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Racconti Erotici Etero

Gita a Parigi

By 9 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

La memorabile gita di quinta superiore a Parigi!
Non ve la posso che definire così!
Dopo cinque lunghi anni di attesa ecco arrivato il momento di fare la valigia per andare fuori casa cinque giorni.
Il viaggio in aereo è stato emozionante, ma quello che mi avrebbe aspettato in quei giorni’ Se qualcuno me l’avesse raccontato prima l’avrei preso per pazzo.
Ma veniamo al fatto.
La seconda sera di quella favolosa gita della mitica 5^C, le tre ragazze più carine della compagnia, tre alunne della classe 5^D, si avvicinarono a me, il mio amico Lorenzo e Carmine, il nostro nuovo compagno, trasferitosi nella nostra classe proprio quest’anno.
-Salve ragazzi ‘ esordì la biondina con quel fare un po’ civettuolo che credo sia tipico di quasi tutte le ragazze a quell’età ‘ Stasera avremmo organizzato, nella nostra camera, una specie di pigiama party. Siccome i nostri compagni sono un po” beh, diciamo che sono poco svegli, avremmo pensato di chiedere a voi se vi andava l’idea di unirvi alla nostra piccola festa.
-Certo che sì ‘ risposi io prendendo la palla al balzo e scheggiando un’occhiata complice ai miei amici che, son un sorriso di intesa, mi fecero capire tutto il loro accordo.
-Ah, inutile dirvi che l’unico abbigliamento concesso è, per l’appunto, il pigiama. ‘ riprese quella con i capelli rossi.
-Mi raccomando, alle dieci, puntuali.
Stavolta a parlare era stata la più carina, la ragazza mora che, a primo acchito, sembrava avermi lanciato un’occhiata maliziosa.
Non fecero a tempo ad allontanarsi che subito partirono i commenti di Carmine e Lorenzo
-E vai che stasera si fotte
-Non vedo l’ora di far loro assaggiare il mio bastone
Io intanto guardavo le ragazze allontanarsi vidi chiaramente la mora che si girava verso di noi e, incrociato lo sguardo si girò scoppiando in una risata civettuola.
-Ragazzi, voi fate quel che volete, ma sia chiara una cosa, la mora è mia!
Il mio tono era stato talmente perentorio che ne Carmine, ne tantomeno Lorenzo, ebbero il coraggio di replicare. Piuttosto iniziarono a litigare contendendosi le altre due.
Nel frattempo io realizzai che, per far sì che nessuno si insospettisse, dovevamo far in modo di dormire tutti nella stessa stanza. Il problema non si pose perché, dopo una efficace opera persuasoria nei confronti dei compagni di stanza di Carmine, andammo dai prof a comunicare le nuove disposizioni delle camere. Ammetto che, all’inizio, temevamo sarebbe saltato tutto, poi, grazie all’intervento della prof di educazione fisica (tra l’altro una gran gnocca), riuscimmo nel nostro intento.
Arrivata la sera ci preparammo in fretta, ci profumammo talmente da sembrare tre troie navigate.
Alle dieci e venti eravamo già frementi che, di tanto in tanto, lanciavamo occhiate per vedere se il giro era passato. Di la a cinque minuti il prof di scienze entrò in stanza:
-Forza ragazzi, basta far casino. A letto che domani ci tocca il Louvre.
-Va bene prof ‘ rispondemmo con quell’aria da santarellini che, ovviamente, insospettì il professore, tanto che prima di levarcelo dalle palle, dovemmo infilarci sotto le coperte e aspettare altri due o tre minuti.
Una volta uscito dalla stanza attendemmo di sentirlo scendere dalle scale.
Un altro minuto trascorse così col fiato sospeso.
Uscimmo quindi dalla stanza e salimmo le scale dei due piani per arrivare dove erano alloggiati quelli della 5^D. Cercammo la stanza 315 che era quella indicata dalle ragazze e bussammo, come concordato, quattro colpi secchi.
