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Racconti Erotici Etero

federica….

By 2 Luglio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Volevo raccontarvi di come una tranquilla serata in un pub sul mare, sia diventata una delle serate più belle della mia vita.
Ero con degli amici un particolare con Federica, Raffaele e Manuela. Raffaele era senz’altro il mio migliore amico, con lui ho passato la mia infanzia, posso dire che lui mi conosce come un fratello e lui può dire altrettanto: lui alto 1.85, capelli nerissimi e molto corti, occhi azzurri e fisico statuario grazie ad anni passati a giocare a calcio; io alto 1.80 con capelli castani portati un po’ lunghi, occhi castani e con un bel fisico, grazie alla mia adorata atletica. Stessa cosa si può dire di manu e fede: si conoscevano dalle elementari e da allora hanno sempre condiviso tutto, anche qualche ragazzo. Manuela è mora alta 1.60 occhi neri e dei bellissimi ricci castano chiaro, delle sottilissime labbra ma soprattutto con una fantastica 4′ di seno, inutile dire che era il suo punto forte. Federica invece è alta 1.70, occhi castano con un fisico da modella grazie agli anni di pallavolo e danza. Capelli quasi rossi, 2′ sodissima di seno, pancia piatta, gambe toniche ma soprattutto un sedere da favola: inutile dire che era sempre incorniciato da adorabili perizomi di pizzo coordinati con il reggiseno. La cosa che adoravo di fede è che lei fa di tutto per mettere in mostra il suo magnifico culo: esce sempre o con dei jeans attillatissimi o con gonne strette sui fianchi o solo con i collant. La serata era in agenda già da tempo, per via degli esami da preparare, tranne che per Manuela, lei non aveva scelto di continuare gli studi ma lavorava nello stabilimento di famiglia.
Erano circa le 23.00 ed eravamo seduti nel nostro solito pub sulla spiaggia, a pochi chilometri da casa. La serata scorreva tranquilla, un po’ di birre, tante risate. Ma io e raff volevamo di più. Proponemmo di comprare un altro po’ di birre e di concludere la serata in spiaggia, tanto avevo due teli in macchina: proposta accettata.
Arrivammo in un’insenatura naturale ben riparata la sguardi indiscreti: notammo, però, che la non eravamo soli: infatti c’era un gruppo di ragazze a qualche centinaia di metri da noi. Decidemmo di restare ugualmente. Così proposi di fare un gioco: chi non riusciva a evitare di farsi pizzicare il sedere, doveva subire una penitenza. Subito io e Raff ci capimmo al volo, consci della nostra superiore agilità. Infatti le prime penitenze erano tutte a sfavore del gentil sesso che non riusciva ad evitare la nostra velocità. Le prime volte decidemmo che come penitenze era sufficiente far bere alle nostre damigelle d’onore: ad un certo punto decidemmo di pareggiare la situazione e ci facemmo prendere più volte di fila. Ma la cosa che non ci aspettavamo è che le ragazze, alticce ma ancora lucide, volevano vendicarsi una volta per tutte: saremmo dovuti andare in giro per la spiaggia nudi. Certo, le birre ci aiutarono, ma non potevamo di certo dimostrarci dei fifoni davanti alle nostre belle, quindi facemmo ciò che andava fatto: ci siamo spogliati completamente. Non ancora soddisfatte, le ragazze ci obbligarono ad andare a chiedere il numero a delle ragazze poco distanti. La situazione si stava scaldando: infatti le ragazze a cui avremmo dovuto chiedere il numero, stavano festeggiando un addio al nubilato.
IO: ‘O Raff che ce frega, tanto stanno a festeggia…namo la e domani se faremo na risata al pensiero de stanotte.’
RAFF: ‘ma si infatti, che ce frega, andiamo!!’
