Francy, diminutivo di francesca, non sapeva che dire, presa dalle sensazioni che le stavo dando, seduta sul bordo del tavolo la stavo omaggiando fra le gambe, in silenzio l’avevo condotta fino al tavolo, dove si era seduta alzando di poco le chiappe, le avevo tolto vestito e perizoma, invitandola, così, palesemente a baciarla nel suo intimo. Fuori al ristorante dove facevo degli extra c’eravamo messi a parlare, si chiamava francesca ma, dato che lavorava all’estero si faceva chiamare francy, per la durata della sigaretta che entrambi stavamo fumando mi disse queste poche cose aggiungendo, prima che salissero le sue amiche:
• (F) a che ore finisci??
• Verso mezzanotte…
• (F) mi fermo alla piazzetta più giù… chi primo arriva aspetta…
Le amiche aprirono la porta del ristorante, lei mi salutò con cortesia, aggiunse che aveva mangiato bene, le altre tre unirono altri commenti positivi e poi andarono via. Erano un gruppo di quattro ragazze giovani e spensierate, avevano gustato con piacere le pietanze, innaffiate da due bottiglie di vino e, finita la cena se ne andarono, delle quattro solo francy era la più bellina e sensuale, si accorse certamente dei miei sguardi su di lei mentre cucinavo; infatti, il ristorante era con cucina a vista, si trovò durante la cena a ricambiare quei sguardi, era la fine della serata, primo di procedere con le operazioni di chiusura, cioè, pulizia, mettere in ordine i frigoriferi, controllare cosa manca per l’eventuale ordine del giorno dopo, ci concedevamo una decina di muniti pausa, si accorse di questa mia pausa e mi raggiunse fuori all’ingresso, attaccò lei a parlare, nei minuti occorrenti per fumare mi disse da dove veniva e alla fine se ne uscì con quella domanda, spiazzandomi completamente. Non aspettando la mia risposta, ma anche perché le amiche stavano venendo, se ne andò con loro. Ritornai al mio lavoro e, poco dopo la mezzanotte raggiunsi la piazzetta, mi stava attendo lì, appena mi vide, me venne incontro mi salutò con un bacino sulla guancia e disse:
• (F) menomale che sei arrivato… non ce la faccio più… hai detto che abiti qui vicino… devo andare in bagno…
Senza ribattere niente mi feci seguire fino a casa, prima di farla andare in bagno feci una controllatina per vedere se stava in ordine e la feci accomodare, sfacciatamente non chiuse la porta e, anche se non potevo vederla, mi giunse all’orecchio la lunga pisciata che fece, uno scroscio lunghissimo e rumoroso, alla sua uscita commentai:
• Caspita… come hai fatto a resistere??
• (F) non lo so neanch’io… se non arrivavi in tempo… mi sarei abbassata dietro un’auto… grazie…
• E adesso che vuoi??
• (F) com’è che voglio?? Ma niente… adesso vado via…
• Cioè, vuoi dire che… mi hai dato appuntamento e aspettato… solo per andare in bagno?? Vuoi dire che con tanti locali e bar ancora aperti non c’era un posto dove andare?? Senti ragazzina… sono stanco… adesso vorrei solo riposare… però un poco di energia mi è ancora rimasta… quindi te lo domando di nuovo… che vuoi??