La rossa venne ad aprirci, indossava una specie di vestaglietta leggera e trasparente, tutta variopinta e scollata. Notai subito che poteva portare una terza o quarta di reggiseno.
Entrammo e vedemmo le altre due che aspettavano sedute sul letto.
La bionda aveva un pigiamino camicetta e pantalone in raso rosato e i capelli lunghi raccolti con una molletta in cima alla testa.
Ma la mora le superava tutte. Aveva un completo rosso acceso con delle trasparenze che rivelavano un intimo anch’esso rosso ma tutto in pizzo. Ad un buon osservatore come me non potevano sfuggire i capezzoli che si intravedevano ritti e grossi sotto un reggiseno troppo stretto, e soprattutto quel ciuffetto nero che traspariva da sotto un perizoma da urlo.
-Ehi ragazzi, siete caduti dentro una vasca di profumo ‘ esordì la rossa con aria beffarda.
Ci guardammo sentendoci tre idioti.
Nel frattempo le altre due scoppiarono in una risata a stento trattenuta per non far rumore.
-Tranquilli, stavo solo scherzando. Dopotutto a noi non interessa molto il profumo, vero ragazze?
-Verissimo ‘ sentenziò la mora alzandosi e venendo verso di me ‘ Bene, tu ti siedi qui, accanto a me.
La bionda accalappiò Carmine mentre la rossa invitò Lorenzo a prendere posto accanto a sé.
E così tutti i piani fatti dai miei amici erano andati a farsi fottere.
Il gioco era in mano loro, loro ci avevano scelti ed ora si sarebbero divertite con noi.
-Bene ragazzi, la serata consiste in una specie di test. Ognuno di noi farà delle domande a chi deciderà, qualora la risposta non venga data o risulti sbagliata, il pegno consisterà nel togliersi un indumento. Se invece la risposta sarà corretta sarà chi ha posto la domanda a doversi spogliare. Il gioco continuerà fino a che anche l’ultimo giocatore non sarà totalmente nudo.
-E se uno rimane nudo e sbaglia ancora ‘ chiese ingenuamente Carmine
-Pagherà pegno ‘ gli rispose la bionda con malizia.
-Bene, comincio io ‘ disse la mora
-Prima però dettiamo alcune regole ‘ annunciò la rossa che ormai, si era capito, era la mente del gruppo. ‘ Innanzitutto non si possono toccare gli argomenti sport, meccanica ed elettronica.
-Bene – annunciai io intuendo che, così facendo, loro si mettevano al sicuro su un territorio da loro sconosciuto ‘ ma allora anche shopping, gossip e cosmetica.
-Affare fatto! -ribadì la rossa ‘ in secondo luogo non si possono rifare domande già fatte da altri.
-Più che giusto ‘ ribadì la mora con un tono che mi fece intuire subito che sarebbe stata una serata calda.
-Ok, stabilite queste regole ‘ proseguì la bionda, possiamo dare il via ai giochi.
-Va bene, allora parto. ‘ affermò Laura, la mia mora compagna ‘ Benissimo, dimmi Luca, quante volte ti masturbi al giorno?
-Partiamo subito in quarta vedo, questa non la rispondo, preferisco togliermi la camicia. – Detto fatto rimasi a torso nudo. Colsi uno sguardo di compiacimento in Laura quando vide i miei muscoli tonificati da tre giorni di allenamento alla settimana. ‘ Ora tocca a me. Dimmi Laura, hai mai baciato un’altra ragazza?
-Certo che sì ‘ fece lei, candida come una fanciulla.
-Bene Bene, affermò Giada, la rossa ‘ sembra che tu abbia perso un altro capo di abbigliamento. Con una rabbia per essermi fatto fregare così mi sfilai i pantaloni rimanendo così con i miei boxer attillati. Un nuovo lampo di soddisfazione illumino lo sguardo di Laura che già pregustava il mio corpo nudo. Non potevo permettere che ciò accadesse.
– Carmineee ‘ fece con voce suadente Eleonora per richiamare l’attenzione del suo partner ‘ Per caso ti eccita di più il pigiama di Laura, il mio, o quello di Giada?
