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OrgiaRacconti Erotici Etero

Freccia dell’Adriatico di Filip.

By 7 Maggio 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

I treni meridionali sono un rischio per chi viaggia senza le dovute precauzioni o
una doverosa diffidenza.
Katy, quella mattina alle 5,30, era tanto lontana dalla diffidenza quanto
sconvolta dalla emicrania opprimente, dovuta ad una notte in bianco.
L’hotel nel quale era alloggiata per quella sola notte era nel centro caotico di
Brindisi, ed il letto della sua camera era pessimo: il risultato fu un continuo
girarsi tra le lenzuola nel tentativo disperato di agguantare un po’ di sonno.
Quando stava per addormentarsi erano già le 4,30 ed il suo treno sarebbe
partito un’ora dopo: giusto il tempo per fare una doccia e sistemarsi per il
viaggio.
La giornata precedente era stata particolarmente pesante: otto ore di aula a
parlare di marketing a gente che aveva ben altri interessi: ma c’era abituata,
come responsabile dell’Agenzia formativa faceva interventi in tutta Italia,
specialmente laddove i fondi pubblici cadevano a pioggia.
Katy era arrivata da Pesaro il giorno prima, in auto con un suo collega, ma lui
sarebbe rimasto tre giorni, mentre lei avrebbe dovuto ripartire il giorno dopo,
all’alba.
Si era portata poca roba, e dalla sua breve ma intensa esperienza sapeva che,
quando doveva intrattenere un’aula maschile per molto tempo, la sua bella
presenza e il suo splendido viso incorniciato da lunghi capelli biondi e lisci non
erano sufficienti ad intrattenere la gente tutto il tempo necessario per non
rischiare di vedersi annullare il corso.
Così si era messa una minigonna blu, stretta, con uno spacchetto posteriore
centrale, tenuta in vita da una lampo, un maglioncino aderente bianco, corto
quel tanto da coprire-scoprire l’ombelico, un paio di calze autoreggenti velate di
tonalità nera, un giacchino blu come la gonna, le scarpe blu, avevano tacco alto
con punta e cinturino sulla caviglia, lasciando scoperta la parte centrale del piede,
sotto si era messa un perizoma nero e un reggiseno di pizzo anch’esso nero.
In valigia aveva portato un vestito corto nero, un altro paio di calze autoreggenti
velatissime bianche, un collant color miele, un perizoma della stessa lycra e
consistenza delle calze, una camicetta bianca, un pigiama, la sue pantofole e la
roba del bagno.

Quella mattina alle 5,15 Katy arrivò ciondolante alla stazione, l’unico treno che
partiva era il suo, chiese frettolosamente ad un ferroviere qual era la sua
carrozza di prima classe, vi entrò, cerco il posto indicatole dal ferroviere stesso e
si accasciò sul sedile, cercando di agguantare almeno qualche ora di sonno.
Al ferroviere non sfuggì affatto l’aspetto di Katy, che rispetto giorno prima non si
era data neanche la cura di cambiar vestiti, si era soltanto messa l’altro paio di
calze autoreggenti e il perizoma uguale alle calze stesse: effettivamente nel
vestirsi si chiese per quale idiotissima ragione si era portata un perizoma cosi
trasparente, voleva forse fare colpo sui brindisini? La giudicò una scelta
imprudente ma se le mise ugualmente, rispetto al giorno prima non mise il
reggiseno, non le andava, se lo sarebbe messo magari più tardi in treno.

Come si è detto sui treni meridionali corrono insidie e talvolta chi le persegue
trova protezioni e complicità. Appena il treno si mise in marcia il ferroviere si
avviò lentamente verso lo scompartimento di Pippo mani di fata, passando
davanti a quello di Katy: ‘Pepè sveglia che c’è da fare!’ ‘ ‘Sono già saliti
viaggiatori in…borsa? Non è possibile, da Brindisi non partono i Signori’ – ‘Ma
belle signorine’si!’ fece il ferroviere all’amico.
– ‘Oronzo, sono qui per guadagnarmi il pane , non per inzupparlo!
– ‘Pepè, se tu fai ciò che dico io’ti procuro borse milionarie’! So
riconoscerli i passeggeri,,,’
– ‘Vabbè’ che vuoi che faccia?’
– ‘Ascoltami bene: nella prima carrozza c’è una passeggera nello
scompartimento in fondo, è una biondina molto carina.. si sta
addormentando’ tu vai li, prendile il biglietto dalla borsa e vieni via!’
– ‘Orò’ma il biglietto e basta? E i soldi no?’
– ‘Fa come ti pare io non ne voglio sapere niente’vai’daiii!’
Così Pepè si avviò verso lo scompartimento di Katy e appena si affacciò sulla
porta , la sua atavica indolenza ebbe un sussulto: una ragazza con un fisico
da modella giaceva accoccolata sul sedile, nella sua posizione quasi fetale,
con le ginocchia unite e piegate in alto, quasi a contatto con il seno, le mani
unite sotto la testa, tentavano un improbabile cuscino. La sua posizione le
aveva fatto salire la minigonna sul suo bellissimo culetto, scoprendo l’elastico
delle calze autoreggenti e facendole salire il maglioncino sulla schiena nuda:
Pepè avvertì un fremito all’altezza dei genitali, si introdusse nello
scompartimento senza togliere gli occhi di dosso alla ragazza.Si sedette piano
e cominciò ad ispezionare con lo sguardo lo scompartimento, la luce di
cortesia e quella del corridoio bastavano a illuminare tutta la sua figura, ma il
resto rimaneva protetto da una luce fioca. Pepè si alzò in piedi, appoggiata
sul porta bagagli c’erano la borsa e la valigetta della ragazza: afferrò la
prima e l’apri velocemente estraendo in un sol colpo il portafoglio che
conteneva soldi e biglietto.
