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Racconti Erotici Etero

Finire dall’inizio

By 7 Maggio 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

L’ottavo piano dell’edificio era totalmente deserto. C’erano solo loro due, in una stanza vuota, piena di sogni diversi ma che per entrambi rimanevano incompiuti. Le si avvicinò deciso, niente avrebbe potuto fermarlo, la desiderava più di ogni altra cosa e lei era lì, spaccata in due, ma vinta dalla voglia di essere di nuovo posseduta. Erano faccia a faccia. Nessuna parola, solo occhi famelici, pronti a divorarsi. La sollevò di peso, facendola sedere sulla scrivania. Lei aprì le gambe e lo prese per i fianchi. Lui le afferrò la testa e la baciò quasi con prepotenza, voleva divorarla. Le lingue combattevano nelle loro bocche, nessuna delle due voleva cedere, mentre le mani superavano ogni indumento, ogni confine, alla ricerca di ciò che entrambi desideravano. Le tolse la maglietta gettandola in terra con rabbia. Con un gesto esperto, slacciò il reggiseno, liberando due capezzoli duri nella loro eccitazione mentre le mani di lei, raggiungevano la cintura dei pantaloni facendola scorrere via. Stavano impazzendo. Lei aveva raggiunto cioè che voleva e adesso lo teneva stretto in mano massaggiandolo con forza. Lui si staccò, la fece sdraiare sul tavolo e con la lingua cominciò un minuzioso viaggio attraverso il suo corpo. L’avrebbe leccata tutta, non avrebbe risparmiato nemmeno un centimetro. Il piccolo seno fu la prima tappa. Lei adorava i suoi movimenti, l’insistere delle mani sul petto, il suo succhiare e mordere avido. La lingua adesso scendeva, puntava giù, in prossimità di un lago di umori. Sentiva l’odore della sua eccitazione, immaginava quelle gocce simili alla rugiada che lentamente bagnavano le sue mutandine. Tra un po’ avrebbe bevuto da quella fonte. Le morse i fianchi, mentre con le mani strappava via gli ultimi indumenti rimasti. Adesso, addosso aveva solo gli stivali ed era semplicemente meravigliosa nella sua nudità. Scese poco più giù dell’ombelico e appoggiò il viso all’altezza del suo sesso. Il profumo intenso arriva fino al cervello ubriacandolo. Le aprì ancora di più le gambe e iniziò a leccarle l’interno coscia, mentre con una mano puntava dritto al centro del suo piacere, avvicinandosi lentamente, come un famelico predatore. Adesso la lingua saliva sempre più, lei tremava, ansimava. Lo voleva dentro con tutta la sua durezza ma contemporaneamente non riusciva a smettere di desiderare che la punta della lingua arrivasse proprio lì facendola esplodere in un orgasmo. Morse le grandi labbra e con le dita si fece strada dentro di lei, era fracida. Assaggiò le dita ricoperte di quel nettare e finalmente cominciò a giocare con il suo clitoride, prima stuzzicandolo poi succhiandolo avidamente con le labbra. Sentiva la sua schiena inarcarsi, le gambe tendersi.
‘Sto venendo!’ a denti stretti e lui si arrestò di colpo.
‘Non ancora” riprese a leccare e ogni volta che lei era lì sulla soglia dell’orgasmo si fermava.
Lei stava impazzendo, non ne poteva più, lui lo capì e questa volta non si fermò.
L’orgasmo la travolse, le mani stringevano i capelli di lui, spingendogli la testa sempre più in fondo.
‘Basta ti prego’ si arrese e lui si rialzò. Il suo membro stava scoppiando, pulsava. Adesso la voleva penetrare con violenza su quella scrivania. Ma lei non era d’accordo. Si alzò e prima lo morse inaspettatamente sul petto e poi gli ordinò di mettersi al suo posto.
Gli sfilò i pantaloni strappandogli letteralmente i boxer e lo guardò minacciosa
‘Adesso ti faccio morire io’. Con una mano gli strinse il membro, mentre con l’altra gli massaggiava delicatamente i testicoli e poi cominciò a leccarlo partendo dalla base, con la punta della lingua. Giocava, lo mordicchiava, lo baciava, sempre molto lentamente, fino a quando non lo fece sparire completamente dentro la sua bocca. Pochi istanti che bastarono a mandarlo in paradiso. Ma lei voleva qualcosa in più; consapevole che, continuando così, sarebbe esploso dentro la sua bocca, si staccò e montò sopra di lui salendo anche lei sopra la scrivania. Lui le afferrò prima il seno, stringendole nuovamente i capezzoli poi si aggrappò saldamente al suo culo aprendolo e chiudendolo ritmicamente, mentre lei si muoveva su e giù come impazzita. Volevano entrambi venire il prima possibile e così fu. La inondò e il calore dello sperma che la riempiva le provocò un altro terribile orgasmo. Si staccò appoggiandosi accanto a lui. Le lingue si cercavano ancora e l’eccitazione era più di una semplice presenza, quasi un ossessione. Lui si alzò e prese un pacchetto di fazzolettini. La pulì con cura da tutto ciò che aveva lasciato dentro, le diede perfino un piccolo bacio proprio lì. C’era dolcezza, attenzione nel suo gesto, ma anche tanta malizia. Non erano ancora del tutto soddisfatti. La sua erezione non si placava così come il calore nelle gambe di lei. Si guardarono pochi secondi, avevano, entrambi, ancora fame. La penetrò nuovamente mentre lei era totalmente sdraiata sulla scrivania. Si portò le gambe di lei sulle spalle e cominciò a colpirla, prima lentamente e poi sempre più veloce. Il sudore riempiva i loro volti, l’odore del sesso si spargeva nella stanza mentre loro godevano senza nessun freno. Poi lui si arrestò, la fece alzare e la girò di spalle. Voleva prenderla da dietro come due animali in calore. Sesso, puro semplice, sesso. Prima di penetrarla, si chinò mordendole il culo. Lo leccò tutto voracemente, lo schiaffeggiò con forza, e poi lo aprì il più possibile fino a mostrare in tutta la sua bellezza quel piccolo buchino inviolato. Vi poggiò su la lingua, gustandosi il suo sapore. Lei moriva, un po’ la imbarazzava forse, ma niente aveva più senso. Tutti i freni erano scomparsi. E lui osò. Si alzò in piedi, le aprì di nuovo le natiche e appoggiò il suo membro proprio lì.
‘Che fai?’ chiese lei ormai totalmente distrutta dal piacere.
‘Voglio spaccarti il culo’ ringhiò
Le barriere di lei erano già abbondantemente distrutte e si arrese davanti alla sua determinazione.
All’iniziò su doloroso, ma il piacere prese il sopravvento. La stava sodomizzando. Il buco stretto e caldo era una trappola infernale. Mentre la penetrava, lui torturava con la mano il suo clitoride. L’orgasmo li travolse entrambi all’improvviso. Senza dire nulla erano venuti insieme.
Lei si rialzò e insieme si abbracciarono scoppiando in una risata. Ben presto le lacrime presero il sopravvento sulla felicità. Si rivestirono in fretta e quella fu l’ultima volta che si videro.

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