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Racconti Erotici Etero

Forica 2 – cap. 30

By 16 Maggio 2020No Comments

Lo squillo improvviso del cellulare mi sorprende durante una riunione a scuola. Apro il telefonino e leggo il tuo sms “Ti desidero adesso”. Sono poche parole esplicite ma per noi questo è diventato quasi un codice. Dono orgoglioso che Forica usi il telefonino che le ho regalato. È il suo primo telefono ed è stato un mio regalo di compleanno. Le parole che leggo sono un tacito codice che stanno a dire ‘Ti desidero’ e che mentre digiti i caratteri sei sul lettone ad accarezzarti tra le cosce, spinta dalla voglia di darti a me in tutto e per tutto. Quelle parole le leggo e rileggo e resto quasi imbambolato a fissare quelle poche parole sul display del cellulare. Gli argomenti della riunione e le persone che sono con me non esistono ed un fremito mi parte dalla testa ed arriva al mio sesso.

Sto analizzando il messaggio e cerco di dare un significato alle singole parole.

”adesso” è una parola chiave. So bene che quando dici ‘adesso’ so che non ammetti indecisioni perché quando il desiderio ti prende in modo tanto intenso non ammetti ostacoli.

Mi hai stimolato, eccitato e cerco una scusa per potermi sganciare dalla riunione ma ho difficoltà per essendomi estraniato.

“Hai qualche problema?” mi fa una collega richiamandomi alla realtà.

“No, no, nulla di grave! Dovrei assentarmi. Scusatemi! Mi sa che tanto avevamo quasi finito, vero?”

Non è vero ciò che dico, è falso. Infatti abbiamo appena cominciato la riunione.

“Beh, se devi andare vai pure, Angelo! Ti riferiremo domani degli sviluppi che faremo”

Non speravo che mi lasciassero andare e non ci speravo. Prendo la palla al balzo, mi alzo dalla sedia, mi infilo la giacca e saluto, atteggiandomi come se quello che abbia qualcosa di veramente urgente da fare.

“Scusate ancora, mi dispiace. Vi lascio i miei appunti così potrete proseguire” ed esco dalla stanza con aria preoccupata ma appena chiudo la porta alle mie spalle sorrido cercando di ingannare anche i bidelli che mi osservano uscire e mi salutano mentre mi avvio verso la porta di uscita della scuola.

Subito dopo che la porta di uscita si chiude comincio a pregustare ciò che mi attende.

Sono finalmente solo e viaggio in auto da Forica.

Il suo messaggio significa che è in città ed è un fatto che da qualche tempo ormai accade piuttosto raramente.

Lei mi sta aspettando in quella camera da letto dove ci siamo amati tantissime volte. Mentre viaggio senza guardare il tachimetro, correndo come un pazzo, in mente mi passano immagini e sensazioni che si accavallano ai ricordi dei momenti di passione e sesso passati insieme.

All’arrivo entro nell’atrio del palazzo dove Forica abita e all’apertura delle porte dell’ascensore compare davanti a me una ragazza, forse una studentessa o la figlia di uno degli inquilini oppure ancora una ragazza che ha in affitto uno degli appartamenti. Lei mi sorride, mi fissa, abbassa lo sguardo e mi rendo conto che dai pantaloni si vede chiaramente che sono eccitato.

Lei esce ed io entro.

Forica mesi prima mi aveva dato la chiave di casa, voglio farle una sorpresa o meglio, vorrei trovarla nuda sul letto a sgrillettarsi. Mentre l’ascensore mi porta su da lei metto una mano in tasca per cercare le chiavi e sento il mio cazzo duro e lo stringo nella mano, traendone piacere.

Ho voglia di stringerla a me, sentire l’odore dei suoi capelli e della sua pelle, abbracciarla ed entrare il lei accoppiandoci saldamente.

All’arrivo al piano le porte dell’ascensore sia aprono e trovo Paola, la tua dirimpettaia di pianerottolo che mi saluta amichevolmente e con fare scherzoso mi dice “Buona sera! È solo stasera? Forica non è ancora arrivata così lei avrà tutto il tempo per prepararsi!”

Guardo l’orologio al mio polso e vedo che sono le 16.60.

A Paola sorrido per la sua malizia e non rispondo.

Mi avvicino a quella porta che ora è l’unico ostacolo che mi separa da Forica ed in quelle frazioni di secondo che passano più mi avvicino e più mi sembra di sentire il suo profumo. Non busso ed infilo la chiave nella toppa che gira, la porta si schiude ed il volto che appare nella fessura è il suo.

Spalanco la porta, mi vede e sorride. Forica è bellissima.