Messa di fronte alla mia domanda sfacciata, dovette affrontare la realtà, la vidi impallidire, realizzò che stava in una casa, da sola e con un uomo che le chiedeva cosa volesse fare, più chiaro di così non poteva essere, il primo impulso che ebbe fu quella di scappare via ma, tuttavia, quel poco tempo passato a parlare fuori dal ristorante con l’uomo, questo le era sembrato serio e cortese, anche le occhiate che le aveva riservato al ristorante si capivano che erano di desiderio ma, erano occhiate gentili e riservate, e adesso lui le stava chiedendo cosa fare, alla sua risposta, aveva ribattuto con fermezza, lasciava a lei la scelta, e adesso non sapeva che fare. Però l’uomo l’aveva chiamata ragazzina e, questo le aveva dato fastidio, al centro della stanza si squadravano, presi l’iniziativa. Mi accostai da dietro e le iniziai a baciare il collo. Se lo lasciò fare, le aprì la zip del vestito, che mi mostrò la sua schiena completamente nuda, le feci sentire la mia erezione sul culo, mentre le sfilavo le braccia dal vestito lasciandolo cadere a terra. Sentì ancora meglio il cazzo che le premeva adesso sul filo strettissimo del perizoma. Ormai si era lasciata andare, certamente a quel punto non poteva tirarsi indietro, accettando quello che le stavo facendo era chiaro che voleva scopare ma, decisi che me lo doveva chiedere lei:
• È questo quello che vuoi?? Sicura…
• (F) perché lo chiedi… non ti è chiaro… i tuoi occhi al ristorante… mi hanno spogliata… non ho fatto altro che pensarmi tra le tue gambe… volevo sapere se è vero…
• Vero cosa??
• (F) Che fare l’amore con un uomo adulto è diverso… più appagante…
• Quindi sei venuta qui per questo??
• (F) si…
Sciolto ogni dubbio sulle sue intenzioni passai all’opera, sul tavolo stavo incollando la bocca tra le sue gambe, ma mi fermò:
• (F) aspetta… ho fatto pipì e non mi lavo da stamattina… dammi dieci minuti… pensavo che…
• Cosa pensavi?? Che subito ti avrei portata sul letto e scopata?? Non funziona così… almeno per me… e lo sai… altrimenti non saresti venuta qui… vuoi scopare con un uomo maturo… e questa è la strada… la scopata è alla fine…
• (F) ma non ti dà fastidio… ai ragazzi si… ci vogliono pulite e profumate… e senza peli…
• Lascia che sia io a giudicare… e se proprio il tuo odore è forte… ti lascio fare una sciacquata… ma solo con l’acqua… voglio assaporare una figa che sa di figa e non di bagnoschiuma…
Questa conversazione avvenne mentre stavo inginocchiato a terra, mi vide avvicinare la faccia al suo sesso, aspettava una smorfia di disappunto da parte mia che non venne, le attaccai subito il clitoride, ebbe un sussulto e si lasciò cadere sul tavolo con la schiena. La lavorai per bene, accettò a malincuore le mie labbra su di sé, si lamentava ancora, ricordandomi che si sentiva sporca e appiccicaticcia e, per giunta sentiva nell’aria l’odore della sua figa che si spandeva. La penetrai con due dita, girando e rigirando le dita nella vagina, le inzuppai di umori e gliele presentai alla bocca:
• Senti… è il tuo odore… poi lecca le dita… dimmi che ne pensi… è così rivoltante come dici??