Con la giusta dose di adrenalina andiamo a chiedere il numero alle amiche della festeggiata. Appena arrivati li davanti, le ragazza ci accolgono con una fragorosa risata, dovuta più all’ingente quantità di alcool consumato che ad altro. Subito spieghiamo che stiamo subendo una penitenza e che dobbiamo avere un il numero di una ragazza, uno per uno. Allora una di loro si avvicina a Raff, lo guarda negli occhi e gli scocca un bacio in bocca mozzafiato: raff, colto di sorpresa, non poteva (e non voleva) far altro che accettare nella sua bocca quella lingua intrusa. Dopo circa un minuto che stavano limonando, Sara (la ragazza sbaciucchiona) si sfila le mutande e tira fuori un pennarello. Non volevo crederci: stava scrivendo il suo numero sulle sue culottes!
Intanto un’altra ragazza si stava avvicinando a me e, dopo aver passato una mano su tutto il mio corpo, copia Sara e mi stampa un bacio che non ha più fine: stavolta io ero pronto e subito accetto il bacio della ragazza. Dopo un lasso imprecisato di tempo, è raff che ci stacca (che sia maledetto!) e Valentina si sfila il reggiseno e mi scrive il suo numero.
Ottenuto quel che dovevamo, salutiamo le ragazze e, facendo gli auguri alla sposa, ci separiamo da quel covo di topa.
IO: ‘mazza che culo!!’
RAFF: ‘no, mazza che fregne!!’
Sbottiamo a ridere e torniamo, più vittoriosi che mai, danne nostre amiche. Le due signorinelle si erano godute la scena sorseggiando la nostra amata birra e quando siamo abbastanza vicini ci dimostrano tutto il loro ‘dissenso’.
Raff e Manu andarono a fare una passeggiata, giusto per smaltire la birra. Così rimanemmo da soli io e Fede: decidemmo di continuare a giocare lo stesso. Lei aveva un vestitino bianco molto succinto con una generosa scollatura e ai piedi dei sandali alla romana: io ero ancora nudo con una evidente erezione alla quale fede non rimase certo indifferente.
La situazione ormai aveva preso una piega che a me non dispiaceva neanche un po’. Decisi di chiedere di più, ero stufo delle solite figuracce. Ero deciso più che mai a non lasciarmi sfuggire quell’occasione così ghiotta: io nudo da solo con Federica in spiaggia. Così ero deciso, alla prossima penitenza l’avrei fatta rimanere in intimo. E ciò non si fece attendere.
Fede perse ancora e le dissi che volevo un bacio a stampo: lei non ci pensa due volt e mi bacia.
Altra penitenza, stavolta il bacio lo volevo con la lingua: detto, fatto.
Ancora penitenza: avrebbe dovuto baciarmi con la lingua per 30 secondi. Ovviamente nessuno dei due tenne il conto dei secondi e così il tempo passava.
Allora decisi che l’avrei messa alla prova…decisi di perdere. Lei non ci penso due volte e chiese di essere abbracciata: non mi tirati certo indietro. Così le schiacciai la mia bella erezione dritta dritta sul pancino. Persi ancora: come penitenza mi vietò di usare le mani durante le penitenze fino alla fine del gioco. La cosa mi intrigava parecchio.
Decisi di perdere. Penitenza. Iniziò a baciarmi dappertutto, partendo dalla bocca, passando per il collo, le orecchie, le spalle, gli addominali. Arrivata al bacino diede un bacio alla mia cappella e si fermò. Si continuava a giocare. Lei era eccitatissima, glielo si leggeva in faccia. Penitenza per lei. Stavolta sarei stato malefico. Così fu. Le slacciai il reggiseno e lo usai per legarle le mani ad un palo li vicino. Era meravigliosa. Iniziai a baciarle i polsi che avevo legato sopra la sua testa. MOLTO lentamente inizia la mia discesa: leccavo, baciavo, mordicchiavo tutto. Lei era continuamente scossa da brividi di piacere: la vedevo che chiudeva gli occhi e iniziava a gemere. Ma avevo appena iniziato e non avrei di certo finito presto. Dopo qualche minuto di questa ‘tortura’, decisi di passare alle labbra, poi all’orecchio: adoro stimolare una ragazza dall’orecchio, lecco il lobo, lo stringo tra le labbra, ci gioco. E adoro vedere le ragazze contorcersi al tocco esperto della mia lingua. Per curiosità decisi di appoggiare una mano sul suo perizoma…era un lago: avevo raggiunto il mio obiettivo.