Lì sul corridoio mi abbraccia e mi bacia sulla bocca. Per arrivare alle mie labbra si solleva sulla punta dei piedi nudi e la corta vestaglia di seta che indossa sale fin quasi a scoprire completamente le cosce.

Siamo affamati uno dell’altra e ci lasciamo andare ad un lungo bacio. Lei mi spinge sulla porta ed appoggia la testa sul mio petto ed accarezzo i suoi capelli dicendole “Ciao amore!”. La stringo ancora più forte per qualche istante per farle capire quanto anche la senta dentro di e nei miei pensieri. Poi appena la rilascio mi mordicchia le labbra ed io scendo con le mani ad afferrare i glutei scoprendo che, come sognavo, sono nudi, tondi e sodi e ne traggo un piacere come se fosse la prima volta che me li ritrovo tra le mani.

A Forica esce dalle labbra un gemito di piacere e ci rendiamo conto che la serratura della porta d’ingresso di casa non ha scattato, quindi la porta non è chiusa ed il fatto che possa arrivare qualcuno e sorprendere ad amarci lì in piedi mi intriga.

Allontano Forica e lei richiude la porta alle mie spalle dando un giro di chiave mentre una sua mano è già sul tessuto della patta per constatare la mia eccitazione.

Potremmo correre a buttarci sul letto ma lei preferisce spingermi contro di nuovo contro la porta e torna ad abbracciarmi. Nei suoi occhi leggo la passione che mi ha trasmesso nel messaggio e che ho intuito nel leggere le scarse parole che a me dicevano tanto, quasi fossero un lungo discorso.

Continuiamo a baciarci con passione, quasi con rabbia, con le lingue a rincorrersi nelle nostre bocche, le sue unghie smaltate di rosso acceso artigliare la mia schiena, il suo pube spinto ad aderire contro il mio.

La voglia è salita di livello e non è paragonabile a quella che è cresciuta durante il viaggio ed durante i primi baci. Ora sbatterei Forica contro il muro per scoparla subito, così, in piedi con una gamba sollevata, l’’altra puntata a terra, la figa donata per la penetrazione e le mie mani che la tengono ferma per poter affondare in lei.

Solo un lembo di stoffa del suo perizoma separa la sua figa dal rigonfiamento nei miei pantaloni ma ho deciso di aspettare volendo che non sia solo una sveltina, voglio farla godere, farle avere un orgasmo, e se riesco anche un alto subito dopo, così come siamo abituati a fare ormai da più di dieci anni e che ci tiene uniti come amanti e come coppia che fa l’amore in modi vari ed estemporanei che rende la nostra storia così unica ed intensa.

La nostra voglia è travolgente ed allora la separo da me, la allontano con le braccia e lei mi fissa negli occhi.

Capisce subito e si limita a sussurrare ‘Ti amo. Il resto delle parole in quei momenti è superfluo, renderebbe l’atmosfera banale e volgare.

Mi prende per mano incrociando le dita e dal piccolo ingresso ci spostiamo nella camera da letto che ormai abbiamo stabilito essere la nostra alcova, teatro dei nostri incontri. È una stanza dominata da un armadio a sei ante, letto in ottone lucido stile liberty con spalliera alta che favorisce il fissaggio di corde o simili per incontri sadomaso, e pediera bassa, un’ampia porta finestra conduce su un terrazzo coperto ma la serranda la teniamo sempre all’altezza per entrare luce non intensa ed anche per far sì che dai palazzi vicini di notte si possa vedere noi due accoppiati fare battaglie amorose su quel tatami che è il materasso di quel letto. La parete della finestra è velata da una tenda che attenua la luce soprattutto d’estate quando è molto violenta rendendo la camera accogliente e, per effetto dell’aria condizionata, anche fresca. Il bagno è adiacente e nel terrazzo coperto c’è la cassaforte dei gelati.

Forica si ferma in piedi dandomi le spalle, solleva le braccia mettendo le mani sulla nuca sollevando i capelli e da dietro le afferro le tette che non sono più quelle da ragazzina ma mammelle di donna matura. Lei si arcua spingendole in avanti e guardando le mie dita che sono già sui suoi capezzoli mentre i glutei come fossero due mani vorrebbero afferrare il mio cazzo ancora nascosto.

Sciolgo il nodo della cintura della vestaglia e lentamente aiuto Forica a sfilarla dai suoi fianchi, si siede sul letto fissandomi negli occhi con sguardo invitante e perverso e senza distogliere lo sguardo da me si sdraia.

Rimango per qualche attimo ad osservarla. Il mondo esterno a quella stanza non esiste. Sono accantonate nella memoria le persone con cui poco più di un’ora ore prima ero intorno ad un tavolo.

