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Racconti Erotici Etero

finalmente la figlia!!!

By 2 Settembre 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

L’esperienza che ho vissuto anni fa mi ha colpito in modo profondo, positivamente, e per questo vorrei comunicarla a quanti potrebbero vivere situazioni analoghe o avere sogni e desideri nascosti di questi tipo.
Sono stato e sono single da sempre. Ho però una relazione che dura da oltre 15 anni con una donna sposata; il rapporto &egrave talmente intenso e profondo, sia sul piano affettivo che sul piano sessuale che la posso considerare la mia moglie ad ogni effetto. Scherzando le dico che ha due mariti, oltre al suo ufficiale ci sono io.
Si chiama Paola e oggi ha 51 anni. All’epoca dei fatti ne aveva 42.
A lei mi lega un amore molto forte: a distanza di tanti anni posso ancora dire di esserne innamorato perso. E’ la donna della mia vita: solo per non creare problemi ai due figli non prendiamo in considerazione soluzioni di rottura sua per stare insieme.
L’amore &egrave condiviso da parte sua, in termini totali. Posso dire che il sesso &egrave solo la componente secondaria: &egrave l’amore il cuore di tutto.
Per lei palpito e respiro!
E’ una donna splendida: alta, un seno forte e dolce, capelli biondo naturale, gambe slanciate, corpo formoso ma ben modellato.
Sul piano dell’intesa sessuale &egrave stata da subito una fulminazione. Non c’&egrave parte del corpo che non le venga naturale concedere. Prenderlo nella figa o nel culo ha la stessa naturalità per lei; in bocca fa delle pompe indescrivibili; nei primi tempi dopo i miei orgasmi sputava lo sperma, ora invece lo ingoia con grande naturalezza.
E’ questa una caratteristica che mi rende un piacere particolare, in quanto &egrave una cosa riservata solo a me: neppure il marito ha questo privilegio.
Facciamo l’amore ogni volta che possiamo, dove ci &egrave possibile e con molta intensità. L’intesa si &egrave sviluppata nel tempo ed oggi giochiamo con le fantasie e cerchiamo di realizzare nuove esperienze.
Ho modo di frequentare la sua famiglia in quanto amico anche del marito, che non sa nulla di me e della moglie. Spesso mi &egrave capitato di poterla prendere in casa con il marito presente: spesso lui va in cantina, isolata appena dalla casa, per sistemare varie cose, e io approfitto per mettere Paola a 90 gradi e soddisfarmi con una sveltina stupenda oppure un pompino magistrale. Mi intriga vedere poi Marco, il marito, che torna e non può sapere che la moglie &egrave piena del mio sperma. Questo mi fa godere ancora di più in quanto da buon meridionale emigrato al Nord &egrave molto moralista e sicurissimo che la bella moglie abbia conosciuto e preso soli il membro del marito.
Con Paola abbiamo spesso sognato di coinvolgere nei nostri giochi anche altri maschi o donne ma pure Marco, ma abbiamo escluso anche lontanamente questa ultima ipotesi perché l’unica volta che lei gliel’ha proposto, mentre scopavano, per poco la buttava fuori dal letto. Di recente però pare che qualche cosa stia accadendo: almeno per godere meglio anche lui accetta di fantasticare pensando la moglie montata da terzi, non escluso me, come ‘amico discreto’ a sentire lui potrei quasi andare bene.
Tutto questo solo per introdurre la parte forte, che &egrave invece un rapporto particolare e anche molto bello avuto con la figlia, Monica.
Monica la conosco da piccolissima, giocava con me nel divano, usciva con me a prendere il gelato, la vivevo come una figlia in ogni frequentazione della casa di Paola e Marco. Ormai aveva 18 anni ma, a detta con certezza da Paola, era ancora vergine.
Finch&egrave era piccola tutto &egrave andato bene, ma allora mi rendevo conto che era diventata una ex-adolescente stupenda, straordinariamente simile alla mamma.
