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Racconti Erotici Etero

FANTASIA DI GIULIANO

By 16 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

PUBBLICO UN ALTRO RACCONTO FRUTTO DI UNA FANTASIA DI UN ALTRO MIO FANS

La guardavo da lontano.. era sempre seduta li.

Sola ad un tavolo, stavolta fasciata da un bel vestito nero, scollato e elegante.

Non capivo”’. Non capivo come mai quella solitudine in una donna così bella.

L’avevo osservata dal mio angolo in quel ristorante tutte le sere.

Sempre sola’..Sempre bellissima’..Sempre elegante’. Ma, purtroppo, sempre triste.

La mia era una vacanza prenotata per due e irrimediabilmente diventata per uno solo’..una storia finita all’improvviso” valle a capire tu le donne.

E non capivo neanche lei.

Quella sera la sua tristezza la rendeva ancora più bella, gli occhi castani le brillavano, dovevo avvicinarmi,
era folle, era insano e quasi cinematografico, ma dovevo avvicinarmi”..per il suo fascino, per la mia curiosità!
Mi avvicinai e mi fermai a guardarla da pochissimi passi. (in un libro ho letto che nessuno vuole mai cenare da solo… ), speriamo che sia vero’.
“Mi perdoni signora’ ‘dissi tutto d’un fiato’ ‘ma non so veramente spiegarmi la sua solitudine”
Le porsi la mano “mi scusi l’audacia, sentivo il bisogno di conoscerla, dopo che per una settimana l’ho sempre vista sola; piacere Giuliano”
Lei rimase sorpresa; era logico”. poi esplose il suo sorriso.

“Piacere Paola; ‘.sono sola perch&egrave mio marito doveva raggiungermi nel fine settimana, ma il suo lavoro lo impegna sempre troppo.”

Era dolce.. malinconica quanto bastava per renderla vulnerabile e quel suo “lo impegna sempre troppo” rendeva ancor più evidente il suo disagio”..era sola, come me.

“Posso ardire di chiederle se posso farle compagnia? forse sono inopportuno, ma credo di aver voglia di parlare con qualcuno quanta ne ha lei.”

“Ti siedi solo se mi dai del tu, o mi credi troppo vecchia?” il suo sorriso era smagliante ora.

Parlammo per ore, effettivamente il bisogno di parlare era tantissimo per entrambi.
con le parole anche il vino scorreva meglio e scioglieva la lingua.
iniziammo con il suo matrimonio, felice quanto può esserlo quello di una donna senza figli, ma con un marito amorevole anche se poco presente. poi con la mia storia interrotta quando si stava costruendo un futuro. ‘.non avevamo ne remore ne pudore alcuno.. eravamo più nudi in quel momento di quanto potessimo essere durante ogni altro incontro.
Ci alzammo dal tavolo eravamo veramente alticci. di quell’ebbrezza che fa ridere per le cose stupide.
La accompagnai porgendole il braccio.
Eravamo davanti alla sua camera. i suoi occhi si abbassarono sul pavimento’.capivo il disagio’..non mi aspettavo nulla.
le sollevai il mento con 2 dita.. ‘..le appoggiai le labbra sulle sue.

“buonanotte” sussurrai.

Lei aprì la porta e la richiuse dietro le sue spalle.
Camminai in silenzio per il corridoio che mi portava alla mia stanza.
il cellulare mi vibrò nella tasca dei pantaloni’.non ci badai’.avevo altro per la testa!!!
Ero stato abbastanza sciocco a non voler approfittare della situazione? ”.il suo disagio mi aveva frenato e aveva spento la voglia che avevo di lei?
Un’ altra vibrazione mi distolse dai miei pensieri”estrassi il telefono.
era un numero non registrato”lessi d’un fiato.
“ciao. sono Paola. scusa la fretta. la serata &egrave stata fantastica’..TU sei fantastico!
sei romantico!….sai trattare una donna per quello che veramente &egrave e non come un sex toys usato per soddisfare le tue voglie’. spero di vederti domani. magari andiamo a prendere un gelato.
e poi sarà quello che la vita vorrà””..buonanotte”

Ero confuso’..mi sdraiai sul letto e pensai a lei’..era bellissima nei miei sogni come nella realtà..
Morfeo in un attimo mi accolse tra le sue braccia.

