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Racconti Erotici Etero

FUR ELISE DVD capitolo 4

By 11 Agosto 2019Dicembre 16th, 2019No Comments

Il lunedi successivo finita la scuola ritornai dal mio amico Ben. Adesso era a giorni alterni che ci vedevamo ma non sempre facevamo sesso, a volte mi aiutava a fare i compiti e vi assicuro che era alquanto esigente verso la sua giovane amica.
L’orario era sempre lo stesso e visto l’avanzare della bella stagione, mi aspettava seduto su una panchina all’ombra nel vicino parco cittadino, leggendo o facendo finta di leggere il giornale. Vedendomi comparire all’inizio del viale, ripiegava il giornale e messolo sotto il braccio si alzava sorridente e una volta vicina si chinava leggermente per il bacio sulla fronte quindi mi sbarazzava dello zainetto con libri e quaderni e ci avviavamo verso casa sua.

Questo lunedì non so se si accorgesse del mio incedere alquanto incerto dovuto al plug immerso nel mio culetto il quale ad ogni passo mi procurava un languore particolare per niente fastidioso, anzi piacevole. Per questa ragione dovevo fermarmi ogni tanto perché lui, quel corpo estraneo si muoveva sensibilmente il che mi turbava non poco. In questi due giorni mi ero esercitata a tenerlo praticamente in continuazione salvo per le mie necessità fisiologiche e durante la notte in quanto non sarei riuscita a prendere sonno.

Il giorno innanzi cioè domenica, dopo la doccia avevo preso il plug, lo avevo cosparso di sapone liquido neutro e voltandomi di tre quarti, un piede sopra il bordo della vasca da bagno mi ero guardata allo specchio mentre mi immergevo nei glutei l’oggetto.
Ormai mi ero abituata al leggero dolore provocato dalla dilatazione dell’ano a cause della dimensione del bulbo che, nella parte maggiore superava le dimensioni di un grosso membro e che al suo brusco restringersi, mi procurava quel particolare disagio dovuto al non riuscire a chiudere del tutto i muscoli sfinterici, però l’uno e l’altro scomparivano presto. Sempre guardandomi allo specchio mi ero esercitata a stringere e rilassare l’ano provocando un visibile e piacevole movimento dell’oggetto, movimento sufficiente a indurre in me un’eccitazione che cercai, anche dopo che mi fui rivestita per accompagnare i miei a messa.

– Mi sei mancata sai Lisetta?
– Anche tu Ben, anche tu!
Non dicemmo altro; appena dentro casa mi afferrò alle natiche facendomi flettere contro di lui. Gli offrii la lingua che le sue labbra aspirarono dolcemente, la ritirai aspirando la sua lingua poi ad occhi chiusi ce le lambimmo un l’altra, lambì le mie labbra, le prese fra le sue succhiandole amorevolmente.

– Ho voglia Ben . . .
– Lo so piccola lo so!
Mi sollevò fra le braccia e mi portò in camera da letto dove accennò a spogliarmi. I suoi gesti forse a causa della sua emozione erano goffi, così arretrando di un passo fui io a svestirmi. Vista la stagione non avevo molto da togliere; via la camicetta, la maglietta, le scarpe da ginnastica, i pantaloncini, le mutandine che subito nascosi sotto la maglietta in quanto zuppe sul davanti, nel mentre anche Ben si spogliava.

Mettermi nuda davanti all’uomo con il quale mi accingo a fare all’amore è per me quasi un rito religioso nel quale io sono sia la sacerdotessa officiante che l’offerta sacrificale.
Lo precedetti lungo il corridoio consapevole che gli occhi di Ben non si staccavano dal mio fondo schiena che anche adesso che non sono più una ragazzina, a dire di molti è la mia parte migliore.
Il plug che avevo nell’ano rendeva il mio camminare voluttuoso e ricco di promesse per l’uomo che mi seguiva allupato, anche se purtroppo il suo pene sapevo non essere eretto, ma gonfio lo era sicuramente.
Contrariamente a quello che speravo non mostrò di avvedersi della gemma azzurra che decorava la base del plug e che emergeva dal mio sedere. Pensai che essendo il plug profondamente immerso nelle mie natiche non fosse visibile, ma non era così perché lui la vedeva ma perfidamente faceva finta di nulla.

La prima cosa che facemmo fu andare sotto la doccia. Dopo esserci abbondantemente insaponati ci stringemmo accarezzandoci un l’altra nel mentre le nostre lingue venivano aspirate dalle nostre bocche e io sospirando strofinavo le mie tettine contro il suo petto.
Dopo avermi fatto girare indugiò a percorrere più volte la mia schiena poi scese ad apprezzare le pagnottelle del mio culetto e finalmente (?) si accorse del plug immerso in esse e ne fece oggetto delle sue attenzioni.
Lo mosse mentre mi baciava golosamente in bocca, lo estrasse soffocando il lamento che sfuggì mio malgrado, e che mi sfuggì ancora quando me lo spinse nuovamente dentro.