Sono felice di essere con Forica pensando che per l’intera serata lei è a mia disposizione e così la sento la mia donna, l’amica per eccellenza, una compagna, l’amante perfetta.

Mi avvicino e mi siedo accanto a lei. Ancora una volta l’idea di accoppiarmi a lei mi tiene lì. La guardo e mi riempio gli occhi del corpo.

Forica distesa sul letto è molto bella, è coperta solo da delle mutandine a fiori stampati su un tessuto semitrasparente ed una vestaglietta, i capelli lunghi fino alle spalle non sono raccolti ma solo spostati.

Per ciò che provo e per l’erotismo da lei sparso per la casa vorrei prenderla con la forza ma non otterrei niente ed allora ancora una volta mi trattengo, mi impongo di non fare niente per ora.

Non voglio mettere fretta, voglio gustarmi il suo corpo, voglio assaporare quelle sensazioni che me la fanno sentire mia e quella sintonia che abbiamo.

Forica chiude gli occhi ed è in quel momento che mi viene l’idea di fare qualcosa di intrigante per consolidare ulteriormente la nostra passione. Le chiedo di non riaprirli volendo che lei venga sorpresa da me. Forica non si aspetta che sui suoi occhi le poggi una sua cintura che c’è su una sedia e che fa parte di un suo abito. Lei tenta di levarla ma con un dito sulle sue labbra la rassicuro a lasciarmi fare e mi sorride di nuovo pronta a lasciarsi andare al nuovo gioco. Le chiedo dove trovare due calze, non interessa se auto reggenti o no, lei mi risponde di guardare nel cassetto del vicino cassettone dove so bene che conserva la lingerie.

“Ora sostituisco la cintura con le calze e potrai anche non vedere. Le sollevo la testa mentre lego quella benda dietro il capo e poi la aiuto a riabbassarsi sul cuscino.

“Rilassati” le sibilo ad un orecchio.

Essendo già successo molte altre volte, Forica sa che quella è una parola magica che segna l’inizio della discesa verso il piacere e comincia a respirare profondamente già pregustando le sensazioni che sa bene che riesco a farle provare, che si aspetta e che desidera fortemente.

Ho necessità di denudarla e mentre le mie dita slacciano i bottoni della vestaglietta I suoi muscoli si tendono leggermente, il leggero tessuto della vestaglietta libera le tette e scivola sulla pelle che vedo avere un brivido, delicatamente levo quell’indumento e Forica rimane coperta solo dalla mutandina colorata, le gambe restano serrate, il seno si solleva al ritmo del suo affanno ancora leggero. Mi chino su di lei, voglio vedere come freme la sua pelle quando le mie labbra avvolgono i capezzoli, il suo ansimare mentre con la lingua li titillo succhiandoli dolcemente e mordendoli piano.

L’odore della sua pelle è come sempre inebriante, il profumo che mette per me mi stordisce.

Indugio con la faccia nel solco del seno mentre inarca il

Forica già gode, si morde le labbra mentre sfioro lentamente quella stoffa con il suo profumo intimo con una mano generato dal suo desiderio, schiude le gambe ed io gioco con il bordo del cavallo dei suoi slip.

Forica può solo immaginare cosa potrò fare ma sa già che godrà molto e questo accresce il suo desiderio.

Mi sollevo e nella penombra vedo che il suo desiderio ha bagnato non solo lo slip ma anche il lenzuolo e mi godo la vista della figa che pulsa dietro la trasparenza di quello slip.

Afferro il sottile laccetto della tua mutandina che avvolge i tuoi fianchi e lo strappo, adesso sei completamente nuda, completamente esposta come tutte le altre donne che come te si depilano completamente il sesso.

Mi fermo ad osservare la tua figa e tu sai che lo sto facendo perché sai che mi attrae fin da quella prima volta che in spiaggia hai voluto che io la vedessi alla penombra delle lontane luci della città e mi ha raccontato di come era fatta la sua figa e di come le dava tante belle sensazioni e tanto godimento sia con la mano che il sesso di altre persone; ne parlavamo allo stesso modo di un piede o di una bocca.

Era la prima volta che ci accoppiavamo con lei a compiacersi di averla indicandola con le dita che passava tra le grandi labbra e sull’inguine ed io che ero incantato a vedere le labbra così gonfie dicendole quanto fossero eccitanti. Ho anche pensato come fare delle foto ma in quel momento impossibili non esistendo le fotocamere digitali, ma nella mia mente è rimasto sempre il desiderio di fotografare le tue parti intime. Le ho fatto altre foto ma la sua figa è sempre la parte anatomica che mi fa impazzire.

