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Giocavamo a mosca cieca

By 8 Aprile 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Eravamo un gruppo di compagni di scuola del liceo che si erano tenuti in contatto con Facebook, alcuni erano all’università, altri ancora a scuola.

Eravamo tra 21 e 25 anni, con la voglia di fare una festa in allegria, e nel tempo abbiamo ‘brevettato’ un gioco che sapevamo divertente, basato sul concetto ‘scopata amica’, cioè mettendo in disparte i sentimenti provare del godimento vicendevole, tra l’altro arricchente di esperienze, di tecniche e di consapevolezza.

Se si era in pari numero o quasi si doveva cercare l’anima gemella e iniziare a odorarsi, baciarsi e toccarsi, se c’era un disparità di genere si sapeva che si sarebbe ovviato con un trio.

Quindi in quella primavera come tutti gli anni organizzammo con i 5 del gruppo, diciamo così, del sesso libero, persone simpatiche e allegre con le quali ho sempre avuto un ottimo rapporto ma quest’anno a differenza degli anni precedenti furono invitati a partecipare anche alcuni amici e amiche di amici che non conoscevamo vicendevolmente.

In un primo momento ci fu qualche discussione ma poi dopo svariate insistenze abbiamo deciso di partecipare tutti.

Alcuni ragazzi avevano anche un rapporto personale tra di loro, al di fuori del gioco, e quelli che stavano insieme erano Giulio e Laura, Marco e Cristina, Mimmo e Sofia, mentre Carlo, Paola, Massimo, Isabella, Edoardo, Federico e Lucia erano singles per il gioco, anche se legati ad altre persone che non sapevano di questa loro attività e che non si sa, se, sapendone, l’avrebbero apprezzata e condivisa.

Inutile dire che il gruppo era selezionato per non contenere persone repulsive o antipatiche a qualcuno, anche se a volte abbiamo provato anche ad invitare uno o una che nella vita di scuola sembrava imbranato, timido o poco attivo sessualmente e dopo si rivelò un drago o una focosa.

Così dopo varie riunioni organizzate, ci trovammo un sabato, che ora descrivo, per fare conoscere questo interessante sistema, eventualmente da copiare!Regole : l’organizzazione del gioco si svolgeva così: ci si trovi in casa di qualcuno di noi che avesse un ampio salotto e i cui genitori fossero assenti, chiudere le imposte, se era giorno e le luci se era notte e iniziare a conversare e a guardarsi, spogliandosi un pò.Poi a ogni partecipante veniva dato un numero, dal padrone di casa, i pari ai maschi e i dispari alle femmine, diciamo che la situazione si presentava così: 2-Giulio, 4-Marco, 6- Mimmo, 8-Carlo, 10-Massimo, 12-Edoardo, 14-Federico, 1-Cristina, 3- Sofia, 5-Paola, 7-Laura , 9- Lucia, 11- Isabella.

Se il buio non era completo si procedeva bendarsi con foulards o sciarpe nere e poi bisognava che metà si riunissero in salone, accomodati su poltrone, divani e puff o in ambienti tipo cucina o altre stanze da letto.

L’altra metà, sia maschi che femmine, non dovevano vedere le loro posizioni e ritirarsi in una stanza .

Alla partenza del gioco il primo pescava un foglietto dal cappello e diceva esco, sono il numero 2 se maschio e poi diceva chi è il numero pescato, ad esempio, 9?

La 9 diceva sono io vieni qui e lo guidava con la voce finchè nel buio lui la trovava.

Il successivo sceglieva un altro numero a caso e così via.

Dato che alla richiesta si capiva la voce, la persona ‘accoppiata’ poteva negarsi, dicendo ‘passo’, ma solo una volta, e allora il o la ‘richiedente’ estraeva un altro numero.

Occorreva inizialmente spostarsi tutti a tentoni nel buio, sulle poltrone e divani o anche per terra e stando zitti in modo che non si sapesse dov’era uno o l’altra.

Per togliere ogni imbarazzo, il padrone di casa portò un po’ di nastri e d mascherine che ognuno scelse come voleva e tutti iniziarono a mettersele sugli occhi aiutandosi vicendevolmente, poi tirò giù le persiane in modo che la luce fosse soffusa e spense tutto.