Rimise la borsa a posto e si affacciò nel corridoio: Oronzo era dietro la porta
dello scompartimento che aspettava, Pepè gli dette il biglietto e gli disse
sottovoce:’Orò’e tieni sto biglietto’che io me ne sto ancora un po’ dentro’
va!’ ‘ ‘Va bene Pepè, io sono qui accanto, tra poco entro per controllare i
biglietti” ‘ ‘Orò.. e aspetta’.aspetta un po’!’
Pepè rientrò nello scompartimento e chiuse la porta per attenuare i rumori
del treno: si mise seduto di fronte a Katy e cominciò a far lavorare il cervello
insano.
Non potè evitare di scendere ancora con lo sguardo sulle sue cosce scoperte
e sulle natiche che spuntavano da sotto l’orlo della minigonna: un miracolo,
pensò, un miracolo!
Cercò il volto della ragazza, ma gli fu impossibile scorgerne i lineamenti,
perché quei capelli biondi e lisci le avvolgevano il viso proteggendole il
sonno.
Improvvisamente Pepè pensò che in quella condizione avrebbe potuto fare
ben poco: tuttavia allungò una mano sulla parte inferiore della coscia di Katy
e scese lentamente accarezzando la lycra lucida della calze, arrivò all’elastico
delle autoreggenti e qui, spinse più a fondo la mano, fino a toccare con
l’estremità delle dita anche l’elastico sull’altra coscia. Si fermò, poi scese
ancora di pochissimo, le sentì la pelle nuda, e pensò che poco più in profondità,
all’altezza del suo palmo, dormiva, racchiusa e calda, la sua passerina, ‘che
mutandine avrà?’ si chiese , ed ebbe un accenno di erezione.
Poi non resistette, e volle infilare un dito tra le sue cosce’ sentì un’esilissimo
velo di stoffa, caldo e morbido, ebbe decisamente un’erezione!
A quel punto Katy ebbe un fremito e sospirò muovendosi un po’: Pepè si rese
conto che così si eccitava come un maiale ma rischiava di rompere
l’incantesimo.
Allora agì d’istinto: si mise in piedi e accese la luce facendo un po’ di rumore,
svegliandola.
‘Buongiorno signorina’il n’ 84 è questo? Posso sedermi? Ho la prenotazione
sa?’Mi scusi la disturbo?’
Katy aprì gli occhi su quello strano individuo, si mise immediatamente seduta
composta, si sistemò la gonna e salutò gentilemente. Le bruciavano gli occhi
e la testa le doleva ancora, sbuffò e si portò una mano sulla fronte
abbassando le palpebre.
Pepè la osservava, attento a tutti i suoi movimenti, gli parve di capire che la
ragazza soffrisse un po’ e le chiese se si sentiva bene. ‘Cosa?’ rispose Katy
scuotendo per un attimo la sua dolce cascata di capelli ”eehmm’si, grazie’
ho solo un po’ di mal di testa’ cercherò di dormire” Pepè la guardò
affascinato, provando un po’ di tenerezza per quella splendida donna, ‘Ma nò
signorina’ in treno se dorme, poi quando si sveglia la testa le farà più male’
non è un buon rimedio’
-‘Ah” fece perplessa Katy ”si’forse è vero:..’ Ci fu un momento di pausa,
Katy si chiedeva perché quel tipo non se ne andasse in un altro
scompartimento.
Poi Pepè parlò: ‘ Signorina io avrei un rimedio infallibile per le emicranie’
infallibile!’
-‘Eeeh?” Katy lo guardò esterrefatta, ma quello continuò, ‘Permetta che mi
presenti, sono Giuseppe Lamincia, medico e pranoterapeuta, esperto in massaggi
rilassanti e agopuntura, lavoro all’ASL di Brindisi, sono un professionista”.
Katy non sapeva che dire, cercava di sorridergli e non le venne neanche in
mente che sarebbe stata buona educazione ricambiare la presentazione:
restò inebetita. Pepè riprese a parlare con voce suadente e calda: ‘Per l’emicrania
ci vuole un massaggio che parta dalla testa e dal collo ‘ non ha
dormito vero?’ Katy lo stava a sentire ancora intontita ‘No’si vede molto?’
‘ ‘Eh si signorina!’. Pepè la guardò fissa negli occhi, al suo modo, quello che
gli aveva permesso qualche volta anche di ipnotizzare qualcuno’per
derubarlo, ovviamente.
‘Signorina, permetta che provi a toccarle la fronte , se non andrà meglio, me
lo dica e io me ne andrò!’ sapeva quello che faceva, nelle sue mani scorreva
una sorta di fluido, che lui però aveva impiegato il più delle volte per rubare.
Katy fece un ceno col capo, ‘mah..tanto, peggio di così!’