Il gioco poteva ricominciare. Fu la dolce federica a perdere e, con un falsissimo gesto di scoramento, si preparò a subire la penitenza. Decisi di prendere le redini: volevo farle avere un orgasmo. Così partii di nuovo con la lingua: stavolta partii dal collo, mi soffermai parecchio sulle clavicole, fino ad arrivare al suo seno. Adoro le tette, adoro soffermarmi parecchio: prendo i capezzoli li stringo,li mordo, li succhio, li lecco. Il mio trattamento stava funzionando e ormai lei aveva perso tutti i freni inibitori (semmai ce ne fossero stati).
Con una mano decisi di accarezzarle il suo bacino, mi spostai con la faccia sul suo ombelico, lo trattavo come se fosse il su punto più sensibile. Il suo corpo emanava una carica erotica fortissima.
Iniziai a leccarle la passera da sopra il perizoma: da un po’ i suoi umori colavano dalla gambe…era eccitatissima e io con lei. Abbassai il perizoma e mi immersi tra le sue gambe. Persi ogni controllo..leccavo come un ossesso: la penetrai con estrema facilità con due dita, mente con l’altra mano stimolavo il clitoride. Lei aveva una mano tra i miei capelli e una sulle sue tette: stava venendo e me ne accorsi. Accelerai il ritmo delle penetrazioni e lei venne con un orgasmo che le fece perdere completamente la forze nelle gambe, tanto che dovetti sorreggerla di peso.
Era stremata, madida di sudore e umori, ma estremamente appagata.
FEDE: ‘cavolo, Fà! Era da parecchio che non godevo così tanto.’ Per dire queste poche parole ci mise una vita…diceva una parola tra il respiro affannato e i brividi di piacere che ancora la squassavano. Passati circa 3 minuti lei disse di ricominciare a giocare. Persi immediatamente, volevo vedere la sua reazione.
Non perse tempo, mi gettò a terra e iniziò a spompinarmi l’uccello. Da quando arrivammo in spiaggia era passata un’ora e mezza: più di un’ora passata a stuzzicarla e finalmente potevo godermi quel favoloso trattamento.
Doveva averne presi di uccelli in bocca, perchè la ragazza era veramente brava: posso dire di aver avuto tanti rapporti ma nessuno mi ha fatto godere come quello. Lei era fantastica, con una mano mi segava il cazzo, con l’altra mi massaggiava le palle e con la lingua leccava in tutta la sua lunghezza. Vedevo il mio pisello che spariva nella sua bocca e, complice la bravura ma soprattutto il tempo che avevo aspettato, le scaricai tutto il mio caldo seme in bocca. Uno, due, tre, quattro, cinque fiotti: avevo completamente perso la condizione del tempo e dello spazio…ero in paradiso.
Dopo qualche giorno decisi di chiamare fede per vederci: le chiesi se voleva accompagnarmi in un centro commerciale: ovviamente la sua risposta fu immediata e accondiscendente. La passai a prendere nel primo pomeriggio. Terminate le cose da comprare decisi di fare un regalo alla mia ‘gentile accompagnatrice’. Entrammo in un negozio di costumi: ero intenzionato a comprarle un costume, dato l’avvicinarsi dell’estate.
Entrati nel negozio, subito una commessa si avvicina per chiedere se serve una mano: era una commessa veramente bella…alta, slanciata, con due gambe da urlo messe bene in mostra, ma soprattutto con una pancia veramente sexy. Fede si accorse di come la guardavo e iniziò a fare la ‘gelosa’; la situazione mi intrigava parecchio.
