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Racconti Erotici Etero

Firenze, sotto la pioggia…

By 21 Maggio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto erotico &egrave stato raccontato dopo una serie di mail scambiate con la mia amica Debora. Ci siamo conosciuti proprio grazie a Milù. Lei ha pubblicato diversi racconti proprio in questo sito. Io l’ho contattata la prima volta per mai; non ci siamo mai incontrati, ma entrambi abbiamo voluto rendere le nostre conversazioni il più possibile piccanti ed eccitanti, esprimendo a parole emozioni vissute in momenti e situazioni piccanti. Quello che segue &egrave appunto un fedele ‘copia e incolla’ delle nostre chiacchierate. Ho scelto, quindi, di raccontarvi una delle mie esperienze che ritengo più significative.

[‘] Beh, ci credo…Se fosse stato per me, non mi sarei affatto tirato indietro. Quello che mi racconti mi fa tornare in mente un episodio simile che mi &egrave capitato, ma visto l’esito non proprio piacevole che ha avuto, preferirei prendere spunto proprio dalle tue foto (A proposito, sei davvero bella. Sai? trovo molto eccitante parlare con una sconosciuta come te, ma vedere allo stesso tempo il tuo corpo nudo..spero ti faccia piacere sapere che sono sul mio letto e mi sto massaggiando delicatamente il cazzo mentre guardo i tuoi seni enormi). A dirti la verità, sono proprio i tuoi seni a farmi tornare in mente quelli di Giulia, una ragazza della mia zona che ho conosciuto per caso in internet. Lei, un anno meno di me, una 4 di seno, capelli rossi fuoco, fisico asciutto, molto femminile, piercing all’ombelico mi ha fatto provare le emozioni + forti dal punto di vista sessuale.
L’ho incontrata un giorno di marzo di due anni fa a Fi. Avevo avuto il suo contatto in una chat di incontri e dopo aver parlato un paio di volte ed esserci scambiati il numero di cel, abbiamo deciso di vederci di persona. Parto da arezzo con la mia macchina e la incontro a Coverciano. Lei si presenta in mini, stivali alti, neri, corpetto che mette in risalto una scollatura vertiginosa e un giubbotto lungo anch’esso di pelle nera. Mi sorride, mi bacia e partiamo in macchina senza una meta. Ci siamo piaciuti subito. Entrambi volevamo farlo ed entrambi volevamo strapparci gli abiti di dosso e prenderci con violenza senza tergiversare troppo.
Il tempo inizia a farsi buio. E’ presto, &egrave il primo pomeriggio di un giorno di marzo ma le previsioni non ci sorridono. Inizia a piovere. Mentre cerco un posticino tranquillo, parliamo di sesso e delle nostre scopate + strane, delle nostre trasgressioni + nascoste. Mi stupisce la semplicità con cui riusciamo ad aprirci a conversazioni così private e la semplicità con cui adottiamo un linguaggio anche + spinto.
Io sono eccitato. Lei se ne accorge e mentre guido, mi bacia le labbra e mi palpa il cazzo. Non so dove andare. Non conosco molto bene il fiorentino per imboscarmi con perfette sconosciute. Mi addentro in stradine fuori Firenze che mi portano lontano dal centro e anche dalle zone transitate. Poi, ad un certo punto, trovo uno svincolo sulla sx e una salita. la imbocco e dopo qualche km, mi ritrovo in prossimità di una villa fiorentina con un grande giardino interno.
Giulia non resiste +, comincia a provocarmi, mi dice che ha aspettato troppo e che ora vuole essere scopata. E’ una troia in calore, vuole il mio cazzo e vuole essere sbattuta con violenza. Me lo dice e me lo ripete in continuazione, con un tono di sfida per vedere se sarò all’altezza delle sue aspettative.