– Non è giusto, non mi puoi fare questa domanda.
– O rispondi o ti togli qualche cosa ‘ rispose con naturalezza Eleonora.
Neanche a dirlo, onde evitare rappresaglie, Carmine si tolse la maglia.
-Bene, ora tocca a te, a chi vuoi fare la domanda? ‘ chiese Eleonora con aria di sfida.
-A te ‘ disse con tono secco Carmine accettando il guanto di sfida e scrivendo così il suo destino. ‘ Quando ti masturbi cosa preferisci usare.
Lo sguardo di Eleonora si dipinse di una soddisfazione enorme, come di un cacciatore che vede la preda cadere nella rete tesa.
-Solitamente uso questo ‘ affermò estraendo un piccolo ombrello dal manico di madreperla.
Carmine sbiancò e traballando, si vide costretto a sfilarsi, a sua volta, i pantaloni.
-E due ‘ riprese Giada con fare trionfale – vediamo se riusciamo a fare tre. Bene Lorenzo, dimmi un po’, quante volte hai fatto sesso con una donna?
Nemmeno fece cenno di rispondere, dire che era vergine sarebbe significato essere deriso, dire il contrario avrebbe significato che, in caso si fosse andati oltre, avrebbe creato delle aspettative nella partner. Anche egli quindi si tolse la maglia. Fu il suo turno di fare la domanda. Era palese il timore che aveva.
-L’hai mai preso nel culo? ‘ esordì con un tono tra lo speranzoso e la sfida.
Evidentemente era andato a segno perché ci su un attimo di silenzio, poi Giada, sorridendo, si tolse la camicia da notte lasciando tutti noi con gli occhi sbarrati. Aveva un seno meraviglioso, a stento trattenuto dal reggiseno in pizzo che poco lasciava alla fantasia.
-E bravo Lorenzo, hai fermato il giro negativo di voi maschietti, vediamo se Laura riuscirà a riprendere le redini della partita.
-Molto bene. Allora Luca, dimmi un po’, c’è nessuna della tua classe con cui hai fatto sesso?
-Spiacente per te ‘ risposi con fare di sfida – ma a questa rispondo. No, non c’è nessuna che, al momento, meriti la mia attenzione.
-Bella risposta ‘ riprese Laura ‘ questo te lo meriti proprio.
Così dicendo si avvicinò a me e si sfilò il completo a due centimetri da me. Nel farlo inarco la schiena e il suo seno sul mio viso. Sentivo il profumo della sua pelle, intenso e seducente. Non aveva profumo addosso, era il suo odore di donna, reale, quello emanato dai suoi ormoni eccitati.
Il mio uccello rispose alla provocazione e cominciò ad inturgidirsi. Nemmeno a dirlo lei se ne accorse immediatamente.
-Vedo che quanto vedi è di tuo gradimento. Bene, la cosa non può che farmi piacere. Ora tocca a te.
Gioca bene le tue carte, altrimenti rischi di mostrare a tutti il tuo gioiellino.
Non vi nascondo che provai un timore crescente. Era vero, se lei avesse risposto alla mia domanda sarei stato costretto a togliermi i boxer. Dovevo assolutamente correre ai ripari.
-Sei mai venuta realmente facendo sesso con un uomo?
La domanda la prese in contropiede. Guardò le amiche che scoppiarono a ridere. Sorrise anche lei e, con lo stesso tono di poco prima disse:
-E bravo il nostro Luca. Giochi sporco vero? E se io decidessi di vaneggiare il tuo tentativo?
Credo che sbiancai in viso. Non poteva essere vero.
La guardai, mi sorrise e, avvicinandosi a me disse:
-Tranquillo, stavolta ti è andata bene. Meriti proprio un premio. Forza, toglimelo tu il reggiseno.
Incredulo portai le mie mani dietro la sua schiena bianchissima e lo sganciai. Due meravigliosi seni, sodi e pieni, esplosero fuori dalla stoffa ormai priva della sua stabilità ballonzolandomi leggermente davanti al viso. Provai forte il desiderio di attaccar mici subito e di succhiarli con foga. Lei si ritrasse e si sedette al suo posto guardandomi con aria soddisfatta.