• (F) nooo… che schifo…
Le usai un po’ di violenza, premendo le labbra con le dita, costringendole ad aprirle, fu lei stessa che, alla fine, le spompinò a lungo leccando e assaporando i suoi stessi umori. Nel frattempo, avevo intensificato le mie labbra sul clitoride, portandola di lì a poco a godere. Senza perdere altro tempo mi alzai e glielo presentai alla bocca, continuò il lavoro fatto precedentemente con le dita, lo accettò controvoglia, il giorno dopo mi confessò che lo faceva poco e mai fino alla fine, comunque se lo tenne in bocca una decina di minuti e poi lo cacciò fuori, mi posizionai davanti alle sue gambe e la penetrai, non se lo aspettava, le sue gambe penzolavano dal tavolo, accolse la mia repentina penetrazione emettendo appena un piccolo urletto, ma subito si riprese, la posizione non la soddisfaceva, stavo dentro di lei a metà, le gambe impedivano una penetrazione più profonda, allora ne alzò prima una e poi l’altra, le rannicchiò su di se, affondai per intero nel suo antro caldo e vischioso. Mi manteneva per i glutei, accompagnando così il mio movimento, stava di nuovo godendo e, prima di perdersi nel piacere, mi sussurrò:
• (F) ci sono quasi… non venirmi dentro… fammi godere… che poi a te ci penso dopo…
Riuscì a controllarmi, con un urletto soffocato, ma non troppo, godette di nuovo, poi prese il cazzo che era uscito da lei lo poggiò sul pelo morbido e setoso che aveva e lo segò, facendosi sborrare sulla pancia. Si alzò subito, si avviò decisa verso il bagno, chiedendomi se le potevo portare qualcosa per asciugarsi, glielo passai per la porta semi chiusa e le dissi:
• Non so se vuoi continuare o no… ma se vuoi continuare… non usare bagnoschiuma per lavarti… il tuo odore è troppo forte… solo pensandoci mi si rizza di nuovo…
Uscita dal bagno, le porsi la mano, la portai sull’uscio della stanza da letto e la guardai, non ci fu bisogno di chiederle niente, né lei mi disse altro, mi seguì sul letto. Nelle due ore seguenti, si fece prendere come volevo, approfittò della mia resistenza, dopo la prima eiaculazione, se stimolato, restavo duro a lungo, e ce ne voleva perché mi scaricassi di nuovo, resasi conto di questo, essa stessa cambiò più volte posizione, le piaceva cavalcarmi, mi volle dietro di sé, conclusi la scopata sopra di lei che, alla fine del suo piacere mi fece di nuovo scaricare sulla pancia. Alla fine, stava dormendo vicino a me, tra le mie braccia, serena, felice, appagata, e lo stesso era per me, era ancora un’adolescente, al mattino mi disse la sua età, aveva ventidue anni ma, a letto, si comportò come una donna, una perfetta unione tra un corpo giovane e bello e la maturità sessuale di una donna. Dormiva serena, con il sonno che, solo una bella e soddisfacente scopata può dare, al mattino fui il primo a svegliarmi, mi ritrovo dietro di lei, con la mia solita erezione mattutina, spingo il mio corpo verso il suo. Voglio che lo senta ancora, la cappella si fa strada verso la vagina, la sento umida e gonfia, è pronta a ricevermi ancora. Con un colpo duro e deciso entra dentro di lei, ha un sussulto di piacere, rannicchia le gambe ancora di più, per farsi penetrare più a fondo, con la voce impastata dal sonno farfuglia qualcosa, parole senza senso, sicuramente pensa che sta sognando ma, una mia botta più forte la sveglia del tutto, realizza che sono di nuovo dentro di lei e asseconda le mie spinte venendomi incontro, non è più in grado di controllarsi, è di nuova preda del piacere, il corpo segue incontrollato il mio desiderio che, alla fine si unisce al suo, si accorge che sto venendo, cerco di togliermi ma, lei spinge il culo verso di me e vengo dentro di lei, non so il perché ma stavolta l’ha accettato, gode ancora, tramortita ancora dal sonno riesce solo ad emettere un forte sospiro di piacere, e si rimette a dormire. Ci alziamo verso le dieci, entrambi col viso segnato dalla notte, mi abbraccia dandomi un bacio, corre verso il bagno facendomi sentire di nuovo il rumore e lo scroscio della pisciata e mi raggiunge in cucina:
• (F) cazzo… è vero…
• Cosa è vero…
• (F) Quello che si racconta degli uomini grandi… che è tutta un’altra storia… non vedo l’ora di raccontarlo alle mie amiche…
• Ma perché lo sapevano…
• (F) ma certo!! Anzi sono state loro ad incoraggiarmi… hanno detto… di approfittare… dato che loro non potevano…
• Perché non potevano??