Prima tutti pescarono il proprio numero e tutti si disposero sui divani, sedie, letti della casa, a tentoni ed in silenzio, per disperdersi e poi stare fermi ed aspettare, ridacchiando ma in silenzio urtandosi, il gioco era di non stare con la propria tipa o tipo, e mischiarsi in tutte le camere.

L’accordo era che uno o due coppie iniziavano e se gli altri volevano inizialmente assistere a quello che succedeva potevano aspettare, fino a che il desiderio di essere protagonisti fosse così forte da suggerire loro di dire ad alta voce il proprio numero e pescare dall’urna il/la propria partner.

Dato che il primo comunque veniva sorteggiato ed aveva vinto, per così dire, tra i maschi, Giulio, lui estrasse il biglietto dall’urna dove erano stati messi i numeri delle femmine e gli toccò Cristina.

Marco si trattenne dal fare estrazione e stette in attesa degli eventi che potevano riguardare la sua Cristina

Laura sorrideva, non si sa perché. Forse voleva vedere se il suo Giulio sarebbe stato all’altezza delle sue vanterie, che faceva con lei,di essere un grande amatore.

Cristina era seduta nella penombra sul divano con la camicetta slacciata e la gonna su.e calze reggenti .

Lei lo guidò con la voce e lui si sedette e la avvicino, aveva capito che era la fidanzata di Marco e lei sentì il suo odore eccitato, sapeva dalla amica Laura, la sua fidanzata , che era un grande chiavatore.

Lei si avvinghiò a lui, gli sbottonò la camicia , lo baciò sul collo iniziando a succhiare, poi lo leccò sui capezzoli e si insinuò sotto l’ascella.

L’odore di uomo diverso dal suo la faceva impazzire, sentì la fica dilatarsi e le labbra gonfiarsi sotto le mutandine di naylon, lui lasciò fare e si fece guidare la mano sul reggiseno, che sollevò senza poterlo slacciare, in modo che i seni scappassero di sotto e iniziò a giocherellare coi capezzoli che si stavano gonfiando.

Con l’altra mano accarezzò il dorso delle cosce giungendo al confine delle calze sulla pelle calda, e sentendola morbidezza della parte del pube, resa umida dall’eccitazione e gonfia per il folto pelo, insinuò il dito dal bordo e fin dento la fica umida, lei ebbe un sussulto, strinse le gambe ma ormai la mano era in mezzo e due dita iniziarono a muoversi causando un piacere nuovo, e lei venne sbrodolandosi molto.

Poi si staccò dall’ascella e scese sul petto leccando fino ad incontrare i jeans che strappò con furia, sbottonandoli, aprì la patta, trovando il pisello durissimo, lo estrasse dal sopra dell’elastico, e con la mano alla base pompava le palle.

Poi si chinò a baciarlo e con la bocca succhiò fincè lui sborrò abbondantemente dicendo ‘ahh..vengo vengo..’

Tutti quelli intono che erano rimasti immobili a guardare nella penombra si eccitarono a quel sentire, alcuni si erano stretti il pisello e alcune si stavano accarezzando la fica sopra la gonna o i jeans’

Intanto Cristina, sentendosi la bocca piena di liquido salino la ingoiò, ma aveva la mano di lui fino in fondo alla fica e le premeva il clitoride con il pollice e venne improvvisamente con un doppio orgasmo gemendo: ‘mmhhhmhhh ‘

Marco piangeva, ma non fece in tempo ad approfondire il suo stato di dolore per quanto visto che Sofia gridò il suo numero ed estrasse dall’altra urna contenente i nomi dei maschi: proprio lui , Marco.

Lei non aveva mai avvicinato Marco, che non la attirava particolarmente come fisico, era basso, magro coi capelli ricci e gli occhiali, ed era stato un perfezionista a scuola, e questo le dava sui nervi.

A lui invece lei era sempre piaciuta per quel suo modo di ridere con aria scanzonata e di subire le allusioni sessuali al suo sedere bello sodo e alle sue tette piuttosto grosse.

