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Racconti Erotici Etero

Finalmente ci incontrammo

By 1 Dicembre 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Era da circa due anni che avevo intrapreso un’amicizia virtuale con Luca che amava leggere le mie storie.

Luca era diverso dagli altri, a lui piaceva davvero cosa scrivevo, aveva sempre voglia di leggermi, così iniziammo a sentirci sempre più frequentemente, soprattutto di notte; entrambi soffriamo d’insonnia e sentirci ci rendeva meno soli, meno abbandonati e più vicini. Il nostro rapporto cresceva, inventavamo storie che finivano sempre allo stesso modo, facendo sesso, immaginando come l’avremmo fatto noi, tutte le posizioni, tutte le cose che ci eccitavano di più e ci facevano godere. Amavo scrivere con lui. Iniziai ad inviargli qualche mia foto. Fu particolarmente colpito, non so perché, gli piacevo. Mi diceva che lo eccitavo.

Un giorno mi scrisse un’email lunghissima, mi chiedeva di incontrarci. Non risposi subito, non sapevo cosa fare, era pur sempre uno sconosciuto, che però mi incuriosiva tantissimo’

Risposi dopo una settimana. Gli dissi si.

Entrambi ci trovavamo fuori per lavoro, nella stessa città, lontani dal proprio paese, dalle persone che conoscevamo, una piacevole coincidenza per due amanti. Alloggiavamo in hotel abbastanza lontani e decidemmo di incontrarci in un hotel al centro della città dopo l’orario di lavoro.

Quelle ore non passavano mai, guardavo continuamente l’orologio, da un lato avevo paura di questo incontro, ma dall’altro la cosa mi eccitava tantissimo.

Finalmente la conferenza giungeva al termine, sono tornata in camera mia a prepararmi, avevo la serata libera. Cominciai con una doccia bollente per rilassarmi un po’, sul letto quello che avevo scelto per la serata: perizoma, reggiseno neri di pizzo, so che gli piace molto, autoreggenti, un vestitino non molto aderente blu scuro, ai piedi decolt&egrave, tutto coperto da un cappottino. I capelli sciolti. Ho indossato i miei accessori, la collana lunga di perle, con gli orecchini abbinati e un braccialetto. Poco trucco, leggero e via, sono partita con la macchina dell’azienda chiedendo un permesso per raggiungere l’hotel al centro città dove lui mi stava aspettando. Tremavo.

Arrivata in hotel gli mandai un messaggio dicendogli che ero arrivata. Lui non mi ha aspettato in camera, ma sotto, all’entrata dell’hotel. Era esattamente come immaginavo, mi piaceva molto, e mi piaceva anche com’era vestito: camicia, vestito e cravatta. Sa quanto amo le cravatte con la camicia.

Io sorridente mi avvicinai abbracciandolo e stringendolo a me, non so quante volte avevo sognato quel momento, lui fece altrettanto, aspirando il profumo dal mio collo, accarezzandolo con la barbetta incolta che portava. Mi prese per mano e mi porto all’ascensore premendo il tasto che ci avrebbe portato fino alla camera che lui aveva precedentemente occupato. Nell’ascensore ci fu il primo nostro contatto, lui mi spinse contro lo specchio dicendomi che mi desiderava, cominciò a passare le sue mani su tutto il mio corpo e a baciarmi con passione, fino a che le porte dell’ascensore non si aprirono e andammo verso la porta della nostra stanza. Mi spinse contro la porta ancora chiusa, continuando a baciarmi, mentre con una mano cercava di infilare la scheda nella fessura che avrebbe permesso alla porta di aprirsi.

– Ti desidero.

Gli dissi, mentre non smettevamo di baciarci. Finalmente riuscì ad aprire la porta, mi spinse dentro la stanza senza essere violento, ma la voglia era talmente tanta che lasciò poco spazio alla delicatezza. Ci volevamo da troppo tempo, avevamo aspettato quel momento per due anni. Lui chiuse la porta alle sue spalle inserendo la scheda nella fessura per far accendere le luci. Si avvicinò a me e cominciò a spogliarmi, mi tolse il cappottino lanciandolo su una sedia vicina, mi guardava con gli occhi pieni di desiderio e io altrettanto. Le nostre labbra non si staccavano, le nostre lingue si volevano, si cercavano, si accarezzavano. La situazione era sempre più calda, mi spinse sul letto cominciando a baciarmi il collo scoperto e a sollevarmi il vestito, passando le mani sulle mie cosce.