Allontanatasi la commessa…
IO: ‘Hei fede che vuoi! Mica siamo fidanzati che non posso guardare, no?’
FEDE: ‘Beh no, non siamo fidanzati ma sembrava che te la volevi scopare qui al negozio!!’
IO: ‘e allora? Sarai mica gelosa, eh?’
FEDE: ‘ma va piantala!’ e cominciammo a ridere.
Avevamo già guardato parecchi costumi, quando fede mi chiede per chi li stavamo vedendo. Le risposi che volevo farle un regalo. Subito mi abbracciò e mi baciò..
FEDE: ‘cavolo, Fà! Grazieeeeeeeee!’
IO: ‘dobbiamo donare a quel fantastico corpo la giusta cornice che si merita!’
Mentre se ne stava provando uno, fermai una commessa e le chiesi se non avesse qualcosa di più…sexy. mi portò nel retro del negozio e mi fece vedere una collezione di costumini tremendamente sexy e che non lasciavano praticamente niente alla fantasia. La commessa mi disse che potevamo provarli direttamente li, sul retro tanto non avrebbe fatto passare nessuno. Così chiamai fede e iniziammo a vederne alcuni. Stavo cercando un costume molto provocante e altrettanto appariscente (mi piace vedere le facce degli altri uomini quando vedono la ‘mia’ federica): volevo un costume che donasse ragione a quella ragazza. Il mio sguardo cadde su uno in particolare. Era un costume rosa e bianco ma me ne innamorai subito. Erano ovviamente due pezzi: il top era normale, ama lo slip era fantastico. Slip brasiliano a vita bassissima, molto sgambato con i bordi bianchi ed un cuore, che copre le natiche, rosa. Lo adoravo gia così, figurarsi in dosso a quella splendida ragazza che era federica. Le chiesi di provarlo subito. Fede non si tirò certo indietro (era una ragazza a cui piaceva mostrare il suo fisico, di cui andava molto fiera). Sparì dietro una tenda e quando ne usci rimasi folgorato da tanta bellezza ma soprattutto da tanta libidine: con quel costume Federica era la lussuria fatta ragazza. Lo calzava alla perfezione e subito la riempii di complimenti…
IO: ‘cazzo, fede! Sei bellissima!!! Ti sta veramente bene.’
Il mio pisello non tardò a farsi sentire e iniziò a spingere sotto i pantaloni..
FEDE: ‘davvero credi che mi stai bene? Non sono sicura, non è a vita troppo bassa?’
IO: ‘ma scherzi!? Ti sta d’incanto. Poi non direi che sia a vita troppo bassa…risalta il tuo monte di venere. Sai come impazziranno i maschietti a vederti così?’
Effettivamente, l’idea di essere un desiderio sessuale di parecchi uomini la eccitava: e i risultati non tardarono a farsi vedere.
