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Le elezioni: una ciclica combinazione di eventi durante le quali tutto sembra in fermento e camminando per la strada sorrisi e saluti di circostanza sono all’ordine del giorno, tutto &egrave così falso. Ma chi l’ha detto che ci guadagnano solo i politici? Mi chiamo Walter e quest’anno arrivo all’importante soglia dei quarant’anni. Sono un uomo affascinante (a dire delle donne) e dimostro meno anni. Siccome sono una persona abbastanza conosciuta nella mia città, ho anche fatto il PR per alcune discoteche importanti fino ad una decina d’anni fa, ogni elezione, sebbene mi ripeta “Walter questa volta non ti fare immischiare”, salta sempre fuori l’amico di turno attivista di uno o di un altro schieramento che candidandosi e conoscendo la mia esperienza organizzativa, mi frantuma le palle per far parte del suo team elettorale. Sono così martellanti che alla fine riescono a strapparmi un “OK.perché sei tu ti darò una mano”. Anche questa volta &egrave successo. Lascio immaginare come mi sia pentito do
po aver dato la mia disponibilità. Adesso sono un uomo sposato ed ho una splendida bimba, alla quale cerco di dedicare tutto il tempo possibile. Non appena lo ha saputo mia moglie..apriti cielo! “Sei un immaturo, un incosciente, non ti importa della tua famiglia.di tua figlia, sei sempre il solito..”. Questo fatto, il litigio, mi ha molto turbato e tutto vorrei tranne che creare tensioni e dissapori in famiglia. Arriviamo al giorno in cui il mio amico candidato mi avrebbe fatto conoscere le persone con cui avrei dovuto lavorare. “Walter, non portarmi il broncio, vedrai che tutto sommato ti piacerà collaborare con me” mi diceva ” He,he,he.sono certo che la smetterai di dirmi parole per averti precettato, he,he,he”. Un po’ contrariato in effetti, ma alquanto curioso per quelle parole che mi echeggiavano spesso nella testa, mi reco all’appuntamento. “Welà Walter finalmente! Benvenuto, questo sarà il tuo ufficio serale per le prossime tre settimane e quella nell’altra stanza &egrave MariaGrazi
a”. Poi parlandomi nell’orecchio “Carina no, le ho detto di mettersi a tua completa disposizione, in TUTTO. Sei tu il capo qui. Voglio che la tua permanenza sia il più piacevole possibile e..dammi retta, vedrai che non ti annoierai di certo” E dandomi una pacca sulla spalla mi catapulta letteralmente nella stanza adiacente. “Finalmente conosci il fenomeno, &egrave un bel pezzo di ragazzo non trovi Grazia?” Io diventato rosso come un peperone allungo la mano verso quella sagoma per presentarmi. “Ehmm.io sono Walter”. Tipica risposta da coglione, per come mi sentivo in quel momento e per come ero incapace di aggiungere altro. Nello stringerle la mano, alquanto piccola e vellutata, sento un tenue calore che inizia ad espandersi per tutto il corpo e alzando sempre più la testa metto a fuoco la figura che mi &egrave di fronte. Un bel faccino dal colorito molto chiaro, lunghe sopracciglie nere (folte per essere quelle di una donna, ma proprio per questa diversità molto sensuali), lucidi capelli lunghi
e castani con lievi colpi di sole, braccia scoperte fin sopra il deltoide con peluria appena accennata, tipica di donna che non ha bisogno (o non vuole) farsi la ceretta (altro particolare che mi arrapa in maniera esponenziale), un paio di occhialini a montatura nera che lasciavano intravedere splendidi occhioni color cervone. Naso lungo, b&egrave qualcuno dirà cosa centra, ma a me le donne così fanno impazzire. Penso a come si impegnano a non farlo diventare un problema quando fanno i pompini. Sono le più brave. Comunque, sorridendo mi fa “Il piacere &egrave tutto mio, Giorgio mi ha molto parlato di lei, ma l’aveva descritta come una persona tutt’altro che timida”. Scosso in maniera traumatica dal solito diavoletto che esce sulla testa e che incazzatissimo continuava a ripetermi “Ma chi cazzo sei diventato? Sei la larva dell’uomo chiamato Walter! Con che coraggio ti vanti con gli amici delle tue conquiste? Ti si &egrave forse ammosciato? Sei in andropausa?” Mi riprendo subito e rispondo a Grazia ” n
