Skip to main content
Racconti CuckoldRacconti Erotici EteroTradimento

Gli amori di Antonella (parte decima)

By 30 Dicembre 2021No Comments

Lasciai la casa di Martina che era tardo pomeriggio, chiamai al lavoro per dire che ormai sarei rientrato la mattina successiva, dissi che mia madre aveva avuto un problema di salute (in effetti da qualche mese non stava bene) e per questo ero dovuto uscire in fretta. Ma non tornai a casa…feci un giro con la macchina, poi mi fermai sul lungofiume e cominciai a camminare…
L’incontro con la mia amante mi aveva sconvolto, il suo inaspettato atteggiamento fortemente dominante mi aveva colto di sorpresa. Non era mai stata una donna passiva a letto, amava prendere l’iniziativa e questo mi era sempre piaciuto, ma mai aveva cercato di sottomettermi, né tanto meno di umiliarmi. Il suo grande amore per me si era mischiato all’odio per averle comunque preferito mia moglie, una donna che ai suoi occhi non mi meritava. Mia moglie era una donna, per natura, sessualmente poligama, anche se dal punto di vista dei sentimenti era decisamente monogama. A parte una forte infatuazione per il suo primo amante (Roberto), non si è mai innamorata dei suoi “fidanzati” e in quel senso mi è sempre stata fedele. Martina era completamente monogama per natura. Aveva accettato questa situazione solo perché non poteva avermi tutto per se, da quando mi ha conosciuto ha avuto solo me e suo marito e, se io avessi lasciato mia moglie per stare con lei, sarei stato il suo unico uomo e Massimo non sarebbe mai entrato nella sua vita e in fondo c’era entrato solo affinché lei potesse soddisfare il suo desiderio di maternità dopo che avrebbe accettato di fare un figlio con me, anche se io avessi deciso di restare comunque con mia moglie. Aveva ragione ad odiarmi, è vero che le avevo detto chiaramente che non avrei mai lasciato Antonella, ma ho permesso che si innamorasse di me e potesse sperare che la sua abilità sessuale unita però ad un serio rigore morale me la facessero preferire a una donna che mi tradiva regolarmente. E io? Avevo passato il tempo a cercare di capire le mie due donne, ma non avevo mai guardato dentro di me…Com’ero io? Pensavo di essere affettivamente monogamo, però, come la maggior parte dei maschi, se mi fosse capitata un’avventuretta extra probabilmente non mi sarei tirato indietro. Però adesso pensavo ad Antonella e a Martina e mi chiedevo: “E’ possibile amare così tanto due donne contemporaneamente?” Certo che se mi avessero obbligato a scegliere, probabilmente avrei preferito Antonella ma…immaginare la mia vita senza Martina…no, non potevo. E quindi mi sentivo tremendamente in colpa sia con Martina per cui accettavo volentieri le sue violenze e le sue umiliazioni e sia con mia moglie che mi aveva permesso questa relazione a patto che non mi innamorassi. L’unico amico a cui avevo provato a raccontare qualcosa mi aveva detto: “Non capisco perché ti fai tanti problemi. Mentre tu facevi l’amore con Martina tua moglie era di sicuro a farsi sbattere dal suo amante, oppure lo aveva fatto il giorno prima o lo avrebbe fatto quello successivo…” In effetti si vedevano almeno ogni due/tre giorni.
Anche lui non capiva…noi non eravamo gelosi dei nostri corpi, ma del nostro cuore. Antonella poteva scopare anche tutto il pomeriggio col suo amante, ma se la sera faceva l’amore con me si donava completamente anima e corpo e c’ero solo io nei suoi pensieri. Io invece ultimamente facevo l’amore con lei ma non riuscivo a non pensare anche a Martina…e mi sembrava ingiusto e sbagliato.
Tornai a casa , Antonella era allegra come sempre, si era vista con Marco e questa volta non nell’ufficio di lui (non aveva più scuse per allontanare i collaboratori) ma l’aveva portata in albergo. Era stato molto carino, non le aveva offerto Champagne, ma comunque avevano brindato con una bottiglietta mignon di Prosecco presa dal frigobar della camera. Poi aveva iniziato a raccontarmi qualche particolare, ad esempio che l’aveva voluta nuda sul letto, ma le aveva imposto di tenere i tacchi. Però mi vedeva distante e assente. Mia moglie mi conosce bene, sa quando c’è qualcosa che non va.
