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Racconti Erotici Etero

Giunchiglia e Il Male

By 15 Luglio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

…e poi arrivi ad un punto in cui diventa davvero complicato stabilire che cosa abbia un senso e che cosa invece non ce l’abbia.
Il Mondano a questo punto e’ davvero su di giri, saltella x la stanza come un quindicenne eccitato. Eppure non ha l’aria strafatta che invece sono sicura di avere io…
“Autocontrollo…” ha ripetuto non so quante volte durante questa notte allucinata, ridacchiando, ogni volta che ho lanciato un gemito strozzato mentre la Pozione mi esplodeva nel naso, nel cervello, nei polmoni…
Lo guardo. Sulla quarantina, un fascio di nervi, la faccia tirata di chi abusa di Pozione da decenni. Ma gli concedo il fatto di avere un certo stile, un portamento… Ma questo non e’ importante, adesso… lui non conta un cazzo di niente. Quello che conta e’ che se chiudo gli occhi riesco a sentire ogni cellula del mio corpo urlare, ogni millimetro di fascia muscolare vibrare, godere mentre e’ attraversata da scariche elettriche di piacere e odio allo stato puro, energia, rabbia e gioia fuse in un unico, incessante rantolo di adorabile violenza.
“…Ehi… direi che Biancaneve se la sta spassando…” dice Il Cattivo, con una smorfia che dovrebbe essere un sorriso, divertito dal modo in cui digrigno i denti. Ho la mascella che e’ un pezzo di marmo.
“…allora anche tu parli…” ringhio al Cattivo, alzandomi di scatto dal divano, cercando di impedire al mio corpo di prendere il volo e sbattere contro il soffitto.
Il Mondano se la ride. Mi trova divertente, forse. O forse e’ piu’ fatto di quanto non sembri. “…lui parla… lui parla…!” dice.
“…si’…” risponde il Cattivo. “…ma solo quando ho qualcosa da dire… voi invece sparate cazzate da ore… strafatti del cazzo…!”
Sono in piedi. Le mie cosce sono tese come due tronchi d’albero. C’e’ qualcosa che mi blocca, da dentro, e mi impedisce di focalizzare, di accampare diritti sul mio corpo. Stendo entrambe le braccia verso l’alto, cerco di allungarmi, di stirarmi, di sciogliermi dall’abbraccio mortale della Pozione, che ormai mi ghermisce come un ragno. Non ho piu’ nessun potere… e’ un dato di fatto.
“Tutto questo non ha senso…” dico sottovoce. Muovo la testa a destra e a sinistra, sento le vertebre scricchiolare in modo sinistro. Mi passo le mani tra i capelli, ho l’assurda sensazione che siano gelidi e umidi.
“…stai all’occhio, Biancaneve… non volarmi via proprio adesso…” dice ancora Il Cattivo.
La sua voce mi rimbomba nel cranio, esattamente nel momento in cui il cranio si sta staccando dal resto del corpo.
Il Cattivo mi guarda, mi strizza l’occhio. “…rimani tra noi…” dice.
Il Cattivo avra’ piu’ o meno la mia eta’, e ha l’aria di chi sa gestirsi in una situazione come questa. E’ a torso nudo, e’ sudato, come me, del resto, ed ha un gran fisico. Se non fosse chi so essere potrei addirittura dire che e’ attraente.
“…che dolce… ti preoccupi per me…?” dico. La mia voce e’ un sibilo, sottile come il capello di un angelo, impalpabile e soffice come le sue ali. Il Mondano mi si avvicina, da dietro, mi posa entrambe le mani sui fianchi, mi attira verso di se’.
“…lo vedi che non e’ cattivo come sembra…?” mi dice in un orecchio.
Io rido. Non so perche’, non ha nessun senso… ma non c’e’ un cazzo di niente che abbia piu’ un senso, ormai… potrei mettermi a piangere, o continuare a ridere, oppure potrei semplicemente cercare un’arma ed uccidermi, o meglio ancora, ucciderli. Sarebbe esattamente la stessa cosa.