Lei era una che la dava facilmente, tutti si ricordavano di una volta in discoteca che si fece trombare da un buttafuori nel bagno dei maschi, e qualcuno era entrato e l’aveva sentita miagolare, aveva guardato sopra il muro e l’aveva vista essere scopata da dietro da un grosso ragazzone, e poi aveva ovviamente diffuso la notizia a tutti.

Poi da quando stava con uno, ora era Mimmo, gli era abbastanza fedele, almeno d’inverno, mentre d’estate scopava con tutti quelli che glielo chiedevano.

Comunque l’idea di provare cosa sapeva fare il precisetti della scuola la incuriosiva.

Lei era quella che si era tolta il reggiseno prima, sentendo i mugolii di Cristina, e se li accarezzava, e quando Marco le fu vicino, sul divano gli portò la mano a palparle, e a farle ballare, e faceva ingelosire Mimmo, che comunque doveva stare buono, avendo accettato le regole del gioco.Cristina era tanto fuori che non si accorse nemmeno di cosa stava facendo il suo Marco con la ninfomane.

Preso dall’eccitazione nel vedere nella penombra Marco che faceva ballare le tette della sua ragazza, Mimmo disse ‘ io sono il 6 ed estraggo..’ si avvicinò all’urna..’ la ‘.Cinque!’

Il 5 era abbinato a Paola ,che era in cucina e aspettava seduta sul tavolo, se era tolta gli slip , le piaceva Mimmo, che era stato con lei diverse volte e l’aveva scopata benissimo, ma poi quella troia di Sofia, che, secondo lei e secondo molti, era ninfomane, glielo aveva soffiato.

Paola era morbosa, spesso li spiava quando limonavano in discoteca e perfino una volta li aveva seguiti di nascosto, vedendoli scopare in macchina: quella troia muggiva come un mucca mentre lui le infilava la mano nella figa e lei lo spompinava come un aspirapolvere.

Con Mimmo erano stati bene insieme, ma poi lui aveva avuto un incidente in moto, ed era stato 2 mesi in ospedale.

Lei lo andava a trovare e gli portava dolci e libri, ma poi scopri che la Sofia andava e gli faceva vedere la figa e lo spampinava mentre lui non poteva muoversi dal letto.

Un giorno era andata senza preavviso, ed era entrata nell’anticamera della stanza da privato dove lui era ricoverato, e prima di aprire la porta avav sentito delle voci..’ che bello, che grosso, te lo succhio, dai dai’ e di lui che sussurrava diceva ‘ noo, mi fai venire, aspetta, maledetta , non posso muovermi, col gesso, aspetta..aspetta’ ‘

Guardando dalla fessura della porta aveva visto Sofia con una gamba sul letto di lui , che era sdraiato con un busto di gesso, si era incrinato un vertebra, e lui la masturbava sotto la gonna di un vestitino di maglina, dall’altra coscia che la reggeva in piedi penzolavano le sue mutandine, rosa, e lei era china sul suo pisellone che si ergeva da sotto il gesso che finiva poco sopra il pube..

Lei era tutta aperta, con una gamba di sostegno e l’alta coscia sul letto e muoveva il bacino assecondando le carezze profonde di lui, frenetica, e dopo cinque minuti lei abbandonò la testa all’indietro con un tremore del corpo e gli occhi rivolti all’insù , dicendo ‘ vengo’.sborra anche tu..’ e con la mano terminava quello che aveva iniziato con la bocca finchè lui eruttò come una bottiglia di bonarda stappata calda.

Lei era eccitata dalla vista ma pazza di gelosia, sto stronzo, dopo tutte le cure che lei gli prestava, farsi masturbare da una troia come Sofia!

Non resistette e il giorno dopo gli fece una scenata, o lei o me, e rischiò, non sapendo che lui alla fine, in quella situazione, gradiva più le pesanti manipolazioni di Sofia, i suoi orgasmi urlati e soffocati che il suo comportamento amoroso con baci e regalini’

Così poi lui poi, uscito dall’ospedale, l’aveva lasciata e si era messo con quella troia di Sofia, ma quella sera poteva averlo ancora, e tremava mentre lui le si avvicinò e gli disse ‘ti voglio sempre bene’sono troia anch’io, stasera ‘ e allargò le gambe lui la strinse a se stando in piedi e il suo pisello dietro i jeans strisciava contro la sua figa nuda.

