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Racconti Erotici Etero

ESPERIENZA A TRE

By 9 Giugno 2006Dicembre 16th, 2019No Comments

Parigi’..sembrava un sogno essere mandata lì per lavoro per una intera settimana. Un’occasione davvero speciale quella che si presentò in concomitanza con la Mostra del Made in Italy.
In aereo pensavo che sì, avrei avuto il mio lavoro da sbrigare, ma limitato esclusivamente alla mattina ed ai pranzi ufficiali la sera.
Al mio fianco Fabio, un collega di lavoro, che distaccato presso la sede di Parigi, e nella mia città per un Convegno, ritornava alla sua filiale. Poche parole scambiate durante il volo, puramente per cortesia. Mi accompagnò all’albergo, il De Balzac, visto che lui aveva lasciato la macchina all’aereoporto Charles De Gaulle, dicendomi che ci saremmo visti in sede l’indomani. Lavorammo sodo i primi due giorni pensando alle varie scalette e a pianificare i vari appuntamenti ed incontri.
Fu durante una cena che mi ritrovai al tavolo con Fabio e con un giornalista di una rivista di moda. Cena di lusso in una delle tante salette messe a disposizione dal Museo del Louvre che ospitava la Mostra. Il giornalista, che si chiamava Pino, alloggiava al mio stesso Hotel e Fabio si offrì di accompagnarci, una volta finita la cena. Fu in ascensore che disse di voler fare una bozza degli impegni per l’indomani. A me sinceramente venne uno scompenso cardiaco a sentire che voleva prolungare la giornata lavorativa e sbuffai, ma andammo nella mia camera, dove avevo il necessario per prendere appunti, seguiti anche dal giornalista.
Poche e precise disposizioni che annotai seduta sul bordo del letto, seguite dalle mie lamentele per la stanchezza della giornata. Sentii Fabio salire sul letto e posizionarsi in ginocchio dietro di me. Iniziò a massaggiarmi le spalle. Sentivo le sue dita delicate andare dalle scapole verso il collo. Lo interpretai come un gesto gentile nei miei confronti, visto il molto lavoro sbrigato la mattina. Pino davanti a noi sembrava non farci caso e ci lanciò un’occhiata fugace.
‘Sei bravo Fabio..dovessero licenziarti puoi sempre fare domanda come massaggiatore’ cercai di metterla sullo scherzo, ma intuivo che quei tocchi non erano solo per sciogliermi dalla stanchezza accumulata.
Fabio non rispose, ma sentii le mani che dalle scapole raggiungevano il collo per poi scendere sul davanti, verso i seni. Poggiai le mani sul letto a fianco delle mie gambe socchiudendo gli occhi. Deglutii’pensai di fermarlo, ma’. ero sola a Parigi, avevo degustato una cena fantastica ed avevo voglia di divertirmi. Le mani di Fabio si insinuarono sotto la scollatura del vestito, i medi sollevarono il pizzo del reggiseno permettendo alle altre dita di insinuarsi al di sotto dell’indumento e di sfiorare i capezzoli. Tirai appena la testa all’indietro poggiandomi con essa sul ventre di Fabio. Decisi di lasciarlo fare dimenticandomi quasi della terza presenza nella stanza, ma supposi, sbagliando, che Fabio non avrebbe osato andare oltre. Invece sentii le sue mani uscire dal reggiseno ed afferrarmi le spalle mettendomi di nuovo eretta. Le sue labbra mi baciarono le scapole e il rumore della lampo mi avvertì che voleva avere più pelle da dedicare ai suoi baci. Seguì con la bocca la linea della spina dorsale facendomi sentire di tanto il tanto la lingua’le mani afferrarono le spalline dell’abito e lo fecero scivolare lungo le braccia fino a lasciarlo abbandonato in vita, dopo aver liberato gli arti’slacciò il reggiseno e mi liberò di esso, poi mi prese le braccia portandole intorno al suo collo e le mani di Fabio risalirono lungo i miei fianchi, lungo le braccia’le sue mani si intrecciarono con le mie. Continuava a baciarmi l’incavo del collo’.mi appoggiò a lui come poco prima avevo fatto io e si dedicò ai miei seni. Le mani grandi di Fabio li massaggiarono a lungo, finch&egrave mi fece stendere con la schiena e si chinò su di me per baciarli, stringerli, mordicchiarli. Le mani fecero scivolare il vestito lungo le cosce’sentii altre mani che lo aiutarono a liberarmi completamente dell’abito e poi forzarmi le ginocchia per farmi aprire le gambe’