Le ho raccontato che ero stato da Martina e che mi ero accorto di provare per lei qualcosa di più di quello che era lecito.
Lei mi abbracciò stringendomi forte a se e mi disse: “Sei veramente un tesoro, nessuno uomo avrebbe raccontato questo a sua moglie. Non ce l’ho con Martina, sai che le voglio bene e so anche che lei ne vuole molto a te…non quanto me però! In amore e in guerra tutto è lecito, lei fa bene a fare la sua parte, ma io combatterò per non perderti. Comunque siamo rivali e non nemiche, non ti metterò mai contro di lei e spero che lei faccia altrettanto”.
Poi aggiunse: “So che entrambi abbiamo avuto una giornata sessualmente intensa, ma…se ti va…avrei voglia di fare l’amore con te”.
Facemmo l’amore, fu bellissimo. Mi eccitava possedere quel corpo che poche ore prima era stato fra le braccia di un altro uomo e mischiare la mia anima con la sua…quella era sempre stata mia. E Martina era lontana anni luce dai miei pensieri…Antonella aveva già vinto la sua battaglia.
Il giorno successivo mia moglie mi comunicò che Martina avrebbe passato il fine settimana da noi perché Massimo doveva andare qualche giorno fuori città per lavoro (forse addirittura all’estero) e dato che lei era ormai all’ottavo mese di gravidanza, non si fidava a lasciarla sola a casa. Era sul punto di rinunciare al suo impegno quando Antonella si offrì di ospitarla, disse a Massimo: “Se ti fidi può stare qualche giorno da noi, io tanto non ho impegni, ho già passato una gravidanza e poi ho un diploma di infermiera, anche se in ospedale lavoro in amministrazione. E poi starà un po’ con Luca così imparerà cosa significa avere un figlio”.
Già…lei adorava Luca, lo aveva visto nascere, e lui adorava lei, la zia Marty come la chiamava, quella che gli portava i regalini e si perdeva a giocare con lui e gli raccontava sempre delle storie fantastiche…credo che le andasse a scovare chissà dove per stupire mio figlio.
Com’era buona zia Marty…non importava mai fare i capricci per ottenere qualcosa…e sapeva sempre consolare, ma non si sovrapponeva mai ai genitori, ma anzi diceva sempre che il papà e la mamma sono il bene più prezioso che un figlio ha e sono solo i problemi e le preoccupazioni che a volte li fanno sembrare lontani.
Purtroppo i genitori di Martina abitavano in un’altra città e non aveva parenti con i quali fosse in rapporti tali da passare qualche giorno da loro per cui questa sembrò una soluzione ottimale.
“Povero Massimo” pensai, “se sapesse che gli trombo la moglie anche adesso che ha il pancione…”
Poi mi resi conto che era un pensiero cattivo…era lui che si era inserito nel rapporto fra me e lei, sposandola e mettendola incinta…
Comunque il venerdì lei arrivò da noi con una valigetta di effetti personali e qualcosa nel caso fosse dovuta andare in ospedale.
La gravidanza procedeva nel migliore dei modi, a parte qualche nausea nei primi mesi non aveva avuto fastidi, solo le gambe che si gonfiavano un po’, ma il medico aveva detto che era stata molto fortunata, il bimbo (anzi la bimba) cresceva bene e forse avrebbe anticipato di qualche giorno la nascita. Era stata un’ ottima gravidanza soprattutto in relazione al fatto che era la prima a quasi 43 anni, certo aveva seguito scrupolosamente i consigli del ginecologo, si era sottoposta ad amniocentesi, frequentava un corso pre parto e faceva ginnastica specifica. L’unica cosa a cui non poteva rinunciare era scopare…soprattutto con me…però usavamo molta cautela.