Pepè le si pose davanti e le mise le mani sulle tempie, con il pollice la
massaggiò accanto alle sopraciglia, poi le infilò le dita tra i capelli
scorrendole fino alla nuca, le disse sottovoce di chiudere gli occhi e
concentrarsi sui movimenti delle sue dita, lei eseguì.
Pepè le tirava indietro la testa e le passava le dita sugli occhi chiusi
premendo e massaggiando su varie zone del viso e della testa, Katy cominciò
a respirare più profondamente e le parve di sentire un certo sollievo.
‘Respiri lentamente e profondamente” le diceva sussurrandole piano ‘cerchi
di fare iperossigenazione’sa cosa voglio dire?’ Katy fece di si con la testa, le
mani di quel medico la facevano stare meglio! Era bravo!
Poi Pepè si sedette accanto a lei e la fece girare di spalle; le pose le mani sul
collo scostandole i lunghi capelli biondi: la afferrò con forza e le premette con
i pollici sulla cervicale, in modo ritmico, con forza sempre maggiore’ Katy
era molto stanca, e forse per questo non si accorse di lasciarsi sfuggire
qualche gemito di piacere. A quei mugolii Pepè dovette abbandonare per un
attimo la presa sulle spalle di Katy, e con una mano si dovette sistemare
l’uccello eretto che gli usciva fuori dall’elastico delle mutande, poi continuò a
massaggiarla sul collo e sulle scapole, con dolcezza e decisione’ la sua presa
la teneva in pugno.. ora la ragazza si stava abbandonando ai suoi massaggi,
arcuando la schiena e facendosi martoriare i muscoli dello splenio, del
trapezio e dell’elevatore della scapola.
‘Respiri’respiri’ respiri sempre più profondamente’più pro-fon-da-men-te’
uno..due’uno’due!’ Katy eseguiva docilmente e si sentiva in uno stato di
quasi trance, la sua testa non le faceva più male, ma le girava, girava: era
una sensazione gradevole.
Quindi lui le alzò ambo le braccia in alto dicendole dolcemente ma con
determinazione: ‘le sue braccia sono leggere’sono aria’. non pesano’
galleggiano in alto’si riposano!’
Poi le fece scorrere le dita da ambo i palmi delle mani, lungo tutte le braccia,
lentamente, scese giù, giù, fino alle ascelle, qui rallentò e gliele sfiorò con
leggeri tocchi: Katy fece un piccolo scatto dovuto al solletico e dette un
urletto che fece arrapare ancora di più Pepè..poi lui scese ancora, lungo i suoi
fianchi, passandole da sopra il maglioncino, che con le braccia alzate si era
sollevato fino all’altezza dello stomaco scoprendola, ma il massaggio non
doveva fermarsi, continuò anche sulla pelle nuda sui fianchi fino alla cinta
della minigonna, Katy fece un altro urletto e si dimenò per il solletico.
Poi lui risalì con le mani lungo i suoi fianchi alzandole il maglioncino,
accarezzandola sulla pelle nuda e giunto all’altezza dei seni, sentì che non
aveva reggiseno, portò le mani avanti, sui seni e con la punta delle dita le
toccò i capezzoli sentendoglieli duri ed eretti.
Pepè per un attimo pensò che non poteva più indugiare, doveva saltarle
addosso e penetrarla con forza, altrimenti sarebbe venuto dentro i suoi
pantaloni. Ma cercò di calmarsi.
Si fermò, abbassò le braccia di Katy e le chiese come stava, lei sorrise e con
un filo di voce rispose ‘molto meglio’siii..’
‘Allora signorina, ora finiamo il lavoro, sennò il male ricomincia tutto daccapo
‘ si sdrai sul sedile con la pancia in giù, le braccia sotto il viso, si rilassi’
-‘ma’è proprio necessario?’
– ‘Si fidi,signorina, è al sicuro’
Katy eseguì ingenuamente, quell’uomo aveva un forte potere in quel
momento su di lei, era veramente bravo!
‘Ecco’ pensò Pepè, ‘questa è la posizione a cui volevo arrivare’eh..eh’eh’
!’
Ricominciò dal collo, la massaggiava sulla schiena e scendeva fino al fondo
schiena dove la gonna gli impediva di toccarla ancora sulla pelle nuda, poi
risaliva alzandole il maglioncino: questa volta glielo portò decisamente
all’altezza dei seni e con un movimento un po’ più forte, glielo portò fin sotto
le ascelle lasciandola con la schiena quasi completamente nuda.
Le massaggiò ancora un po’ la schiena e poi si diresse lentamente sulle
natiche che restavano coperta dalla minigonna, gliele massaggiò da sopra la
stoffa e poi scese sulla parte posteriore delle cosce: l’orlo della minigonna
ancora le copriva l’elastico delle calze, che però poteva intravedere dallo
spacco posteriore, ma per poco: infatti risalendo lungo le cosce, Pepè le
sollevava lentamente la minigonna, passò l’elastico delle calze autoreggenti,
scorse lungo la pelle nuda e le sollevò completamente la gonna scoprendole i
glutei meravigliosi, sui quali si accanì in un massaggio violento.
Le stirava le natiche, le pizzicottava: la striscia dell’elastico del perizoma le
entrava in mezzo alle mele, scomparendo e riapparendo: era uno spettacolo
indimenticabile!