• (F) loro abitano qui… e sono tutte fidanzate… io sono venuta per una vacanza… sono venuta a trovarle… fra pochi giorni parto per lavoro… da oggi croce nera con i coetanei… vado con qualcuno solo se ha almeno una ventina di anni più di me…
E mi disse la sua età, e mi confessò di aver avuto diversi fidanzati, con i quali faceva sesso regolare, alla fine aggiunse:
• (F) non te l’ho detto subito… ma prendo la pillola… se ho qualche rapporto occasionale preferisco far usare il preservativo… sai non conoscendo il partner è una buona precauzione… ma negli altri casi…
Avevo la giornata libera al ristorante ne approfittai per domandare se volesse raggiungere le sue amiche o passare con me la giornata, le feci capire che non intendevo passarla tutta, a letto, ma di fare una passeggiata e, poi:
• (F) per me va bene… sì una bella camminata per il centro… poi magari mangiamo qualcosa e veniamo di nuovo qui… magari ci riposiamo e…
• E che cosa?? Sicura?? Lo sai come andrebbe a finire…
• (F) lo so… e lo voglio… te l’ho detto fra pochi giorni parto… e voglio portarmi un bel ricordo da qui… non solo mangiate… musei e strade piene di gente ma…
Alle tre del pomeriggio stavamo di nuovo a letto, il resto della mattina era passata in fretta, un giro per le strade, visita a dei negozi, uno spuntino per strada e poi a casa. Mentre mi cavalcava, con la voce rotta dal piacere mi chiese:
• (F) mmmm… mamma mia… ancora… sto di nuovo… ohooooo… posso chiederti una cosa?? Ho un desiderio… ma più che desiderio è una curiosità… che mi brucia dentro da molto…
• Dimmi… cosa vuoi ancora…
• (F) ho sempre avuto vergogna a chiederlo… ho timore di farlo… ho avuto sempre pudore a chiederlo a quelli che hanno scopato con me… ma tu non mi hai mai fatta sentire a disagio… e quindi… vuoi… vuoi… non l’ho mai fatto…
Mi stava offrendo il culo, pur essendo una ragazza disinibita, non aveva mai osato fare quella richiesta a nessuno, la stava facendo a me, sicura della mia esperienza e della mia discrezione infatti confessò:
• (F) qualcuno si è fatto avanti… come dargli torto… lo so che ho un bel culetto sodo e pieno… ma lo pretendevano… come se fosse un trofeo da esibire… e questo non mi andava… ma tu non hai preteso niente da me… ti ho dato tutto di me con piacere… e lo stesso vale con il mio didietro… ti prego prendi anche lui… ma non farmi troppo male…
• Sarà un onore e un enorme piacere per me… come lo è stato godere insieme… non posso dirti che non sentirai dolore… ma se mi ascolti… renderò la cosa piacevole e, quasi, indolore…
Realizzata che la sua richiesta era stata accolta, continuò a saltellare su di me, avendo alla fine un altro orgasmo, senza perdere tempo cadde di lato e mi guardò, le dissi di andare nella stanza da pranzo e stendersi di nuovo sul tavolo, nel frattempo presi l’olio e la raggiunsi, capì che doveva mettere le gambe come quando l’avevo scopata la sera precedente. Mi dedicai al suo ano, lo unsi per bene, le misi prima un dito e poi un altro, rovistai per bene nel budello e, quando lo sentì morbido e burroso avvicinai la cappella, le diedi solo la raccomandazione di rilassarsi il più possibile, le infilai la cappella nell’ano. Rimasi fermo e le chiesi come si sentiva. Francy disse:
• “Oh! Bene per adesso, non pensavo che fosse così… mi piace questa nuova sensazione… prova ad entrare tutto”
Allora spinsi gradatamente, affondando tutto nel suo retto, arrivai in fondo con le palle che erano andate a sbattere sulle chiappe di francy, rimasi immobile assaporando il gusto che provavo nell’essere in quella calda e accogliente tana. Poi mi ritirai, il tarallo si richiuse subito, cominciai a spingere di nuovo, da sopra vidi il tarallo che subito cedeva, inglobò la cappella e si richiuse sotto la corolla, un serie di piccole spinte lo fecero aprire di nuovo, circondò l’asta che, a mano a mano entrava, fino a che lei sentì i miei peli pubici solleticarle i glutei. Trattenne il fiato fino a quel punto e poi la rilasciò con uno sbuffo, mentre stavo fermo in fondo al retto per farla adattare a quell’intrusione iniziò a parlare:
