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Racconti Erotici Etero

faccia d’angelo, provincia inferno

By 28 Ottobre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

La provincia, quell’angolo di mondo che instilla nelle vene e nel cervello dosi massicce di tedio. La provincia, quell’angolo di mondo che spesso uccide la verve di un essere umano, ma, a volte, nasconde nei meandri dei suoi indicibili segreti, momenti di puro godimento goliardico. La provincia, un inferno abitato da diavoli che soggiornano in corpi di angeli. Il vento glaciale che si respira camminando per le viuzze che si dipanano nei borghi, lasciano il passo al clima torrido delle camere da letto, &egrave in quel luogo che un corpo, all’apparenza algido, diviene una pira che arde. Quel corpo che prese fuoco come un fascio di legna cosparso di spirito fu quello di Eleonora, e ad incendiarsi assieme a lei, accanto a lei, c’ero io, prigioniero della provincia. Ci conoscemmo in un normale pomeriggio paesano, uno di quei pomeriggi che assomiglia per ritmi e routine a tanti altri passati e a tanti altri che verranno. Fu il mio amico Marco, l’unico che frequentavo assiduamente in quel buco di culo nascosto nel mondo, a farci conoscere, e fu la nostra voglia di evadere a farci unire.
-Mi diceva Marco che vivi qui da poci mesi-
-Da 5 per la precisione-
-E tra quanto pensi di andartene ?- quella domanda lasciava presagire quanto, anche Eleonora si annoiasse in quel fottuto pase di rustiche tradizioni.
-Al più presto, non appena arriverà un offerta di lavoro interessante che mi permetta di guadagnare per poter fare ciò che realmente voglio fare-
-E cosa vuoi fare ?- quel viso dolce, angelico, dai lineamenti delicati, e leggermente pittato. Quella voce scevra da inflessioni dialettali, quel suo gesticolare da donna fatta già a 23 anni[…] La osservai, curioso e intrigato da tanta femminilità nascosta sotto un paio di jeans ed una camicetta
-Il fotoreporter- risposi, confessando, per la prima volta in 26 anni i miei sogni a qualcuno
-Affascinante- disse, accennando un sorriso che sembrava dirmi -fottimi-
-Che pensate di fare questa sera ?- domandò ad entrambi, mentre intenta a trafficare con la borsa, estrasse il cellulare e lo controllò per verificare se c’erano eventuali sms da prendere in considerazione
-Io devo stare con Manu- Marco e i suoi maledetti impegni con la fidanzata storica, che tradiva solo con lo sguardo e mai con il corpo
-E tu Stefano ?- si stava rivolgendo a me, che la conoscevo da qualche ora… Merda di provincia, pensai tra me, che fa morire la gente di tedio
-Credo nulla, me ne starò svaccato sul divano a vedere la Tv con il pc sulle gambe- sorrise impietosita, più che per gentilezza convenevole
-Una seratona insomma !?-
-Vuoi farmi compagnia ?- azzardai sorridendo come un ebete, convinto che avrebbe risposto con un sorriso di circostanza che celava un -attaccati al cazzo scemo-
-A che ora ?- per un attimo mi ammutolii, poi pensai ad una presa in giro, poi…
-We, sei connesso? A che ora passo ?-
-Quando vuoi, anche a cena se ti va- balbettai come un adolescente davanti alla prima ragazza che gli si sta per concedere, innamorata.
-Si ma devo dirti dove abito, altrimenti chissà da chi vai- Marco ci osservava per nulla stranito, del resto lui ci era nato in quel fottuto posto e sapeva bene come si incastrano certe situazioni per evadere dallo stress della quotidianità.
-Dopo cena, per le 22:00 sono da te- sorrise, e questa volta fu un sorriso malizioso che non seppi interpretare subito
-Porto il dolce- aggiunse,alzandosi per telefonare.
Aspettai che Marco dicesse qualcosa, ma non proferì parola, finquando non fui io a destarlo da quell’ intorpedimento vocale in cui era piombato da qualche minuto
-Ragazzi io vi lascio, grazie per l’aperitivo- Eleonora si stava congedando da noi con la stessa educazione e grazia del quale ci aveva fatto dono stando li seduta con due annoiati quasi 30enni, a non dire nulla
-Allora alle 22:00 Stefano, a dopo!- due casti baci sulle guance e via, verso i meandri del dolce far nulla.