Intanto Katy aveva cominciato a muoversi flessuosamente in preda oramai ad
un rilassamento incontrollato che lasciava spazio all’eccitazione: si sentiva
allargare il solco del culetto, fino all’apertura dell’ano.
Pepè le poteva vedere il buchetto inanellato che si allargava ai suoi tocchi,
sul quale vibrava il fine elastico del perizoma.
Quindi le divaricò le cosce e le passò finalmente due dita sul solco della
passerina, partendo dalll’ano: fu immenso! Pepè potè sentire l’inutile velo del
perizoma trasparente completamente fradicio, affondò un dito e sentiva che
quel velo era niente: entrava dentro di lei scivolosa e bagnata’. Pepè le
vedeva, mentre faceva così, il sederino perfetto muoversi accompagnando la
leggera penetrazione delle sue dita. Katy ansimava di piacere e si era lasciata
andare completamente.

Fu in quel momento che Oronzo si presentò aprendo la porta dello scompartimento:
‘Biglietti!’

Aveva seguito le ultime operazioni dal corridoio dietro il vetro dello
scompartimento e scelse quel momento per entrare in scena: Pepè lo guardò
soddisfatto e continuava a toccare in profondità la ragazza.
Katy non si rese conto immediatamente del fatto’ ma le bastarono pochi
istanti per realizzare le condizioni in cui si trovava, e come si presentava al
controllore.
‘Ohh.Dio mio!!’ Katy si sollevò, si mise seduta e guardò il controllore: il
ferroviere restò impietrito.

Il maglioncino di Katy era completamente alzato sopra i seni, e ora i suoi
capezzoli apparivano ai due uomini in tutto il loro splendore: eretti, turgidi,
culmine estremo di due seni sodi e decisamente protesi in avanti.
La minigonna di Katy era ormai tutta arrotolata all’altezza della vita e
fungeva più da cintura che da minigonna: il suo perizoma era quasi
completamente trasparente, velato con tonalità bianca, la leggera peluria
castana della passerina trapelava oscenamente da sotto.
La gambe di Katy apparivano bellissime, con le cosce avvolte dalle calze
velate bianche, come il perizoma, cinte a metà da un elastico decorato di
pizzo.
La prima tentazione di Oronzo il ferroviere fu quello di tirarselo fuori e
inondarla di sperma, sulla cosce, sulla peluria della fighetta che traspariva,
sui magnifici seni.
Dopo un istante di sbigottimento, Katy fece per alzarsi e sistemarsi: si
abbassò la gonna e il maglioncino, rossa in viso, eccitata e ancora ansimante
del piacere non raggiunto.
Alzò le braccia per afferrare la borsa e mostrare il biglietto.
Pepè, soddisfatto e arrapato, le chiese ‘Come sta signorina adesso? Meglio?’
– ‘Si’ disse lei ‘ è veramente bravo lei, si sente che è un professionista” ‘
Oronzo lo guardò con un’espressione ironicamente ammirata, mentre Pepè si
toccava da sopra i pantaloni: le dimensioni del suo uccello erano ormai
incontenibili!
Katy intanto cominciò freneticamente a guardare nella sua borsa’ sempre più
preoccupata”Ma’ cosa è successo’Dio mio!!’ – ‘Che c’è signorina’ fece il
ferroviere.
Katy cercava e cercava, poi svuoto tutto il contenuto della borsa sul sedile, e
dovette arrendersi all’evidenza ‘Ho perso il portafoglio con i soldi e il
biglietto!’
‘No’ fece Oronzo ‘guardi meglio’ forse lo ha addosso in qualche tasca” e
così dicendo le allungò ambo le mani sui fianchi tastandola sul sedere, Katy
lasciò fare, disse soltanto piagnucolando ‘..ma no’ non ho tasche..’ Oronzo
era sempre più eccitato e continuava a toccarla addosso, salì sui seni dove
era evidente che non aveva niente, glieli tastò, afferrandole un capezzolo’
mentre con l’altra mano si infilava sotto la minigonna andando a piazzarsi su
quel perizoma ancora bagnato dei suoi umori.
Katy si divincolò, protestò ‘Nooo’.stia fermo’che fa’??’ ma le mani del
ferroviere ormai sembravano impazzite, la toccavano dappertutto, arrivavano nei
posti più indifesi; le sollevò la minigonna e le afferrò un gluteo con la grossa
mano: glielo strinse, poi afferrò l’elastico del perizoma che le scorreva tra le
natiche e glielo tirò fin quasi a strapparglielo. ”Ma allora viaggi senza biglietto,
eh?’e in prima classe?’ Katy cercava di spiegare ‘Ma no..guardi che ce l’avevo,
me lo devono avere rubato!’