È vero che per vederla ho fatto un viaggio di più di un’ora ma ora è qui davanti ai miei occhi sempre stupenda, con le grandi labbra sporgenti leggermente più scure della pelle intorno e depilate come tutto il resto intorno alla figa. Di quest’ultima ne raccolgo il profumo con le narici. È una fragranza acre e stimolante, molto particolare e molto personale, un invito irresistibile ad attaccarmi a gustare i succhi che la rendono lucida.

La mia mano torna a sfiorare il suo sesso ed il bacino si muove con un movimento che sembra una danza fatta sulla mia mano. Ogni pudore l’ha abbandonata e sento la sua voglia bagnarmi le dita. Il suo ansimare si fa più frequente e rapido mentre la mia carezza diventa invadente e decisa.

Quando la mia mano la abbandona anche per un solo attimo, Forica fa una smorfia di disappunto, poi intuisce che la mia mano sia davanti alla bocca e le viene da socchiudere le labbra e sporgere la lingua avendola abituata a raccogliere il suo sapore più intimo depositato sulle mie dita. È un piacere lasciare che tu lei le lecchi e le succhi e vedere la lingua che le rincorre come in un gioco, poi ne infilo una, due, tre, fin quasi a farle sparire in bocca. E lei le succhia, ricoprendole di saliva, avvolgendole avida con la lingua. Quando le allontano per passarle sul contorno umido delle sue labbra Forica è dispiaciuta e mi dice “Perché non le lasci in bocca?”.

Mi chino per leccarle la bocca, vado al mento, al collo, alle orecchie vorrei vederla completamente lucida della mia saliva e dei suoi umori.

Lei geme e probabilmente vorrebbe toccarsi ma sa che il nostro gioco è sempre stato fatto per portare al limite il desiderio. Per ricordarle che il desiderio deve essere un annebbiante della mente le stringo un capezzolo tra i denti e tirandolo e lei emette un leggero lamento che definirei parte dovuto parte al dolore parte al piacere.

Torno a posare le dita sulla sua bocca, stavolta la bacio e le accarezzo con la lingua.

“Angelo! Ohh!” mi dice, ma dal tono è una supplica.

Forica è assetata di piacere e sa che posso darlo.

“Shhhhhhh” rispondo e le do un leggero bacio sulle labbra che non è amore ma voglia di fare sesso anche con la bocca.

Mi tolgo la maglietta intima e mi sfilo le scarpe, mi lascio ancora per poco i pantaloni. Afferro Forica per i fianchi e la ruoto sul letto in modo che le sue gambe sporgano interamente fuori dal bordo del letto, mi inginocchio tra di esse e bacio le cosce, faccio scorrere la lingua percorrendo la loro lunghezza partendo dalla caviglia fino ad arrivare al pube senza sfiorare la figa ma passando nell’inguine che so essere molto sensibile e seguo il contorno della figa godendomi la dolce sensazione della pelle liscia e delicata.

”Angelo! Dai! Mi stai facendo morire! Non resisto!”

Pronuncia queste parole con sotto voce con tono rotto dal desiderio.

Anche io sono nella sua stessa condizione ed esaudisco quella sua preghiera.

Afferro le sue fini caviglie con le mani e sollevo le gambe facendo allargare le cosce in modo da mostrarmi la sua figa ed il suo sfintere rosa.

Resto fermo qualche attimo ad ammirare quella visione così intima ed oscena rapito ed ammaliato da un’immagine che in altri momenti sarebbe altamente oscena.

Mi avvicino a lei e non può fare a meno di sentire il mio respiro sulla sua pelle umida.

Le ho detto tante volte che adoro l’odore della sua figa e sa che sto riempiendomi narici.

Con le labbra bacio la sua figa non ancora dischiusa. La lingua insiste tra le grandi labbra fino a separale e si intrufola tra di esse trovando la fonte del tuo nettare. Comincio a succhiare, il mio naso lo passo volontariamente sul clitoride.

I miei occhi sono aperti e la guardo. Vedo come è fatta e non mi basta mai, è un qualcosa che ha sempre qualcosa di nuovo. Quando mi ritraggo, Il clito è ancora più turgido, sembra gonfio. Le labbra separate lasciano intravedere l’ingresso di quel piccolo antro dove so che fra un po’ mi perderò felicemente.

Mentre la osservo lei mette le sue mani sotto le cosce per sorreggerle in modo da esporre ancora di più le sue intimità quasi a far sì che non siano più intime ma anche condivise con me.

Mi sta invitando a fare di lei ciò che voglio e nella mia mente lo desideravo, non aspettavo altro.