Aspettavo che Marco mi chiarisse le idee su Eleonora. Aspettavo che mi raccontasse qualcosa di lei, chi fosse in realtà, se era fidanzata, o forse, in cuor mio, aspettavo che mi delucidassa con qualche pettegolezzo sulla vita sessuale di quella dolce creatura dal viso d’angelo. Nulla. Marco era più omertoso e noioso della provincia stessa. Cambiò discorso, poi iniziò a telefonare, prima alla sua ragazza, poi ad un suo amico e in fine alla sua famiglia. Una raffica di chiamate che si susseguirono lungo tutto il tragitto coperto per riaccompagnarmi a casa. Le orecchie mi bruciavano per il silenzio. La sera passò in fretta. Mi misi ai fornelli, mi cucinai qualcosa di veloce, sistemai alla meno peggio casa e poi uscii per andare a noleggiare un DVD da poter guardare con la mia nuova amica. Le 22 arrivarono velocemente ed Eleonora si dimostrò anche puntuale come un orologio svizzero
-Devi dirmi dove citofonare- mi disse al cellulare, visto che non le aveva detto il mio cognome. Salì la rampa di scale e sentii il ticchettio dei tacchi, poi sorpassato il pianerottolo la vidi spuntare con una mise diversa rispetto a quella indossata nel pomeriggio. Nulla di provocante, ma ogni cosa era maledettamente provocante se indossato da lei, con quella sua femminilità che tracimava da ogni poro. Mi porse un busta con del gelato dentro, mi schioccò altri due baci sulle guance e ci mettemmo seduti sul divano risistemato per l’occasione. Era giugno, faceva abbastanza caldo ed una tiepida aria entrava dalla finestra del terrazzo che avevo spalancato per combattare la prima afa romana. Iniziammo a parlare di noi, iniziammo a conoscerci un pochino meglio e scoprimmo di avere degli amici in comune in quel di Roma. Conoscenti per me, amici stretti per lei. Ridemmo di gusto e vidi che anche il sorriso, di Eleonora, era fuori luogo in quel contesto provinciale. Bevemmo un po di vino, mangiammo il gelato sporcandoci a vicenda sul viso, come due ragazzini rapiti dal momento. Il lettore dvd continuava a far scorrere le immagini del film noleggiato sullo schermo della TV, senza però rapire la nostra attenzione. Il film andava e noi scherzavamo come due cretini sul divano, fin quando, intrecciandoci con le mani, e facendo forza l’uno verso l’altra, non mi ritrovai sopra di lei ad infilarle la lingua in bocca. Le mani smisero di stringersi e partirono all’esplorazione dei nostri corpi. Le accarezzai la schiena, il collo, il sedere e lei, face lo stesso con me, senza dirci una sola parola. Mi alzai e prendendola per mano la guidai verso la stanza da letto dove avevo consumato un mese prima, il mio ultimo pasto a base di Fica. Continuammo a baciarci, ritti in piedi, muovendo solo le lingue fuori dalle reciproche bocche. La Denudai lasciandola in reggiseno e brasiliana di pizzo, lei feco lo stesso con me, facendomi rimanere in boxer, poi… Poi la adagiai sul letto, mi inginocchiai ai piedi dello stesso ed iniziai a baciarla lungo le gambe. Presi il suo alluce in bocca, risaliii lungo le caviglie, l’interno delle cosce e con le mani le sfilai lentamente, molto lentamente, le eccitanti mutandine scelte per la serata. Eleonora reagi di impulso e le sue gambe si schiusero mostrandomi due labbra perfettamente rasate, ed un monte di venere ricoperto da un triangolo di peli scuri e irti e graziosamente curati. La lingua parti da sola, leccando verticalemnte le grandi labbra già schiuse per l’eccitazione. Le succhiai la clitoride per alcuni minuti, poi Eleonora mi fece smettere, si alzò mettendosi seduta sul letto, mi guardò dritta negli occhi e quel viso d’angelo mi svelò la sua vera natura demoniaca.
-Sdraiati- mi ordinò perentoriamente, ed io mi sdraiai.
-Fermo- esclamò con fare imperativo, mentre io la cercavo con le mani.
