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Racconti Erotici Etero

Esercizi di scrittura

By 9 Novembre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Io e Martina non ci siamo mai visti di persona. Ci siamo scritti per settimane, ci siamo conosciuti e abbiamo condiviso parte delle nostre avventure ma non ci siamo nemmeno visti per foto’ per la verità una foto c’è la siamo scambiata: lei mi ha mandato una bellissima fotografia in bianco e nero, di profilo, con solo un paio di slip, volto e seno coperto. Io di mio ho risposto a una foto delle vacanze in un completino sexy fatto di pantaloni da monatagna e pile invernale’ molto sexy. Ironia della sorte ho scritto due racconti su di lei conoscendola pochissimo, le prime bozze erano difficili da scrivere, perché non sai mai quanto la tua fantasia potesse eccedere e ammettiamolo un paio sono stato costretto ad abbassare i toni della narrazione. Fatto sta che abbiamo organizzato il nostro primo incontro.
Proprio come nel secondo racconto l’eroe si reca a Milano con il treno, che come da copione è in ritardo di 15min. Una volta arrivato, per fami riconoscere lego un nastro rosso alla mia tracolla, ma nel tempo di percorrere parte del marciapiede, lei fa capolino in tutta la sua bellezza. E allo stesso tempo la ragazza che ho immaginato e una ragazza completamente diversa, castana è castana, alta, atletica ed è vestita in modo da ricordarmi uno dei miei racconti. I jeans chiari sono stretti e strappati, dalle fessure riesco a vedere l’abbronzatura leggera dei primi giorni di mare, la camicia blu ha un taglio particolare, maniche corte e un colletto molto ampio (che è un invito a sbirciare il suo decoltè) e un paio di saldali con il tacco in pelle chiara. L’imbarazzo dei primi secondi sembra essere esclusivamente mio, Martina mi mette a mio agio con un set di tre baci sulle guance e invitandomi a prendere un caffè. Io di Milano non so nulla se non dove si trovano un paio di locali e qualche centro fiere, Martina invece sembra conoscerla a menadito, prendiamo la metro e dopo due o tre fermate ritorniamo alla luce. Seduti nel deor del locale incominciamo a conoscerci meglio, parliamo del nostro lavoro, io impiegato, lei impiegata, del più e del meno fino a quando non entriamo nel vivo del nostro incontro. Il fatto di scrivere in differita era sempre stato divertente ma entrambe volevamo più particolari, volevamo un racconto che fosse il più reale possibile, noi eravamo lì per scrivere assieme. Quando le faccio notare che parlare di sesso ad alta voce in un bar del centro era decisamente imbarazzante è ormai ora di cena e quello che ho scritto va giusto bene per l’introduzione ma soprattutto il treno non aspetta e dovrei essere già in stazione. Tra una cosa e l’atra invece mi trovo a cena con Martina, vittima del mio essere incapace di dire di no e della speranza di non passare la notte in stazione. Durante la cena il discorso va nuovamente alle sue avventure passate, alle sue relazioni, sul mio taccuino annoto le cose che mi piacciono di più dei suoi racconti e raccolgo tutta una serie di particolare che sebbene inutili durante la stesura mi danno un appoggio mentale su cui inventarmi le cose: colore delle scarpe, arredamento, tipo di uomini che frequenta’ Mi faccio i fatti suoi insomma. Quando arriviamo al dolce ho riempito cinque o sei pagine che vanno dalla moda estiva al rimorchiare in discoteca, ma il tempo e tiranno e questa volta se voglio tornare a casa devo proprio andare in stazione. Martina mi accompagna dalla fermata della metro fino alla stazione. Appena prima di uscire dalle porte scorrevoli del convoglio sotterraneo mi frena e mi invita a passare la notte in sua compagnia, specificando bene che avremmo fatto colazione assieme dopo aver scritto tutta la notte. Le porte si chiudono e il treno continua il suo viaggio verso Torino senza di me. Sono tremendamente curioso, finalmente potro’ vedere casa sua e il modo in cui vive. Quando la porta si apre inizio a studiare attentamente ogni particolare, Martina mi fa accomodare sulla poltrona e mentre va a posare la borsa tiro fuori carta e penna.