Pino’mi ero completamente dimenticata di lui. Sentii le sue mani che facevano forza per dischiudere le gambe…desistetti dall’opporre resistenza e lo lasciai fare’Fabio chino su di me continuava a giocare con i miei seni. Sentii la mano di Pino risalire le mie cosce ed un dito insinuarsi sotto le mutandine. Lo sentii giocare con i peli’strusciare i polpastrelli sul sesso, la voce di Fabio che, staccando la bocca dal mio seno, mormorava: . Capii in quel momento che sarebbe stato un rapporto a tre e che Fabio avrebbe diretto la musica.
Avrei voluto, ma non potevo rinunciare a quell’occasione. Lasciai che Fabio ritornasse sui miei seni e che Pino tirasse le mutandine verso il basso. Ero nuda ora con le gambe fuori dal letto dischiuse e fra di esse Pino che mi toccava. Passava un dito nella fessura nel senso della lunghezza, si fermava sull’entrata e la solleticava. Spingeva il clitoride, lo prendeva fra il pollice e l’indice stringendolo forte. Guardava Fabio che inginocchiato sul letto, ora con la mia testa fra le sue ginocchia, chinato, mi leccava i capezzoli, li tirava piano, li titillava con la lingua facendoli ingrossare. Sentii la testa di Pino fra le mie gambe. Mi leccava aprendomi il sesso ‘infilava dentro la lingua, poi la toglieva sostituendola con le dita e dedicando l’umida carezza al clitoride’iniziai a gemere forte per il piacere’a contorcermi sotto le carezze ed i baci dei due uomini’spingevo il bacino verso Pino in una muta richiesta’e pensavo come fosse possibile che nessuno dei due pensasse a riempirmi’
La mano di Fabio discese verso il mio sesso e se ne impossessò e, mentre Pino continuava a leccarmi, non pot&egrave fare altro che spostare l’attenzione della sua mano dal clitoride allo sfintere dopo essersi bagnato la punta delle dita. Lo accarezzava senza penetrarmi ed io lo contraevo per il piacere, ma con la paura che mi penetrasse dietro.
Fabio smise di baciarmi i seni. Riconobbi il rumore della lampo dei suoi pantaloni, prima che si spostasse verso il mio viso continuando però a toccarmi il clitoride. Sentii il suo membro sfiorarmi le labbra. Sapevo cosa desiderava. Tirai fuori la lingua, lo leccai dolcemente, lo succhiai a lungo, facendo scorrere la lingua su di esso ed accompagnando il tutto con il tocco leggero delle mie dita curate.
perentoria la sua voce mi ordinava di dargli piacere in quel modo. Ubbidii come lui mi chiedeva riempiendomi del sesso dell’uomo.
un altro ordine, questa volta a Pino. Si staccò dal mio sesso che aveva leccato fino a quel momento, forse per denudarsi, e poi, mi prese per le caviglie tirandomi un poco verso di lui. Appoggiò la punta del membro sulla mia apertura, la sfiorava, mi penetrava appena e tornava a toglierla. Se avessi potuto lo avrei supplicato, ma non potevo, avevo la bocca occupata. Continuavo a dedicarmi al sesso di Fabio, lo sentivo gemere e mi faceva piacere. Il mio corpo si arcuava, il bacino spingeva verso il membro di Pino in una muta richiesta di riempimento e soddisfazione. Lo sentii stringere di più le mie caviglie e spingersi dentro di me. Urlava per il piacere ed io mi sentii finalmente piena e posseduta. La penetrazione mi distolse dalla concentrazione di quello che stavo facendo a Fabio. Se ne accorse e spinse la sua asta dentro la mia bocca. Iniziarono a muoversi all’unisono,uno dentro e fuori dal mio sesso e l’altro dalla mia bocca. Le mani di Fabio sui miei seni e quelle di Pino che mi toccavano il clitoride. Mi muovevo adattando il mio ritmo a quello dei due uomini, finch&egrave venni senza neanche poter urlare il mio piacere e subito dopo venne Fabio. Venne nella mia bocca senza neanche preoccuparsi di chiedermi il permesso. Sentivo solo Pino muoversi ancora dentro di me, mentre le ultime contrazioni accompagnavano il mio piacere. Lo tolse un attimo prima dell’eiaculazione, poggiando il suo membro sul mio ventre e bagnandomi del suo piacere.
Non dissi nulla, ferma immobile sentivo il calore dell’uomo sopra di me e Fabio che si alzava e ritornava con un asciugamano per pulirmi.
Delicato si dedicò a quell’operazione mentre ancora gemevo di piacere e Pino mi accarezzava le gambe.
Sarei rimasta così a lungo coccolata dai due uomini, ma l’indomani ci aspettava una nuova giornata di lavoro.

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