-Rilassati e non fare nulla- la sua bocca avvolse la mia erezione. Sentii le sue labbra percorrere il mio cazzo avviluppandolo. Sentii la sua lingua giocare con il filetto, e la sentii aspirare come se volesse ingoiare tutti i cm della mia carne pulsante. Il più bel pompino che mi avessero (e che a tutto oggi mi abbiano…) mai fatto. Sentii solo la sua bocca che come un guanto accarezzava il mio sesso. Quel pompino spettacolare mi consegnò la vera immagine della provincia. Eleonora si fermò quando capì che mi stavo irrigidendo, lo tolse dalla bocca, mi massaggiò i testicoli e… quel viso non lo dimenticherò mai
-Scopami- mi disse. Presi uno dei 2 profilattici che mi erano rimasti dall’ultima seratona che mi ero concesso e, mentre ero intento ad aprire la bustina, una mano fu più svelta della mia, era la mano di Eleonora.
-Faccio io- aperta la bustina, ed estratto il condom, lo appoggiò sulla mia cappella e lo srotolò fino alla base. Mi sdraiai sopra di lei, afferrai il mio cazzo e glielo passai all’imbocco del suo bosco di provincia. La sentii gemere, e quando glielo piantei per intero dentro, sospirò, iniziando ad assecondare i miei colpi con il movimento del bacino. La scopai alla missionaria per alcuni minuti. Sentii la sua fica inumidirsi sempre di più, il suo brusio divenire un rantolo, mi incitava a scoparla e poi…venne. La lasciai riposare per alcuni istanti, poi la girai su un fianco ed io mi misi perpendicolare a lei, infilandole il cazzo da dietro e facendola inarcare in avanti.
-ti sento tutto cosi- sospirò mentre riprese a godere. La sua Fica era bollente quanto la sua mente, che si era incendiata davanti ad un aperitivo bevuto in una merda di bar della provincia. Il mio Cazzo era un tizzone ardente che voleva marchiarla nella testa e nel corpo, i nostri fluidi ci stavano dando la giusta dimensione di quello che stavamo facendo per combattere la noia. Uscii precipitosamente dal suo ventre, mi sfilai il profilattico per bagnarla sul seno, ma Eleonora non fu d’accordo,mi impalmò e lo diresse nella bocca. Uno, due, tre, quattro e non so quanti ancora, fiotti di denso sperma la inondarono in bocca. Mi guardò, deglutì, mi bevve… Era quello il vero volto della provincia, pensai, mentre le davo appuntamento per la sera successiva.

Continua
Un capitolo a parte meriterebbe il sesso anale. Molto spesso, leggendo racconti qui sul sito, mi accorgo che la maggior parte degli uomini riesce a trovare partner anche occasionali disposte a fare del sesso anale sin dalla prima volta. Per carità, tutto può accadere, ma, -forse sarò uno dei pochi sfortunati-, a me &egrave sempre capitato di dover faticare molto prima di avere in cambio il tanto agoniato culo. E prima della notte che sto per raccontare, avevo avuto soltanto qualche sporadica esperienza con una mia ex, la quale gradiva poco la penetrazione anale e non mi lasciava mai entrare del tutto, nonostante le dovute cure da parte mia nei confronti del suo sacro sederino (Leccatine preparative, piccole esplorazioni con le dita, uso di lubrificanti di fortuna…)

Una serata travolgente. La noia della provincia si era dissolta tra le lenzuola rese umide dal nostro sudore. Eleonora andò via a notte fonda, dopo esserci promessi che ci saremmo rivisti la sera successiva per una cenetta tra “amici”. Mi addormentai sereno, vuoto, ma voglioso di esplorare ancora quel corpo e quella testa fuori dal comune in quell’angolo di provincia romana. La mattina seguente scivolò via velocemente, ed il mio pensiero andava, di tanto in tanto, a quel viso angelico piegato sul mio basso ventre con la chiara intenzione di regalarmi un piacere intenso e travolgente. Il pensiero di quel pompino mi martellava la testa e mi titillava le parti basse, rendendo il mio sesso duro ad intermittenza. Pensai anche di masturbarmi, per alleggerire i pensieri caldi che annebbiavano la mia coscienza, ma la possibilità che a breve