Il Mondano non la pensa cosi’. Le sue mani hanno trovato la loro strada sotto la mia t-shirt verde. Adoro questa t-shirt, il suo colore e’ una meraviglia. Cerco di ricordare cosa ci sia scritto sopra, qualcosa che finisce tipo con “…Explosion…”. Poi mi viene in mente che non ha grande importanza. Di certo non ne ha per il Mondano, dal momento che me l’ha sollevata completamente, cosi’ come il reggiseno. Vedo Il Cattivo sorridere e passarsi una mano sul pizzo spelacchiato mentre Il Mondano, sempre dietro di me, mi strizza entrambe le tette come se mi stesse mungendo.
“…mi stai toccando le tette…?” chiedo incredula, ridacchiando. Intanto non rieco a smettere di accarezzarmi i capelli, il loro contatto tra le dita e’ meraviglioso…
“…Madrediddìo, Biancaneve… Ma che bel paio di tette che hai…” mi dice in un orecchio. E sempre, fortissima, la sensazione che tutto questo non abbia nessun senso.
Abbandono la testa all’indietro, proprio sulla spalla del Mondano. Non ha un cattivo odore, nonostante stia sudando da ore come tutti noi.
“…brava Biancaneve.” mi dice. “…rilassati, che sei tutta tesa…” Le sue mani continuano a mungermi, a strizzarmi le tette come se davvero si aspettasse ad un certo punte di riuscire a riempire un secchio di latte. La cosa mi sembra divertente.
“…attento allo schizzo…” farfuglio, ma nel momento in cui lo dico la cosa mi risulta grottesca, provo un moto di fastidio nei miei confronti che mi fa pulsare una tempia. Il Mondano pensa che stia parlando di lui, e con la voce un po’ piu’ roca dice:
“…Stai tranquilla Biancaneve, per quello c’e’ tempo…”
Poi mi solleva la gonna, sul davanti. (Gesùcristo, perche’ ho addosso una gonna? La indossero’ quattro volte all’anno… Ah sì… e’ nera, e sta cosi’ maledettamente bene assieme alla mia meravigliosa t-shirt verde… perche’ non riesco a ricordare che cazzo c’e’ scritto sopra? qualcosa che finisce tipo con …Explosion…). La mano del mondano si infila nei miei slip, devo dire con una certa delicatezza. Con la punta delle dita mi sembra che assaggi la consistenza della pelle, la trama del pelo… non mi depilo da un po’… ma ha un senso? Poi sento che preme il bacino sulle mie natiche, e direi che probabilmente ha il cazzo duro. E il suo dito punta deciso verso il basso, cercandomi la fica.
La fica.
La fica. La mia inutile povera stupida fica senza senso, che eppure in questo momento sembra essere una specie di rockstar, sotto le luci della ribalta, riflettori puntati su di lei, nugoli di uomini e donne e animali ed alieni che sacrificherebbero la loro vita o quella dei loro figli per lei, per la mia stupida fica… tutto questo non ha un senso… me lo ricordo? Impossibile rispondermi, persino gli abbozzi di domande che mi faccio sono solo impulsi elettrici distorti, senza un senso, l’unica cosa che conta e’… cosa? non ricordo piu’ neanche quello; di certo non hanno importanza le due dita che il Mondano a questo punto mi ha infilato dentro, senza neanche avere la pazienza di aspettare che mi bagnassi un pochino… Probabilmente e’ abituato ad avere a che fare con strafighe rumene a cui non si bagna neanche pregando… “Puoi aprire le sue cosce a colpi di banconote, ma non puoi comprare il suo piacere…” Questa massima che mi nasce li’ per li’ mi sembra cosi’ vera e profonda e commovente che quasi mi emoziono. Niente di tutto questo ha un senso, eppure una cosa certa e’ che io rimango la stessa persona che sono sempre stata e che saro’ sempre… Il mio Io si risveglia, per una frazione di secondo, e’ come un grande felino che si divincola dagli artigli del ragno della Pozione, lotta, lo sottomette… Ruggisce, piange per la gioia della sua vittoria, sfidando tutto e tutti, insultando gli dei, proclamandosi imperatore del Nulla, Odio e Rivincita e Male allo stato puro… Tutto questo non ha senso… dico tra me e me… ma nel frattempo mi sono bagnata e il Mondano, felice, mi canticchia una nenia che fa “…Bianca-neve… eccola qui…Bianca-neve… eccola qui…!”