– La foto delle tue cosce, ancora me la ricordo, toccarle però, mi fa impazzire

Disse lui facendo scorrere i polpastrelli sul bordo di pizzo dell’autoreggente, per poi salire, accarezzando la stoffa ricamata del perizoma. Io gli tirai il nodo della cravatta per allentarla, cominciando a sbottonare la sua camicia, con smania di vederlo nudo per la prima volta, di sentire i nostri corpi finalmente a contatto. Lui si sollevò per un attimo, fece scivolare il vestito lungo tutto il mio corpo lasciandomi in intimo sul letto mentre io, dopo aver tolto camicia e cravatta cominciai a sbottonargli i pantaloni. Sentivo già il suo cazzo durissimo che premeva sopra il boxer che portava. Io già mi leccavo le labbra.

– So che lo vuoi leccare.

Mi disse, sapeva benissimo che la cosa mi eccitava, sa quanto mi eccita se mi parla così, se mi stuzzica con le parole. Lo spinsi sul letto, avevo voglia di sentirlo nella mia bocca.

Mi misi su di lui.

– Voglio farti morire.

Cominciai a baciargli il collo, le orecchie, a succhiargli il lobo, mentre con una mano continuavo a tastare il suo cazzo sempre più gonfio.

– Emy ti voglio.

Mi disse di volermi almeno otto volte in quel momento, voleva la mia bocca, le mie labbra carnose che tanto desiderava. Gli abbassai i boxer togliendoglieli, era ormai nudo davanti a me. Mi slacciai il reggiseno, buttandoglielo addosso. Amava il mio seno, la mia abbondanza, la mia morbidezza. La mia bocca era pronta, si schiuse lungo tutta la sua asta, passando prima dai testicoli, accarezzandoli, bagnandoli e succhiandoli uno alla volta, cominciai a salire mentre non smettevo di guardarlo con i miei grandi occhi verdi, ancora non diceva nulla, ma sapevo che gli piaceva. Arrivai fino alla cappella, la lucidai con la lingua, girai attorno alla cappella con la punta della mia lingua facendo dei cerchi per poi schiudere le labbra e accoglierlo dentro la mia calda bocca vogliosa.

– Oh si, sei fantastica. Che bella bocca hai.

Cominciai ad andare su e giù lentamente, la mia lingua non smetteva di accarezzare la sua asta anche mentre era dentro la mia bocca.

– Si vede che ti piace succhiare, me lo dicevi sempre.

Continuava a parlare e a me questa cosa mi eccitava sempre di più. Una mia mano cominciò ad accarezzargli le palle mentre la mia bocca andava sempre più veloce, sempre più a fondo, lui cominciava ad ansimare.

– Tesoro fermati o mi fai venire e io voglio la tua fighetta dolce.

Lo ascoltai, ma non subito, avevo voglia di sentirlo dentro la mia bocca. Mi spostò la testa e mi fece sdraiare.

– Ti voglio leccare tutta.

Mi allargò le gambe e cominciò a passare le sue calde labbra sulle mie cosce, mordendo l’interno coscia. Poggiava la faccia tra le mie cosce, chiudendo gli occhi, annusandomi.

– Il tuo perizoma &egrave già zuppo, che porca sei.

– Lo sai che sono porca, me lo dicevi sempre.