Con le calze che non ho utilizzato lego le caviglie alla testiera del letto e così non fatica a sostenerle sollevate. In quella posizione resta aperta come se si offrisse ad essere impalata sia nel culo che nella figa, anche in contemporanea. Fare il sandwich è un’altra idea che realizzeremo ma ora siamo troppo presi per poterlo realizzare anche perché non abbiamo un altro maschio.

Poso le mie mani sui glutei e tendo la pelle verso l’esterno, lo sfintere mi appare in tutta la sua bellezza e vedo che lei lo muove ritmicamente. Con i pollici solletico il buchino del culo e Forica reagisce rovesciando la testa all’indietro portando ancora di più le ginocchia verso il suo petto.

Il suo sfintere mi attira moltissimo e mi fa venire voglia di aprirlo. Per ora mi accontento di inumidirlo per farle credere che sia più interessato alla figa che non all’ano.

Con il polpastrello del medio insalivato bagno la rosellina del suo ano che lentamente sento rilassarsi e poi distendersi ed anche spingere all’infuori come a voler espellere qualcosa. Continuo per un po’, senza forzare. Poi un respiro profondo e un “Sììhh” mi dicono che sente la mia lingua intrufolarsi tra le pieghe del buchetto, dapprima con un contatto appena accennato, poi sempre più insistente fino a penetrarlo ed allargarlo il tanto che basta ad entrare in lei senza affondare. Forica ansima e mugola raccontandomi le sue sensazioni da cui capisco il piacere che prova accentuato dalla cecità causata dalle calze che ne aumenta i livelli. Nel penetrarla alterno lingua e dita fermandomi quando riesco ad inserirne agevolmente due, completamente.

Per me è grande goduria nel sentirla respirare a pieni polmoni e trattenere il respiro quando la penetrazione diventa profonda segno che non ha dolori o remore a farsi esplorare anche lì dove mai prima di quel momento sono entrato non essendosi mai prima concessa all’allargamento.

Per ottenere questo risultato totalmente insperato uso una grossa quantità di saliva che rende lucide le pareti intorno all’ano e mentre con due dita affondo in lei, con l’altra mano tengo separate le labbra della figa per godermi lo spettacolo del clitoride ormai gonfio e voglioso di essere toccato; è un invito a farlo e mi tuffo con la bocca a trattenerlo fra le labbra ma un attimo dopo penso che la visione della mia donna legata ed impedita di vedermi, con le gambe sollevate e legate al letto sia uno spettacolo di alto e raffinato erotismo. Decido non tenere il clito tra le labbra e rinunciare per qualche minuto al profumo di figa che mi sono già attaccato alla bocca e stringere quel piccolo grillettino sensibile tra pollice e indice.

Quando eseguo questa azione Forica ansima e quando lo stimolo come fosse un capezzolo la sento anche guaire come a soffrire piacevolmente tanto il piacere è intenso. Intanto le dita vanno dentro e fuori dall’ano allargando e facendo richiudere lo sfintere.

Lascio il clito libero dalle dita e lo riprendo in bocca succhiando il punto più sensibile simbolo del tuo esser donna.

Dal suo improvviso tremolio, il suo agitarsi capisco che l’orgasmo sta per esplodere.

Infatti Forica stringe le lenzuola, si volta a sinistra e si succhia il braccio sinistro.

Lei fa sempre così quando sta per venire e prosegue finché non finisce l’orgasmo, che è solitamente lungo.

Non mi sbagliavo. Il suo arcuarsi aumentare i mugolii ed il succhiarsi violentemente il braccio, piegando l’avambraccio sinistro per stringersi tra pollice e indice il capezzolo destro, anticipa di pochissimo l’orgasmo.

Forica viene con un rantolo.

Io mi precipito alla figa e faccio in tempo a farla venire nella mia bocca, le dita nel culo si sono fermate e sono interamente nel culo. la sento fremere sotto le mie labbra, la sento contrarre i muscoli dell’ano sulle dita.

Lei è scossa dall’orgasmo che si trasforma in un grido liberatorio soffocato dal braccio su cui rimane il segno dei denti che lo hanno letteralmente azzannato.

Io sono tra le sue gambe ed assaporo quel succo che desidero tanto che mi ha fatto fare un viaggio di oltre un’ora per arrivare da lei; è il succo della voglia che abbiamo di amarci in maniera così completa. Dura tanto questo suo primo orgasmo potente, poi lentamente i suoi suoni e la stretta, seppur limitata dalla legatura al letto, che le cosce facevano sulla mia testa si allenta ed io mi ritraggo. Sfilo lentamente le dita guardando cosa accade allo sfintere e rimango lì a guardare le stille del piacere che colando dalla figa si fermano nel buchetto che ora è dilatato e pulsante come a cercare qualcosa che ho levato; capisco che le dita le piacevano e le vorrebbe ancora dentro.