Il Cattivo se ne resta comodamente svaccato sul divano, gustandosi la scena. Ho la netta sensazione che assomigli a qualcuno, ma mi sfugge a chi… ma ha qualche importanza? In fondo sono io la star della serata, lui e’ poco piu’ di una comparsa.
Il Mondano sta continuando a toccarmi.Ho come la sensazione che abbia una mezza dozzina di mani, come minimo, e riesce a tastare contemporaneamente ogni anfratto del mio corpo. Poi mi posa una mano aperta sul viso, lo tocca, lo impugna, sento il suo respiro accelerare…
“…tu vuoi scopare…” sussurro. Ma non e’ la mia voce. E’ qualcuno o qualcosa che dimora nelle mie viscere a parlare. Posso sentire la rabbia crescermi dentro.
Mi divincolo dall’abbraccio del Mondano, e mi volto verso di lui. Ho la t-shirt arrotolata sopra le tette; mi guardo, poi guardo lui. E’ un bell’uomo, dopo tutto. Sicuramente non il tipo che piace a me, ma gli riconosco un bell’aspetto. Ed evidentemente lui lo riconosce a me, perche’ ha decisamente il cazzo duro che preme sotto i jeans leggeri da 190 euro.
Mi attira verso di se’, un braccio intorno alla vita ed una mano su un seno; la sua erezione sul mio ventre. Mi guarda fisso fisso, chino su di me, da tre centimetri di distanza. Ha l’aria contenta, eppure so che Il Mondano e’ abituato ad avere per le mani merce decisamente piu’ preziosa di me. Diciottenni slave, un metro e novanta di fica bionda da strapazzare per il weekend… eppure … Poi sorrido, perche’ realizzo che e’ proprio questo il punto… Per lui sono una specie di picnic sul prato, tovaglia a quadretti, cestino coi panini al formaggio e birre in lattina, vino rosso casereccio… Stasera niente vermentino e astice, stasera ci si pappa una ragazzetta punk-rock con la passera bagnata…
Mi infila la lingua in bocca, e lo fa con dolcezza, il che mi fa innervosire da morire… non ha un cazzo di senso! Sono carne da macello, ora, la tenerezza mi disgusta a tal punto che non riesco ad impedirmi di morsicargli un labbro, quel tanto che basta per fargli male. Allora il Mondano ringhia “…merda!” e si incazza, e senza piu’ dire niente mi afferra una ciocca di capelli sopra la tempia sinistra, quel tanto che basta per farmi male.
Questo forse ha un senso… e’ come se ora vedessi le cose con piu’ lucidita’, un’isola di certezza in mezzo a questa nebbia assurda che rende inutile ed incolore questa situazione.
“…tu vuoi scopare…” dico di nuovo, ed il palmo della mia mano e’ aperto sul suo cazzo, malamente costretto nei vestiti.
“…perche’ tu no?” mi chiede Il Mondano
Io? Io chi…? Di che cazzo sta parlando? Io neanche esisto… figuriamoci se so che voglio fare… ma non credo abbia importanza… Devo solo cercare di non essere passiva, non devo lasciare che le cose succedano senza che io abbia il controllo di… controllo… il solo suono di questa parola mi sembra un controsenso… forse non c’e’ verso che io non sprofondi… mi sento cosi’ pesante, in effetti, e non sono sicura che ci sia un pavimento solido sotto i miei piedi… e’ logico che stia precipitando verso il basso… E’ per questo che gli sto stringendo forte il cazzo in una mano… perche’ in fondo non voglio morire… ho ancora delle cose da fare quassu’, tipo fingere con tutte le mie forze di essere un essere umano… o forse in fondo in fondo e’ rimasto qualcosa di umano, in me? Sì… questa ansia, questa carenza, questo orrendo senso di vuoto che mi sta lacerando le pareti dello stomaco sono qualcosa di umano, di prezioso, di terribilmente vero… E’ su quello che sento di dovermi concentrare… Sono il mio odio ed il mio disgusto che mi salveranno la vita…
Il Mondano ha nuovamente una mano nelle mie mutande. Con la punta delle dita cerca la fessura, si sincera che sia ancora bagnata. Con l’altra mano si slaccia i pantaloni e lascia che il suo cazzo schizzi come una molla fuori dai boxer nel momento in cui li abbassa. Mi attira verso di se’, me lo appoggia sul ventre, mentre le sue mani salgono a raccogliermi i seni. Glielo prendo in una mano; e’ una cosa alla quale neanche penso, semplicemente lo faccio. Lo impugno alla radice, stringendo con forza, e il Mondano si lascia sfuggire un sospiro ansioso.