Spostò il perizoma e si fermò per un attimo a guardarmi, gli piaceva la mia figa, gli piaceva molto. Portò un dito alla mia bocca che io succhiai, leccandolo e bagnandolo. Lo fece girare attorno al mio capezzolo, che diventò sempre più duro per poi arrivare tra le mie labbra verticali. Mi tolse il perizoma e allargò ancora le labbra, la guardava. Mi ero depilata come piaceva a lui e come l’ho sempre portata, sulle labbra era completamente liscia, ma sul monte di venere un cespuglietto nero faceva capolino. Era lucida, bagnata. Lui si mise tra le mie gambe cominciando a leccarla. Sentivo la sua lingua fermarsi sul clitoride, succhiarlo e sgrillettarlo con la lingua, sapeva quanto mi piaceva farmi leccare, glielo dicevo sempre. Non si fermava, andava su e giù, entrava dentro il mio buchetto, sentivo che gli stavo bagnando la lingua, che ero eccitata. Cominciai ad ansimare.

– Oddio che lingua, si leccami, fammi godere.

Gli dissi portando una mano sulla sua testa, per spingerlo contro le mie cosce.

– Voglio farti venire e poi scopare come piace a te.

Mi disse cominciando a sditalinarmi con due dita la fighetta sempre più bagnata. La sua lingua adesso era sul mio clitoride e andava sempre veloce, non si fermava, stavo impazzendo. Inarcai la schiena e le cosce cominciarono a tremare.

– Si Emy, fammi sentire come godi, come vieni, come ti bagni.

Lui parlava e io non smettevo di eccitarmi, ad un tratto sentii il suo dito poggiarsi sul mio buchino posteriore, sapeva come farmi impazzire, al solo contatto sentii un brivido lungo la schiena e arrivai abbondantemente tra le sue labbra, sentivo il liquido della mia fighetta scendermi tra le mie cosce, e riempirgli la bocca.

– Mmm che bella bevuta. Ti voglio scopare adesso.

Sentivo le sue mani sulle cosce che mi stavano sfilando l’ultimo indumento rimasto addosso, le mie autoreggenti.

– Queste me le porto a casa per ricordo.

Disse poggiandole sul comodino.

– Allarga le cosce.

Le allargai e lui si mise su di me, cominciò a bagnare la punta del suo cazzo tra le mie labbra ancora fradice, cominciò a penetrarmi lentamente. La sua bocca succhiava i miei capezzoli diventati ormai durissimi. Il suoi colpi erano profondi ma ancora lenti, il ritmo cominciò ad aumentare solo dopo qualche colpo. Sentivo come mi riempiva, come mi eccitava sentirlo dentro.

– Oh si scopami Luca, scopami.

Godevo nel sentirlo prepotente su di me, incrociai le gambe sulla sua schiena, stringendo le cosce attorno alla sua vita. La sua mano destra me ne afferrò una stringendola affondando le dita nella mia carne.

– Che fighetta calda hai.

Il suo ritmo era sempre più veloce sempre più intenso, ma non voleva venirmi dentro e neanche io, desideravo altro, desideravo che mi scopasse dietro.

– Voglio che mi scopi il culo.

Non uso mai queste espressioni, ma con lui mi veniva naturale, parlavamo esattamente come nelle nostre email. Non se lo fece chiedere due volte, mi voltò e cominciò a leccarmi il buchino dietro. Io piegai la schiena, inarcandola e allargai le cosce messa a novanta sul letto avevo voglia di sentirlo dietro, lo desideravo. Dopo averlo umettato avvicinò il suo cazzo al buchino.

– Mmm voglio aprirtelo bene.

Appoggiò la cappella e cominciò a farsi strada dentro di me, lentamente, non voleva farmi male, ma voleva godere con me e di me. Entrò tutto dentro e io ebbi un brivido lungo la schiena, urlai e lui si eccitò, cominciò a scoparmi selvaggiamente sculacciandomi ad ogni colpo, a godere a stringermi le tette da dietro che ballavano ad ogni colpo, tirava in giù i capezzoli mentre mi montava.

– Vengo Emy, vengo.

Urlò anche lui fino ad arrivare dentro di me, impetuoso e caldo. Sentivo il suo sperma riempirmi, cominciò a colarmi sulle cosce, lo raccolsi con un dito, mi girai e lo misi in bocca.

– Devi farmi godere tutta la notte.

Continuammo fino al giorno seguente consapevoli che forse quella sarebbe stata la prima ed ultima volta che ci saremmo visti.

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