-Ora tocca a me. ‘ disse con l’entusiasmo di una ragazzina Eleonora ‘ Dimmi un po’ Carmine. Sei mai stato sorpreso da qualcuno mentre ti masturbavi.
-No, mai stato sorpreso ‘ rispose con aria trionfale. ‘ Forza, ora tocca a te.
-Uffa, e io che ci speravo. Va be’, pazienza. Sarà per il prossimo giro.
Detto questo si alzò e si sfilò i pantaloni di raso rosa rivelando un paio di slippini, anch’essi in raso e anch’essi rosa.
-Forza, spara la tua domanda – disse sedendosi ed assestandosi alla meglio sulle gambe incrociate. Un ciuffetto di peli, leggermente tendenti al castano, fece capolino dall’elastico.
Carmine era in difficoltà, ed era palese. Non sapeva cosa chiedere. Aveva il terrore che avrebbe risposto. Dopo qualche secondo di panico ed un paio di incitazioni da parte delle ragazze Carmine deglutì e tentò il tutto per tutto.
-Ti piace fare pompini?
-Certo che sì, e sono anche brava. ‘ rispose placidamente Eleonora ‘ Vuoi provare?
Carmine sbiancò, letteralmente.
Una risata partì nel gruppo delle ragazze, seguito dal peggiore degli incitamenti
-Nudo, nudo, nudo’
Il tutto accompagnato da un ritmico battere di mani.
Barcollando Carmine si alzò. Eleonora, con una mossa repentina, gli afferrò il bordo inferiore del boxer abbassandoglielo di scatto. Il cazzo teso di Carmine saltò fuori con il movimento di una catapulta. Il tutto nel giro di un paio di secondi.
-Complimenti. Sei ben dotato – Fu il commento distaccato di Giada
-Ora è il tuo turno. ‘ riprese rivolgendosi a Lorenzo.
Nel frattempo Carmine si era seduto cercando di nascondere il più possibile la sua erezione.
-Dimmi Lorenzo, a che età hai perso la verginità? ‘ un sorriso malizioso le si dipinse sul volto.
Sapeva di averlo in pugno. Come non aveva risposto alla domanda precedente, così, per gli stessi motivi non avrebbe risposto a questa.
Infatti nel silenzio più totale, Lorenzo si alzò e si tolse i pantaloni rimanendo con un paio di slip, già tesi per la sua erezione.
Sempre rimanendo in piedi, certo che sarebbe stato il suo turno di rimanere nudo, chiese con fredda indifferenza:
-Allora Giada, ti sei mai masturbata in compagnia di altre ragazze?
-No, anche se non mi dispiacerebbe per nulla. Solo non c’è mai stata l’occasione.
Senza nemmeno aspettare la fine della risposta, Lorenzo si sfilò lo slip esibendo un cazzo teso più corto di quello di Carmine, ma decisamente più grosso. Neanche fece cenno di coprirsi. Rimase lì, in piedi a farsi ammirare dalle ragazze. Il suo gesto fu particolarmente apprezzato da Giorgia che, con tono decisamente più dolce, si complimentò con lui e lo invitò a sedersi. Lorenzo obbedì e il gioco riprese.
-Sembra tu sia l’unico ad aver resistito. Vediamo un po’ se sei ancora così tenace…
Questo esordio, del tutto inaspettato da parte mia, mi fece ripensare alla mia situazione. Sia che io non avessi risposto, sia che Laura avesse risposto alla mia domanda mi sarei ritrovato, a mia volta, nudo e alla loro mercè.
-Dimmi un po’- riprese sicura Laura ‘ hai mai avuto pensieri sessuali che prevedessero sesso con altri ragazzi?
La domanda mi capitò addosso con uno strano effetto.
Risposi di no, ma il mio tono lasciava capire che, se non ci avevo mai pensato fino ad allora, ora cominciava a frullarmi per la .testa.