Così il venerdì mattina Massimo accompagnò Martina da noi prima di partire, sarebbe tornato a riprenderla lunedì nel pomeriggio. Antonella si era presa il venerdì libero, mentre il lunedì sarebbe entrata al lavoro nel pomeriggio per cui l’amica sarebbe stata da sola solo un paio d’ore…io rientravo in azienda alle 14,30, mentre verso le 16,30 suo marito sarebbe passato a riprenderla…lei avrebbe lasciato le chiavi alla signora dell’ultimo piano. Ricordo che Martina aveva abitato per diversi anni in quel palazzo prima di sposarsi e conosceva bene i condomini.
Ero impaziente di rientrare per la pausa pranzo avevo voglia di vederla ed ero anche un po’ preoccupato per qualcosa che potevano essersi dette. In fondo c’era una guerra in atto e io ero il castello da espugnare.
Quando rientrai l’atmosfera era tranquilla, direi quasi giocosa, Antonella cucinava mentre zia Marty giocava con Luca che si godeva tutte quelle attenzioni che a cose normali non avrebbe potuto ricevere.
Ci mettemmo a tavola e conversammo piacevolmente. A fine pranzo Antonella ci disse: “Siccome forse avete piacere di stare da soli, io e Marco abbiamo pensato di prenderci due giorni di vacanza, passa stasera a prendermi e mi riporta domenica sera, tanto ci pensa Martina a scaldarti il letto (questa battuta se la poteva risparmiare). Domattina puoi portare Luca dai miei e andarlo a riprenderlo domenica pomeriggio…ho detto loro che tu devi andare due giorni a una fiera e io ti accompagno.
Martina, un po’ contrariata (forse voleva umiliarmi davanti all’amica) le disse: “Scusami, sai che io sono sempre sincera con te, però sei proprio una puttana…parcheggi il figlio dai nonni e te ne vai due giorni e due notti a scopare in giro col tuo amante…”
La risposta non si fece attendere: “Proprio tu lo dici? Ma ti sei vista? Hai un pancione di otto mesi e vieni qui a farti scopare da mio marito…La verità amore è che siamo due puttane, solo che tu non lo vuoi ammettere…” Poi si avvicinò a lei, l’abbracciò e le diede un bacio sulla guancia dicendole: “Ti voglio bene”.
Io tornai al lavoro, mentre loro passarono il tempo (dato che Luca dormiva) a scegliere quello che Antonella doveva portarsi per questa fuga romantica col fidanzato, credo abbia scelto gli abiti e l’intimo più sexy del suo guardaroba…ma fu anche un modo per mostrare all’amica tutte le sue armi di seduzione mentre l’altra guardava interessata…mia moglie era stata una maestra di trasgressione per lei che però aveva imparato molto bene. Adesso anche lei indossava minigonne, vestitini trasparenti e aveva preso l’abitudine di non portare il reggiseno, certo per una prima misura (seconda adesso che era incinta) non era un accessorio così indispensabile, ma quei capezzoloni spesso turgidi e dritti sarebbe stato più pudico tenerli nascosti…suo marito disapprovava, ma doveva subire…chissà se gli riservava lo stesso trattamento che aveva riservato a me negli ultimi tempi.
Quando rientrai per cena, Antonella era già uscita e Martina aveva già messo a tavola Luca e stava finendo di cuocere la pasta per noi. Dissi che certo Antonella poteva almeno preparare la cena e non avrebbe dovuto farlo fare a lei.
Mi rispose: “Guarda che Antonella ha preparato tutto, io ho solo messo a cuocere la pasta e poi…non sono malata…sono solo incinta. E di questo te ne accorgerai stanotte…”
Più tardi volevo mettere a letto Luca, ma lui disse: “No, zia Marty…zia mi racconti una storia?”
Martina mi guardò e mi sussurrò con tono perentorio: “Metti i piatti e le pentole in lavastoviglie, metti in ordine e spazza la cucina, domattina controllerò che sia tutto in ordine, poi vai in camera e spogliati…voglio trovarti nudo quando arrivo io”
Le sorrisi, ma lei si fece seria: “Vedrai che non c’è da sorridere”.