Un pò indeciso, un pò eccitato, lascio guidare i miei istinti bestiali e entro dentro la proprietà privata senza pensare alle conseguenze. Percheggio la mia Alfa in uno spiazzo antistante all’ingresso della villa e spengo il motore. Piove che Dio la manda, davvero una giornata tremenda per fare certe cose, ma &egrave proprio grazie alla pioggia che il guardiano della villa non ci nota. La troia accanto a me mi guarda, mi sfida in continuazione. Apre le sue gambe affusolate, si tocca la lingerie rossa che indossa e dice:” Se non mi prendi, vorrà dire che dovrò fare da sola e che potevo starmene chiusa in casa a guardarmi un porno”. Mi fa incazzare la ragazzina, ma mi eccita allo stesso tempo come non mai. E senza nemmeno farle finire la frase, mi avvento su di lei e la bacio con prepotenza in bocca. C’&egrave un groviglio di lingue, una passione che inizia a crescere e a farsi evidente. Ma la macchina non &egrave molto comoda e noi abbiamo bisogno di spazio.
Da qui in avanti, quello che segue &egrave il frutto di azioni incontrollabili, irrazionali e guidate solo da una troppo forte eccitazione.
La tocco ovunque, con mani pesanti ed esperte che sanno come accendere il fuoco di una donna come Giulia. Le nostre voglie si incontrano, c’&egrave solo l’istinto che comanda e la mente contorna il tutto con azioni premeditate e finalizzate ad esagerare sempre di +. Poi, la guardo negli occhi e le dico:” Spogliati, rimani in lingerie e seguimi fuori!”.
Io sono nudo, ho solo le scarpe addosso e in un attimo apro la portiera ed esco fuori sotto la pioggia. L’acqua si infrange sul mio viso, sulla mia testa e il mio petto. Scivola lungo il mio corpo chiaro di carnagione e bagna un cazzo in tiro di colore violaceo. Sono caldo dentro, sento il cuore pompare sangue e un calore interno mi fa stare bene nonostante l’umidità e il clima inadatto.
Giulia rimane incredula del mio comportamento. La sfidante si ritrova ad essere sfidata. Ma sorride. Le piace tutto questo, tutta questa trasgressione, in una villa della città dove studia e sotto la pioggia battente. C’&egrave il rischio di una denuncia bella e buona. Forse sta pensando alle conseguenze se ci vedessero. Questo la rende titubante, ma, di conseguenza, anche + vulnerabile. La forza che sembrava avere in principio, stava cominciando a venire meno quando si rende conto che non stavo scherzando. La sua fica in fiamme non &egrave sufficiente a farla agire d’istinto.
Io non voglio sentir ragioni e la vado a prendere. Apro la portiera, la afferro per un braccio e la tiro fuori. Non ha nemmeno il tempo di lamentarsi del freddo, che le ficco il cazzo in bocca e le dico di spompinarmi ben bene. Lei obbedisce e, accovacciata per terra, tiene aperte le gambe per masturbarsi mentre mi succhia il cazzo. La sento gemere, con gli occhi semiaperti per via della pioggia. ma sento anche crescere il suo desiderio. Le paure di qualche minuto prima sembrano essersi sopite del tutto quando la faccio girare per scoparla da dietro. Lei geme, sento che le piace il modo irruento con cui la sto prendendo e io godo a vederla godere. Mi guardo intorno e vedo che non c’&egrave nessuno, quindi mi lascio andare e le afferro i capelli mentre continuo a scoparle la fica da dietro. Le palpo i grossi seni e premo i suoi capezzoli. Lei mugola, gode la troia, sento che le piace. Mi dice: “Si, ti prego, sbattimi forte, ti prego…ahhhh”. Poggiata contro la macchina, guarda i miei occhi color cielo mentre la fotto e grida con passione mentre tuoni e fulmini rimbombano nel cielo. Una scena fantastica.
Lo facciamo per circa un ora senza fermarci. Lei gode 3 volte. Io vengo su di lei due volte. La gara di orgasmi, però, &egrave ben poca cosa se si considera il modo stravagante in cui ci siamo lasciati andare. E’ stato come se lo sporco, il fango sulle gambe, la bestia che imperiava nei nostri corpi fosse stata purificata dalla pioggia fredda, battente sulle nostre membra unite a formare un’unica cosa.
Fradici, con la pelle ancora bollente, ripartiamo per tornare verso Firenze. Lei sorride, mi guarda in silenzio, sorride di nuovo. Io guido, la fisso e le accarezzo le labbra con i polpastrelli. Lei li lecca, li succhia come a voler lanciare una nuova sfida…

Scusa la lunghezza…

Alla prox

Mivnow ;-)

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