Mi sono reso conto della somiglianza quando una sera guadavamo le vecchie foto di famiglia: le foto di quando Paola era in 5′ elementare, quelle che in tutte le scuole si facevano a fine anno era identica a quella della figlia; ho osservato meglio anche le altre foto, al mare, in montagna a sciare, al compleanno dei 13 anni al mare ( Monica compie gli anni ad Agosto) al mare.
La somiglianza fra loro era impressionate: le stesse gambe, stesso seno, seppure quello di Monica solo abbozzato, stesso culetto tondo e impertinente, stesso sorriso. Solo i capelli erano diversi: Paola bionda e Monica castana per influenza evidentemente del padre.
Da quel momento mi &egrave salita l’ossessione di possederla, ma non tanto per avere una adolescente che nulla mi avrebbe dato di sesso buono ( non certo nulla di paragonabile a quello che mi da la mamma) quanto per la sensazione di poter sverginare Paola.
E’ sempre stato un mio cruccio non aver potuto conoscere Paola da giovanissima e poterla sverginare per primo: la amo tanto che reputo fosse mio diritto farlo. Ma purtroppo l’ho conosciuta molto dopo, quando era già di Marco.
L’idea di vedere Paola giovane nel corpo in formazione di Monica mi ha elettrizzato: volevo Monica per avere, a distanza, Paola. Attraverso Monica volevo sverginare Paola. La somiglianza fisica era tale che era come poter sentire la sensazione di violare per la prima volta la mia Paola.
Con Paola condivido tutto e quindi le ho espresso il mio pensiero.
Inizialmente la cosa l’ha lasciata molto turbata: potevo sembrare un podofilo e poi con sua figlia. Poi ha capito che l’oggetto reale era lei per me!
Nei primi tempi avevo paura di affrontare il problema: Paola lo accettava ma senza tanto entusiasmo, forse solo per non dispiacere me.
Mi angustiava sapere che Monica cominciava a frequentare i ragazzi e avevo la paura che da un momento all’altro sarebbe stata sverginata da qualcuno che forse dopo un mese non l’avrebbe neppure ricordata.
Per me invece lei era Paola: avevo diritto ad averla, poi avrebbe fatto la sua vita!
Paola cercava di sostenermi descrivendomi come era fatta lei da ragazzina e come era fatta oggi Monica: uguali. Mi raccontava della figa ciciotella e piena di ambedue, delle gambe lunghe e sode.
Senza un reale apporto di Paola ho cercato di avvicinare Monica, informando sempre la mamma.
Con il pretesto della scuola mi sono reso disponibile a fare ripetizioni a Monica: la mamma sapeva che poteva venire da me per studiare.
In questo modo riuscivo ad averla vicina, a parlarle di tante cose, compresi gli amici e i pericoli degli incontri occasionali che avrebbero potuto crearle dei traumi.
Con i mesi sono riuscito ad avere un po’ di fiducia da parte sua su problemi delicati, confidandomi che già si masturbava e che con un amico era arrivata solo a farsi toccare e a prenderlo in mano.
Lui aveva tentato un paio di volte di andare oltre, e lei era stata disponibile a farsi levare gli slip e prenderlo in mano. Una sola volta il tizio l’aveva un po’ forzata poggiando il pene fra le sue cosce e spingendo sulla figa. L’appoggio era stato molto maldestro e precipitoso e lei ne aveva ricavato solo dolore e un senso di strumentalizzazione: nessun preliminare dolce, nessuna tenerezza.
Non mi fu difficile farle capire come doveva essere la prima volta: l’amore &egrave importante, ma farlo tecnicamente bene era determinante per non avere poi per sempre dei traumi che avrebbe sviluppato un pessimo rapporto con gli uomini.
Ho certamente calcato le tinte, tuttavia ero fiducioso che non andavo troppo lontano dal vero.