on so cosa ti abbia detto Giorgio, ma sono un tipo normalissimo! E’ solo che sono abituato a guardare negli occhi il mio interlocutore, soprattutto se donna, e questa lampada bassa e i tuoi occhiali che ne riflettono la luce mi hanno un po’ spiazzato. Perché non li togli? Così ho modo di vedere di che colore sono e forse riesco ad evitare che tu mi dia del lei”. Uno pari! Sono riuscito a farla arrossire. Il diavoletto compiaciuto scompare con un Phoff! “Che ti avevo detto MariaGrazia? E’ forte il mio Walter! Sono sicuro che sarete una squadra splendida. Ora vi lascio soli, così avrete modo di conoscervi MEGLIO!” E parte un’altra pacca sulla spalla. Giorgio.sei proprio uno stronzo di politico stronzo, perso. Ma poi, attirato dal gioco intrigante che avevo appena iniziato, decido di dedicarmi ad una più approfondita conoscenza di MariaGrazia. E’ allegra, disinibita, mi dice che compirà 24 anni il mese prossimo (donna dei gemelli, ho,ho.sono molto calorose) e che le piace la gente e co
noscerne tanta di nuova &egrave la sua passione. Passano i minuti e colgo tanti particolari della sua figura. Le labbra sono ben definite e pronunciate quanto basta, denti splendidi ed un sorriso solare. Butto gli occhi nella scollatura della giacca, creata ad arte, e scopro un seno certamente di misura notevole. Li distolgo subito, quando una sua mano cerca di aggiustare il vestito. Con prontezza le dico “B&egrave.non sono avvezzo a guardare il seno alle donne, ma il tuo mi ha attirato come un’ape al fiore, scusa se ti ho messa in imbarazzo..ma non mi pento di averlo fatto. Sei splendida”. Lei molto lusingata da queste parole ” Mi farebbe piacere a questo punto un giudizio più completo sulla mia persona, non &egrave bello giudicare solo la metà che vedi, c’&egrave anche dell’altro.sotto la scrivania” E alzandosi in piedi, divertita ed con le mani rivolte verso l’alto compie lentamente un giro su se stessa. Cazzo! Che pezzo di gnocca! Sarà alta almeno 1,70 porta jeans attillatissimi che definiscono lunghe e
splendide gambe su un culo mozza fiato, bello grande ma magnificamente alto e sinuoso. Sul davanti un piattissimo ventre a 45 gradi che termina la corsa su un leggero gonfiore elegantemente disegnato dai jeans. Che labbrone di fica deve avere! Penso. Il seno poi, asseconda sinuoso la danza. Mi diventa subito duro, ricompare il diavoletto con un cazzone enorme in mano, che credo sia il suo, e mi dice “Uh&egrave culatto! Fatti da parte se non sei capace di ciularti sta gnoccona, lasciamela trapanare a dovere!” Solo la voce di Grazia riesce a farmi tornare alla realtà “Be Walter? E allora? Non ti piaccio? Guarda che il tuo silenzio lo considero un’offesa” E sorride divertita. Siamo ormai due-tre goal a uno. Con tutte queste reti subite rischio di perdere la partita. Serve un’unica splendida azione risolutiva. Molto serio la guardo fissa negli occhi e le dico “Adesso non &egrave più un gioco. Mi piaci e voglio conoscerti a fondo”. Non togliendole neanche un istante lo sguardo dal suo, prendo il cel
lulare e faccio il numero di casa. “Amò.stasera mangio con Giorgio e gli altri, così definiamo il lavoro da fare. Lo so che te lo aspettavi, ma vedrai che si tratta solo di oggi, no non restare sveglia non so che ora farò. A domani”. Chiudo il cellulare e mi rivolgo a lei che non aveva tolto un attimo lo sguardo dal mio “adesso tu fai la stessa cosa perché chiaramente questa sera la passerai con me”. MariaGrazia molto sorpresa da questa mia reazione, come un automa, sempre guardandomi fisso negli occhi, compone il numero di qualcuno e dice “Pucci ciao! (unendo le spalle) Eeeh! stasera l&egrave dura, come sospettavo rimango qui. No, non venire non &egrave il caso, ordiniamo due pizze..e c’&egrave bisogno che te lo dica? Lo sai che sono pazza di te”. Che ipocriti entrambi! Be, mi consolo pensando che da questo squallore cercherò almeno di farne uscire una sana serata di sesso estremo. Sono sempre stato convinto che se bisogna tradire il proprio partner ne deve valere il rischio e MariaGrazia &egrave proprio
una valida alternativa.