Continuai a dire di come sarebbe stato bello. Io e lei, su una spiaggia, abbracciati stretti stretti, e soprattutto con gli sguardi puntati addosso di tutta la spiaggia!!! A queste parole fede si convinse e decidemmo di comprarlo. La vidi mentre si riguardava allo specchio: era superba, quasi una dea. Le andai dietro a la abbracciai forte, facendole sentire la durezza del mio pisello sul suo bel culetto sodo. Si strinse forte e me e la baciai in bocca. Le nostre lingue danzavano, sembrava che volessero esplorare un nuovo posto. Iniziai ad accarezzarle le cosce con le mani mentre le baciavo il collo. Si appoggiò con le mani allo specchio e divaricò leggermente le gambe: era un chiaro invito a continuare. Mi feci sempre più audace con la lingua mentre le mani giungevano a lambirne i seni: leccavo e baciavo le sue spalle mentre lei chiudeva gli occhi e si godeva il massaggio. Iniziai a scendere inesorabilmente, fino ad arrivare a metà della sua schiena con la faccia, mentre le mani restavano caparbie sulle sue tette. Facevo su e giù sulla sua colonna vertebrale e la riempivo di baci e di leccatine: decisi di abbassarmi ancora di più, fino ad arrivare alle sue toniche cosce. Le leccavo e le mordicchiavo dolcemente e con le mani arrivai al suo culo. Iniziai a massaggiarglielo mentre le girai attorno e mi ritrovai con il naso sulla sua calda fichetta. Ormai il costume era zuppo dei suoi umori e io mi immersi in quel fantastico mondo. Strusciavo con il naso sul suo clitoride mentre con le mani le impastavo le tette: le feci piegare le ginocchia fino a trovarmi io sdraiato e lei accovacciata sulla mia faccia. Scostai il costume e iniziai a lappare le sue labbra: la sentivo che godevo, sentivo che gemeva e si dimenava. Ma ancora non avevo iniziato a fare sul serio, che lei già muoveva il bacino in senso orario sulla mia faccia: era lei che conduceva i giochi, ma a me piaceva…eccome se mi piaceva.
Intanto con le mani andai a slacciare il pezzo sopra del costume e continuai a giocare con i suo capezzoli che ormai erano più duri dei chiodi: mi stravo dedicando in tutto e per tutto a farla godere, volevo che mi inondasse la faccia coi suoi umori, volevo che godesse come mai. Così, oltre la lingua, feci muovere anche le mani nel suo fiorellino: con la lingua disegnavo dei cerchi intorno al clitoride, mentre con tre dita la penetravo furiosamente; ma avevo ancora la sinistra libera, così le umidificai l’ano grazie ai suoi abbondanti umori. Inserii un dito che entrò facilmente, provai con un altro che seguì quello precedente. Alternavo la penetrazione nella fica con quella nel suo culetto. Con questo trattamento non ci volle molto che lei ebbe un orgasmo fortissimo, il più intenso che avessi mai sentito: appena si riprese, ebbe solo il fiato di dire un grazie..ma i suoi occhi non erano stanchi ne stremati, ma avevano un bagliore che ormai conoscevo benissimo: aveva voglia di godere e di far godere. E così fu. Ora toccava a me godere delle sue attenzioni. Ripresasi completamente, fede si tirò indietro, all’altezza dei miei pantaloni. Con una mano inizio ad accarezzarmi il pacco, mentre con l’altra mi massaggiava il corpo. Mi baciò, a lungo e con dedizione ma le sue mani non si fermavano, continuavano i loro massaggi. Io stavo quasi perdendo i sensi, ero al massimo del relax e mi stavo godendo un trattamento degno di come l’avevo trattata. Mi tirò su la maglietta e mi baciò il collo, scendendo verso lo stomaco, soffermandosi parecchio dappertutto. Intanto con la destra continuava ad accarezzarmi il pisello da sopra i pantaloncini: era bravissima, mi stava facendo impazzire. Sarà stata la situazione, sarà il fatto che lei mi eccita parecchio, ma fatto sta che stavo godendo intensamente…finalmente fede arrivò al mio bacino, mi slacciò la cinta, mi abbassò i pantaloni e continuò a leccare: era arrivata al mio cazzo si, ma lo leccava da sopra le mutande; evidentemente aveva deciso che mi doveva far impazzire. E ci stava riuscendo. Finalmente, con estrema lentezza, mi abbassò anche i boxer e il mio pisello poteva svettare finalmente libero dagli ostacoli, ma subito fede lo prese tra le sue labbra e iniziò un altro dei suoi memorabili pompini. Non aveva fretta, leccava e si gustava la mia mazza in tutto e per tutto: leccava dalla base alla punta e viceversa; dava dei piccoli baci in tutta la sua larghezza e lunghezza; quando decideva di prenderlo fino in gola, con la lingua mi stuzzicava il frenulo, con la destra lo teneva impugnata e con la sinistra mi stuzzicava le palle. Con queste attenzioni nessuno saprebbe resistere e infatti le scaricai il mio seme dritto in gola, accompagnato da un grido animalesco; stento a credere che nessuno, in negozio, lo abbia udito.