‘Si, certo’la solita scusa’come se non vi conoscessi” Katy doveva
continuamente allontanare le mani del ferroviere e cercava di mettersi a
posto la gonna e il maglioncino, che gli venivano sollevati in modo insistente,
si accese una strana e caotica colluttazione, con lui che le metteva le mani
addosso e lei che cercava di allontanarlo; Pepè cominciò a fare da paciere,
invitando entrambi alla calma.. Katy cominciava ad arrabbiarsi per l’insolenza
del ferroviere ‘lei è un maiale’.stia fermo con le mani’, Oronzo raccoglieva
tutte le provocazioni ‘Ah!’offende anche? Guardi che sono un pubblico
ufficiale’lei fa resistenza..ora chiamo la Polfer!’, dicendo così cercava di
abbrancarla come se ne dovesse neutralizzare le sue escandescenze, ma così
la faceva infuriare ancora di più e Katy cadeva sempre più nella provocazione,
facendo partire qualche schiaffo all’indirizzo del ferroviere. Pepè a sua volta
cercava di spingere indietro i due, ma per la verità le sue mani finivano quasi
sempre sui seni di Katy. ‘Lei è uno stronzo’la denuncerò alle Ferrovie!’ gli
diceva infuriata ‘E’ un maleducato!’ ‘ ‘Signorina lei mi ha schiaffeggiato….ed
è in flagranza di reato’ora la farò scendere dal treno e la consegno alla
Polizia, così ne avrà per tutta la giornata, se basta’. Perché chissà che poi lei
non abbia con se altra roba’magari illegale’dal porto di Brindisi, tanto si sa’.
partono corrieri’belle ragazze’giri strani’!’ e via’ una decisa palpata
sotto la gonna, proprio sulla passerina: lei capì che doveva difendersi, si sentì
terribilmente offesa, non aveva più la forza di proferire parola e allungò una
rabbiosa pedata al ferroviere, ‘Aaahhii’!’, a questa mossa Pepè gridò ‘Eh no
‘! Signorina..non si metta nei guai seri” la afferrò per le braccia e gliele
immobilizzò dietro la schiena, lei si divincolava per liberarsi, ma lui le passò
le sue braccia davanti da sotto le ascelle e con le mani l’agguantò sul collo,
una doppia Elson, presa che porta la persona immobilizzata ad aderire con
tutta la parte posteriore del corpo a quella anteriore di colui che
immobilizza. In quel modo, più lei si divincolava e più strofinava il suo bel
culetto sui pantaloni di Pepè: ‘lasciatemi..maiali’stronzi” Oronzo ora se la
trovava davanti con le braccia immobilizzate, passò ad enumerarle i guai ai
quali andava incontro e nel dire così allungava le mani sul suo seno,
insinuandosi sotto il maglioncino, sotto la minigonna, sui fianchi, Katy gli
sferrò un’altra pedata, allora il ferroviere prese una cinghia dalla sua borsa e
le legò i piedi all’altezza delle caviglie.
‘Ohhh!’adesso signorina avrà quello che si merita’ cominciamo a vedere se
lei non trasporta droga o altro’!’ le alzò la gonna e le mise una mano dentro
il perizoma, lei si divincolò in modo più deciso ‘Nooo’aaahhh’stronzo’che
fa?’ Pepè se la sentiva agitare davanti con le natiche che si strofinavano sul
suo uccello duro: era una cosa meravigliosa! Oronzo le portò la minigonna
tutta all’altezza della vita, riducendogliela ad una sorta di cintura, le afferrò
l’elastico delle slip e gliele fece calare all’altezza delle ginocchia , poi alzò il
maglioncino e cominciò a darle dei pizzicotti sui capezzoli. Pepè lasciò per un
attimo la presa di un braccio e si aprì i pantaloni abbassandosi le mutande,
ora finalmente poteva godere del contatto del suo uccello eccitato con il
culetto di lei che continuava a dimenarsi in modo frenetico.
Riportato il braccio sul collo di lei passando davanti al braccio di Katy,
riprese la mossa immobilizzatrice, e le avvicinò la sua bocca all’orecchio
sussurrandole di calmarsi.
Oronzo le passò due dita sulle labbra della passerina, spinse in profondità, la
sentì bagnata, salì sul suo clitoride e cominciò a masturbarla, ‘Nooo”’ Katy
adesso cominciava a vacillare, lui le aveva infilato un dito dentro e con l’altro
le titillava il clitoride’ i due uomini erano arrapati come bestie e ora Katy
non sapeva più se gemere di piacere o mettersi a piangere, le usciva qualche
debole supplica ‘ Noo..vi prego’lasciatemi” ma il trattamento che aveva
subito, prima da Pepè e adesso da ambedue, la faceva eccitare.
Sentiva il cazzo di lui strofinarsi tra le natiche, duro e caldo, grosso ed
eretto, pronto ad entrarle dentro quando avesse voluto. E poi le dita del
ferroviere la stavano facendo impazzire: immobilizzata in quel modo si
lasciava toccare nei modi più osceni.
Tuttavia Katy non aveva intenzione di farsi scopare su quel treno da quei
due, e così, tra un gemito ed un altro, cominciò a chiedere cosa volevano
fare, poi cercando di scuotersi gli parlò in modo deciso: ‘Sentite’se mi
stuprate ‘io vi denuncio ‘non ho timore a farlo’e lei, a ameno che non sia
un ferroviere falso, verrà identificato facilmente ” Pepè si sentiva il culetto
sodo di lei davanti all’uccello, glielo metteva tra le natiche e gliele allargava
con una mano, fino a sfotticchiarle il buchino piccolo e rotondo dell’ano, poi
vi appoggiava il suo glande turgido e duro’la mordicchiava sul collo e le
sussurrava nell’orecchio quanto era eccitato, Katy cominciò ad avere un po’
di paura, la sodomizzazione non le andava proprio ‘la prego capo” disse
rivolgendosi al ferroviere ‘pagherò il biglietto e la penale’scenderò alla prima
stazione’. Ma non stupratemi’vi mettereste nei guai’ lo so’mi è già successo
e ora, quello che ci ha provato è in galera’.e quando uscirà avrà
comunque perso il suo lavoro e la sua dignità’. vi avverto, lavoro in
tribunale e conosco benissimo sia il comandate dei carabinieri che il giudice’
rifletteteci, per una cosa così, vi rovinate la vita!’