Lei disse di nuovo ‘ ti piacciono le troie eh?.. sono diventata troia anch’io se vuoi provare’ e così dicendo gli sbottonò i pantaloni ed estrasse il cazzo, e glielo menava con risoluta gentilezza.

Lui era eccitato per il suo odore ritrovato e la bacio, toccò le tette e lei guidò il suo cazzo nella figa dicendo ‘ohhh ti voglio’. mi manchi tanto’ sono bagnata ‘.vienimi dentro”

E lui diceva ‘ sii…troia lo so’vuoi il mio uccello..il più bello’te lo do..tel do..Sofia l’ha allenato’prendilo’

Gli altri sentivano questi discorsi e si eccitavano sempre di più.

In particolare Laura si era eccitata e disse ‘ ora pesco io, che sono la 7 , e io ne voglio due !!’ ed estrasse Carlo e Federico.

Nessuno ebbe nulla in contrario visto che si era in 13 e si era già dato per scontato che due maschi avrebbero dovuto fare godere una singola femmina

Lei aveva i blue jeans stretti stretti che facevano vedere lo spacco e le tette ormai nude, in quanto si era tola maglietta e reggiseno per accarezzarsi i capezzoli ed eccitarsi, vedendo e sentendo gli altri che amoreggiavano..

Quando Carlo si avvicinò, subito gli prese la mano e la portò alle tette, e anche lui, che era vestito, iniziò a palpargliele con due mani con moto circolare e le avvicinò la bocca al collo per baciarlo.

Il trattamento pur banale le fece venire la pelle d’oca e il calore della mani sulle tette risvegliò la belva che era in lei

Intanto anche Federico, chiamato in più, si era avvicinato ai due e lei lo tastò sui pantaloni sentendo che era già duro e le pareva anche piuttosto dotato.

Carlo si spogliò completamente e quando le si riavvicino entrando nudo nelle sue gambe coperte dai jeans per baciarla sul seno il suo coso forzo la stoffa proprio in vicinanza della sua figa.

Federico con la mano le sbottonò i jeans e lei si sollevò per tirarseli giù, e con essi vennero a metà anche gli slip e lei resto un po’ legata alle caviglie dalla sua roba, il che non le impedì di aprire le cosce e a quel punto Carlo salendo con le ginocchia sui pantaloni di lei abbassati trovò facile infilarle il pisello diritto nella figa che si stava inumidendo.

Lei si lecco una mano e umettò il pisello sentendo il gonfiore delle palle di lui che era depilato e bello liscio e il pisello era lunghissimo, ed emise un gemito mentre lui forzava dentro di lei fino a toccare il collo dell’utero e poi si ritraeva quasi fuori e poi ancora dentro con lentezza per farla attendere un pò.

Intanto Federico inginocchiatosi sul tavolo le porgeva il suo pisello duro e lei lo prese in bocca .

La situazione era eccitante, i gemiti che sentiva di fianco, la durezza del coso che la penetrava, la lingua di lui che non smetteva di stimolare i capezzoli, il pisello di Federico nella sua bocca, le fecero dire frasi smozzicate, che riusciva a dir estraendo il pisello che le riempiva la bocca’ ‘ noo.. mi fate godere’ dai ..dai..sei forte ‘che lungo …. .. che duro ‘. che cazzo’ ohh’. vai in fondo vai’. noo non farlo uscire ‘..!’ e premeva le palle di Carlo con una mano e quelle di Federico con l’altra.

Le gambe immobilizzate dai pantaloni le sembravano i filo di bondage e Federico contorcendosi le toccava il clito e lo eccitava con furia e diceva ‘sei una troia ‘..lo sapevo che ti sarebbe piaciuto’..avere due cazzi da gestire..’

