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Racconti Erotici Etero

Giornata storta

By 5 Luglio 2007Dicembre 16th, 2019No Comments

Giornata no, non c’&egrave che dire… salgo su quel treno che spero mi riporti a casa prima possibile. Sono stanco, nervoso, incazzato.
Scelgo un vagone abbastanza vuoto, non ho nessuna intenzione di avere a che fare con altre personalità, altri caratteri, altre persone. Voglio rimanere solo con il mio umore perché solo così, lo so, riuscirà pian piano a passare.
Mi sento un passeggero come tanti, appoggiato con il gomito al bordo del finestrino, con il mento abbandonato sulla mano, intento a fissare il vuoto che scorre veloce. I pensieri di quella giornata così storta continuano a frullare nella testa quasi a volermela fare esplodere.
‘Ciao’… una voce caldissima mi desta da quello stato vegetativo e assente.
‘Posso sedermi qui?’. L’istinto e l’umore mi impongono di rispondere con l’ironia solita di chi vuol trasmettere il proprio stato d’animo: ‘Se non ci sono altri posti liberi…’ ma il tutto non arriva alle mie corde vocali perché nel frattempo mi giro a guardarla e quei suoi occhi nocciola, quasi dello stesso colore della sua pelle abbronzata cancellano qualunque traccia di quella giornata. ‘Ehm, sì, cio&egrave… certo, accomodati’. Ecco la solita figura del cavolo che inevitabilmente la mia timidezza mi propina.
Lei sorride, soddisfatta. Ha uno sguardo inconfondibile, il tipico sguardo di una donna che ha voglia di divertirsi.
‘Non volevo distrarti dai tuoi pensieri’ mi dice. ‘Giornata storta, figurati, anzi, non vedevo l’ora che qualcuno ci riuscisse e sono felice sia stata proprio tu’ rispondo meravigliandomi immediatamente di come sia riuscito a mascherare l’imbarazzo.
Ha una maglietta troppo scollata per il mio self control e non resisto… forse &egrave l’unico appiglio che ho per sperare in qualcosa di più di queste due parole scambiate. Fanculo la timidezza e con una palese occhiata a quella scollatura aggiungo ‘con certi argomenti riusciresti a distrarre chiunque’. Lei mi guarda, si china un po’ per regalarmi ancora più di quel che riuscivo a vedere e mi chiede con finto imbarazzo ‘Dici?’.
Sento nei pantaloni un impulso immediato e come per istinto allungo una mano e gliela metto su un seno. Sento il cazzo farsi sempre più duro quando lei mi prende la mano e se la spinge ancor di più contro la sua tetta avvicinandosi di più a me.
Le mie dita esperte si muovono ad arte su quella tetta e il cotone della sua maglietta cede al suo capezzolo che prepotentemente cerca strada… glielo stuzzico ancora un po’ ma ho troppa voglia di contatto così lascio scivolare la mano sotto la maglietta. Ha un seno caldo, sodo, che mi riempie la mano e automaticamente anche i pantaloni. La sua mano arriva immediatamente a constatare l’effetto che il suo seno ha su di me e con ironica sorpresa mi dice ‘Wow!’ e ci scappa una risata.
‘Scendi con me, alla prossima!’ &egrave la sua inequivocabile proposta e io comincio a viaggiare con la mente verso quello che ormai &egrave certo che mi aspetta.
Non dico nulla ma la seguo. Scendiamo dal treno e dopo pochi passi, non ricordo esattamente quanti, ci ritroviamo davanti alla porta di casa sua. Il suo sorrisino malizioso &egrave sempre lì e il mio cazzo duro pure.
Saliamo le poche scale dell’ingresso ed entriamo in casa. Ci chiudiamo la porta alle spalle e prima di qualunque altro istante ci ritroviamo abbracciati contro il muro. Le metto le mani sul culo mentre lei le tiene intorno al mio collo… e ci baciamo. Le nostre lingue giocano pericolosamente mentre io le alzo la gonna e continuo a toccarle il culo. Il suo perizoma mi lascia tutto a disposizione e io me lo prendo. Ma all’improvviso devo lasciare la presa perché lei si china e punta dritto alla mia cintura. Apre la cintura sbottona i pantaloni e mi tira fuori l’uccello, grato di esser stato liberato da quella prigione.