– Sei una porcellina sai? Ti piace averlo nel culetto?
La domanda accese la mia immaginazione.
– Si. . . Risposi mettendogli ancora la lingua in bocca, ignorando volutamente le implicazioni che la mia risposta comportava.
Lui lo estrasse e quando lo spinse nuovamente, appena superata la parte ogivale venne aspirato letteralmente nei miei glutei, lo fece ancora . . .
– Si. . . Ben, si . . . mi piace! Dissi fra un lamento e l’altro.

Lo estrasse e lavò il mio buchetto passandoci più volte il dito insaponato all’interno, quindi sciacquato l’oggetto lo presentò alla mia bocca perché lo, ricoprissi della mia saliva e me lo infilò nuovamente non togliendolo neanche dopo che ci fummo sciacquati e asciugati.
Lo precedetti lungo il corridoio dimenando coscientemente il sedere consapevole che lo sguardo dell’uomo questa volta sicuramente non si staccava dalla piccola gemma che lo impreziosiva.
Giunti in camera salii ginocchioni sul letto e incavate le reni, mi misi china e volto il viso verso di lui mi offrii senza dire nulla guardandolo avvicinarsi con il viso alterato.
– Piccola adorabile troietta . . .

Aspettai con il fiato sospeso; salì dietro di me; per lunghi istanti non successe nulla, poi le sue mani mi divaricarono le ginocchia, risalirono carezzevoli le mie natiche, percorsero le mie reni, la mia schiena, il mio collo. . .
– Sono la tua troietta Ben, la tua puttanella . . . lo vedi che sono pronta? Che puoi farmi quello che vuoi?
Non sapevo neanch’io quello che dicevo, ma volevo godere, godere. . .
– Oh Ben, si . . . si. . . siiii. . . Ripetei.
Le sue mani premettero fortemente le mie reni incavandole maggiormente, costringendomi a sollevare fortemente la groppetta nella quale lui immerse il viso; sentii il suo respiro riscaldare la mia fica poi la sua lingua.
– Ohh Ben. . . Beeeen . . .

Venni subito tanto ero eccitata, dimenandomi, con quella lingua che si muoveva nelle mie carni, lamentandomi come una bestiolina, cercando di sfuggirgli tremando e soffiando ma lui mi tratteneva. Fu un orgasmo lunghissimo. Era ancora in atto quando lui si girò con la schiena sul letto e spingendo la testa fra le mie cosce, si aggrappò alle mie reni applicando nuovamente la bocca al mio sesso. Continuò a leccarmelo, a succhiare il mio clito facendomi urlare il mio secondo orgasmo, ma non era finita! Lo sentii estrarre il plug dal mio culo e prima che l’ano si richiudesse lo spinse di nuovo dentro, lo estrasse e lo spinse e. . . ancora e ancora. . . dentro e fuori, dentro e. . .

Ritrovai le sensazioni del mio primo rapporto anale, amplificate dall’aprirsi e chiudersi dei miei muscoli sfinterici come se un cazzo uscisse dal mio culo e vi rientrassi aprendomi continuamente e senza sosta l’ano.
– Beeen. . . basta. . . smettila. . . ohhh ancora. . . si. . . si. . . siiiii!!!!
Ebbi un terzo orgasmo poi. . . non so quanti altri ancora, non smettevo di godere, era bellissimo e terribile allo stesso tempo.
Spossata mi feci pesante schiacciandomi sulla bocca dell’uomo e portando una mano dietro di me riuscii a strappare l’oggetto dalle sue mani e a gettarlo lontano, infine mi adagiai esausta con la schiena contro il cuscino.
Accanto a me Ben con il viso luccicante degli umori del mio godimento respirava affannosamente. Anche lui era sudato, vidi lo sperma sul suo ventre e fui contenta che anche lui avesse avuto il suo piacere.

Non avevo più forze, fu lui prendendomi nelle braccia, a portarmi sotto la doccia e a lavarmi usando mille attenzione come se avesse timore di farmi male. Con la stessa cura, dopo asciugata, ancora fra le sue braccia mi portò in camera dove mi rivestì usando attenzioni quasi materne.
Dopo, seduti in cucina, mi offrì una coca dopo essersi accertato che non fosse troppo fredda.
– Oggi è stato bello vero?
– Si Ben, con te è sempre bello, peccato che . . .
Mi morsi le labbra, quasi mi lasciavo sfuggire che con un cazzo di carne sarebbe stato tutt’altra cosa. L’uomo arrossì.
– Lo so Lisetta lo so. . . però non e ancora detto.
Non terminò la frase ma lo vidi arrossire maggiormente.
Quel giorno tornai a casa stanchissima ma soddisfatta, con il mio plug avvolto in un panno e ben nascosto in fondo allo zainetto sotto libri e quaderni.
………. Continua ………. Vorrei conoscere il vostro parere sia esso positivo che negativo Accetto ogni tipo di commento e di critica. Scrivete a …….. schwarzdame@hotmail.it ……..Ho la buona abitudine di rispondere sempre alle email che ricevo.

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