“Bene bene, abbiamo iniziato con il piede giusto. Ora io me ne vado inventando una palla a Giorgio e tu farai lo stesso. Lascia la macchina qui vicino, in modo che nessuno la possa notare e vieni davanti all’ufficio postale. Io sarò lì ad aspettarti fra.diciamo venti minuti?” senza farla rispondere “OK ti aspetto lì”. E girandole le spalle mi reco da Giorgio. Poi esco velocemente. Mi sento eccitatissimo ed il respiro diventa affannoso. Calmati mi dico, devi essere impeccabile. Mi fumo due sigarette davanti all’ufficio postale, in un punto non illuminato e poco visibile. Verrà? E se mi ha assecondato per prendermi per il culo? No, no i suoi occhi sono troppo penetranti, mi sono sentito fare (come si dice) un pompino con lo sguardo. Con qualche minuto di ritardo intravedo la sagoma di una donna. Si &egrave lei! Le lampeggio una volta, lei si accorge e mi viene incontro. Entra, chiude la porta e mi guarda fisso negli occhi “ma cosa stiamo facendo” non la lascio terminare. Le stringo con forza
i capelli e porto la mia bocca sulla sua. E’ un bacio intenso, libidinoso, le lingue si intrecciano fino a voler toccare uno la gola dell’altro. Le succhio istintivamente tutta la saliva che ha in bocca e lei ha un fremito. Ci stacchiamo, appoggia la testa allo schienale e respirando a bocca aperta cerca di riprendere il controllo di se asciugandosi le labbra con la mano. Io metto in moto e parto. “Dove mi porti?” “Ho una villetta sul mare, ad una ventina di chilometri. Se ti sta bene andiamo lì, altrimenti restiamo in macchina come fate voi ragazzi. Non mi dispiacerebbe, non so più da quanto tempo non scopo in macchina.” “No per carità, forse a te potrebbe piacere ma io ne ho piene le tasche della macchina. Quel tirchio del mio moroso non si permette mai di offrirmi una camera d’albergo. Andiamo a sta villa dai”. Lungo il tragitto parliamo a lungo, per evitare che ci possano essere quei drammatici momenti di silenzio. Lei naturalmente mi dice che non sa cosa le ha preso, che non ha
mai tradito il suo ragazzo, che &egrave tutto così assurdo…ahim&egrave quante volte ho sentito recitare questo monologo. Rompo gli indugi, non si sa mai cambi idea e mi lascia in bianco. Le accarezzo la mano. Poi la prendo e la metto sul cavallo di pantaloni strofinandoci sopra. Lei chiude gli occhi e lascia fare. Tolgo la mia mano e vedo con piacere che continua da sola a palpare il gonfiore sempre più evidente. Mi faccio più intraprendente. Abbasso la mia cerniera, le prendo la mano la infilo decisa dentro. Senza replicare lo tira fuori e con un hooo! di piacere lo scappella ed inizia a menarlo. Come lo sento tirare all’inverosimile le dico di aiutarmi a scendere giù i pantaloni, sempre guidando. Lei esegue alla lettera. Poi inizia a trastullarmi i coglioni, ormai liberi, e stringendo forte la presa mi sega con vigore l’asta. Ormai infoiato le prendo la testa e gliela spiaccico sul ventre. Lei disinvolta apre la bocca ed inizia ad ingoiare centimetro dopo centimetro. Arrivata molto in giù
ed al primo accenno di conato lo sfodera di nuovo fino alla cappella, che succhia prima con forza e poi slingua delicatamente con roteazioni circolari. A segure passa a spennellare il filetto, alzando lo sguardo e sorridendo compiaciuta. “Mmmm ti piace come lo tratto?” “Sembri esperta, ma &egrave presto per dirlo lavoratelo” Così incitata se lo spinge di nuovo in gola, questa volta toccandomi il pube con le labbra. Risale nuovamente fin sulla punta della cappella, che succhia forte e slingua ancora. Continua lo stesso lavoro per diversi minuti, alternato accelerazioni a lenti risucchi. All’apice dell’imminente sborrata le dico “Ecco, accelera, così, brava così che vengo, ti prendi l’aperitivo dai, siii così,così, ha,ha..ha” Sentendomi venire accelera nettamente le pompate e come le spruzzo un primo getto in gola, invece di continuare ad ingoiare se lo sfila fuori ed inizia a roteare la punta della lingua sul foro del glande. Man mano che lo sperma fuoriesce copioso lo arrotola intorno al
la lingua, fino a farlo colare sul mio ventre. E’ piacevole, ma penso la solita stronza che ha la paranoia di igoiare. Invece mi sbagliavo. Mi dirà dopo che ama più sentire gli spruzzi di sperma sulla lingua che in gola. Ne assapora meglio il gusto e la calda consistenza. Infatti terminato il coito con una minuziosa opera di leccamento si appropria di tutto il seme colato. Slingua e inghiotte più volte fino a pulirmelo ed asciugarmelo alla perfezione. Si rialza solo quando si assicura di aver succhiato fino all’ultima goccia. E’ la prima volta che vedo portare a termine una pompa così finemente eseguita (secondo me il mio motto “naso a pinocchio bocchino a risucchio” &egrave troppo giusto). Intanto siamo arrivati nei pressi della villa.