Appena finito andai a lavarmi i denti e a rinfrescarmi un po’, poi andai in camera, mi spogliai e mi infilai nel letto e aspettai che arrivasse. Luca si godeva le favole della zia e non aveva molta voglia di dormire, finalmente fu sopraffatto dal sonno e Martina, dopo essere passata dalla camera degli ospiti dove si era cambiata entrò in camera…aveva una vestaglia che si tolse facendola cadere per terra. La immaginavo nuda invece…stivaloni di pelle con tacco che le arrivavano fino al ginocchio, minigonna di pelle cortissima e un corpetto di pelle che le copriva appena i seni…e il suo meraviglioso pancione. Stavo per dirle che era veramente provocante che lei mi gridò: “Che cazzo ci fai a letto? Ti ho detto di aspettarmi nudo, ma non nel letto…al massimo puoi stare sul tappeto…dovrai ubbidirmi in tutto e per tutto…ricordati che ti puoi sempre rifiutare, ma in questo caso chiamo un taxi e mi faccio riportare a casa e non mi vedrai più”
Stetti al gioco e mi misi in ginocchio sul tappeto dicendole in tono scherzoso: “Per completare il personaggio ti manca una frusta in mano…”
“Hai ragione, ma non l’ho trovata…però ti farò male lo stesso…sono arrabbiata con te e devo sfogarmi…non sai quanto mi sento ferita tutte le volte che la zoccola di tua moglie ti tratta così?
Mi fece sdraiare a pancia in su e appoggiò il piede sul mio petto…il tacco mi lasciò il segno. Però così facendo potei guardare sotto la sua gonna…non aveva le mutandine…lei se ne accorse e disse:
“Guardala pure che non so se stasera te la potrai godere…”
Ero così eccitato che ebbi un’erezione immediata. Lei mi legò le mani dietro la schiena e poi con una mossa decisa mi afferrò i testicoli e cominciò a stringere”
“Martina dai, così mi fai male…”
“E tu cornuto bastardo, quanto male hai fatto a me?”
“Tu hai spezzato il mio cuore, io posso schiacciarti i coglioni, tanto non ti servono, tua moglie ha già chi se la sbatte e io almeno avrò una ragione per rinunciare a te”
La sua stretta era ancora decisa: “Martina hai ragione ti chiedo perdono, sono uno stronzo, mi merito tutto il male che vuoi, però ti prego…so che sei una persona buona…”
“Bravo, mi piace quando implori perdono…ora da bravo cagnolino…lecca i miei stivali…”
Intanto mi aveva messo un collare per cani col guinzaglio e aveva ancora quel maledetto righello di legno con cui mi percuoteva il dorso delle mani…
Leccai la pelle degli stivali senza particolare entusiasmo e quando mi ordinò di passare alla suola protestai che non era igenico.
“Lo decido io cos’è igenico per te…comunque li ho puliti e disinfettati prima di uscire, ho camminato solo qui nella tua camera…magari avrò calpestato lo sperma di qualcuno che è venuto a qui a scoparsi la troia…ti piacerebbe vero?”
Feci per protestare, ma mi arrivò un colpo di righello sul cazzo che era ancora durissimo e mi disse: “Zitto e lecca…e poi…vedo che ti piace…”
Mi fece mettere seduto e mi fece salire con la lingua lungo i suoi stivali fino al ginocchio e poi ancora più su, stavo per infilare la testa sotto la sua minigonna, ma mi disse che non era il momento. Poi mi guardò fingendo disprezzo e disse: “Adesso cammina a quattro zampe e seguimi…in silenzio perché il bimbo dorme…ti libero le mani e sgancio il collare, ma ricordati che ho il guinzaglio…posso usarlo come frusta”.
Martina si diresse verso il bagno ed entrò, io ebbi un attimo di indecisione e lei mi colpì sui glutei col cinturino di cuoio portandosi poi l’indice della mano davanti alla bocca ordinandomi di fare silenzio…mi precipitai dentro…però mi bruciava…era un misto di dolore e piacere.
Mi disse: “Sai, noi donne gravide dobbiamo fare pipì molto spesso e poi è utile uno schiavo che ci asciuga”.