Le sue mani lo tengono mentre lei lo ammira per qualche secondo… dà come l’impressione di non sapere da dove iniziare. Ma &egrave solo un’impressione perché subito dopo lo prende in bocca e io non posso fare altro che abbandonarmi al sostegno di quel muro.
E’ un’artista, ha il pompino nel sangue, si vede… pensavo di aver raggiunto il massimo dell’eccitazione e invece mi sorprendo a sentirlo ancora più duro… la sua saliva &egrave ormai dappertutto mentre nel frattempo con una mano mi tiene i testicoli. La sua mano e la sua bocca scivolano indisturbate lungo tutto l’arnese.
Ho voglia di leccarle la figa, ho voglia del suo odore, ho sete del suo sapore.
Appena si rialza mi ficca la lingua in bocca e sentire il mio sapore nella mia bocca &egrave molto piacevole.
Mentre continuiamo a baciarci le sfilo via la maglietta e riprendo il lavoro interrotto sui suoi seni caldi… mi chino un po’ per baciarli e leccarli e mi accorgo che lei butta la testa indietro subito dopo un brivido… sto facendo un buon lavoro.
Ma la mia voglia di leccarla sale, mi chino ancora di più e le sfilo via gonna e perizoma e comincio a leccarla… lei allarga le gambe per facilitarmi il compito. Ha una figa rasata al punto giusto e la mia lingua scivola pesante sul clitoride mentre con le dita tengo larghe le labbra. Ogni tanto accenno quasi a penetrarla con la lingua per poi tornare a dedicarmi al clitoride. Che buon sapore…
La preparo ancora un po’ cominciando ad aprirmi la strada anche con le dita, penetrandola con indice e medio insieme. E’ bagnatissima, ha voglia almeno quanto me.
Infatti all’improvviso si gira e mi sbatte in faccia il culo. ‘Dai, non resisto!’ sono le sue parole per dirmi ‘Mettimelo dentro!’. Capisco al volo, mi alzo e appoggio la cappella su quella figa vogliosa… per un attimo assaporo il suo calore e poi lo spingo dentro fino a sbattere il mio ventre contro le sue natiche… i nostri gemiti sono contemporanei.
Comincio a sbatterla con forza, quasi dovessi punirla per qualcosa… lei non vuole altro che questo, lo capisco. Esco e rientro più volte e nel rientrare la sbatto ancora di più. Movimenti rapidi, decisi. Ora più veloci, ora meno… sento che non potrei resistere a lungo.
Lei si libera di me, si rigira e mi mette le braccia al collo alzando una gamba… vuole che la prenda in braccio.
Lo faccio e lei si accomoda dolcemente su quell’asta ormai familiare. Ora &egrave lei a muoversi facendo leva sul mio collo.
Passano minuti velocissimi in cui le nostre lingue continuano a lottare.
Scende da me, si sdraia a terra e mi guarda implorante.
Mi sdraio su di lei e ricominciano le danze. Lei fa passare una mano tra me e lei a raggiungere il clitoride che inizia a toccare con vogliosa forza. Le do altri due colpi e la vedo cedere a gemiti di piacere inequivocabili… sento il cazzo caldo e ancor più bagnato. Aveva avuto quel che voleva. Lei si gode con me quei momenti mentre mi osserva con una sguardo grato.
Si alza, sa quel che voglio. Mi fa alzare e chinandosi lo prende in bocca. Ero davvero al limite. Quando sento di non farcela più me lo prendo in mano e le regalo tutto il mio orgasmo che lei golosamente prende in gola.
Mi sento l’uomo più felice del mondo.
Ci baciamo, molto più dolcemente… ci abbracciamo e ci coccoliamo un po’ per dirci ‘grazie’ a vicenda.
Mi rivesto, &egrave ora di andare via.
Lei mi accompagna ancora nuda sull’uscio mi guarda con dolcezza infinita e mi saluta con un ‘Ciao, spero che anche domani sarà una giornata storta per te.’
Che ci crediate o no, lo spero anch’io…

&egrave il mio primo racconto; vi prego di dirmi tutto quello che pensate: hidden74@gmail.com

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