“…che vuoi da me…?” gli chiedo sulle labbra.
“…prova a indovinare, Biancaneve…” risponde tutto contento.
Immagino che a questo punto dovrei dimostrare tutta la mia gratitudine a quest’insetto; succhiargli il cazzo o che altro… Ed e’ esattamente la stessa cosa che pensa lui, perche’ mi posa una mano sulla testa e la spinge con forza verso il basso, costringendomi ad inginocchiarmi di fronte a lui. Ed ecco che improvvisamente il gioco si fa chiaro, tutto quello che era scritto si avvera, siamo tutti quanti delle patetiche pedine in questo cazzo di prevedibilissimo balletto, un gioco di ruolo mal concepito, privo di fantasia, grottesco… Ma stiamo giocando… Io sto giocando… e le regole sono precise pur se imperfette… Non c’e’ molto che io possa fare se non chiudere gli occhi quando Il Mondano mi infila il cazzo tra le labbra. Sono carne da macello… solo questo, ma e’ meglio di niente… non trovo tutta questa differenza tra l’essere una vittima o un carnefice… stiamo comunque tutti quanti respirando Il Male, in questa stanza…
Al mondano non frega assolutamente niente di farmelo succhiare. Mi afferra la testa con entrambe le mani, tenendola ferma, e semplicemente inizia a fottere la mia bocca, prima lentamente, poi accelerando il ritmo gradualmente.
“Fottere la scatola cranica dei nemici sottomessi in battaglia era una pratica largamente usata all’inizio del III millennio dopo Cristo, prima dell’avvento dell’era della Vendetta…” Questo e’ tutto quello che mi viene in mente.
Il mondano si diverte un mondo a farmi scivolare il cazzo fino in fondo alla gola… trova evidentemente divertente la mia espressione mentre cerco di cacciare indietro il conato di vomito che mi sale dalle viscere ogni volta che cerca di infilarmi in bocca pure le palle… Ma per me invece la cosa e’ insopportabile, e per quanto in realta’ non me ne fotta veramente un cazzo del fatto in se’ detesto l’idea di vomitare sulla mia favolosa t-shirt verde… Senza pensarci granche’, gli afferro la base dell’uccello e me lo faccio uscire dal cranio insieme ad una sorprendente quantita’ di saliva; alzo gli occhi verso di lui.
“…piantala… o te lo stacco con un morso…” sibilo
“…ok, Biancaneve… ok…” Non capisce che non sto affatto scherzando.
Lascia che sia io a fare il lavoro… all’inizio ha l’aria vagamente annoiata, poi pian piano sembra diventare piu’ partecipe, dal momento che lancia dei versetti isterici, ed il suo cazzo e’ diventato cosi’ duro che ho la sensazione di avere un’asta di solido legno caldo e levigato tra le labbra. “Signore e signori, gentili telespettatori e ancor di piu’ voi care telespettatrici… sono lieta di mostrarvi, solo per stasera in esclusiva, un Pompino ben fatto…”
Poi mi viene in mente Il Cattivo.
Lui esiste.
Gli sto dando le spalle, e senza smettere di fare cio’ per cui sono stata creata cerco di ruotare la testa per vedere che sta facendo. Il Mondano se ne accorge, e asseconda il mio movimento, perche’ ritiene giusto che il suo Socio veda quanto questa stupida puttana gli stia succhiando bene il cazzo…
Il Cattivo mi sta fissando, ha l’aria soddisfatta, ed assomiglia maledettamente a qualcuno che mi sfugge. Ci guardiamo per un po’, senza che io interrompa le mie mansioni. Sarebbe carino avere del veleno… un dente retrattile, minuscolo, con un potente, letale, terribile veleno…
Il cazzo del mondano e’ cotto a puntino. Sa bene che una decina di secondi in piu’ comprometterebbero il pranzo di gala. Il Mondano e’ fatto come una bestia, e sa bene che se venisse adesso non ci sarebbe verso di farselo tornare duro…
“…spettaspettaspetta…” mugola bloccandomi la testa, sfilandomi il cazzo dalla bocca. Ammetto di essere un po’ restia a lasciarlo andare, mi stavo abituando alla condizione di succhiacazzo ufficiale della stagione estiva 2008. “Se non hai un cazzo in bocca non sei nessuno”
“…con calma… Biancaneve…” dice
Me lo preme sul volto. Dovrebbe essere una specie di premio per la brava cagnetta, o forse e’ una minaccia…? Non ha un cazzo di importanza tanto questo e’ solo uno stupido sogno, si chiama vita, dal quale prima o poi tutti quanti ci risveglieremo sollevati. E’ un inferno la’ fuori… e’ un maledetto inferno la’ fuori…
Poi il mondano si toglie la camicia e mi dice:
“…spogliati!”