L’indomani mi svegliai confuso.. tra l’alcool e il suo profumo dovevo essere inebriato per non ricordare neppure di averle lasciato il mio numero”fatto stava che avevo voglia di lei.
doccia. barba e vestiti.
ero nel corridoio.. davanti la sua stanza. ‘..con un nodo in gola e la voglia di bussare.
sarebbe stato giusto insidiare una donna sposata? ‘..non lo seppi allora come non lo so ora che la sua immagine mi torna in mente con i suoi stupendi occhi tristi.
Comunque bussai. lei mi accolse con un pareo e un costume che lasciava senza fiato.
Gli occhiali da sole non mi permisero di capire se fosse felice di vedermi o se si fosse pentita.
“Buongiorno. presto per il gelato. io stavo per scendere in piscina. mi tieni compagnia?”
la sua voce interruppe l’aria ebete che dovevo aver assunto vedendola in costume.
“si ero passato per vedere se avessi bisogno di qualcosa. o se magari fossi scappata dopo ieri sera” le sorrisi.
lei ricambiò. si sollevò leggermente sugli zoccoli che calzava e mi baciò sulla guancia.
“Attendimi di sotto. mi cambio e ti raggiungo..” balbettai
tornai in camera’..odiavo il sole., ma per lei valeva la pena scottarsi un po’, al massimo potevo avere una scusa per sentire addosso le sue mani chiedendole di spalmarmi la crema.
la raggiunsi a bordo piscina, era bellissima col pareo e il costume chiaro che metteva in risalto il corpo abbronzatissimo. il vestito nero della sera prima non le aveva reso giustizia per il colore dell’incarnato.
mi misi seduto sul lettino accanto.
“peccato, mi sono appena messa la crema. avrei approfittato delle tue mani fossi arrivato un istante prima.”
Era maliziosa ora”furba”doveva aver capito il mio desiderio e da donna e femmina qual’era stava giocando con me come il gatto col topo.
cominciammo a parlare. senza allusioni ne battutine. come due amici’..ma la tensione sessuale era palpabile”senza accorgerci avevamo superato l’ora di pranzo e stavano arrivando le ore più calde della giornata’.mi ero talmente distratto per lei che non avevo messo la crema solare. ero un’aragosta’..mi alzai dal lettino e andai verso la piscina’…si rese conto del mio disagio e si alzò anche lei.
“vieni andiamo in camera ho il doposole. mio marito &egrave pallido come te.”
salimmo in stanza. non ero dell’umore adatto per saltarle addosso e lei era tanto intelligente da capirlo.
Le sue mani fredde per la crema doposole mi davano sollievo. Sulle gambe, sulla schiena, sul collo, ancora sulla schiena e sul torace e sull’addome.
‘come stai? Va meglio?’
‘sicuramente. Non so se &egrave il sole o se sei te che mi stai addosso, ma sento come una febbre.’ Mi uscì tutto d’un fiato.
Lei arrossì un pochino. In affetti era seminuda e quasi sdraiata sul mio corpo accaldato, solo che la sua perizia e dovizia nel procurarmi sollievo dalla scottatura non le aveva fatto rendere conto di quanto fosse indecente la sua posizione.
Sorrise. Contraccambiai.
Poi incoscientemente avvicinai il viso al suo. Cercavo la sua bocca.
Il bacio fu lungo.
Voglioso e pieno di calore umano.
Le lingue si sfioravano. Le labbra si schiudevano. Il tutto risultava come frutto di un sogno che da tempo cercava solo il modo di realizzarsi.
Si liberò del pareo e salì cavalcioni su di me. Continuammo a baciarci. Staccai le labbra dalla sua bocca e cominciai a leccarle il collo.