avrei potuto ripossederla, mi fece desistere, e cercai di concentrarmi sulla lista della spesa che avrei dovuto fare per preparare una cenetta veloce, ma sostanziosa, per soddisfare il palato “ghiotto” della mia partner. Uscii nel pomeriggio, comprai dei cibi da preparare in poco tempo, feci una sosta in farmacia per acquistare un pacchetto di profilattici e di corsa a casa, per preparare il campo di battaglia. -Nei momenti che separano l’irreale dal reale, la voglia di fare dal fare vero e proprio, la nostra mente viaggia, portandoci a pensare alle fantasie più perverse di questo mondo. -Se la serata va come la notte appena trascorsa, voglio farmela cosi- pensavo. -Stasera voglio scoparla in questa posizione. Stasera voglio venire almeno x volte. Stasera voglio metterglielo nel culo…Stasera, stasera, stasera…ma l’idea che la realtà potesse essere diversa non mi sfiorava minimamente. I miei pensieri hot lasciarono posto ai preparativi della cena. I preparativi della cena lasciarono il posto all’attesa. L’attesa lasciò il posto alla realtà. Erano le 20:00 quando Eleonora citofonò a casa mia. Aprii la porta e tornai in cucina, godendomi la sorpresa della sua comparsa alle mie spalle. Immaginai il suo vestiario, il trucco che aveva scelto per me, le scarpe che avrebbe potuto indossare, e tutto questo volevo restasse una sorpresa fino all’ultimo. Fino al suo ingresso in casa mia. -Spero tu sia bravo in cucina- sorrisi, mi voltai – buonasera- mi avvicinai per baciarla istintivamente sulle guance, ma lei venne dritta verso le mie labbra e subito potei sentire la sua lingua umida cercare la mia, in un rapido bacio esplorativo e di “circostanza”- Non si &egrave mai lamentato nessuno- risposi dopo aver ripreso fiato, e la squadrai dalla testa ai piedi – allora ti capita spesso di cucinare per qualche dolce signorina- ironica e ferma sui suoi 8 cm di tacco a spillo -non ho parlato di signorine, ma in generale, di amici e amiche- sorrise allungando la mano verso il piatto degli antipasti, afferrando un oliva che portò alla bocca fissandomi – suscettibile! Comunque, noto che il supermercato ti ha dato una bella mano con tutti questi cibi pronti- la punta della sua lingua fece capolino tra i denti bianchissimi, mettendosi in evidenza tra le labbra pittate con un lucidalabbra color pesca – che stronza che sei- le dissi sorridendo, dopo essere stato beccato con le mani nella marmellata (ma era un altra la marmellata che volevo sentire tra le mani)-mi sono dannato l’anima tutto il pomeriggio per prepararti qualcosa di buono e questo &egrave il ringraziamento…- mi piaceva vederla sorridere. Mi piaceva vedere quel viso d’angelo che, sorridendo, assumeva quelle sfumature diaboliche che adornano incantevolmente i visi delle Donne che sanno… Eleonora aveva scelto, per la serata una mise adatta alla stagione. Un vestitino leggero jeansato, un paio di sandali bianchi con tacco, il viso leggermente truccato e la sua abbronzatura tipicamente mediterranea a fare da sfondo su quella tela che avevo voglia di tingere. Mangiammo velocemente come avevo previsto, prendemmo un caff&egrave, e poi, dopo qualche chiacchiera di routine, ci sedemmo a guardare un po di tv. La sera prima aveva sortito l’effetto “spacca ghiaccio”, ora tutto sembrava più semplice, e vederla venire verso di me per sedersi direttamente sulle mie gambe, non fu una sorpresa. Eleonora piaceva a me ed io piacevo a lei. Io avevo voglia di Eleonora e lei voleva me. Nessun impegno. Niente coinvolgimenti, preamboli inutili e promesse insensate… Io avevo voglia della sua fica e lei voleva essere soddisfatta dal mio cazzo. Questo diceva la mia testa, trasmettendolo direttamente al mio amico là sotto. Non passò molto da quando si era seduta sulle mie gambe che iniziammo a baciarci. Per me i baci sono fondamentali. Mi aiutano a capire quanto piaccio alla mia partner e quanto questa mi sta desiderando. I