Mi porto le mani al naso ed aspiro il profumo di sesso. È lo stesso profumo che si è depositato sul mio volto che è quello più inebriante che conosca.

Mi avvicino alle labbra di Forica e la bacio con l’intento di farle assaggiare i suoi succhi di cui sono intriso.

Le slego le gambe ma lei non si leva le calze che oscuravano la sua vista ed io me ne guardo bene dal farlo. Mi afferra la testa, mi tira a sé per un bacio infinito e mi stringe fra le sue gambe incrociate dietro la schiena.

“Ti amo tanto, mi piaci infinitamente. Dio, cosa hai fatto stasera! Ho goduto tantissimo, così tanto che non so come dirtelo!”

“Anche io ti amo tanto. Voglio chiavarti. Ti va dopo questo orgasmo?”

“Oh, sìì!” mi risponde.

Torno a guardare tra le sue cosce la figa lucida di saliva e secrezioni.

Forica lascia la presa che faceva ed anche per rilassarsi stende le gambe. Con i gomiti si solleva e si mette a sedere. Ora siamo una di fronte all’altro, tu seduta e io in ginocchio, io con il volto all’altezza delle sue tette che in questa posizione appaiono in tutta la loro bellezza di elemento femminile.

Forica ancora una volta allunga le mani e, come se vedesse, afferra la testa per cercare la mia bocca, vuole sentire il suo sapore sulle mie labbra leccandomi avidamente il viso che ne è intriso.

Brancolando nel vuoto cerca e trova le mie braccia e mi dice di mettermi in piedi.

Mi sollevo davanti a lei ancora bendata.

Anche così è bella e molto erotica ed intrigante. Fa venire voglia di schiavizzarla ed usare il suo culetto come sborratoio.

Inizia un erotico gioco della mosca cieca.

Le sue mani mi accarezzano il petto, poi scendono a cercare gli slip ed avvicina la faccia passando le labbra a sincerarsi della voglia che ho di lei. È chiaro che il tessuto non è sufficiente a convincerla ed allora li abbassa ed il suo volto si illumina felice raccogliendo a piene narici il profumo del mio sesso.

Con le labbra socchiuse cerca la cappella e le dà un bacio per poi passare con la lingua sull’asta e di nuovo un bacio, stavolta sulle palle. Poi cinge e stringe la radice del mio sesso con due dita e si avventa ad ingoiarlo stavolta in maniera profonda, cercando di farlo entrare fino alla gola, e comincia a pompare muovendo la testa facendo scorrere le labbra sul cazzo e succhiando quando si ritrae.

Guardo in basso e vedo il mio cazzo lucido di saliva che scompare nella sua bocca e credo anche di capire che si sta toccando. L’andirivieni della sua bocca dura per qualche minuto poi mi cerca le mani, le afferra e se le porta alla testa. Capisco che vuole la spinga in modo che il cazzo la scopi a fondo. A me piace parecchio scoparla in bocca e vuole che lo faccia; non è qualcosa di frequente che lei fa perché teme di soffocare vista la dimensione del mio sesso ed inoltre teme di vomitare e perdere il piacere che ne ha.

Provo a spingere con il bacino lentamente resistendo alla voglia che mi porterebbe a scoparla velocemente.

Il mio cazzo è grosso allo spasimo perché oltre all’eccitazione lei lo stringe alla radice e ciò lo fa ingrossare oltre modo, di conseguenza sento le labbra, i suoi denti, la lingua, il palato così come piace a me che sogno sempre di spingerlo fino in gola.

La pressione sulla testa si fa più forte.

Lei apre la bocca e ad ogni affondo guadagno qualche centimetro ed inoltre ogni volta che estraggo il cazzo aumentano anche i fili della sua saliva densa.

Forica capisce che non mi fermerò fin quando non lo prenderà tutto; qualche volta, per altro rara, c’è riuscita.

Il mio non è proprio un cazzo gigante dalle dimensioni fuori dal normale e sono convinto che piaccia anche a lei anche se non lo ha mai confessato; lo penso perché è tanto troppo l’impegno che ci mette.

Sono arrapato e spingo nella sua bocca aperta al massimo, sento la resistenza della gola a farlo passare ed ha un piccolo rantolo soffocato, lo estraggo appena e deglutisce e respira ma appena si riprende sprofondo completamente e le sue labbra vanno a toccare i miei corti peli del pube.

Ora sì che le ho messo tutto il cazzo in gola!