-Credo di aver sbagliato la mia domanda ‘ disse con aria da finta innocente Laura. Si alzò e mi invitò a toglierle lo slip. Lo abbassai lentamente. Volevo gustarmi quello spettacolo il più a lungo possibile. Una leggera fascia di peluria nera fece capolino da sotto l’elastico. Più abbassavo e più si vedeva la forma curata e definita del classico triangolino del piacere. Abbassai del tutto e, quando laura sollevò la gamba per sfilarlo, la stretta fessura, seminascosta dalla peluria, evidenziò un turgore che inviò una scarica lungo la mia asta, ora definitivamente tesa. Avere o non avere i boxer era, ora, una pura formalità. Infatti i miei venti cm di nerchia erano ben visibili in tutta la sua lunghezza. Ed anche la grossezza era non di poco conto. Modestamente vanto un diametro di diciassette cm.
-Ah, però. Credo valga la pena cercare di toglierti quel pezzo di tessuto. ‘ Affermò seria Giorgia.
-Niente di più facile, riprese Laura, Forza, fai la tua domanda.
-Benissimo, dimmi, quali sono i difetti più fastidiosi delle tue amiche? E non mi dire che non ne anno perché equivarrebbe a mentire.
-E va bene, hai vinto. Dimmi, quale penitenza devo fare?
-Ti avvicini e mi fai succhiare i tuoi capezzoli.
-Volentieri ‘ rispose lei più che sollevata dalla cosa. Finalmente potevo avere i suoi seni a disposizione. Vi affondai la faccia e ne inspirai il profumo. Catturai un capezzolo con le labbra, lo strinsi fino a farla gemere di piacere e lo succhiai. Poi passai al secondo. Il seno era morbido, bianco e venato di azzurro. I capezzoli, rosei e turgidi, sparavano verso di me duri e invitanti. Mi persi in quel gioco per un bel paio di minuti fino a quando Eleonora sbuffò.
-Ora è il mio turno. Volete finirla che continuiamo?
La guardai e acconsentii.
-Bene, sembra proprio debba fare a te la mia domanda. Dimmi un po’, se Carmine tentasse di baciarti ti tireresti indietro?
-A parte che non lo farebbe mai, comunque no, non è un bacio di un uomo che mi crea problemi.
Carmine mi guardò incredulo, ma essere il più sfrontato possibile era l’unico modo per competere con loro. In effetti Eleonora, se pur sbuffando un po’ fu costretta a togliere la camicia del pigiama. Un seno prosperoso, cosparso di piccole e numerose efelidi, fece la sua comparsa tra di noi. Era decisamente più piccolo di quello delle altre due ma fatto a punta e molto alto.
Era a suo modo grazioso, perfetto in quel corpo, non ancora totalmente formato.
-Bene! Carmine, a te l’onore di completare l’opera. ‘ gli dissi per incitarlo.
Mi guardò e sembrò capire in che direzione andare.
-Allora Eleonora, dimmi, quale torto subito dalle tue amiche fai fatica, ancora ora a digerire?
Spiazzata dalla domanda si guardò intorno e vide lo sguardo interrogativo delle amiche.
-Nessuno ‘ tentò di abbozzare lei
-Spiacente ma non sei credibile ‘ feci eco io a salvare l’amico. Altrimenti perché, prima di rispondere avresti guardato intorno?
Un po’ protestando anche Eleonora fù costretta a togliere lo slip. La sua fighetta, decisamente poco pelosa, era stretta e corta. Sembrava che mai e poi mai avesse accolto un membro tra le sue pieghe.
-E bravo Luca. ‘ disse con aria di sfida Giorgia ‘ sembra tu sia riuscito a capovolgere la situazione. Ma non so per quanto ti riuscirà ancora.
Giorgia aveva negli occhi un fuoco di sfida indescrivibile.
Abituata com’era ad avere il controllo della situazione, un po’ come me con i miei amici, non era assolutamente disposta ad accettare la mia trionfale ripresa di controllo.