baci sono fondamentali, e ritengo che siano la chiava per aprire il meraviglioso scrigno che tanto bramiamo. Le nostre mani si fecero impazienti e nemmeno mi accorsi che le mie avevano completamente risalito l’interno di una delle due stupende cosce abbronzate di Eleonora. La accarezzai con delicatezza e forza, con pazienza e voglia. Lei apprezzò e lentamente, senza mai smettere di baciarmi e di accarezzarmi sul petto, fece una torsione su se stessa cosi da sistemarsi seduta con le gambe aperte sopra il mio bacino. Iniziammo a muoverci, cosi, vestiti, lasciando che i nostri sessi strusciassero tra loro, ancora coperti dall’intimo. La stanza si fece buia, l’aria calda e le mie mani alzarono la poca stoffa del vestito che ancora copriva il culo di Eleonora. Lo palpai a mani piene, favorito da uno dei perizomi più risicati che avevo visto indossato da una donna fino a quel momento. Una sottile striscia che divideva perfettamente quelle due splendide natiche dure. Eleonora aumentò i movimenti del suo bacino, facendomi capire che gradiva eccome le attenzione che le mie mani dedicavano al suo bel culo. La sua lingua furbetta, fuori dalla mia bocca, iniziò a leccarmi le labbra, e una delle sue mani, altrettanto furbetta andò diretta a massaggiare il mio cazzo costipato nei jeans. -Ti faccio questo effetto ?- domandò senza smettere di leccare le mie labbra, fissandomi negli occhi . Rimasi in silenzio per qualche istante, poi riuscii soltanto a dirle – Ti voglio!-la sua mano sali lungo il petto, i bottoni della camicia vennero aperti uno ad uno, poi mi accarezzo sul mento e sulla bocca -Scopami!- Le infilai la lingua in bocca voluttuosamente, scansai il sottile filo del perizoma e la penetrai con forza con due dita, strappandole un piccolo gridolino di dolore. Era umida, ma non ancora prontissima, e la scarsa lubrificazione non scongiurò l’attrito tra le mie dita e le pareti della sua fica. Continuammo a baciarci, ad assaporarci, lasciando che le nostre lingue si intrecciassero come due serpenti. I suoi umori iniziarono a colare, le grandi labbra si schiusero e non mi ci volle molte per raggiungere la clitoride con il dito pollice. Eleonora iniziò ad ansimare e aumentò i giri del suo bacino, le mie dita scivolarono sempre più a fondo, mentre il dito più tozzo ed audace le titillava la clitoride gonfia. -Scopami Ste!- mi sussurrò in un orecchio, alzandosi di scatto dalle mie gambe. Si accovacciò su di me per sbottonarmi i pantaloni, guardandomi dritto negli occhi infilò le dita sotto l’elastico dei boxer, li fece scendere e senza toglierli del tutto imbocco la mia cappella. Ripensai al pompino della notte prima, per un attimo chiusi gli occhi, sprofondando nell’oblio dei sensi. Era puro piacere quello che Eleonora mi stava donando. Non durò molto, la sua bocca, dopo aver unto per bene il mio glande, si staccò. I suoi occhi puntarono dritti nei miei. Il suo volto angelico non c’era più, ora Eleonora era il diavolo! La sua mano, impugnando saldamente il mio cazzo inizio a fare su e giù, e nel silenzio della notte, lo sciacquettio profuso dalla pelle del mio cazzo che lambiva la cappella ricca di saliva e pre-sperma sembrava essere musica creata da un violino – Senti che bella pippa che ti faccio !?- anche il suo modo di parlare non era più accomunabile al gergo della brava ragazza di provincia, e sentirle usare il termine “pippa” mi fece impazzire . La lasciai fare ancora un paio di minuti, poi mi alzai, raccolsi i jeans e dalla tasca presi uno dei 2 preservativi che avevo preparato per l'”incipit” di quella che sognavo sarebbe stata una notte folle, tra due folli e arrapati demoni annoiati. La guardai negli occhi, Eleonora si morse il labbro inferiore, visibilmente su di giri. Abbassò le spalline del leggero vestito e lo fece scendere in terra rimanendo in reggiseno e perizoma. La guardai denudarsi mentre lei guardava me mentre vestivo l’oggetto