Mi ci volle più di qualche momento prima di riprendermi dall’estasi della goduria. La guardai negli occhi e le dissi un ‘grazie’ sbiascicato. Guardammo l’orologio e ci accorgemmo che si era fatto abbastanza tardi, erano più di due ore che stavamo in quel negozio e dovevamo uscire alla svelta, altrimenti le commesse avrebbero mandato qualcuno a cercarci. Ci rivestimmo , prendemmo il costume e ci dirigemmo verso la cassa per confermare il nostro acquisto.
Evidentemente la cassiera deve essersi accorta di qualcosa perchè ci guardava in un modo molto malizioso e, appena prese il costume per riporlo nella busta, ebbe la certezza: il costume era ancora bagnato degli umori di fede. Io e fede ci guardammo e scoppiammo a ridere, pagai e ci allontanammo velocemente da quel negozio.
Il pomeriggio era trascorso nel migliore dei modi, ma dissi a federica che non finiva la…infatti la sera stessa sarei passato a prenderla per passare un’altra serata indimenticabile…..
(prossimamente il continuo della serata)
La sera stessa, dopo cena, la andai a prendere. Come sempre mi presentai sotto casa sua con 5 minuti di anticipo, tanto per essere puntuali. Le mando un messaggio e scende. Appena esce dal cancello, scendo dalla macchina e mi avvicino per salutarla e mi bacia con una passione inaudita; tra me e me penso che sarà una grande serata!
Per questa sera, ha deciso di vestirsi così: minigonna azzurra, maglietta rosa e converse rosa. Molto semplice ma comunque molto bella, ci avrebbero pensato i suoi movimenti e i suoi atteggiamenti ad attirare gli sguardi dei maschietti in giro. Scegliamo di fare una passeggiata sul lungo mare vicino casa. La passeggiata era piacevole, soprattutto perchè c’era un venticello fresco che permetteva di respirare un po’. Le cinsi la spalla con un mio braccio e rimanemmo per molto tempo così, abbracciati e vicini. Però volevo di più, iniziai a scendere con la mano fino alla sua schiena e poi proseguii, finché non arrivai al suo culo. Lei dapprima mi guardò quasi con sospetto, ma poi mi lasciò fare anzi, lei mise la sua mano nella mia tasca dietro dei jeans. Quello che non si aspettava era che avrei iniziato a massaggiarle il culo. Infatti così fu: iniziai con dei movimenti molto lenti, quasi impercettibili, ma aumentavo sia la pressione che la velocità in modo quasi lineare. Ovviamente se ne accorse subito e mi guardò con la solita luce negli occhi: si stava lasciando andare. Appena mi fissò negli occhi la baciai con quanta più foga mi fosse stata possibile, staccati da quel lungo bacio…
FEDE: ‘wow, quanta voglia eh, signorino!’
IO: ‘con te è impossibile non averne. Non mi basti mai!’
Detto questo mi incollai nuovamente alla sua bocca, per poi scendere sul mento e sul collo. Fede decise di andarci a sedere in un pub e io, con malavoglia, acconsentii. Sicuramente al pub c’era più gente per fasi guardare, ma sicuramente non avrei potuto continuare a stuzzicarla. Ci sedemmo e ordinammo i nostri soliti cocktail. La cameriera ci portò da bere e, per posare il bicchiere davanti federica, mi appoggiò una sua tetta su una spalla. Dapprima non ci feci caso, pensai che non lo avesse fatto apposta; ma mi dovetti ricredere. Infatti fede ordinò una piadina da mangiare e quando la stessa cameriera di prima la portò, ripeté lo stesso movimento di prima, poggiando la tetta sulla mia spalla e in più attaccandosi con il suo bacino alla mia schiena. Divertito dalla situazione che si stava creando, decisi di riprendere a stuzzicare fede. Adoravo invogliare le ragazze, soprattutto quando c’era tanta gente e rischiavamo di essere scoperti. Così le presi una mano e iniziai a massaggiarle una nocca e a trattarla come fosse il suo clitoride. Evidentemente si rese conto dei movimenti circolari che facevo col pollice e mi guardò con degli occhi di stupore e libidine.