Mi sollevo a fatica, proprio di fronte al Cattivo, che continua a fissarmi senza muovere un muscolo. Non ci metto molto. Via la t-shirt e reggiseno, via la gonna, via le mutande. La bistecca e’ pronta, signori… vi consiglierei di consumarla calda…
Su un tavolino di fianco al divano c’e’ la mia borsa nera. La raggiungo. Le brave ragazze tengono in borsa mascara, lucidalabbra e gomme… Io dentro ho preservativi, qualche centinaio di euro di Pozione e “Christ Illusion” degli Slayer.
Lancio al Mondano un profilattico, poi afferro la bottiglia di rum che sta di fianco alla borsa e do tre sorsate belle profonde.
Se non fossi fatta come un animale probabilmente sverrei all’istante, fuoco liquido dal sapore insopportabile, ma non posso rischiare di avere un atimo di lucidita’ durante la carneficina a cui sto per assistere…
Il Cattivo allunga una mano e mi tocca l’interno di una coscia. Poi lascia scivolare la mano verso l’alto e mi prende la passera, come se stesse raccogliendo una manciata di sabbia. Con un pollice saggia la fessura, di sfuggita, poi mi accarezza il ventre ed un seno.
“…ti stai divertendo…?” gli dico. Poi bevo un’altra sorsata e gli passo la bottiglia.
“…non ancora…” risponde.
E poi Il Mondano e’ proprio alle mie spalle. Mi prende per i fianchi, mi afferra le tette, mi fa inarcare appena la schiena. Ho appena il tempo di sincerarmi che abbia addosso il profilattico, e con un gesto solo me lo mette in corpo.
Lancio un gemito, perche’ mi penetra fino in fondo con un colpo. Poi mi afferra saldamente per le braccia, ed inizia a scopare; cosi’, in piedi, lui scopa; si muove ansimando e attirandomi verso di se’.
Lo sento. Quando arriva in fondo preme ancora un po’, perche’ gli piace sentire il mio sospiro. Lascia le mie braccia e mi afferra di nuovo la vita, ricomincia a fottere piu’ forte.
Sono a disagio. Annaspo per un po’ alla ricerca di un appiglio, un sostegno su cui fare forza, perche’ il Mondano sta cavalcando alla grande, ora; si sente un cazzo di eroe del far west che doma la sua giumenta punk-rock dalla fica bagnata…Cerco di resistergli, perche’ non ho voglia di abbandonarmi… Non ho voglia di essere sconfitta, sono troppo giovane per crepare. Mi volto verso di lui e gli poso una mano sul petto, eccheccazzo credo di fare, di placarlo…? E lui mi afferra di nuovo i seni ed inizia a sbattermi con tutta la forza che ha in corpo, grugnendo.
Cedo.
Mi lascio scivolare a terra, a quattro zampe, ma lui non mi molla e continua a scoparmi, aggrappato alle mie tette come un fantino al galoppo. Cerco di resistere finche’ riesco, poi lancio un urlo roco.
“…aarrghhh…!!”
Il Mondano se la ride. “Brava Biancaneve… lasciati un po’ andare, che cazzo…!!”