del piacere reciproco. Con due dita scese a scostare il lembo del perizoma che le copriva il pube, eravamo in piedi e non resistetti. Le presi le gambe, le alzai e facendola poggiare con la schiena al muro glielo misi dentro tutto. Sentii quella fica essere più ricettiva della notte precedente. Era come se anche i nostri sessi fossero ormai diventati grandi amici. Sentii Eleonora contrarre i muscoli per imprigionarmi ogni volta che lo spingevo più a fondo. Ansimavamo entrambi, pur scopando in una posizione abbastanza scomoda. Non smettemmo mai di baciarci, di “darci” le lingue, e di tanto in tanto, quando aumentavo il ritmo e spingevo più forte, Eleonora mi mordeva in punta alla lingua. -Girati- non ci fu risposta, Eleonora si voltò e si piegò in avanti, le mani poggiate sul muro, la afferrai sui fianchi e la penetrai, sempre senza toglierle il perizoma, che ormai faceva da cornice alle nostre voglie recondite. La sbattevo lentamente, ma poi aumentavo i colpi, facendola letteralmente sobbalzare sui suoi 8 cm di tacco – cosiii- riusciva a dire, sospirando, e tra un colpo e l’altro non potevo ammirare quello splendido culetto, che ora, sotto il cono di luce profuso dall’unica lampada tenuta accesa, si mostrava con l’inconfondibile segno “bianco” di un costume chiaramente a perizoma. Mi feci audace ed iniziai a passarle un dito sulle pieghette dell’ano. La sentii mugolare, e non notai atteggiamenti di fastidio da parte sua . Continuai per un po, senza penetrarla con le dita, ma semplicemente accarezzandola, ficcandole a dovere il cazzo nella fica. Attesi ancora un po, mentre la mia testa vagava nei meandri angusti della perversione inespressa, ma poi, quando Eleonora si girò per guardarmi negli occhi, rimanendo nella sua posizione a 90′, non resistetti e glielo chiesi – voglio il tuo culetto- Non sorrise, non si mosse, non si incazzò, ma disse soltanto -prenditelo- e si voltò di nuovo verso il muro. Ero impacciato vista la mia poca dimestichezza con il sesso anale. Nessuna ragazza fino a quel momento si era offerta cosi palesemente al mio volere “diverso”. Uscii dalla sua fica e preso dalla voglia di penetrarla analmente non mi preoccupai di lubrificarla con la saliva o con altri mezzi di fortuna. Avevo paura che spostandomi da lei per andare a prendere qualcosa di oleoso utile alla circostanza, avrebbe voluto dire fine della magia. Fu tutto molto automatico. Impugnai il mio cazzo, mirai leggermente più in alto, puntai la cappella sullo sfintere e spinsi. Sentii l’anello anale schiudersi sul mio glande, udii un rantolo uscire dalla bocca di Ele, ma non mi sembrò un lamento, poi sentii lei sistemarsi meglio, cosi da potermi offrire più comodamente le sue terga. Pensai di chiederle se le stavo facendo male. Pensai di fermarmi prima di continuare a spingere. Pensai…ma feci tutto il contrario di quanto mi passò per la testa. Spinsi ed Eleonora assecondò venendomi incontro con il bacino -Dai!- esclamò, e di colpo, forse anche aiutato dal lubrificante presente, insieme agli umori, sul preservativo, le entrai completamente dentro. La stavo inculando. Notai la differenza sostanziale dello scoparla nel culo rispetto allo scoparla nel modo classico. Se in fica scivolavo ormai come un pistone nel cilindro, nel culo faticavo a riuscire per poi rispingerlo dentro. Sentivo quel buchino stringermi completamente, e dall’alto della mia postura, vederlo cosi pieno di me mi faceva impazzire. Eleonora gradiva, gradiva eccome. Ansimava, muoveva il bacino e, tornato finalmente alla realtà notai che con una mano stava massaggiando la sua fica, accarezzando la clitoride sempre più gonfia. Passarono diversi minuti dall’impaccio iniziale al ritorno alla realtà e quando Eleonora fece qualche passo in avanti facendomi uscire dal suo culo, rimasi di stucco, pensando ad un suo irrigidimento verso quel tipo di sesso. Tornò ad assumere una posizione eretta dopo essere stata per 20 minuti buoni piegata a 90′. Mi guardò, si avvicinò per baciarmi con passione, fece scivolare via il perizoma e mi invito a sedermi. Non capivo più nulla, obbedii, e me la ritrovai a cavalcioni pronta a partire con uno splendido smorza. -Lo vuoi in fica ?