Carlo la stantuffava con lentezza e precisione lei diceva ‘ adesso in fondo dai colpiscimi ‘.mi piaaaace’ Fede te lo succhio dai dai sborra anche tu ‘..scaldami’! e lui diceva..’ finalmente ‘. Prendi’. vengo ‘vengo ‘ sborro ‘ e le sborrò dentro inondandola mentre anche Federico veniva sulle sue tette e anche lei godeva con tremiti soffocati.

Mentre succedeva questo Lucia urlò, sopra i gemiti, il suo numero e il numero estratto che era Massimo, l’ex fidanzato di Isabella.

Lucia era un poetessa, e la chiamavano così, faceva tutte le cose in modo aulico, non si scaldava subito, e sempre per ragioni più romantiche che prettamente fisiche. Partecipava al gioco per vedere se poteva trovare un appagamento anche fisico, ma cercava un appagamento spirituale, era iscritta a diversi gruppi di Yoga e meditazione.

Non era troppo eccitata, era single per un amore finito male, ma la situazione non poteva non farle dimenticare i suoi guai e risvegliare in lei un certo allupamento. Era molto bella, un po’ grassottella, ma abbastanza sexy, suonava la chitarra, ogni tanto si faceva qualcuno, li si vedeva limonare in piaggia e la sera in discoteca.

Era ancora fredda e quasi ridendo si rilassò iniziando ad accumulare sensazioni di piacere mai provate nelle sue scopate furtive e anche con l’ex fidanzato che era spesso un po’ brutale.

Era seduta in un angolo al buio, disse ‘ Massimo, ti sto aspettando. Il mio cuore batte all’impazzata, sento i tuoi passi, ti ho estratto per fatalità, ma fa che sia un incontro d’amore!’

Lui le si avvicinò, lei uscì dal suo nascondiglio e lo abbracciò da dietro, le sue mani corsero lungo il suo corpo, s’insinuano sotto i vestiti, le sue labbra baciavano il collo di lui, la lingua guizzava su di esso.

Massimo non esitò, con le mani le prese i seni, li estrasse dalla camicetta sfiorano i capezzoli, sempre più ritti e vogliosi, continuando carezze, lente e studiate, poi con la mano che doveva tenere dietro il suo corpo, trovò la via tra le gambe di lei e sotto la gonna di lanetta arrivò alle mutandine.

Poi si girò, la masturbò lentamente, la spinse su una poltrona, la spogliò, sfilò le mutandine.

Con la bocca si gettò sul sesso, la lingua guizzava, rapidissima, da destra a sinistra, mentre esplorava contemporaneamente dall’alto in basso tutto il sesso, della poetessa, profumato di femmina…

Si fermò sul clitoride, fin quasi a farla godere, si fermò sentendo che vibrava,… il sapore cambiava rapidamente, capiva che il suo piacere era vicinissimo, indugiò, ma poi la fece venire.

La Poetessa si irrigidì , strinse le cosce sulla faccia di lui, e poi le lasciò andare di colpo, godendo nella sua bocca.

Massimo infilo dentro la lingua, sollevando le gambe con un braccio per entrare dentro di lei . Posò le sue caviglie sulle spalle e la penetrò, fino a toccarle il fondo. La scopò a lungo, variando il ritmo per darle il massimo piacere, faceva roteare il bacino per toccarla dentro in ogni punto.Sentiva il suo nuovo orgasmo vaginale arrivare e mentre la sua lingua esplorava la bocca della Poetessa e s’intrecciava con la suo lingua.

Girò a lungo la lingua dentro fino a quando la riempì con caldi getti di seme, che l’eccitazione aveva reso ricco.

La Poetessa prese il membro di Massimo ancora duro tra le tue labbra e gustò le ultime gocce di seme ancora rimaste.

Mentre succedeva ciò Edoardo estrasse Isabella , una mora alta, sempre un po’ ‘prude, una bella ragazza bruna, alta, belle gambe, due labbra un po’ pretesa, da baciare, ma si sapeva che aveva rifiutato sempre tutti i pretendenti, dicendo che lei era un ragazza pura, che era educata dalle suore, che aspettava in vero grande amore, e nessuno se l’era mai fatta, nella compagnia .