Si sedette con cautela sul water, il pancione era oggettivamente ingombrante. La vidi espletare il suo bisogno fisiologico e fu molto eccitante, credo non mi fosse mai capitato nemmeno con mia moglie di vedere da vicino una figa fare pipì…
“Bene” mi disse “adesso renditi utile e pulisci”. Allungai la mano verso il rotolo di carta igienica, ma il guinzaglio mi colpì ancora e questa volta sulla mano.
“Non hai capito niente” disse sottovoce, ma con tono deciso “con la lingua porco e guarda di farlo bene”.
Avevo leccato avidamente e ripulito tutte le goccioline, comprese qualcuna che era rimasta sul pelo (Martina, a differenza di mia moglie, insisteva a non depilarsi la patatina…credo fosse per il marito)
Mi disse: “Bravo, adesso posso riportarti a cuccia”.
Tornati in camera mi fece sdraiare sul letto intimandomi di non muovermi pena altre frustate…si sedette accanto a me e mi prese il cazzo in bocca, succhiò avidamente ma solo per pochi secondi, poi venne vicino a me e avvicinò le sue labbra alle mie…feci per baciarla ma lei mi morse e poi mi disse, guardandomi seria con i suoi occhi profondi neri, come la pece: “Credi di meritarlo?”
“Certamente no…però lo desidero con tutto me stesso”
“Allora dimmi che mi ami…più della zoccola”
“Si ti amo, farò tutto quello che vuoi, non voglio perderti…”
“Sì, ma dimmi che mi ami più della zoccola”. Intanto aveva messo la sua mano in mezzo alle mie gambe con fare minaccioso, ma non credo mi avrebbe fatto ancora male.
“Si” le dissi “ti amo più di qualunque cosa, anche più di Antonella…” e forse in quel momento era vero.
Mi baciò dolcemente, poi il bacio si fece più intenso e profondo e mi strinse forte a se. Sentivo le sue unghie sulla mia schiena. Sì mi graffiò, ma me ne accorsi solo la mattina successiva.
Poi si sedette sul letto e disse: “Adesso basta con questa pagliacciata…aiutami a togliere gli stivali”
Ubbidii senza replicare, le baciai i piedini, aveva le caviglie un po’ gonfie e credo che per lei portare quelli stivali e stare in equilibrio su quei tacchi nella sua condizione le sia costato molta fatica.
Si tolse la gonna e il corpetto, i suoi capezzoli tradivano l’eccitazione, mi guardò severa e chiese:
“Mi dici cosa devo fare con te?”
“Tutto quello che vuoi, basta che non ti perda” le risposi.
Allora mi aggredì: “Bastardo, perché non me lo hai detto 4 anni fa, prima che conoscessi mio marito e tu mettessi incinta la puttana? Allora sarei stata io a fare tutto quello che volevi, ti avrei permesso anche di continuare a scoparti la troia…se non era troppo impegnata con i suoi amanti. Ma io volevo un figlio da te e volevo averti ogni sera nel mio letto, volevo condividere con te le gioie e i dolori della vita…ti vergognavi forse perché sono più vecchia?
“No è che…sai…con Antonella…” balbettavo qualcosa cercando di arrampicarmi sugli specchi.
“Stai zitto che è meglio…sei solo un cornuto e non mi meriteresti, ma io sono una stupida che non riesce a fare a meno di te”.
Salì a cavalcioni su di me…era una delle poche posizioni consentite dal suo stato e comunque era quella che le dava un senso di dominazione nei miei confronti. Non avevo mai avuto particolare inclinazione per la dominazione né attiva né passiva, però con lei mi piaceva questa cosa e lei lo ha capito anche se non glielo ho mai detto. Facemmo l’amore e fu meraviglioso, poi ci addormentammo abbracciati…la notte mi svegliai, faceva caldo ma ero ancora stretto a lei…avrei voluto svegliarla per fare ancora l’amore…intravedevo il suo viso nella penombra della stanza…era bella, era dolce…sì, l’amavo…e Antonella? Ci avrei pensato lunedì…intanto avevo ancora due giorni da dividere con lei.
(Continua)

3
1

Leave a Reply