- le domandai mentre la sentivo armeggiare con il mio cazzo -Ora in fica non si può…- la sua mano aveva afferrato il mio sesso e lo stava portando verso una delle fonti del suo piacere – &egrave pericoloso passare dal culetto alla fica, e poi non credo tu voglia la mia fica…- sorrise. Un sorriso misto a piacere, voglia, libido, demoniaca perversione. sentii il suo sfintere poggiarsi sulla mia cappella, prese una mia mano e la guidò sul mio cazzo -tienilo cosi, dritto- disse, e aiutandosi con le sue mani, divaricò le natiche e mi accolse dentro, lentamente. Finalmente potei guardarla in faccia, mentre la inculavo. Il suo viso si era trasformato. Potevo leggere sui suoi lineamenti, dolore, soddisfazione, piacere, perversione, lussuria. La penetrazione non era fluida anche in quella posizione, ma non ci volle molto che Eleonora venne. Me lo disse prima nell’orecchio, poi lo gridò al “vento”, le sue gambe tremarono, il suo addome iniziò a contrarsi in piccoli spasmi, ed i suoi umori mi bagnarono la pancia ed i testicoli. Rimasi nel suo culo mentre lei era immobile su di me, con il viso abbandonato su una mia spalla, e con la lingua intenta a leccarmi il collo -bellissimo!- riuscì soltanto a dire -fantastico!- risposi mentre ricominciai a muovermi – aspetta,- si alzò e mi diede le spalle, poi si voltò, mi fissò negli occhi e la vidi mettersi in ginocchio sul tappeto . Inclinò il più possibile il busto in avanti, il culetto ben alzato, le gambe divaricate… si voltò, mise le mani sulle natiche e si offrì -lo vuoi ancora ?- si passò la lingua sulle labbra mentre formulava questa domanda – Si!- risposi deciso, avvicinandomi – allora montami!-a quella richiesta non potei resistere, mi abbassai, flettendomi il più possibile sulle mie gambe, ma restando in piedi, avvicinai il mio cazzo all’ano e spinsi -siiiii- esclamò sentendomi entrare -voglio incularti forte Ele- le dissi, senza più tabù -fallo Ste, buttamelo nel culo!- L’universitaria, la ragazza acqua e sapone conosciuta ad un aperitivo il giorno prima, la provinciale con la faccia d’angelo non c’era più, e al suo posto c’era la Eleonora che in fondo in fondo sognavo e volevo, ma soprattutto c’era la Eleonora che lei voleva essere nell’ intimità. Non so quanto durò ancora quella penetrazione, ma so che fu una delle più belle scopate che mi sono fatto ad oggi. -Non venire nella bustina- mi disse, sentendomi ormai prossimo all’orgasmo. Spingevo, la scopavo nel culo, godevamo ed i confini del pudore erano ormai travalicati -dove la vuoi Ele ?- si voltò, mi sorrise furba – dove voglio…cosa?- mi guardò con gli occhi furbi – la mia sborra- ansimò nell’udire quella parolina tanto “sconcia” quanto eccitante. Si spostò in avanti facendomi uscire dal suo retto, si voltò, mi tolse il preservativo e senza dire nulla cominciò a succhiarmi. Lo stesso splendido pompino della notte prima. Labbra, lingua e saliva…un guanto quella bocca. -Dimmi soltanto quando ci sei- lo riprese in bocca -ok- risposi pensando che non avesse voglia di bermi di nuovo. Vedevo la sua testa fare avanti e indietro, i suoi occhi fissi nei miei, la sua mano sull’asta e l’altra ad accarezzare i testicoli – sto venendo!- lo tolse dalla bocca, fissava me mentre mi scappellava velocemente e si faceva imbrattare completamente il viso. Tanti fiotti di calda sborra la colpirono sul mento, sulle labbra, tra i capelli, mentre roteando il mio cazzo cercava di spalmare quella crema per bene -visto dove la volevo- sorrisi mentre le gambe mi tremavano dal piacere -sei bellissima cosi Eleonora! Hai uno splendido viso d’angelo!-

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