Sentivo che mi desiderava e lei percepiva la mia voglia a causa della mia erezione che il costume a stento conteneva.
La leccavo sul collo in silenzio e lei passava le mani sulla mia schiena ardente. Provocandomi un sollievo insperato e sensuale.
Poi si slacciò il reggiseno del costume. I suoi seni erano turgidi. Eccitati e mi puntavano sul petto coi durissimi capezzoli.
La mia bocca li cercava. Come fossero veramente la fonte del mio sostentamento.
Sentivo la sua pelle che piano piano si increspava sotto la lingua.
Aveva la pelle d’oca per tutta la schiena.
Eravamo silenziosamente e irrimediabilmente l’uno dell’altra.
Le sue mani scesero verso il mio bacino. Prima dietro al sedere e poi lungo l’elastico del costume.
La sua intenzione era chiara.
il nodo si sciolse sotto le sue dita abili e mentre il suo seno mi allattava ancora le sue mani avevano preso possesso della mia virilità.
Dolcemente spinse il bacino verso il mio sesso eretto. Io smisi di tormentarle i capezzoli e cercai di nuovo la sua bocca. Con le dita si scostò il costume quanto bastava per scoprire le labbra bagnate.
La sua lingua leccò la mia nello stesso momento in cui il mio sesso apriva il suo piacere.
Si mosse col bacino ad accogliermi tutto in lunghezza. Provai un piacere intenso. Aprimmo entrambi la bocca.
Cominciai a spingere per darle piacere. Lei si muoveva ritmicamente come se danzasse su di me.
Era stupendo. Erotico. Proibito. Meraviglioso.
Continuammo a muoverci in quella posizione.. ero completamente nel suo sesso.
Lei ansimava nelle mie orecchie stringendosi a me ed i suoi sospiri mi facevano impazzire.
Ad un tratto la sua voce si rompe. ‘sono una pazza’ &egrave sbagliato che io ora sia qui con te’ lo sai!’
Non riusciva a fermare quello che provavamo. Lei era al massimo del piacere stava per venire.
La baciai in bocca con tutta la passione che avevo in corpo.
‘meriti di essere amata. Ed in questo momento io morirei per te.’ Sussurrai.
Lei venne. Il suo orgasmo fu irrefrenabile. Tremando continuò a muoversi e a baciarmi.
Era provata dallo sconquasso che gli ormoni le davano.
Non parlava aveva il viso contratto e ansimava a bocca spalancata.
Io cominciavo a impazzire e stavo per domarle tutto il succo di quella nostra follia.
Esplosi dentro di lei. Nel sentirsi riempire si staccò da me. Quasi si sfilò completamente e qualche schizzo di sperma le arrivò sulla peluria che ricopriva il suo sesso congestionato dalla nostra frenesia.
Si sdraiò con lo slip ancora spostato e il seno nudo.
Il fiato corto di entrambi era l’unica cosa che interrompeva quel silenzio inverosimile e l’aria profumava di sesso.
Si sollevò e mi baciò.
‘&egrave stato uno sbaglio. Lo sappiamo entrambi. Non potremo amarci. Ma ti voglio.’
La sua voce era sottile ma serena.
Ricambiai il bacio.
Mi alzai dal letto.
Mi abbassai per baciarla ancora.
‘ti voglio anch’io, sarà sbagliato, ma ho bisogno di te. E poi dobbiamo ancora prendere quel gelato.’
Sorrise e mi vide sparire dietro la porta.
ero rientrato nella mia camera.
mi sentivo diverso. avevo consumato una fiamma di passione con una donna che, pur se incontrata la sera precendente, mi sembrava conoscere da una vita.
non c’era nulla di perverso in noi.
era irrimediabilmente sbagliato, quello &egrave vero, ma volevamo solo far incontrare le nostre vite..
sembravamo due naufraghi alla deriva che al primo sguardo avevano trovato il coraggio di salvarsi a vicenda.