Oronzo aveva cominciato a mordicchiarle i capezzoli, la stava masturbando
con due mani infilandole in profondità due dita dentro la vagina. Katy era
tutta bagnata e le dita del ferroviere uscivano quasi gocciolanti, dalla sua
calda fessura che si schiudeva sempre di più. Ora si trovava nella particolare
situazione di avere due dita che la penetravano in profondità, uno davanti e
uno dietro: in quelle condizioni lei non riusciva proprio a tenere fermo il
bacino, che oscillava avanti e indietro facilitando la sincronia di quelle
penetrazioni inarrestabili e libidinose.
Eppure Katy cercava ancora di dissuaderli, ”dopo che avrete fatto’
cominceranno i guai’scenderò alla prima stazione e vi prenderanno alla
prossima ‘ mi basterà una telefonata’vi sembra che ne valga la pena?’.
Pepè fu il primo ad aprire bocca , ‘Orò’hai sentito cosa ha detto? E se fosse
vero? ‘a te ti licenziano Orò!’ parlava così continuando ad affondare il suo
uccello tra le natiche della ragazza, seguiva un’idea, difficile ma affascinante
‘ ‘Orò’ti metteranno in galera..che facciamo?’. Il ferroviere staccò
finalmente la bocca dai capezzoli di Katy e tolse una mano dalla sua
passerina eccitata, anche se continuava a lavorare con l’altra, tenendole due
dita dentro la vagina e con il pollice le tormentava il clitoride, ‘Cosa vuol dire
signorina..io la sto perquisendo per vedere se porta droga addosso’ ora le
devo ispezionare anche il buco di dietro’!’.
Katy era eccitata sessualmente ma il cervello non voleva rassegnarsi a quelle
molestie, ‘Ma’ lo sta già facendo il suo complice’. comunque’ faccia presto
e poi mi lasci andare’ se no una denuncia per violenza non gliela toglie
nessuno” ‘ ‘Pepè lascia libera la signorina, perché comincia a ragionare’!’
disse Oronzo. Pepè la liberò dalla scomoda presa a doppia elson e gli portò le
mani sulle natiche. Oronzo la fece voltare e allargando i glutei le pose un
dito, quello più bagnato sull’apertura dell’ano.
‘ Allora’facciamo così..se volete proprio evitare la mia denuncia” disse Katy
in modo perentorio ‘masturbatevi pure su di me, ma niente penetrazioni ..ne
orali ne di altro tipo’siamo d’accordo? Poi mi lascerete stare!’ Oronzo non
dava molto peso a quello che diceva Katy, anche se aveva preso coscienza
che la ragazza avrebbe potuto metterlo seriamente nei guai, in quel momento
era molto più interessato al suo buchetto posteriore’ ‘Vediamo’signorina,
se non ha niente da nascondere’potremo accettare la sua proposta’.’ Allargò
un po’ il buchetto e fece penetrare con docilità il dito medio nel culetto di
Katy, lei temeva questo gesto: eccitata com’era avrebbe potuto dare a vedere
che la cosa le piaceva’e le piaceva da matti! Si portò una mano sul viso per
coprirsi la vergognosa espressione di piacere, ma i movimenti flessuosi del
suo bacino lasciavano pochi dubbi. Pepè, le portò un dito nella fighetta
bagnata e con la punta del suo cazzo eretto le strofinava sul clitoride. Katy
cominciò a gemere di piacere in modo decisamente eccitante, e tra un
sospiro e un urletto riuscì a ordinare agli uomini di masturbarsi su di lei e di
fare presto perché dopo quella cosa non sapeva più se avrebbe tenuto fede
al suo silenzio sull’accaduto. ‘Va bene..signorina, l’ispezione può terminare’
disse Oronzo che ormai sentiva di non poter più trattenere l’eiaculazione: con
il dito piantato nel suo culetto, si strofinò l’uccello sulle sue natiche e
aiutandosi con l’altra mano scoppiò in una eiaculazione spropositata, godeva
come un maiale ingoiato, la inondò di sperma caldo su tutto il sederino che
continuava a muoversi avanti e indietro come se stesse scopando
freneticamente. Katy fece qualche gemito anche al di là di quello che doveva,
nel tentativo di far venire tutt’e due, e ci riuscì: anche Pepè, continuando a
penetrarla con due dita nella passerina colante umori, si masturbò con l’altra
mano schizzando il suo seme bianco e bollente sui peli del pube e facendole
colare quel magma di piacere su tutta la fighetta aperta. Ci mancò poco che
non venne anche Katy, la quale si trattenne dal farlo, con grande sforzo.
Si strofinarono ancora un po’ su di lei, e poi Katy si fece da parte, prendendo
la valigetta per prendere l’asciugamano da viaggio e nuovi vestiti.