Appoggio la fronte sul pavimento, mentre lui continua a macellarmi. Mi allarga le cosce e le natiche, mi accarezza la schiena, poi sento che con le dita cerca di farsi strada nel mio culo. Ma non importa. Non c’e’ assolutamente niente che abbia importanza. La mia testa sta cominciando a penetrare nel pavimento, seguita dal collo, le spalle, e cosi’ le ginocchia, le gambe, finche’ sprofondo nel terreno completamente, e l’unica cosa che rimane di me a questo mondo e’ la mia fica, una stupida bocca carnosa ed urlante che spunta dal tappeto, carnedamacello, a disposizione per chiunque abbia voglia di fotterla, insultarla, usarla come posacenere, ignorarla… Non ha importanza, perche’ io sono un milione di chilometri piu’ in basso…
Ma non e’ cosi’ semplice…
Il Mondano mi afferra per i capelli e mi trascina in superficie, mi vuole con il busto eretto. Da dietro si sporge di fianco al mio viso perche’ vuole guardarmi. Mi tiene una mano sulla gola, mentre con l’altra aiuta il suo cazzo ad entrarmi in culo. E non e’ un’operazione semplice… prova e riprova per parecchie volte, tanto che alla fine inizia ad innervosirsi; ma poi ha un colpo di fortuna, trova la strada giusta e con un colpo di reni secco mi impala, gioendo nel sentire l’urlo che mi nasce dal basso ventre, e che a denti stretti cerco inutilmente di ricacciarmi in gola.
“…lo senti, Biancaneve,,,?” ringhia
E non gli interessa una risposta, perche’ ho dipinto sul viso quello che sto provando. Il Mondano fotte e fotte e fotte, ed io so di essere viva, dopotutto… E per un attimo mi chiedo se ci fosse bisogno di tutto questo per scoprirlo, ma questo pensiero e’ come una frustata in volto, una pugnalata in pieno petto, qualcosa che non ha un posto, adesso… non ora…non ora che sto perdendo una guerra, non e’ questo il momento per piagnucolare… c’e’ ancora da fare, qui… sono ancora viva sono viva sono viva cazzo!
Il Mondano mi sta inculando con piu’ calma, adesso, visto che ho smesso di resistergli e dal momento che sente che il carburante sta per finire. Mi volto a guardarlo, ha la faccia allucinata, gli occhi sono due voragini nere, il volto una maschera coperta di sudore. Sostiene il mio sguardo, ma non ha piu’ la verve per sottomettermi come vorrebbe… All fine digrigna i denti, indeciso per un attimo se venire o resistere, e decide di mettere in standby la situazione per un attimo. Con una risatina si lascia cadere col culo sul pavimento dichiarando:
“merda merda merda… Biancaneve, sei da morire…”
No… sono io che sono quasi morta. E non per il tuo stupido cazzo tra le mie natiche… sono quasi morta perche’ mi sono lasciata vivere questa situazione addosso, senza agire, senza… sono solo pensieri confusi… io non so che senso abbia…
Sono stanca. La mia mente comincia a perdere colpi, e cosi’ il mio corpo. Sono a quattro zampe sul tappeto, sto respirando affannosamente, ma al Cattivo non frega un cazzo di niente di tutto questo. I nostri sguardi si incrociano e con un’occhiata mi comunica che ora e’ il suo turno di festeggiare… poco importa se io farei volentieri a meno. Con un gesto sorprendentemente agile si sfila i bermuda e se ne rimane comodamente seduto sul divano, le gambe divaricate a mostrarmi la prossima portata.
Ce l’ha gia’ duro; e decisamente piu’ grosso di quello del Mondano. Se lo prende in mano, gli da’ un paio di strizzate per farlo andare a pieno regime, poi con il ditino mi fa segno di avvicinarmi… Vieni ragazzina, vieni dallo zio… con quello che mi costa mantenerti e’ ora che tu mi dimostri un po’ di riconoscenza… vieni a lustrare il mio gioiello…
Gattono fino in mezzo alle sue gambe, dove mi accomodo col culo sul tappeto.
“…dai Biancaneve… mangiami il cazzo…” dice.
e a me viene da ridere. Non che ci sia niente di buffo, a parte il fatto che il Cattivo mi sta puntando il cazzo contro come se fosse un coltello e a parte il fatto che Il Mondano ha in mano il suo cellulare e sta filmando il prossimo filmato-verita’ amatoriale della stagione… Lo prendo in una mano e me lo infilo in bocca. Oggi signori il pompino e’ gentilmente offerto dalla casa… approfittatene finche’ siete in tempo, questa stupida succhiacazzi verosimilmente perdera’ i sensi entro breve…

—CONTINUA—

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