mi sdraiai sul letto. sentivo il suo profumo addosso. il suo odore inconfondibile di passione e sesso.
mi buttai sotto la doccia sperando che non fosse tanto facile portarlo via dalla mia pelle.
avrei avuto il coraggio di incontrarla ancora?
si.
avevo bisogno di lei
mi asciugai dalla doccia. non riuscivo a togliermela dalla testa.
il telefonino vibrava sul comodino.
era lei.
“non smetto di pensare che sia sbagliato. ho voglia di te come mai prima di oggi ho desiderato qualcuno. ti aspetto in camera. ceniamo insieme.”
l’invito era esplicito. la cena avrebbe avuto un seguito.
mi profumai come un adolescente al primo appuntamento.
persi ore a scegliere cosa mettere.
ero pronto per il gran ballo.
uscii sul balcone a fumare una sigaretta e poi presi il coraggio per ripresentarmia alla sua porta.
era bellissima!
un tubino nero le fasciava le forme che qualche ora prima avevo assaggiato.
arrivati al ristorante fu quasi un sollievo dire che avremmo avuto bisogno di un tavolo per due dopo tante cene in solitario.
cenammo consumando sguardi languidi e vino a fiumi.
poi uscimmo per il gelato che tanto volevamo mangiare assieme.
camminammo per le strade del centro città come due innamorati.
mano nella mano
la tensione stava salendo.
erano poco dopo le 22.00 quando mi propose di finire la serata in camera.
non potevo rifiutare. non me lo sarei mai perdonato.
la sua camera profumava del suo eau de toilette francese.
il letto era ancora sfatto dal nostro incontro.
appena in camera mi abbracciò.
sentivo il calore della sua pelle sotto i vestiti.
la mia giacca estiva cadde a terra come il resto dei miei vestiti.
rimasi in boxer.
era molto più audace. molto più libera.
le abbassai la cerniera.
la vidi in intimo e rimasi estasiato.
si mise cavalcioni su di me i baci erano pudici malgrado la quasi totale nudità.
piano piano sentii il sapore della sua lingua.. poi mi baciò il collo.. il petto.. l’addome.. piano piano sentii i boxer abbassarsi..
la mia eccitazione cresceva.
la sua anche. il reggiseno volò sul pavimentò e mi offrì il seno da lappare come un cucciolo affamato..
stuzzicai i suoi capezzoli duri. poi succhiai.
le piaceva le mie mani le cinsero i fianchi..
non mi voleva mostrare il suo fiore proibito.. ma scostò il perizoma di pizzo quanto bastava per farlo poggiare sulla mia pelle ancora arsa dal troppo sole.
lentamente i sessi si incontrarono come era successo nel pomeriggio.
la penetrai lentamente. piacevolmente.
era quello che volevamo.
lei si muoveva ritmicamente. godendo di ogni nostro movimento.
la lasciai fare. stavo impazzendo.
i baci erano lunghi e passionali.
ad un tratto si fermò. si sollevò da me e con gli occhi pieni di voglia si sdraiò al mio fianco..
“prendimi” il sussurro fu eccitante.
non mi feci pregare..
la penetrai delicamente.. mi muovevo su di lei che impazziva aprendo la bocca e lanciando sommessi mugolii..
ero in controllo del suo piacere.
venne.. tanto e forte.. continuai a muovermi dentro di lei per darle più piacere..
“esci ti prego… ” era quasi un lamento il suo.
mi sfilai e la baciai.
rimase immobile a guardarmi e poi mi strinse le braccia intorno al collo.
“non voglio che finisca!”
“neppure io amore.. ”
ed infatti non fu certo quello l’epilogo della nostra folle passione

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