Alle 10 e mezza il nostro racconto inizia a prendere forma:
‘Io e Martina non ci siamo mai visti di persona. Ci siamo scritti per settimane, ci siamo conosciuti e abbiamo condiviso parte delle nostre avventure ma non ci siamo nemmeno visti per foto’ per la verità una foto c’è la siamo scambiata: lei mi ha mandato una bellissima fotografia [‘]’
Mentre inizio a rileggere la prima parte Martina mi interrompe con una serie di ‘e poi?’, si avvicina alla poltrona e mi dice: ‘ ora descrivi questo’
Martina mi si avvicina gattonando sul tappeto, si raccomanda di non deconcentrarmi dalla scrittura, mio block notes freme visibilemente di eccitazione. Scrivere diventa sempre più difficile ad ogni secondo che passa e mentre rileggo queste poche parole con voce spezzata , Martina sbottona lentamente la camicetta guardandomi fissa negli occhi e prestando attenzione ad ogni parola io stia leggendo. Il reggiseno a balconcino viola è sicuramente un incentivo ma al momento non so quanto le mie mani possano restare attaccate a carta e penna e non a quel corpo magnifico. Si toglie le scarpe e si siede su di me poggiando il quaderno sulla sua pancia morbida, da questa posizione posso descrivere completamente la mappa del suo ventre, del suo seno ancora coperto dal pizzo viola e il profumo del suo corpo che apparentemente si è posato senza peso sopra il mio. Inizia ad accarezzarmi il volto e a baciarmi sul collo, con una mano prende biro e fogli e lancia il nostro racconto sopra il tavolino. Mi sembra di stringere un mazzo di fiori, la sua pelle di seta emana un profumo magnifico, al tatto ogni sua parte è soda e calda e quando mi bacia per la prima volta sento le sue labbra, morbide e dolci e la sua lingua che con piccoli movimenti si attorciglia assieme alla mia. Mi toglie la polo e mi slaccia i pantaloni, il sangue che mi pulsa nelle vene ha ormai ingrossato il mio membro che lentamente sta fuoriuscendo. Martina si alza e mi mostra il secondo pezzo del suo intimo, una mutandina minimale viola che disegna i suoi fianchi perfetti, mi aiuta a spogliarmi e ora mi ritrovo seduto e nudo con questa magnifica creazione davanti. Lei torna nuovamente sopra di me, questa volta la sensazione del suo corpo è totale, ci baciamo appassionatamente mentre le mie mani si sono fatte strado sotto l’elastico dei suoi slip e stanno massaggiando il suo sedere, passando la mano in mezzo ai suoi glutei arrivo fino alla figa che trovo già inumidita e pronta. Intingo l’indice e lo porto alle mie labbra per saggiare il suo nettare, lei inizia a segarmi lentamente e slaccia il reggiseno, i suoi capezzoli sono rotondi e piccoli, succhiarli è un piacere immenso e appena stimolati diventano turgidi nel loro puntare verso l’alto. Martina lascia il mio pene, si volta spalle facendo appoggio sui braccioli della poltrona, sposta la mutanda viola e si appropria del mio corpo. Sale e scende, sale e scende, i muscoli della sua schiena sono tirati e tesi e si rilassano ad intermittenza, con il bacino aiuto i suoi movimenti mente le mie mani massaggiano prima il seno e poi la sua figa bollente. Quando i nostri corpi stanno per esplodere la sollevo di peso e inizio ad entralre dento con una foga animale. Con un certa difficoltà riesco a descrivere i suoni dei nostri corpi, il loro calore ,la tensione sessuale ed elettrica che pervade i nostri corpi, un tensione fisica, magnifica che ad un tratto culmina fuori dalla sua figa in una fontanella di seme che bagna il suo corpo.
Le mie membra rimangono inermi sulla potrona ricoperte dal corpo anismante di Martina, il mio cuore sembra sul punto di scoppiare e le mie mani sono ancora attaccate a lei. Si alza, mi bacia e una volta tolti gli slip ci scambiamo la posizione. In piedi davanti a lei con il mio cazzo puntato al suo volto mi lascio succhiare con sommo piacere, la prendo per la testa un secondo prima di venire e scostandola verso il basso sento la sua lingua solleticare il mio scroto. Martina si volta e sale a pecorina sulla poltrona bianca, da questa posizione ho la completa visuale della sua vagina, mi metto in ginocchio ed inizio a leccarla, prima dolcemente gustandomi il suo umore, poi con sempre più foga, sempre più in profondità fino a ritrovare la mia bocca completamente guarnita del suo piacere. Continuo a leccare fino a quando il mio desiderio di penetrarla non si fa troppo incalzante, passandomi una mano bagnata di lei lubrifico il membro, solletico le pareti esterne con la mia cappella gonfia e finalmente ritorno dentro lei. Appoggio le mani sui suoi fianchi marmorei e inizio a battere contro il suo sedere con la stessa foga di prima. Martina parla ma riesco solo a capire solo le poche parole che non sono soffocate dai gemiti, quando sente che il suo orgasmo è alle porte inarca la schiena e con la mano libera solletica le sue grandi labbra. Le sue gambe sono un lago di piacere, concludo spruzzando il mio seme sulla sua schiena, ora il suo corpo è completamente macchiato di bianco e di godimento. Martina raccoglie qualche goccia di sperma con le sue dita e se le porta alla bocca, il mio cazzo rimane duro e appoggiato tra le sue chiappe sode, qualche rivolo di sperma cola ancora su di lei. In camera da letto la situazione è ancora più calda, Martina appoggia la sua fica sulla mia bocca e mi ordina di leccarla, inizia una 69 celestiale, la sua lingua disegna il perimetro della mia cappella, mi succhia con foga, i suoi capelli di seta solleticano i miei fianchi, il mio volto è inondato dai suoi umori vaginali. Passiamo la notte assieme, baciandoci e riscaldando i nostri sessi avvicendevolmente, gli orgasmi si perdono tra le lenzuola del suo letto, tra nostri gemiti, sulle nostre carni roventi. La mattina dopo, il traffico mi sveglia, Martina è ancora nel letto, la sveglio con un bacio sul collo, rimaniamo ancora lì per qualche minuto, o forse per qualche ora. Ci rivestiamo e Martina mi accopagna alla stazione. Questa volta le porte del treno si chiudono con me sopra, una volta seduto al mio posto ricomincio il mio racconto dal punto in cui il sesso di Martina lo aveva interrotto e come se lei fosse accanto a me il mio mebro rigonfia nei pantaloni.

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