Lo tengo solo qualche istante, la vedo arrossire ed in difficoltà e mi ritraggo. Dalla sua bocca esce della saliva densa e lei fa dei respiri profondi per recuperare “Mi fai morire! Vuoi soffocarmi?”. Da sotto la benda compare una lacrima mentre il respiro ritorna normale. Forica non mi molla ed io torno ad affondare. Stavolta la resistenza è minore e mi muovo con una minore corsa del cazzo nella sua bocca; arrivo solo a metà della lunghezza ma lo faccio più velocemente.

Oggi voglio prolungare il mio orgasmo ed allora esco per interrompere perché vorrei venire direttamente nella sua gola, se possibile.

La saliva che le cola dai lati della bocca si deposita sulle tette e sul seno.

Mi allontano un po’ per poterla vedere seduta sul letto con le cosce spalancate e vedo una chiazza di umido sul lenzuolo tra le cosce.

“Hai goduto mentre ti scopavo in bocca? Sei fantastica!”

Mi denudo completamente poi mi avvicino e sciolgo la benda.

Forica solleva la testa e mi guarda negli occhi. Hai un’espressione molto perversa e mi fa “Angelo, scopami!”

Anche se volessi non posso resistere oltre.

Ci spostiamo al centro del letto e mi stendo su di lei, ci baciamo, ci abbracciamo e restiamo avvinghiati l’uno all’altro.

Quello stato di unione fatta di braccia e gambe incrociate è interrotto da una sua mano che mi afferra il cazzo e lo guida all’ingresso della figa mentre mi guarda fissa negli occhi.

Quello di fissarci quando iniziamo i nostri accoppiamenti è un rituale, lo facciamo sempre mentre la penetro come a voler rinnovare la nostra promessa d’amore fatta la prima sera al mare sulla sabbia al buio.

Entro facilmente in te che mi accogli perché sei bagnatissima. Vado in fondo alla tua figa fino a sentire il contatto delle labbra della tua figa sul mio pube che coincide con il tocco dell’utero.

È in quel momento che mi ricordo di un amico che anni prima, d’estate, commentava la bellezza delle ragazze nella discoteca Ritual di Baia Sardinia e diceva che ognuno di noi ha una figa fatta apposta e si chiedeva se ce ne fosse una adatta a lui ed anche a me aggiungendo che nell’accoppiamento perfetto il cazzo dovrebbe occupare completamente la figa e toccare allo stesso tempo la cervice dell’utero. Io ora la donna ho trovata; è Forica.

Nell’iniziare un lento avanti e indietro torniamo a baciarci, stavolta con delicatezza ma con la lingua in bocca a guerreggiare con la sua.

Andiamo avanti per qualche minuto poi sentiamo il bisogno di cambiare posizione.

Forica mi fa stendere e si inginocchia su di me e mi bacia. Vuole essere lei a comandare il gioco e la lascio fare; in fin dei conti è stata lei a mandare il messaggio ‘Ti desidero’. Mi fissa e so da come mi guarda che tra poco si impalerà. Infatti subito dopo indirizza il cazzo sulla sua figa e si abbassi lentamente su di lui godendosi il contatto per qualche attimo e poi l’occupazione della sua intimità, poi comincia a dondolare sulle ginocchia scopandosi con il ritmo che desidera e che le sembra più consono per godere. Le afferro le tette curvando le mani a coppa per strapazzarle e lei si china per offrirmi i capezzoli affinché li possa tormentare con la bocca. Quando si solleva il mio sguardo va alle sue cosce.

A me piace vedere scomparire il mio cazzo in lei, adoro vedere le labbra della figa larghe per farlo passare.

Per prenderlo tutto e tenerlo al caldo della sua figa, Forica si erge e le sue tette sporgono e ballano seguendo il ritmo della scopata, porta la testa all’indietro e si inarca nell’emetter dei suoni gutturali.

Improvvisamente si solleva smonta da me, scende dal letto ed apre l’armadio davanti al letto lasciando aperte le alte con gli specchi.

É tutto così fulmineo che non mi fa tempo di chiedere ma capisco subito dopo cosa volesse fare.

Infatti risale sul letto, si gira rispetto a come era messa prima e si impala dandomi la schiena.

Si dà qualche pompata, divarica ancora di più le gambe e si inginocchia aprendo così le natiche ed i glutei.

In questa posizione posso godermi della visione del suo buchetto che si contrae e si rilassa ad ogni penetrazione.

Scopiamo a lungo in questa posizione. A volte è lei a dare il ritmo e la profondità alla penetrazione, altre volte sono io aiutandomi con la spinta delle mani.