Parcheggio l’auto nel cancello, mi ricompongo i vestiti, scendo e apro casa. Entriamo. “E’ carino qui. Ci vieni spesso?” “Purtroppo solo nei fine settimana, sai il lavoro..ma accomodati sul divano. Vedo se c’&egrave qualcosa in frigo. Intanto puoi servirti da bere, c’&egrave di tutto”. In cucina trovo nel congelatore due pizze ed un paio di birre in frigo. “Grazia, vanno bene due pizze e birra?” “Certo, ho un po’ di fame. Ma ora vieni a bere con me”. Ritorno nel soggiorno e prendo un martini che aveva preparato. Brindiamo e dopo aver bevuto un paio di sorsi la bacio nuovamente. Questa volta mi allargo leccandole collo ed orecchie, ansima, inizio a spogliarla. Getto via la giacca e la camicetta e baciandola sulle spalle scendo fino al seno. Ha un bel seno ampio, forse una quarta misura, ampio come piace a me. Bacio il sottile tessuto bianco e le slaccio l’indumento. Lo lascio scivolare a terra. Lo spettacolo &egrave sublime. Sembrano un culetto e meraviglia delle meraviglie, due capezzoli piccoli e lu
nghi. Mi ci tuffo con le labbra. Gliele succhio, le palpo, infilo la lingua nel mezzo e lecco a lungo lo sterno, poi le strizzo a vite i capezzoli. Grida. In risposta le mordo il collo. Sono completamente infoiato. Finisco di spogliarla freneticamente e faccio lo stesso anch’io. Sfilo le mutandine e compare un cilindrico batuffolo castano chiaro i cui peli si acciuffano al centro, proprio sulla clitoride. La butto sul divano. Le apro con due dita le grandi labbra ed un inebriante profumo umido di sesso mi porta ad immergervi la lingua dentro. Che sapore! La ripulisco di tutti gli odori fino a quando non distinguo più il suo sapore dalla mia saliva. Le tiro le labbra, gliele bacio e lei immobile e stesa mi stringe i capelli ogni volta che la mia lingua le viola il foro. A volte mi stringe le gambe quasi a soffocarmi. Vorrei morire lì. Poi decido di cambiare, la giro pancia in giù e le allargo le natiche. Un altro profumo muschiato inebria i miei sensi. Appoggio la lingua sull’ano, che
splendido gusto aspro. Lecco, cerco di violarla con la punta, lei geme. Ci tuffiamo entrambi in un violento 69. Le mordo i glutei, li allargo e li stringo, destra sinistra, alto basso, osservo le sfintere modellarsi con le mie sollecitazioni e la fica diventare sempre più gonfia. Lei intanto si impegna in un pompino magistrale. Cerca frenetica di raggiungere con la lingua il mio buchetto, facendosi salire i coglioni fin sugli occhi. Continuo a leccarle il perineo, non capisco più niente, mi alzo lasciandola a culo in aria, oscenamente dilatato, appoggio la cappella su quel forellino ben lubrificato e spingo dentro. Lei mugola, non si contrae. Entro con dolcezza, inizio a muoverlo dentro, le afferro con le mani i fianchi, pompo. Divento sempre più materiale, la sollevo giusto il tanto per allargarle meglio i glutei e spingerlo dentro fino ai coglioni. Le tiro qualche sberla sulle chiappe, si arrossano, lei continua a gemere. Inizio a pomparla freneticamente, tirandogli i lunghi capel
li. Pompo, pompo, pompo, fino quasi a sborrarle dentro. Lei lo intuisce ” No dentro no, lo voglio io”. Velocissima si stacca e prima che me ne possa accorgere la trovo inginocchiata a succhiarlo vorace con veloci pompate. Come lo sente pulsare lo tira fuori e spalancando oscenamente la bocca si lascia scaricare tutta la tensione in gola. Questa volta beve famelica, facendo attensione a non perderne neanche una goccia. Il coito &egrave terribilmente violento e mi accascio sul divano senza fiato. Lei mi segue, non lo molla un attimo, continua a succhiarlo, a spillare anche le ultime gocce di seme. E’ famelica, incredibilmente vorace. Non mi da tregua, cerco di riprendermi non smette di leccarlo, baciarlo, menarlo, mi sale sopra e mi sbatte la fica in faccia. Riprendiamo il 69 a tal punto che dopo qualche minuto la sua costanza &egrave premiata e torna duro più di prima. Lei se ne compiace, si solleva e dopo avermi slinguato in bocca per farmi sentire quanto &egrave forte l’odore del sesso che ha accumul