Si vede che aveva cambiato idea, con Edo, perché lo attirò a se, stando semisdraiata su un divano, e lui iniziò a spogliarla lentamente iniziando dalla camicetta, poi il reggiseno, aveva una bellissima collana di perle che creava un contrasto stupendo con la sua pelle e che si adagiava perfettamente sulle sue tette. Le tolse anche la gonna e vide che indossava delle autoreggenti e un minuscolo perizoma che a stento conteneva la sua figona…lo sfilò e si mise a cavalcioni su di lei.

Le incrociò le mani sulla testa e prese a succhiarle i capezzoli che già erano molto sensibili, lei iniziò ad ansimare forte…godeva già anche solo succhiandola..

Le allargò le gambe e la penetrò in un lago di umori, poi prese a pompare come un forsennato, tanto che a volte il suo cazzo scivolava fuori e nel rimetterlo spesso sbagliava buco ma senza penetrarla…vedevo comunque che le piaceva e senza chiedere se l’avesse mai fatto le alzò le gambe sulle sue spalle puntò al buchetto e con un colpo secco, anche facilitato dall’abbondante lubrificazione che le era colato sull’ano, glielo spinse tutto dentro…

Sabella era vergine lì, cacciò un urlo disumano e tentò di svincolarsi..ma Edo con dolcezza le disse “..stai calma…ora passa e godrai..” e stette fermo per un pò per lasciarla abituare, poi riprese a pompare lentamente e più pompavo più lei si adattava…Nel frattempo le infilò un pollice in fica mentre con un dito massaggiava il clitoride…Isabella iniziò ad ansimare forte, sempre più forte e a dimenare la testa da un lato all’altro, dicendo parole sconnesse, “spingi….di più…dammelo tutto…spaccami tutta”…Finchè ebbe un forte orgasmo come non le era mai capitato.

Edo se ne accorse anche perchè sentiva le contrazioni della fica attorno al pollice.

Le lascò il tempo di riprendersi, era rossa in viso ed ansimava…”E’ stato bellissimo….ma potevi avvertirmi…non ero preparata”, “Ti ho fatta male?” “Un pò”, rispose, “ma ora sto bene…”, “lo tolgo?” “…sei pazzo?, lascialo lì dov’è”.

In fatti era ancora duro dentro di lei e senza uscire se la mise sopra.

Qualcun’ altro o altra che guardava vedeva lo spettacolo di Isabella, la perfettina, inculata e con la fica aperta…

E così dopo queste due ore di avvio, la compagnia andò avanti ancora fino a sera, quando tutti erano esausti ed affamati. Ci rivestimmo, ci lavammo a turno nei due bagni della casa, e ordinammo 15 pizze da dividere tra noi 13 con tante birre e coca cola.

Ma quella performance ha cambiato i nostri rapporti, sicuramente in meglio si è passati dal solito tran tran ad un’attività sessuale libera e le coppie che erano stabilite in precedenza si sono alternate.Per il caso e per la passione ora le coppie sono formate così: Giulio ha lasciato Laura dopo aver visto la troia che c’era in lei , e lei si è messa con Federico, che l’ha scopata dopo Carlo, Marco ha lasciato Cristina e sta con la ninfomane Sofia, fanno cose in tre, con Carlo, anche nei cinema, Giulio ora sta con Cristina e sono felici, Mimmo è tornato con Paola, che non ha mai smesso di amare; Isabella, che ha scoperto le gioie del sesso totale sta con Edoardo, che gliel’ha fatto conoscere, mentre Lucia e Massimo si sono addirittura sposati.

Di comune accordo abbiamo deciso che il primo venerdì di ogni mese pari ci si ritrova insieme, e si fa sesso ancora insieme, ma per ora le coppie sono prefissate, fino a quando la noia del solito ci stuzzicherà ancora e allora riapplicheremo le ‘regole dalla mosca cieca’.

Mentre il sabato ci si dedica a cose di coppia, alcuni poi hanno cominciato a frequentare gruppi di scambio nei locali, e io mi eccito tremendamente sapere che la mia tipa oltre a me la scopano anche altre persone, e per ora va bene cosi.

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