-Dimmi un po’ Luca, che sentimento lega te e i tuoi amici? E una semplice amicizia.
Si era fatta autogol.
-Certo che no. La nostra non è una semplice amicizia. Noi condividiamo ogni cosa, ogni esperienza. Ben pochi sono i segreti che manteniamo tra di noi. Ma se ti riferisci al fatto se ci possa essere una qualche relazione sentimentale, beh, la risposta è no, per il momento no.
– Che vuol dire per il momento? ‘ chiese Eleonora?
– Serbati questa domanda per dopo. ‘ risposi con determinazione.- dopotutto non è ancora il tuo turno.
Nel frattempo Giorgia, con una rabbia per essere stata tanto stupida, fu costretta, con sommo piacere di tutti noi, a far cadere quella sottile striscia di tessuto che rappresentava il reggiseno.
Le era ormai chiaro che non poteva più incastrarmi con domande sul sesso. Avrebbe dovuto cambiare strategia. Intanto Lorenzo si stava godendo lo spettacolo di quel gran seno a una spanna da lui. Il suo cazzo pulsò un paio di volte. Pregustando il momento della vittoria incappò, invece, nella più fragorosa delle cantonate.
-Giorgia, vediamo un po’ ‘ disse con un’espressione da ebete in viso ‘ Hai mai desiderato prendere a sberle una delle tue amiche.
-Vedi Lorenzo, io sono molto schietta con tutti, in particolare con le mie amiche, tanto e vero che, come possono testimoniare loro, non solo l’ho desiderato in un paio di occasioni, ma l’ho anche fatto.
Uno sguardo di disappunto si dipinse sul volto di Laura. Probabilmente il fatto di sembrare sottomessa all’amica non le faceva un gran piacere.
Comunque, tornando al nostro povero Lorenzo, il pegno che lo aspettava si dimostrò essere particolarmente crudele. E non solo per lui.
-Bene caro ‘ riprese con voce da maestrina Giorgia ‘ c’è una cosa che ho sempre desiderato vedere e non ne ho mai avuto occasione. Ovviamente puoi rifiutarti, ma la conseguenza è che la serata finirebbe qui. Ebbene vorrei vedere che fai una sega al tuo amico Carmine. Non serve che lo fai venire, l’importante è che gli meni il cazzo per almeno trenta secondi.
Carmine sbiancò nuovamente e Lorenzo gli andò dietro. Mi guardarono cercando aiuto ed io tentai di intervenire.
-Scusa ma la penitenza spetta a Lorenzo. Carmine non centra nulla.
-Benissimo, vorrà dire che, se le mie amiche sono d’accordo, quando Carmine dovrà far penitenza, sarà questa. Il risultato è solo rimandato. Siete d’accordo?
Eleonora e Laura sembravano leggermente in difficoltà, ma per non fare la figura delle guastafeste assentirono. C’era solo da sperare che Carmine reggesse.
Fu nuovamente il turno di Laura. Io avevo gli occhi puntati su Lorenzo e Carmine. I loro uccelli si erano ammosciati. Tutto l’entusiasmo per la serata era decaduto.
Laura mi guardò con tenerezza.
-Luca, cosa intendevi quando hai detto ‘non ancora’
La guardai stupito. Non aveva nemmeno tentato di mettermi in difficoltà. Le risposi con la stessa dolcezza e con gratitudine
-Nulla è certo nella vita. Non posso sapere cosa accadrà tra un anno, domani o, addirittura, tra dieci minuti. Potrebbe intervenire la tua amica Giorgia che, per puro divertimento, mi costringerebbe a spampinarmi gli altri due. Oppure potrebbe capitare che un domani, anche lontano, la curiosità di scoprire cosa nasconde il sesso con un altro uomo ci spinga a fare cose che, al momento, nemmeno sogniamo. Ecco cosa intendevo.
Giorgia mi guardò inviperita. Le stavo mettendo contro le amiche, le stravolgevo le carte in tavola.