Le sue cosce riempiono le mani e mi dà un bel senso stringerle e vedere l’effetto che lasciano; è un segno rossastro che rende più rosea la sua pelle.

Io che sto sotto ed ho il cazzo in lei avverto che dei rivoli stanno scendendo sull’asta. È Forica che sta colando, sento i suoi umori vaginali colare e finire tra le mie cosce, bagnando le palle che lei può facilmente accarezzare quando con le mani abbandona le tette.

Infine Forica si inginocchia al punto da sollevare il suo corpo ed io uscire da lei. Penso che voglia incularsi, invece punta i palmi delle mani sul lenzuolo e vedo il suo sfintere in primo piano mandarmi dei baci.

Mi sfilo da sotto e scendo dal letto. la faccio girare in modo da averla nella più classica delle ‘pecorine’ con me in piedi e lei sul letto, appoggio il cazzo nel solco tra i suoi glutei ed arrivo con le mani ad afferrare le sue spalle, percorro la schiena e raccolgo il suo seno tra le mani mentre la bacio al centro delle spalle.

Lei lentamente si infila il cazzo con un movimento ondeggiante delle natiche, lo vedo sparire nella sua carne.

Quando Forica si porta in avanti il cazzo esce dalla figa ed una gocciolina imperla la cappella; è quella stessa gocciolina che tante altre volte ha raccolto con la lingua ma in questa occasione non lo fa.

Per entrare in lei non c’è neppure bisogno usare le mani, è sufficiente che lei indietreggi un po’ ed io trovo subito la strada per sistemarmi al caldo del suo sesso.

Con un movimento lento ma deciso torno ad affondare nella sua figa tanto arrapante, entro in fondo fino all’utero che mi blocca, di più non posso anche se vorrei.

Forica solleva la testa, inarca la schiena ed afferro i fianchi dando inizio alla monta sempre più forte fino a sentire il suono del mio pube che sbatte ritmicamente sulla sua figa e sulle sue natiche.

La vedo scuotere la testa ad ogni affondo e la vista del tuo buchino mi eccita sempre di più’ così come si rafforza l’idea di entrarci dentro. Proprio lì ci lascio colare un filo di saliva e lo massaggio con i pollici finché non riesco a fare entrare i polpastrelli ed allargarlo.

Forica viene ancora una volta. Ho perduto ormai il conto di quante volte l’ha fatto.

Ora vorrei essere io venire dentro di lei e sono indeciso tra culo o figa. Provo ad entrare nel culo e lei è felice distendendo così come abbiamo stabilito lo sfintere. Anche in questa penetrazione non ha dolori e la monto. Quando le dico che sto per venire e lei sta per fare altrettanto mi dice ‘Ti voglio nella figa, ti prego!”

Queste sole parole rischiano di farmi venire nell’aria ma riesco a trattenermi.

Mi sfilo da quella che è la calda guaina del suo intestino, allargo appena di più le cosce, mi sollevo e con una mano guido il cazzo che appoggio all’entrata della figa. Lo spingo dentro e resto attento alle sue reazioni.

Il cazzo scompare nella figa e sento un suo sospiro accompagnato da un mugolio di felicità.

Mi fermo in quella posizione e aspetto che sia lei a decidere come vuole sentirlo entrare.

Lei sa esattamente come ed arretra fino a prenderne più della metà.

“Amore, tutto ok?” chiedo e per tutta risposta si muove avanti e indietro.

Da mia posizione è stupendo vederlo entrare e uscire dalla figa, mi perdo nel piacere che provo e, incurante dei suoni ed incitamenti emessi, la scopo con forza.

Dopo poco tempo esco perché voglio vedere come ho dilatato la figa ma non la lascio vuota per molto. Torno a penetrarla e stavolta lo faccio in un solo colpo fino alla radice. Lei sussulta e fa un grido di dolore.

“Ti ho fatto male?”

“No, sei stato troppo violento. Mi hai urtato in fondo”

La chiavo e lei si sta sgrillettando bagnandosi parecchio, geme, respira sempre più forte rumorosamente e sento che sta venendo.

 La sua figa è accogliente come non mai e mi lascio andare ad uno degli orgasmi più forti della mia vita riempiendole la figa che pulsa del suo orgasmo ottenuto con le dita che titillavano il clito furiosamente.

Ci accasciamo sul letto, io sopra di lei. Siamo distrutti e rimaniamo cosi per alcuni minuti, poi si sfila e scende a prenderlo tra le labbra raccogliendo le ultime gocce della mia sborra.

Forica si stende sul mio petto e mi bacia scambiando le nostre salive ed i nostri umori.

Ci addormentiamo così con i nostri profumi di piacere addosso, esausti ed innamorati.

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