Mi leccai il dito e tornai a stimolarle la nocca della mano: mi feci più audace e me la portai sulle labbra, iniziando a baciarla e leccarla. Agli altri sarebbe potuto sembrare che stessi facendo un baciamano alla mia ragazza, un gesto di galanteria, ma invece la stavo eccitando con dei colpetti di lingua frequenti e veloci, alternati da vere e proprie lappate. La mia mazza già premeva al di sotto dei boxer e glielo feci capire. Eravamo seduti uno davanti all’atra quando fede decise che si sarebbe seduta vicino a me, gesto che apprezzai moltissimo. Così la potevo eccitare ancora meglio senza correre il rischio di essere visti. Le presi una mano e la portai sulla mia patta, per farle sentire tutta la durezza della mia erezione. Lei subito prese a massaggiarlo. Ma io di certo non me ne volevo stare con le mani in mano. Così iniziai ad accarezzarle la coscia, risalendo inesorabilmente verso il suo bacino. Con estremo gaudio, scoprii che non portava nulla sotto quella gonna così corta e arrivai a toccare la sua passera, già abbondantemente bagnata. Appena la sfiorai, fede ebbe un sussulto e un brivido le passò sulla schiena. Mi appoggiai con la testa sulla sua spalla, ma giusto per avere una migliore visuale della sua generosa scollatura: potevo vederle i capezzoli ritti ritti dentro al reggiseno. Questa visione mi eccitò da morire, mi tirai su e fissai federica: lei si portò un dito in bocca e mi guardò in un modo così tanto arrapante che quasi sborravo nelle mutande.
Dovetti darmi una calmata perchè la situazione si stava facendo troppo calda: ritirai le dita dalla sua passera e me le portai al naso, mi riempii i polmoni dell’odore dei suoi umori: la adoravo. Lei mi prese la mano con cui l’avevo toccata e se la portò alla bocca, iniziando a simulare di avere un cazzo in bocca, al posto delle dita. Mi guardai intorno ed effettivamente avevamo alcuni sguardi puntati su di noi: lo feci notare a fede che si eccitò ancora di più e continuò a simulare il pompino. Decisi che era troppo. Andammo a pagare e la portai in un posto riparato da sguardi indiscreti. La cassiera ci fissò in malo modo: evidentemente ci aveva visti che stavamo facendo i preliminari e, data la fretta che avevamo, non era difficile capire cosa avremmo fatto da li a poco.
Ma non ci importava nulla, io ero un toro scatenato e lei era in uno stato di eccitazione pazzesco. Entrammo in macchina e subito lei mi infilò la lingua in bocca. Misi in moto la macchina e lei mise in moto le mani: mi accarezzava dappertutto, quando finalmente entrò nelle mie mutande..
IO: ‘fede se andiamo a sbattere è colpa tua eh!’
FEDE: ‘allora fermati, presto. Ho troppa voglia!!’