ato e forse un po’ per sentire quanto ne abbia accumulato anch’io, si posiziona a gambe aperte su di me e si impala lentamente e fino in fondo. Inizia una danza del ventre sinuosa e sensuale, le tette le ballano in sincronia, sempre più velocemente. Ogni tanto butta la schiena all’indietro per liberarsi dei capelli sul viso. Notando che la infastidiscono li raccolgo nella mia mano e li tiro, portandole la testa ancora più indietro. Lei si infoia, accelera, accelera, sento la sua fica sfregare pesantemente e ritmicamente il mio ventre, fino ad emettere un lungo gemito liberatorio. La sua pelle si inumidisce di sudore, il mio cazzo le sguazza dentro in un lago di umori. Poi si accascia su di me petto a petto. Sento il suo cuore battere a mille. Le infilo un dito in culo, tanto per non perdere l’abitudine. Lei si solleva con la testa e mi guarda maliziosa “Ma sei proprio un patito del culo!” “Si, lo amo più di ogni altra cosa e visto che non sono riuscito a venire con te, vorrei farlo
in culo se me lo consenti questa volta, non c’&egrave due senza tre questa sera”. Mi sorride con quelle splendide labbra e dopo avermi baciato, senza aggiungere nulla, si gira di spalle e sempre rimanendo sopra di me mi fa capire di accettare la mia richiesta. In un attimo mi diventa ancora più duro la sollevo un po’ per posizionarmi e appoggiarglielo sullo sfintere, dopo averlo bagnato abbondantemente di saliva. Lei si cala lentamente e io con entrambe le mani le allargo le natiche. Scivola e si siede sulle palle. Inizia a muoversi, sempre più velocemente. Poi appoggiando una mano al divano si solleva e si lascia cadere, si solleva e si lascia cadere con frequenza sempre maggiore. “Dai Walter vieni, mi hai rotto il culo, non potrò sedermi per una settimana, dai fammi sentire i tuoi spruzzi dentro che anche a me piace sentirmi inondare le viscere”. Con questi incitamenti le afferro il culo con entrambi le mani e la pompo all’inverosimile. Lei asseconda i colpi dall’alto fino al coito. Poi
si risiede di colpo e spingendo appena il bacino indietro con piccoli colpi cerca di sentirne i getti. “Bravo, così sborrami dentro, si lo sento scivolare dapertutto, haaaa!” Sono stremato ed impaurito. Una ninfomane del genere potrebbe farmi venire un infarto, non sono più un ragazzino. Ci stacchiamo e rimaniamo stesi entrambi a lungo senza dire parola. Poi, “Lo sai che per essere un quarantenne sei proprio togo? Non pensavo di ridurmi così con te, sei forte e mi &egrave piaciuto” “Ti ringrazio per le lusinghe ma sono veramente spompato &egrave stata una serata incredibile” “Spero non sparirai adesso?” “No Grazia e chi ti molla! Devo solo riprendermi, era tempo che non scopavo così. E poi ho una fame da lupo. E le pizze? Andiamo a mangiare”. Dopo quella sera io e MariaGrazia abbiamo frequentato altre volte la mia villa durante la campagna elettorale e con lei ho fatto tante porcate, molte delle quali non avevo mai fatto, come metterla nella vasca e pisciarle sopra e in bocca o sborrare in
un bicchiere di martini per poi farglielo bere. Dopo le elezioni, finita quella strana combinazione di eventi &egrave sparita. Non l’ho più vista né l’ho cercata. Giorgio &egrave stato eletto consigliere provinciale ed io posso dire di aver vissuto una bella esperienza. Se tutte le prossime elezioni saranno così..b&egrave spero che in Italia si continui a votare ogni anno.

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