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Racconti Erotici Etero

feste universitarie

By 22 Marzo 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

 

Feste universitarie

Quell’anno fu il mio primo da studente universitario. Tutto il mio mondo era stato stravolto d’un colpo, passai dal tepore della casa familiare alle scatenate feste per le matricole alla ricerca di qualche nuova avventura. Mi ero iscritto alla facoltà di lettere, era piena di ragazze e puntavo a sbloccare quella che agli occhi di tutti appariva come una forte timidezza. Avevo appena rotto con la mia ragazza, la prima, quella che non si scorda mai con cui avevo avuto la prima esperienza e la prima scopata.

Il primo giorno di lezione la vidi, era bellissima. Alta, bionda un viso angelico e due occhi azzurro oceano, li per li osservai solo il viso ma quando si alzò dalla sedia fu un colpo al cuore, oltre che al pene. Aveva un fisico statuario, il seno si intravedeva dalla camicetta leggermente sbottonata e sembrava ben proporzionato con il resto del corpo. Si voltò, vidi il suo culo, era meraviglioso, tondo e incastrato nei jeans aderenti che ne esaltavano le forme.

Ebbi il coraggio di presentarmi solo dopo qualche lezione e il solo starle accanto mi faceva diventare le mutande strette. Il suo nome era Chiara. Aveva una voce soave e delicata. Passammo alcune settimane a conoscerci a lezione. La invitai alla festa delle matricole e lei con mio stupore accettò dicendomi: “Ci vediamo in centro alle 10 e mezza, puntuale mi raccomando!!”- dopo di che mi baciò sulla guancia; mi sentivo bene e felice, avevo già voglia di portarla sul mio letto e scoparla facendola godere.

Andai in centro anche un po’ in anticipo. Mi misi ad aspettare con un po’ d’agitazione. Arrivò poco dopo, parcheggiò non troppo distante da me e scese dalla macchina. Mi fulminò. Aveva un abitino nero che le copriva fin sopra al ginocchio, i capelli mossi e lasciati cadere sulle spalle e un paio di scarpe nere con un tacco vertiginoso. Mi sentii a disagio, io indossavo una semplice camicia. Si avvicinò sorridendo e mi salutò con il classico bacio sulla guancia. Balbettai un timido buona sera e mi prese sotto braccio. Le feci i complimenti, era stupenda mi sentivo di già il cazzo duro nelle mutande mentre lei sembrava del tutto tranquilla. Arrivammo davanti al locale ed entrammo. Ci divertimmo fino a tardi, lei era guardata da tutti e io non facevo altro che seguirla sbavandole dietro.

La festa finì molto tardi, uscimmo dal locale che faceva molto più freddo rispetto all’inizio della serata e vedendo che batteva i denti le cedetti il mio giubbino. Mi ringraziò con l’ennesimo bacio e mi propose di darmi un passaggio fino a casa. Non persi tempo, accettai e salii in macchina. Impiegammo poco per arrivare e nel salutarla oltre al bacio poggiai una mano tra le sue gambe. La scansò velocemente dicendo: “Vediamo la prossima volta”- aggiungendo l’occhietto. Mi sentivo eccitato, passai la notte con il cazzo in mano, non pensavo ad altro. Il giorno dopo mi alzai tardissimo, controllai subito il telefono e lessi un messaggio. Era Chiara. Mi aveva scritto che era stata benissimo e che non vedeva l’ora di poter replicare.

Continuarono alcune settimane di lezione. Giunsero i primi esami e io invitai il mio sogno erotico a studiare a casa mia e senza troppo insistere Chiara accettò. Venne il giorno seguente da me. Aveva i capelli legati con una coda su un lato della testa, i libri in mano e una maglia che le arrivava fino ai fianchi. Al posto dei pantaloni indossava un paio di leggins neri e scarpette da ginnastica. Quando la vidi ci fu per me un altro colpo nelle mutande. Era di nuovo e come sempre meravigliosa. La feci entrare e la salutai, questa volta era già molto più vicina, credevo che potesse sentire il mio pene visto che indossavo una tuta anch’io. Subito si diresse verso il tavolo e li successe una cosa da infarto: le caddero i libri; si chinò a raccoglierli mostrandomi il suo perfetto culo. Non riuscii più a controllarmi, mi avvicinai velocemente e poggiai il cazzo alle sue chiappe sode. Si alzò si scatto e mi guardò dritto negli occhi dicendo: “Ho indossato un bel perizomino proprio per te!”. A questa sua frase la baciai facendole cadere di nuovo i libri la sollevai per il culo e la portai in camera. La feci distendere sul letto, mi ci allungai sopra e tentai di farle sentire tutta la mia eccitazione. Le sussurrai che non immaginava quanto avevo desiderato che arrivasse quel momento. La spogliai velocemente; via la maglietta, mi trovai di fronte alle sue tette perfette contenute nel push-up. Tolsi il reggiseno e le succhiai i capezzoli già turgidi. Mi sfilò la maglia e ci trovammo entrambi a torso nudo. Passai alle gambe, tolsi le scarpette e i leggins. Vidi finalmente il perizoma nero di pizzo lo tolsi dopo aver leccato la figa che sentivo già umida anche sotto il cotone. Mi implorò di toglierli. Lo feci. Era depilata totalmente e bagnatissima. Ci tuffai la lingua tra i suoi gemiti sospinto dalle sue mani. Le toccavo intanto le tette sode sotto le mie mani e i capezzoli turgidi. Continuai il mio lavoro infilandole due dita nelle figa accompagnato da un suo urlo di piacere; continuai a masturbarla fin quando non aprì gli occhi e mi disse:”Fermati, ora tocca a me!” mi arrestai, mi fece distendere sotto di lei e mi spogliò. Il mio cazzo duro e lungo le rimbalzò sul naso. Lo guardò attentamente e dopo aver sorriso cominciò a succhiarlo facendommi godere come un matto. Ci sapeva fare bene. La feci girare per poter fare una 69 che non avrei più dimenticato. Ad un tratto ebbe un sussulto. Stava venendo. Urlando mi chiese di non fermarmi e mentre ebbe l’orgasmo strinse le sue ginocchia intorno alla mia testa. Appena ebbe finito riprese il cazzo in bocca e mi fece sborrare nella sua gola.  Mi guardò soddisfatta dicendo: “Vuoi cominciare a studiare oppure facciamo sul serio???” a questa domanda mi misi in piedi e senza dire nulla presi i preservativi nel comodino. Gettai il pacchetto sul letto vicino a lei e poi mi risedetti io. Ne presi uno e lo indossai. Solo allora parlai e dissi: “Facciamo sul serio!”. La feci allungare di nuovo sotto di me e cominciai una lenta penetrazione, intervallata da colpi più decisi e violenti. Urlava, mi eccitava non potevo fermarmi mi piaceva troppo.

Continuai imperterrito a penetrarla, lei urlai e implorava di non fermarmi. Alla fine sborrai dentro la sua figa. Mi guardò di nuovo compiaciuta e disse:” Ora fammi venire come si deve!” infilai in lei tre dita e velocemente la penetrai. Continuava ad urlare come una troia. Durò fin quando non inondò il letto con i suoi umori usciti con uno spruzzo violentissimo. La lasciai, ansimava ancora. Finii facendomi una sega e sborrando sulle sue tette.

Fu la miglior scopata di sempre.

 

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