Nel frattempo Paola era informata, e viveva il tutto con apprensione ma anche con interesse: alla fine aveva accettato l’idea che a me non interessava il sesso di Monica, ma sentire le stesse sensazioni che avrei avuto sverginando lei alla stessa età
Volevo Monica ma attraverso lei stavo sverginando e amando Paola.
Capitava qualche volta che riuscivo a evocare Monica mentre scopavo con Paola senza che questo le creasse problemi’.a me faceva godere moltissimo!
Il tutto precipitò positivamente in un mese di Aprile. Marco era spesso fuori per lavoro e passava diverse notti fuori zona.
L’abitudine a frequentare la loro casa mi rendeva agevole stare di sera con Paola e Monica, il tempo di cenare, far coricare Monica e passare un paio d’ore fra le gambe della mamma, e poi andavo via.
Una sera sono arrivato a cena ma Paola mi comunicava che Monica aveva la febbre e stava male, ma se volevo potevo stare a cena, poi lei avrebbe dormito con la ragazzina.
Mi pare che saltasse il mio solito dolce dopocena.
Per far dormire meglio Monica le diede anche una rilassante perché non avesse sogni agitati. Dopo cena Monica andò subito a letto, febbricitante e stanchissima; Paola mi disse di attenderla che si metteva in pigiama e poi mi avrebbe salutato prima di coricarsi: almeno un pompino, la supplicai!
Dopo circa mezzora non sentendo più nessuno sono salito adagio nella camera di Paola e Marco, per capire se Paola aveva avuto problemi: non avevo difficoltà a muovermi perché spesso avevo preso Paola nel letto suo e del marito.
Paola e Monica erano coricate, ambedue addormentate, con le vestaglie sollevate fino al ginocchio Paola e all’inguine Monica, di cui per la prima volta vedevo bene cosce e peluria della figa, tenuto conto che le gambe erano chiuse.
Ammirai quello spettacolo splendido per un poco e poi con un bacio leggero svegliai Paola che si spaventò soprattutto per la ragazzina, la quale però continuava a dormire con un sonno profondo: a tratti il respiro era forte e rumoroso.
Anche Paola aveva capito che Monica dormiva profondamente e quindi cercai di prendermi la mia parte baciandola e mettendole il cazzo in mano, mentre le frugavo la figa. Inizialmente non voleva abbandonarsi, dicendomi che voleva scendere in soggiorno, ma la presenza di Monica mi eccitava molto, per cui adagio e dolcemente ho insistito con Paola a toccarla e a farla sciogliere garantendole che avremo fatto molto piano; dopo un bel poco di preliminari aprivo le cosce di Paola e le montavo sopra infilandola con passione. Pompavo inizialmente adagio la mia donna che guardava costantemente dalla parte della figlia, finché si rese conto che anche con colpi forti Monica era in mondo di sonno suo e si lasciò andare ad una montata lunga e stranamente torbida: la presenza della figlia eccitava ambedue e il senso del rischio ci eccitava ancora di più. Mentre montavo una Paola sempre più eccitata, di lato, nascostamente, toccavo adagio il corpo di Monica scorrendo il lato esterno delle cosce, lisce e calde. Dopo una scopata splendida esplodemmo in un orgasmo lungo e intenso, e Paola, come sempre, crollò in un torpore profondo, finendo per dormire anche lei. Nel momento di smontare dal corpo di Paola mi adagiavo, facendo l’indifferente ma con calcolo preciso, fra lei e Monica.
La montata poderosa faceva dormire profondamente Paola, mentre a me la vicinanza di Monica con la vestaglietta alzata dal contatto precedente mi eccitava da morire facendomi drizzare di nuovo il cazzo. Senza far movimenti bruschi mi giravo verso Monica che dormiva e aderivo al suo culo con il mio cazzo durissimo. Nel sonno si rilassava e si apriva al contatto, finché potei toccarla fra le gambe, verificando che davvero aveva una figa uguale alla mamma, solo più stretta e soda.
Il cuore mi batteva all’impazzata, sia per la paura che si svegliassero sia Paola che Monica, ma la cosa era troppo eccitante: avevo il cuore in gola!
