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Ginevra a mia disposizione, vestita solo di perle e tacchi alti.

By 11 Febbraio 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

Varcando la soglia del mio appartamento avrai molti pensieri che ti affollano la mente, forse sei un po’ spaventata ma con un gran fuoco dentro di te che ti spinge a proseguire, o forse sarai vogliosa di provare la tua prima seduta di sottomissione,desiderosa di cominciare…
Di sicuro i tuoi primi passi sono stati incerti, come era evidente dal rumore dei tuoi tacchi sul pavimento, ma ora sei qui di fronte a me nel mio salone, in piedi ed in attesa di un mio ordine, mentre io seduto in poltrona mi gusto un bicchiere di vino rosso, pronto a cominciare il nostro ‘gioco’.Ti lascio lì in piedi, ad aspettare, l’attesa ti sta snervando, è evidente. Il sudore comincia a rendere più lucida la tua fronte, così come il resto della pelle scoperta.
Mi godo ancora qualche istante la tua immagine immobile, pronta ad un mio ordine che non arriva: la tua figura magra e slanciata, resa ancora più femminile dalle scarpe argentate dal tacco 12, che fasciano i tuoi piedini nudi e smaltati di nero, le gambe anch’esse nude ma belle e toniche si intravedono fino al ginocchio, le cosce sono coperte dal tuo vestitino nero che ti fascia il corpo fino al seno, lasciando scoperte le spalle, le braccia e il collo arricchito solo dalle collane di perle.
Il tuo viso è bellissimo: le labbra colorate di un rosso acceso, un leggero trucco che abbellisce i tuoi occhi chiari, le ciglia lunghe, gli zigomi alti. E quei capelli nero corvino che luccicano alla luce e ti rendono decisamente bellissima.
‘Ricordi qual è stata la prima cosa che ti ho detto? Vorrei averti a mia disposizione, vestita solo di perle e tacchi alti.’
Per qualche istante non capisci, il tuo volto interrogativo chiede in silenzio cosa vogliano dire le mie parole in quel momento. Poi lentamente si distende, finalmente hai capito cosa voglio da te. Le tue mani corrono veloci alla lunga cerniera che chiude il tuo vestitino nero, la aprono e lasci che l’abito semplicemente cada ai tuoi piedi, lasciandomi ammirare un seno non molto grande ma decisamente bello ed elegante, , cosce lunghe e belle. Un solo triangolo di stoffa ricopre il tuo corpo ma velocemente le tue lunghe dita sfilano il perizoma che finisce a terra.
‘ecco, sono come tu mi volevi, padrone’
Completamente nuda se non per la collana e le scarpe rimani lì immobile, le gambe leggermente allargate lasciano scorgere il monte di venere coperto solo da una sottile strisciolina di pelo ben curato e che la tua vagina rilascia già i suoi primi umori che luccicano tra le tue gambe. Il tuo respiro si fa leggermente più affannato, le guance ti si colorano di rosso.
La mia eccitazione invece traspare dai pantaloni, la tua bellezza non passa sicuramente inosservata, figurarsi averti lì, a mia disposizione per la prima volta. Mi alzo e mi avvicino a te.

Continua.
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Da vicino ti guardo meglio e comincio a saggiare il tuo corpo. Tocco il tuo bel seno, il tuo culo, le cosce… Il tutto è accompagnato dai tuoi sospiri…
Poi le mie dita prendono il tuo capezzolo e lo stringono forte, sicuramente ti fa male ma trattieni i gemiti. Mi piace il tuo carattere. Con l’altra mano stringo l’altro capezzolo e dopo un po’ di pressione finalmente sento il tuo gridolino. Lascio il primo capezzolo e ancora tenendoti per l’altro ti conduco verso il salone.
Sei in piedi e nuda, io davanti a te.
‘Come ti chiami?’
‘Ginevra’.
Uno schiaffo ti colpisce sulla guancia sinistra.
‘Come ti chiami?’
‘Gi..Ginevra, Signore’
‘Impari velocemente, brava’.
Lascio il capezzolo, non prima di averlo strizzato e torto ancora un po’. Dalle labbra semichiuse ti scappa un gemito.
‘Queste sono le prime regole che dovrai imparare. Regola numero 1: ogni volta che ci incontreremo, che sia qui o in ogni altro posto, dovrai spogliarti. Nessun vestito salvo che non ti abbia detto diversamente. Capito?’
Sei sorpresa, forse anche spaventata, ma annuisci con la testa e sussurri ‘sì, padrone’. Continuando a parlare mi sposto dietro di te.
‘Regola numero 2: salvo che non ti dica altro, in mia presenza starai in ginocchio, schiena dritta, mani dietro la schiena. Tutto chiaro?
‘S..Sì’
Uno schiaffo ti colpisce sul sedere, con forza. Non te lo aspettavi e finisci per sbilanciarti in avanti e perdi l’equilibrio finendo stesa con il busto sul tavolo del salone. In un attimo la tua natica acquista un colore più vivo.
‘Sì Signore. Le chiedo scusa per il mio errore Signore.’ Ti correggi subito e per farti perdonare ti inginocchi a terra, come avevo ti avevo detto. Schiena dritta e mani dietro la schiena.
‘Regola numero 3: quando ti verrà ordinato di stare in piedi dovrai farlo avendo le gambe bel allargate e le mani dietro la nuca. Regola numero 4: quando ti dirò di farti ispezionare, dovrai avvicinarti al tavolo, piegarti in avanti a 90′, distendere completamente il busto lungo la sua superficie, gambe allargate al massimo. Mani lungo il tavolo o ad allargarti il culo a seconda di quello che ti ordino.’
‘Sì, Signore’.
‘Ora in piedi!’
Velocemente ti alzi e adotti la tua posizione: mani dietro la nuca, gambe allargate. Continuo a guardarti e ti cammino intorno. Lentamente comincio a toccarti: la mia mano ti sfiora il viso, le labbra, scende lungo il collo fino ad incontrare il tuo seno, lo accarezzo dolcemente, poi lo stringo con forza. Ti accarezzo la pancia e poi la coscia, la stringo. Poi la mia mano risale, accarezza i pochi peli tra le cosce. Due dita scendono più giù, sono già umide al solo contatto con la tua pelle. Poi le infilo dentro la tua figa, le muovo lente. Cominci a mugolare da brava cagnetta quale sei, inarchi la schiena, alzi la testa all’indietro, la tua mano sinistra si alza per andare a carezzare un seno…
‘Ti piace, vero?’ le sussurrai con un tono suadente.
‘Mmmm sì” Un secondo dopo, una potente sberla sul culo ti fa nuovamente perdere l’equilibrio e ti ritrovi sdraiata sul pavimento. Mentre provi a rialzarsi, poso un piede nudo sulla tua testa, obbligandoti a restare bocconi.
‘Per l’ultima volta. Ogniqualvolta ti rivolgerò la parola ti sarei grato se ti rivolgessi a me come merito quando sei invitata a rispondere. Mi sono spiegato?’
‘Sssì, sìì, Signore. Mi scusi, Signore’.
‘Bene. Ispezione.”

Continua.
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