Oronzo la fermò con un braccio: ‘ Va bene signorina, però, ora non pensi di
averla scampata’ il suo reato resta’ adesso io devi ispezionare la sua
valigia e la sua borsa e fare un rapporto’. In alternativa” Katy era stufa,
non ne poteva più, ‘in alternativa cosa?’. guardi pure nella mia roba, non
troverà niente.. cosa vuole ancora?’ ‘ ‘Oh’ niente di particolare, noi ci
siamo comportati da gentiluomini’ però a un patto: lei deve rimanere vestita
così e non si pulisca neanche’ il viaggio è lungo, e quindi se dovesse venirci
voglia di farci un’altra sega, sappiamo dove venire’ in cambio io non farò
rapporto!’
Intanto Pepè si sistemava i pantaloni continuando ad osservare estasiato il
corpo seminudo di Katy, gocciolante sperma davanti e di dietro: Oronzo si
sistemò anche lui e aprì diligentemente la valigetta della ragazza. Ne estrasse
con cura tutti gli indumenti soffermandosi particolarmente sulle calze nere,
sul collant e sul perizoma nero che si mise in tasca, ‘Ma cosa fa?’ chiese Katy
‘Vorrei un ricordino, intanto si rivesta signorina!’ Katy si rimise a posto
le slip sistemandosele sul suo splendido corpo intriso di sperma, si tirò giù la
minigonna e il maglioncino.
‘Allora intesi’. Gli accordi sono questi, Pepè starà qui con lei, la controllerà
fino al suo arrivo’ io potrei più tardi aver ancora bisogno di controllare
qualcosa’vi lascio!’ E se ne andò. Pepè la osservava assumendo un
atteggiamento consolatorio’ non parlavano, lei si sedette accanto al
finestrino e si prese la testa tra le mani, cercando di evitare lo sguardo del
suo scomodo passeggero.
Dopo diversi minuti di silenzio Pepè si azzardò a parlare, lo fece con voce
calma e comprensiva: ‘ Dove deve scendere, signorina?’ lei non volse lo
sguardo verso di lui, ma rispose seccamente, ‘ lo sapete, lo dovreste aver
visto dal biglietto che mi avete rubato’ e anche i soldi!’ Pepè dissimulò: ‘
Non..non pensi questo’ guardi quello a cui ha assistito si può solo spiegare
in un modo, più semplice di qualsiasi congettura: io sono di Brindisi e
conosco Oronzo da tempo, ma non pensi che eravamo d’accordo’.e poi non
siamo dei ladri, così ci offende, io sono veramente un medico e ha visto che
il mio massaggio le ha fatto bene’ poi è intervenuto Oronzo, che è un po’
irruento, ma non è cattivo’ha visto che ci siamo potuti accordare? E poi,
ma santoddio! Lei è così’. Carina.. e noi siamo uomini’ ci perdoni..ma ha
visto che ci siamo accordati..no?’
– ‘Per favore.. stia zitto’almeno questo!’
Katy chiuse gli occhi, non tanto per prender sonno, quello era ormai perso,
ma per concentrarsi su altre cose e per dimenticare l’accaduto, anche se il
patto prospettato confusamente dal ferroviere, lasciava intendere che appena
il riposo del ‘guerriero’ fosse completato, sarebbero tornati alla carica, sperando
che lo spauracchio della denuncia li moderasse.
Stava pensando se denunciarli veramente una volta arrivata ad Ancona, forse
le conveniva, poteva avere le prove dei suoi vestiti imbrattati di sperma’ma
che pena! ‘No..’ pensava ‘ se si accontentano di qualche maialata..
lasciamoli stare’porci stronzi!’
Il viaggio sarebbe durato circa sei ore e cominciava a calcolare quanto rimaneva
per arrivare ad Ancona: erano solo le 6,50: ancora cinque ore!
Passò ancora un’altra ora mezzo di viaggio e Pepè sembrava più il suo secondino
che un passeggero, aveva chiuso porta e tendine dello scompartimento e la
controllava non togliendole mai gli occhi di dosso, anche perché quelle gambe
non riuscivano a far stancare nessuno di osservare.

Verso le 8,30 Oronzo si riaffacciò nello scompartimento, con aria strafottente si
rivolse a Katy ‘Tutto bene signorina’ si è calmata?’ Katy non si voltò neppure,
si portò una mano sulla fronte e diresse lo sguardo fuori del finestrino, allora
Oronzo si rivolse a Pepè, e con voce più bassa, che non celava una chiara
complicità chiese: ‘ tutto bene va?’ ‘ ‘Tutto bene” rispose indolente Pepè.
Oronzo si sedette accanto a Katy, le guardò le gambe accavallate, indugiò un
po’, e poi appoggiò una mano sul suo ginocchio, ‘Dove deve scendere signorina?
‘ – ‘Perché me la fa ora questa domanda? ‘ Rispose fredda Katy ‘lo sapeva già
dal mio biglietto, e ha fatto un lapsus a non chiedermelo prima’ora vuol
rimediare?’ Oronzo sorrise, gli piaceva il carattere di quella ragazza, ‘Il suo
biglietto purtroppo lei lo deve ancora fare” rispose mellifluo il ferroviere.