Adagio sfioravo le natiche e strisciavo il glande nella figa: il tutto dolcissimamente e molto lentamente per dare tempo alla ragazza di abituarsi al contatto. E infatti nel sonno cominciava a rispondere impercettibilmente e sentivo che la sua vagina emetteva un copioso liquido scivoloso. Per oltre 10 minuti muovevo adagio il glande fra le natiche e le labbra della figa, fermandomi spesso e facendo abituare Monica a piccoli movimenti e alla frequenza del contatto. Col tempo mi rendevo conto che era molto profondo il suo sonno, ma che allo stesso tempo il corpo autonomamente rispondeva al contatto. Sempre più adagio ma più a fondo spingevo il pene finché sentivo che entrava fra le labbra della figa.
Ero indeciso quanto spingere anche se la voglia di sverginarla finalmente era tantissima, ma col rischio di svegliarla urlando.
Continuavo a muovere impercettibilmente la testa del cazzo ormai fra le grandi labbra, sentendo sempre di più l’ingresso della figa in cui il glande si poggiava naturalmente, tendendo ad allargarlo. Tuttavia mi trattenevo dallo spingere, gustandomi il contatto del prepuzio gonfio e grosso che copriva totalmente l’imboccatura tonda della figa di Monica fra le piccole labbra: l’idea che il mio cazzo era poggiato sul buco della figa di Paola mi rendeva eccitato in modo mai conosciuto. Mi gustavo le più piccole sensazioni, e anche l’aderenza che quel culetto dava alla spinta delicata del cazzo.
Col tempo e piccolissime pressioni il buco della figa si allargava ancora di più, con una liquidità di umori enorme, al punto che il cazzo era per almeno un centimetro dentro la figa.
Fu a quel punto che avvertii un ostacolo, evidentemente l’imene della verginità di Monica. Appoggiai bene il cazzo sull’imboccatura, senza difficoltà da parte sua, fino a sentire le pareti della vagina, per alcuni centimetri dell’ingresso, e in fondo questo diaframma che però era compatto solo su un lato, e sull’altro era aperto. Il cazzo, infatti, tendeva a spingersi sul lato dove l’imene non era unito alla vagina.
Se avessi spinto un poco il mio bastone sarebbe finito tutto dentro Monica.
A quel punto mi vennero molte perplessità: stavo davvero sverginando la figlia della mia donna senza il consenso né dell’uno né dell’altra.
Volevo godere e finire comunque: decisi cosi di muovermi adagio ma regolarmente in quei pochi centimetri di vagina che avevo già riempito, sentendo che la cosa piaceva nel sonno anche a Monica, che infatti aderiva e rispondeva ritmicamente.
Dopo alcuni minuti esplosi in una eiaculazione lunga, caldissima e copiosa che risali, a spruzzo, fra la vagina e l’imene della ragazza, riempiendole in buona parte tutta la figa anche oltre l’imene.
Esausto mi riposai finch&egrave il cazzo si sgonfiò e adagio me ne uscii dal letto, non prima di aver ripulito con il lenzuolo la figa di Monica dallo sperma fuoruscito, sebbene la maggior parte le fosse restato dentro.
Baciai dolcemente Paola senza svegliarla e andai via.
Da allora non ripresi più l’argomento dello sverginamento di Monica con Paola , la quale se ne meravigliava.
Le disse che lei era tutto, anche Monica!!! e continuammo ad amarci come sempre, ben sapendo io che, seppure per circostanze strane e fortuite, avevo messo per primo il mio cazzo nella figa di Monica e, senza romperle la verginità ero stato il primo uomo che la riempi di sperma’. Sicuro che così sarebbe stato anche con la mia Paola alla stessa età di Monica!
Volevo sentire il gusto di cosa avrei provato a sverginare Paola giovanissima ‘..volevo solo questo e in buona parte l’avevo ottenuto!
Chissà invece se riusciremo mai a montare in tre assieme al marito di Paola!

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