• (F) me ne avevano parlato con disgusto… con dolore… dicevamo che il dolore e le fitte che sentivano erano insopportabili… ma io… niente di tutto questo… solo una percezione di pienezza e di calore… calore mai sentito in quel posto… sono sorpresa anch’io… e dire che per tutto questo tempo mi sono sempre rifiutata di farlo… e ora al pensiero che un cazzo sta lì… penso di aver perso del tempo a non farlo prima… mmmm… stai uscendo… e… hohhhhoo… di nuovo dentro… mmmm… ancora… ma… mi stai toccando il… mmm… siii… mi piace… sotto sento delle fitte… sopra ancora fitte ma di piacere… mmmm… ahhaaaa…
Non tutte le donne raggiungono l’orgasmo col culo, se avviene è dopo essersi abituate, francy alla sua prima sodomizzazione non ci riusciva, me ne accorsi e andai in suo aiuto masturbandola direttamente sul clitoride, la portai al piacere mentre mi scaricavo nel suo culo. Alle fitte orgasmiche che la scuotevano tutta si aggiunse la sensazione interna di calore data dalla mia abbondante e lunga innaffiata di sperma che le riempì le budella. Subito mi alzai dal letto per pulirmi il cazzo che presentava inequivocabili tracce anali, tra un abbraccio, un bacio e palpeggiamenti vari ero di nuovo pronto, mi saltò sopra di nuovo, quella posizione le piaceva, comandava lei la penetrazione, il ritmo e l’angolazione che le dava maggior piacere, dopo poco urlò di nuovo, continuò a cavalcarmi più veloce, voleva che venissi anch’io, ma la fermai togliendola da dosso, mi guardò imbronciata e mi chiese:
• (F) sei stanco… ti capisco…
• No, assolutamente… mi hai dato tutto di te… tranne…
• (F) pensi a ieri notte vero?? Ti sembrerà strano ma non mi è mai piaciuto farlo… sempre per la stessa ragione del culo… lo pretendevano… cedetti a questa richiesta al ragazzo con cui stavo… lui stava per venire… mi spinse la testa su di lui… non respiravo… credetti di affogare… riuscì a divincolarmi da quella presa… vidi il buchino sulla cappella che si apriva… feci appena in tempo a scansare la faccia… imbestialita lo mandai subito via…
• Ti prometto che con me non sarà così… ti sembrerà strano… ma proverai un forte piacere… non fisico ma mentale…
Timidamente si mise al contrario su di lui, prenderlo in bocca non era una cosa del tutto nuova per lei; quindi, affondò decisa le labbra e la bocca su quel membro duro e svettante, le accarezzavo i capelli, le davo piccole spinte in basso, lei si interruppe e mi guardò:
• Tranquilla non ti faccio lo stesso scherzetto… solo mi piace accarezzarti la testa e invogliarti a prenderne di più… ma non ti vedere costretta a farlo per forza… questo deve essere un piacere sia per me che per te… se devi soffrire o pensi che ti stia usando… lascia stare…
Rassicurata dai miei modi e dalle parole continuò, riuscì a inglobare nella bocca quasi tre quarti di cazzo, cercò di continuare ma, non ci riusciva, le venivano conati di vomito, le sussurrai che non faceva nulla, che già era troppo per lei arrivare a quel punto, si tranquillizzò e continuò il suo lavoro, si accorse dai miei ansiti che stavo venendo, cercò di togliersi ma le bloccai la testa. La venni in bocca, cercò nuovamente di tirarsi indietro, ma la mano la premeva dolcemente sulla testa, questo delicato premere e le parole che le dissi “su ingoia tutto tesoro”, la fecero arrendere. La giovane ragazza rimase incollata al pene che le stava eruttando in bocca il seme caldo, dalla quantità che percepiva nella bocca doveva esserne molta, si sentì orgogliosa di aver procurato al suo occasionale amante un piacere così grande, in quel modo nuovo e perverso, fatto da lei per la prima volta, sorrise soddisfatta, glielo doveva, quell’uomo le aveva fatto provare dei forti piaceri mai provati fino ad allora, lo trovò giusto gratificarlo in quel modo, ingoiò per la prima volta in vita sua, la sborra di un uomo e, scoprì che non era affatto disgustosa come dicevano molte delle sue amiche, si ricordò delle parole dell’uomo, un mano corse tra le gambe, sentì sotto le dita la vagina grondante di umori, strizzò fra le dita il clitoride e venne di nuovo.