Ci fu ancora silenzio , mentre Pepè osservava la scena chiedendosi dove Oronzo
voleva andare a finire. La mano di Oronzo intanto aveva cominciato a risalire
lungo la coscia di Katy, la quale non faceva nulla per fermarla ‘Signorina,
abbiamo fatto un patto, il suo biglietto lo deve pagare così’ visto che non ha
soldi..l’ha proposto lei no?’ e cosi dicendo le infilò la mano sotto la gonna e
spinse in basso sul perizoma, dove poteva ancora sentire l’umidità dello sperma
che si era presa. Poi le mise le mani sotto il maglione e salì fino ai seni nudi,
glieli accarezzò non disdegnando di saggiare la consistenza dei capezzoli, che
sotto le sue dita, dopo poco cominciarono ad indurirsi ed erigersi. Le alzò il
maglioncino, completamente, glielo tirò sopra la testa e glielo tolse lasciandola
nuda dalla cinta in su: a quel punto si alzò in piedi e la fece voltare verso di lui,
Katy non faceva resistenza, sapeva che era inutile; Oronzo le prese le ginocchia
e le apri le cosce, le portò subito una mano sulla passera e gliela afferrò
violentemente stringendola in una mano’ si eccitò.
Le tirò su tutta la minigonna e le allargò le cosce in modo osceno lasciandole
addosso quel perizoma trasparente inzuppato di sperma: la ragazza era quasi più
arrapante cosi che senza.
Tutto si svolse in silenzio con Katy che accettava rassegnata quella
sottomissione, Pepè intanto si godeva la scena toccandosi da sopra i pantaloni:
Oronzo si mise in piedi tra le cosce allargate di lei, non essendo altissimo la
patta dei suoi pantaloni arrivava circa all’altezza dei seni di lei, si abbassò i
pantaloni e le mutande, sfoderando un cazzo in mezza erezione, Katy volgeva lo
sguardo fuori dal finestrino. Senza dire una parola Oronzo glielo appoggiò tra i
due seni, li strinse con le mani avvolgendolo e cominciò a pompare
masturbandosi, ogni tanto abbassava una mano per andarle a toccare la
passerina e poi tornava sui seni strizzandole i capezzoli o stringendoli attorno al
suo uccello. La masturbazione sul seno di Katy durò circa dieci minuti, poi
Oronzo grugnì più forte e glieli inondò di sperma, si afferrò il cazzo con una
mano e diresse gli schizzi sui capezzoli ormai eretti e turgidi della ragazza, fini di
sgocciolarsi sulla sua pancia e si sistemo con calma l’uccello dentro le mutande e
i pantaloni. Katy non disse una parola e non incrocio mai lo sguardo dei due
uomini, si rimise a posto la gonna e si mise il suo maglioncino lasciandosi colare
lo sperma lungo il torace e sulla pancia.
Oronzo quindi uscì dicendo al collega, ‘Vado a controllare i biglietti!’, Pepè
giaceva quasi sdraiato sul sedile con le mani si toccava l’uccello, che a quella
vista doveva essere risvegliato. Infatti appena Oronzo fu uscito si alzò in piedi e
se lo tirò fuori afferrandolo con una mano, si avvicinò a Katy e non la toccò
nemmeno: si masturbava semplicemente osservandola, mentre lei restava
impassibile con lo sguardo fuori.
Soltanto prima di venire, le allungò le mani sulle cosce costringendola ad unire le
gambe e abbandonando la posizione accavallata: in questo modo i suoi getti
potevano caderle su ambedue le cosce, arrivando anche sulla minigonna blu.
Chiunque fosse entrato in quello scompartimento avrebbe avvertito l’acuto odore
di sperma che aleggiava, e la fonte di quell’olezzo era oramai tutta Katy:
imbrattata sul seno, sulle cosce, sulla gonna, avrebbe offerto all’incauto
viaggiatore che fosse entrato nello scompartimento una visione allucinante. Una
ragazza bellissima, vestita in quel modo, con quelle ampie macchie di sperma
sulla gonna e sulle calze, avrebbe risvegliato bande di stupratori anche in
semplici fraticelli.

Il viaggio durò altre quattro ore e per altre due volte, ciascuno dei due, sfogò la
propria libidine su di lei, lasciandola scendere a Pesaro in uno stato pietoso: ad
intervallo di quasi un’ora, prima Oronzo, poi Pepè, poi di nuovo il ferroviere, e
come finale ancora Pepè le eiacularono addosso in tutti i modi.
Oronzo per la sua terza volta, la volle far mettere piegata in avanti in modo che
lei gli offrisse il bel culetto, e in mezzo alle natiche rotonde la sbrodò di sperma,
con il solito ordine, seguito da controllo, di non pulirsi.
La terza volta di Pepè fu da dietro, in mezzo ai suoi bellissimi capelli biondi,
mentre con ambo le mani le torturava i capezzoli.
Poi Oronzo ancora, la fece sdraiare pancia in su e infilò il suo uccello, per la
verità un po’ stremato, tra i peli della sua passerina e il sottile velo del perizoma,
venendole sulla delicata peluria.
Pepè, per finire, a distanza di quasi un’ora dal collega, volle fare uguale, ma
eiaculando le volle imbrattare le calze velate, eiaculando sulle sue cosce.
Quando Katy scese dal treno, chiunque le si avvicinasse poteva avvertire l’acre
e acuto odore di sperma che emanava, ma le colate lungo le gambe erano
ancora evidenti e fresche, così come le macchie sulla gonna: era praticamente in
un bagno di otto sborrate consecutive. Non ebbe neanche il coraggio di prendere
un taxi, e si avviò a casa a piedi, vergognandosi e sperando di non incontrare
nessuno di sua conoscenza!

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