Laura mi guardò e mi chiese quale sarebbe stata la penitenza da affrontare. Le dissi che desideravo ricevere un bacio e, nemmeno a dirlo, mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Le nostre lingue si avvinghiarono e il mio desiderio, sopitosi a causa dell’interevento di Giorgia, riprese consistenza e vigore. La mano di Laura si posò sul mio pacco e ne prese le misure.
-Ora tocca a te ‘mi disse staccandosi.
Guardai Giorgia, dovevamo chiudere il gioco a tutti i costi.
-Perché vuoi a tutti i costi essere ricordata per la perfida del gruppo? Non ci possiamo semplicemente divertire.
L’improvvisa risposta di Giorgia mi fece trasalire.
-Ho paura che, con questa domanda tu abbia decretato la tua sconfitta.
Il tono usato non era però trionfale ma abbattuto.
-Vedi tutti si aspettano che le rosse siano tremende, e se non fai la cattiva, quella che comanda, la donna con polso, non c’è possibilità di essere accettata.
-Sono convinto ti sbagli ‘ risposi io ‘ sono certo che piaceresti anche di più se dimostrassi una qualche debolezza. Sbaglio ragazzi.
Tutti condivisero la mia tesi ma il seguito mi spiazzò.
-Bene, ho ricevuto il messaggio disse lei riprendendo l’autocontrollo. Ciò non toglie che hai perso il gioco. Puoi pure procedere a togliere i boxer.
Rimasi impietrito qualche secondo, poi, deciso a non dare soddisfazione a Giorgia mi alzai e mi sfilai i boxer. Il mio cazzo, tornato a rilassarsi un po’ fuoriuscì pesante dalla stoffa ricadendo sui coglioni. Laura rimase folgorata da quella vista e sembrava smaniare per averlo.
Carmine e Lorenzo mi guardavano ammirati. Non un cedimento nella mia postura tradiva l’imbarazzo di essere nudo di fronte a tutti.
-Bene, mi sono rotta di questo gioco ‘ affermò Giorgia levandosi a sua volta lo slip.
La sua figa pelosa e fulva era chiusa da due labbra carnose e sanguigne.
-Diamo il via alle danze ragazzi. Dopotutto è questo il vero motivo per cui siamo qui stasera.
Scese dal letto e, prendendo Lorenzo per il cazzo, quasi fosse un guinzaglio, lo condusse sul pavimento. Lo fece sdraiare e si imboccò l’asta bollente. Sull’esempio dell’amica anche Eleonora invitò Carmine a seguirla. Si avvicinò ai due e, sdraiandosi a terra invitò Carmine a inginocchiarsi sul so viso e a slinguazzare la figa di Giorgia. Nel frattempo lei iniziò un pompino vorace.
Io rimasi esterrefatto nel vedere quella scena. Il cazzo mi era tornato duro come un tondino di ferro.
Laura mi guardava con aria interrogativa.
-Vuoi che ci uniamo a loro o preferisci stare a guardare? ‘ chiese con aria preoccupata.
La guardai allucinato e le espressi il mio desiderio di concentrarmi solo su di lei, almeno per il momento. Mi fece un sorriso felice e mi fece stendere sul letto. Mi salì sopra a cavalcioni e cominciò a strusciarmi il seno su tutto il corpo. Nel frattempo, di tanto in tanto, lanciavo un’occhiata all’orgia che aveva preso il via sul pavimento. Ora Giorgia si era impalata sul cazzo di Lorenzo mentre Eleonora gli leccava i coglioni e Carmine le riempiva da dietro.
Sentii le calde labbra di Laura avvolgere la mia nerchia e spingerla fin nel profondo della sua gola. Solo i coglioni mi erano rimasti fuori. La invitai a girarsi e a porgermi la figa.
Le allargai le labbra scoprendo la rosea carne del canale vaginale. Vi infilai un dito e la sentii mugolare di piacere. Era già più che bagnata. Mi ci ficcai dentro con la lingua ed assaporai i liquidi che, copiosi, cominciavano a colarle. La sensazione di quel pompino era fenomenale.

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