La guardavo, il suo viso dolce e giovane era disteso, l’orgasmo l’aveva fatta rilassare, la guardai e le dissi:
• Grazie… sei stata brava… mi hai donato un piacere molto forte…
• (F) no grazie a te… è stato il mio primo pompino con ingoio… me lo hai fatto vivere con tranquillità… mi hai messo anche tu la mano sulla testa… sei stato dolce e tenero… non l’ho sentita come un’imposizione… ma piuttosto come un incoraggiamento a continuare… sono sicura che, se avessi smesso non avresti detto niente… e questo mi ha spinto a continuare… e poi hai ragione… farlo mi ha fatta eccitare… hai visto alla fine… non ho resistito… senza pensare che…
Alla fine di queste parole si fece una risatina, al mio sguardo interrogativo mi disse:
• (F) nei primi discorsi sul sesso… una mia coetanea già abbastanza smaliziata… faceva sesso già da molto… mi disse che noi donne tenevamo tre buchi con i quali far divertire… eh si disse proprio “divertire i maschi”… io ne sapevo poco di sesso… sbarrai gli occhi quando me lo spiegò… del primo ne ero a conoscenza… ma sapere che si poteva usare il culo e anche la bocca… mi lasciò senza fiato… poi mi raccontò che era sta sverginata prima nel culo e poi davanti… ma prima di questo aveva usato ampiamente solo la bocca…
• Ma che vuoi dire con ciò…
• (F) voglio dire che tu oggi mi hai preso la verginità anale… e quella… come possiamo chiamarla?? Boccale?? Si boccale va bene… anche se la bocca non ha una barriera come la vagina o come il culo che è stretto… mi piace pensare che anche la bocca sia “vergine” fino a quando non accoglie e fa svuotare un cazzo dentro se… oggi per la prima volta ho avuto il seme di un uomo nel culo e nella bocca…
La presi teneramente fra le braccia e la baciai, incurante di sentire il suo alito che sapeva del mio sperma, si voleva sottrarre al bacio ma, poi l’accolse con piacere. Purtroppo, non potette restare più giorni con me, il suo volo partiva fra tre giorni, giorni in cui era impegnata in saluti e commissioni varie, nel salutarci cacciò qualche lacrimuccia e andò via. Prima di salutarci ci scambiammo i numeri di telefono, ci siamo sentiti nel corso degli anni seguenti, poi non mancava la classica cartolina quando faceva qualche viaggio, alla fine con una lettera mi annunciò che si era sposata e che era in attesa del primo figlio, quella fu l’ultima cosa che seppi di lei.
Grazie! Non so se il mio precedente commento sia stato inviato, ma nel dubbio lo riscrivo: ci ho lavorato per…
Parecchio. Ci ho lavorato per settimane, ma l'idea di inserire i tarocchi in un racconto erotico ma senza usarli meramente…
Che dire, il racconto è molto carino e eccitante. Spero di vedere il seguito a breve. Ma è tratto da…
Magari un tantino fantasioso ma intrigante, attendiamo il seguito!
Divertente la storia degli uccellini, e bel racconto!