Era un invito troppo bello per rifiutare. Imboccai un parcheggio semideserto e fermai la macchina dove c’era più spazio. Fede intanto non aveva mai smesso di menarmi e leccarmi l’uccello (era stato un miracolo che fossi riuscito a guidare, subendo quella fantastica tortura), mi levai la cintura di sicurezza e mi abbandonai alla sua vorace bocca: era sensazionale, anche in uno spazio così ristretto, riusciva a leccarmi il cazzo e a massaggiarmi i coglioni. Dopo un tempo che mi sembrò non finire mai, avvertii fede che stavo venendo e lei, di tutta risposta, accelerò il ritmo; chiaro messaggio che voleva tutto il mio piacere dritto in gola. Così è stato, con un urlo degno di tarzan, mi scaricai di tutto quello che avevo. Rimasi in uno stato di semi-coscienza per alcuni minuti, mentre la magnifica bocca di Federica non accennava a fermarsi. Appena mi ripresi, fede mi lanciò un altro dei suoi sguardi iper-arrapanti e subito mi tuffai tra le sue cosce. Ma prima ci trasferimmo sul sedile posteriore, c’era più spazio e me la potevo ‘lavorare’ meglio. Alzai la gonna e contemplai quello spettacolo: una fica completamente depilata e fradicia..quanto mi eccitava!
IO: ‘caspita fede hai una fregna che è la fine del mondo!’
E mi immersi in quel lago di umori. Leccavo come un ossesso, la penetrai subito con due dita e inizia il mio magico trattamento: due dita nella passera, la mia lingua sul clitoride e una mano a strizzarle i capezzoli. Sapevo che fede non avrebbe resistito e in men che non si dica venne inondandomi la faccia (e ahimè, la macchina) dei suoi succhi. Ma non era certo finita la: continuavo imperterrito il mio trattamento. Doveva entrare in paradiso, raccontare quanto aveva goduto e poi ritornare sulla Terra. Mi staccai un attimo dal suo clitoride giusto per baciarla in bocca e farle assaggiare come sono buoni i suoi succhi. Ci baciamo con una foga quasi violenta, per poi tornare sulla sua passera. Continuavo così, leccavo e mordicchiavo il suo clito, quando venne per l’ennesima volta e cercai di non perdermi neanche una goccia.
Il mio pisello era diventato di nuovo di marmo, a furia di sentire le urla di federica e a forza di vedere quanto godeva. Così non persi tempo e puntai la cappella dritta sulla sua vagina e la penetrai in un solo colpo. Fede sgranò gli occhi e iniziò a dimenarsi come una posseduta: io pompavo come un toro e a ogni mio affondo corrispondeva un urlo da parte sua. Ormai eravamo in completa sintonia, lei mi veniva incontro e io la sfondavo. La feci mettere a pecorina e ricomincia a stantuffarla, ogni tanto rimanevo qualche secondo dentro di lei per prenderle le tette e strizzarle a dovere. Lei gemeva e godevo: più strillava più mi incitata a sfondarla, più mi incitava, più la sfondavo. Andammo avanti così per parecchio tempo infatti, prima di tutto avevo una buona resistenza, e poi mi ero svuotato grazie alla sua boccuccia.
Ma ormai stavo per venire di nuovo ma non volevo venirle dentro. La feci girare di nuovo e sdraiare sulla schiena: volevo terminare il tutto nelle sue tette. Tutto era pronto per una memorabile spagnola e così inizia a muovere il mio pisello in mezzo a quelle due tette così belle e così sode: ogni volta che le fosse possibile mi leccava il pisello e io, per contro, le strizzavo i capezzoli a limite del dolore. Dopo poco tempo sborrai copiosamente, tanto che alcuni schizzi le finirono sui capelli, mentre altri si persero sulle tette e alcuni in bocca. Anche così, piena del mio piacere, emanava una carica erotica pazzesca, sprizzava sesso da tutti i pori.
Ci ricomponemmo alla meglio…
IO: ‘guarda tu cosa hai combinato alla macchina!!’
FEDE: ‘non è mica colpa mia, tu hai deciso di farlo in macchina’
E scoppiammo tutt’e due in una fragorosa risata. La accompagnai a casa che erano le 3 passate, la salutai e me ne tornai a casa; giunto sul letto crollai quasi subito.

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